venerdì 31 luglio 2020


Procedimenti penali contro Governanti ...
e velocisti principianti.
 

Le numerose archiviazioni ordinate dai Giudici per le Indagini Preliminari negli anni remoti, ma anche quelle recentemente proposte dai  Sostituti Procuratori e accolte dal Dr, Landolfi, si aggrappano sugli specchi della Strega cattiva del Tribunale e scivolano sulle indagini taroccate da Consulenti, sapientemente pilotati dalle persone querelate, ossia la Prefetta inquisita a Cosenza e il Sindaco di Sant'Angelo a Cupolo.

Le Consulenze, perciò, sono state sapientemente suggerite per confondere ed annebbiare la verità, per oscurare le prove esibite con le querele e per 
disorientare i magistrati inquirenti con centinaia di pagine, ripetute fino al punto di far credere ai PM, ai GIP, al Procuratore Aggiunto e persino al Procuratore Capo della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro, che le pittoresche falsità dei Sindaci e dei funzionari tecnici di Sant'Angelo a Cupolo siano certezze, ossia:
A.      che il primo incrocio tra la Strada Provinciale 18 e Via Vallone San Nicola non esiste e che non è mai di fatto esistito nei pressi del cimitero di Pastene;
B.       che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso ed è pertanto conforme all' Art. 1  del D.Lgs.  285/1992 e alle norme di sicurezza statuite dal Titolo II, artt. 13÷34 della stessa Legge, meglio conosciuta come Codice della Strada.

Se l'Art. 1  recita che "La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato", secondo i Consulenti e tutti i magistrati operanti a Benevento la famiglia Paradiso, forse perchè di colore promiscuo,  non rientra tra gli aventi diritto alla sicurezza stradale, perchè il papà ha perduto non solo la libertà di entrare negli Uffici Giudiziari e la libertà di manifestare un malcontento con le parole stampate sui manifesti. Infatti, tanto è stato deciso dal Presidente del Tribunale e convertito in legge dal Procuratore.

Infatti, secondo i vertici della Procura di BN, tali diritti non rientrano tra quelli  tutelati dall'Art. 21 della Costituzione (libertà di manifestare ...), ma costituiscono insubordinazioni penalmente rilevanti a carico del protestante Attilio Paradiso, tali da costituire restrizioni di libertà e ipotesi di reato.

Tanto è stato decretato dai vertici della Procura beneventana, cosicché il 15 dicembre 2020 l'imputato Attilio Paradiso, nato a Casalbore 69 anni fa, dovrà difendersi in Tribunale, dinanzi al Giudice monocratico, per il seguente reato ed altri analoghi:


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Ma il Cavaliere in pensione ha perduto anche i diritti a reclamare giustizia in tempi ragionevoli e a non essere discriminato dagli altri cavalieri deviati dello Stato, in quanto non rientra tra le persone degne come la Prefetta mangiatrice di mazzette, il Questore, il Procuratore e il Presidente del Tribunale, che invece possono vantare il potere di allontanare le persone non gradite dagli spazi pubblici e possono vantare il diritto di transitare su vie pulite, sicure, asfaltate e persino infiorate, come sulle Zone a Transito Limitato, con auto privata, con auto di servizio e con i codazzi.




Un esempio fanciullesco per spiegare meglio il caso:   se un vecchio scimmione in pensione reclama i suoi diritti e si siede nei pressi del Tribunale o della Prefettura sulla sua sedia, solo a Benevento succede che arrivano immediatamente gli sceriffi della DIGOS per arrestare l'animale itinerante, per sequestrare i manifesti e per convincerlo a sloggiare, con le buone maniere o trascinandolo di prepotenza in caserma per le zampe.
Se invece la mite scimmia chiede di sgombrare la via di casa, come nella fattispecie, per liberare la sua gabbia dalle sporcizie e dalle occupazioni abusive di animali diversi dalla sua specie, sempre e solo a Benevento succede che arrivano le bombe a grappolo della Questura, le querele a iosa e gli avvisi di garanzia alle innocenti scimmiette di casa Paradiso.

La prova evidente è costituita dal fatto che tutti i Magistrati minori e persino il Procuratore maggiore così scrivono nella richiesta di archiviazione:

"dal verbale di sopralluogo dalla Sezione di Polizia Stradale è emerso, come innanzi ribadito, che non sono sussistenti profili di pericolosità per sicurezza stradale"
Cosicché non occorre il traduttore per dedurre che, non essendo " sussistenti profili di pericolosità", anche per il Procuratore Capo la defunta Paradiso Arredamenti non ha diritto al carico/scarico dei mobili nei magazzini e nemmeno a circolare su una strada comunale decorosa e sicura, quantunque la via comunale che incrocia la SP18  sia impedita al transito simultaneo di due utilitarie, sia invasa da alberi, muri, case, recinzioni abusive e relitti di ogni genere, sebbene il grande fabbricato Paradiso sia irraggiungibile dai TIR, perchè la via comunale sbocca in forte pendenza e in piena doppia curva su un'altra strada urbana carente di strisce pedonali, priva di dossi di rallentamento, di segnali luminosi, di marciapiedi e con scarsa visibilità da entrambi i lati, ma protetta solo dai diavoli rossi col punto esclamativo.
Tutti fattori di rischio, quelli appena elencati in grassetto, che non sono mai stati eliminati dal Comune, né dai Prefetti che si sono succeduti dal 17 agosto 1997, quando la Paradiso Arredamenti si spostò a Pastene per trasferire la residenza e l'attività produttiva di famiglia, dopo 50 anni di costante crescita e di illibato servizio.


Tanto hanno detto e sentenziato tutti i Magistrati, che non hanno messo a confronto la taroccata  perizia dell'ex Comandante di Polizia Stradale, Dr. Renato Alfano, con la CTP del Geom. Spallone,  la  CTU dell'Ing. Faraone e la chiarissima perizia degli ingegneri del Servizio Viabilità della Provincia di BN, che sin dal 30/4/2014  così scrivevano al Sindaco D'Orta:
(Clicca sull'immagine per ingrandire il testo)

Una semplice domanda:
Vi pare normale che ben 8 magistrati dichiarino che l'incrocio non presenta profili di pericolosità, quando due esperti ingegneri ordinarono di raddoppiare la segnaletica di pericolo sulla Provinciale 18, già 6 anni fa,  proprio per ridurre, nel limite del loro esiguo spazio di intervento, l'elevato rischio per la pubblica incolumità su un incrocio ricadente in pieno centro urbano, perciò di competenza del Comune?

Forse la CTU>Faraone, la CTP>Spallone e persino la breve perizia redatta dagli ingegneri della Provincia sono sfuggite a tutti i magistrati, perchè  "nessuno"  ha dedotto (o ha voluto dedurre) che, se due esperti in sicurezza stradale consigliano di spostare l'incrocio "in zona di maggiore visibilità a vantaggio anche della circolazione  al fine di eliminare  completamente i rischi dell'intersezione in curva", attestano inequivocabilmente che l'incrocio è pericoloso, perchè dalla loro ispezione del 30/4/2014 tutte le limitazioni di transito ai mezzi pesanti e tutti i problemi legati alla sicurezza delle persone sono rimasti esattamente come allora.

Le poco accorte affermazioni dei GIP, dei PM e del Procuratore della Repubblica di Benevento cascano pertanto  nelle contraddizioni dei 4 segnali di avviso di pericolo, che i Tecnici della Provincia collocarono prima e dopo la curva e che ho ben colorito ed ironicamente esaltato nel seguente manifesto, con il quale ho riassunto tutte le parole scritte sin qui e che ancor meglio ho rinfacciato ai "disattenti" magistrati di Benevento.

Chiederei agli 8 magistrati: "veramente voi credete che i nostri padri costituenti abbiano scritto l'Art. 1  per tappare il nostro tubo di sfiato e per tamponare il retrotreno del nostro delicato  abitacolo?


Un ultimo quesito:
Secondo voi i magistrati che ho elencato leggono attentamente le carte, oppure studiano come salvare le autorità governative del paese per ottenere uno scatto di stipendio e un salto di carriera?
Un caro abbraccio e un bacione a tutte le persone di buona volontà.
attilio.paradiso@libero.it