domenica 17 agosto 2025

Patane, melanzane e panzane aerostatiche.
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In 3 minuti leggerete una storia inedita di vera ingiustizia e di vera follia, che vi farà piangere, ridere e ... così sia.

Ultimato un casermone allo scopo di trasferire il nostro negozio di arredamenti, il 17 agosto di 28 anni fa emigrammo da Casalbore e con due fanciulle dotate di doppia cittadinanza, di dolcezza e di santa benedizione andammo a vivere in un comodo, spazioso e tranquillo casermone di 3.500 metri cubi, posto a 88 metri dal piccolissimo, ma silenziosissimo camposanto di Pastene.

Ecco la panoramica dall'alto

Anziché urbanizzare ed asfaltare la via che tuttora porta ai nostri defunti magazzini espositivi, l'allora Sindaco Viceré, l’Assessore all’Urbanistica Bosco e i funzionari tecnici comunali consentirono che l’ENEL ostruisse il tratto iniziale di Via Vallone San Nicola, con un muro ed una cabina elettrica, mentre con la qui visionabile Delibera del 1995 avevano ordinato all'ENEL di incollare la cabina al cimitero.
Ma le cose non andarono come prescriva la Delibera, perchè due anni dopo l'ENEL ancorò la cabina sulla sede stradale e li è rimasta per altri 14 anni, insieme a tutte le fioriere mobili di Pastene.


Dopo innumerevoli fuochi innaturali, preghiere, diffide e querele, il Sindaco eletto nel 2011, geometra Fabrizio D’Orta, e il Funzionario Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ingegnere Nicola Maioli, ordinarono di spostare la cabina elettrica nei pressi del cimitero, allo scopo di sgombrare la via comunale occupata abusivamente dall’ENEL.

Non sopportando la vista
dei morti, della strada cadaverica e dei pastenesi moribondi, l’ingegnere Maioli fece picchettare la via comunale da ben 3 geometri: uno capace di usare il tacheometro, l'altro capace di tenere la mazza del primo geometra e il terzo capace di inchiodare i picchetti nella terra. I 3 geometri non solo picchettarono i bordi della via comunale, dal camposanto al secondo incrocio, peraltro già periziato dal CTU e dai Carabinieri con 2 pericoli di morte, ma segnalarono che la via era stata occupata da frutteti, da oliveti, da recinzioni dozzinali, da cagate maschili e femminili e da un dispettoso fabbricato, edificato scherzosamente sulla sede stradale per rendere più ardimentoso l'accesso ai nostri magazzini.

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Cosicché, dopo innumerevoli, ostinate omissioni, incendi, esalazioni di diossina ed omessi controlli, l’ingegnere Maioli firmò la qui linkabile "Ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi per interventi abusivi su suolo pubblico".


Sfortunatamente accadde che l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono rinviati a giudizio e processati per non aver messo in sicurezza la strada comunale, mentre io
subivo il primo processo per calunnia e diffamazione a mezzo stampa di volantini ed esposizione permanente di grandi manifesti, per aver accusato il Viceré di Pastene, l'ingegnere Maioli e il Re Bosco di Perrillo di aver permesso la chiusura abusiva dell'imbocco primario della via comunale, con le fioriere mobili e con una schifosa cabina senza ruote.

Ricordando cosa aveva scritto e protocollato nel 2005, RE Bosco si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre l’ingegnere Maioli, i suoi testimoni e il successore del RE giurarono che nei pressi del cimitero di Pastene la via comunale “non è mai esistita”.

Allo stesso modo giurò davanti a me il miglior geometra, ma il peggior pallista pastenese, poi eletto erede di RE Bosco, quantunque nel 2011 avesse scritto insieme al Maioli l’esatto contrario di quanto avevano giurato all'infallibile Dr. Sergio Pezza, con queste precise parole: “I rappresentanti del Comune fanno presente che la cabina insiste sull’imbocco di una vecchia strada comunale in disuso e che il Comune prevede di riaprire la stessa per soddisfare le richieste avanzate dai proprietari dei fondi limitrofi”.

So che non mi crederete, ma io fui assolto con formula piena dal Dr. Sergio Pezza, perché avevo diffuso la verità attraverso Facebook, YouTube e centinaia di manifesti. Tuttavia, altri magistrati mi hanno fatto tribolare il calore e le pene dell'inferno, per altri 17 anni.
So che non mi crederete, nemmeno se giurassi davanti a Padre Pio, ma pure l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono assolti con formula piena, non dal Giudice Unico, ma da 4 giudici speciali e 2 presidenti specialisti, sebbene i pallisti avessero riempito di panzane, di balle e melanzane la Prefettura e tutto il Palazzo di Giustizia, dal piano terra, al quinto e fino al Quirinale.

MORALE DELLA FAVOLA VERA
a) Chi giura la verità va all'inferno, viene pesato dal farmacista e paga solo l'avvocato e gli specialisti per l'accompagnamento.
b) Chi invece vende balle a profusione, vince non solo i processi, ma acchiappa le benedizioni e vince pure le elezioni.


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Pastene, 17 agosto 2025
Attilio Paradiso