sabato 30 maggio 2020


Proposta per interrogazione parlamentare
alla Ministra Luciana Lamorgese
da On.li Sabrina Ricciardi, Danila De Lucia,
Pasquale Maglione e Angela Ianaro
al Ministro dell'interno - per sapere:
premesso che

- il Sig. Paradiso Attilio, residente in Sant'Angelo a Cupolo (BN), ha chiesto al Ministro dell'Interno affinché nominasse gli ispettori, perchè accertassero i fatti denunciati a carico della Prefettura di Benevento con istanza del 2 marzo2018, ove emergono apparenti reati di depistaggio, corruzione, falso ed omissioni in atti di pubblico ufficio.

- Con una seconda istanza del 23 aprile 2018 ed altre più recenti, ancora più dettagliate delle precedenti, il Sig. Paradiso ha informato il Ministro Salvini e la Ministra Lamorgese sulle notizie artefatte e non veritiere conferite dal Prefetto Galeone al Ministero, corredando l'istanza con indiscutibili elementi probatori e con imbarazzanti documentari filmati.

- Con esposto-querela del 22 agosto 2018, trasmesso alla Procura e al nuovo Prefetto di Benevento, il Paradiso ha denunciato l'attività vessatoria, gli arresti e le aggressioni subite dalle forze dell'ordine e da diversi funzionari dello Stato, che per l'ultimo si sono sostanziate in una illecita ordinanza emessa dalla Questura di Benevento, anziché dal Sindaco di Sant'Angelo a Cupolo, con la quale i vice Questore obbligava il Paradiso ad eseguire una Accertamento Sanitario Obbligatorio senza nemmeno il supporto di una certificazione medico-specialistica.

TANTO PREMESSO CHIEDIAMO
di interpellare il Ministro dell'Interno per sapere quali determinazioni ha adottato o intendesse assumere in ordine ai fatti denunciati dal Sig. Paradiso, atteso che la sua famiglia è da 23 anni privata dei diritti alla sicurezza, alla libera circolazione, all'esercizio di libera attività produttiva e ad equa giustizia, a causa di un breve tratto di strada comunale occupata da un fabbricato costruito sulla via, da recinzioni abusive, relitti, alberi ed opere edilizie non abbattute dagli Amministratori comunali di Sant'Angelo a Cupolo, né fatte demolire dai Prefetti che si sono succeduti da 23 anni ad oggi.

De che il Paradiso ha ripetutamente denunziato i fatti ai vari Ministri dell'Interno, oltre che alla Magistratura, senza però ottenere un ben che minima risposta.

domenica 24 maggio 2020

La legge è uguale per tutti,
anche nella città della strega.
Dopo innumerevoli ritardi, cambi di giudici inquirenti e di palleggiamenti tra la Procura e i Giudici per le Indagini Preliminari, il Sindaco e il Responsabile dell'Ufficio Tecnico di Sant'Angelo a Cupolo vengono processati e assolti da due collegi giudicanti, presieduti dalla Dr.ssa Daniela Fallarino e dalla Dr.ssa Marilisa Rinaldi.
In breve sintesi, la Fallarino assolve il Sindaco EGIDIO BOSCO, perchè ritiene che il risponsabile del reato di omissione/rifiuto di atti legati alla sicurezza pubblica sia Nicola Maioli, in quanto  competente a redigere un progetto e un preventivo di spesa per eliminare i rischi per la pubblica incolumità su un incrocio tra due strade comunali, mentre la Rinaldi, tre mesi dopo la sentenza della collega Fallarino, ritiene che la colpa non sia di NICOLA MAIOLI, ma del Sindaco Bosco.
Sta di fatto che entrambi i Pubblici Ministeri hanno attribuito la colpa sia al Sindaco che a Nicola Maioli, perchè entrambi sono tenuti a garantire la sicurezza sulle strade comunali ai sensi del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali).
Ecco cosa scrive la Dr.ssa Rinaldi nella Sentenza, emessa dopo 7 anni e 3 mesi dalla denunzia, a tempo ampiamente scaduto:


"Orbene, le doglianze esposte dal Paradiso nel corso della lunga e articolata deposizione hanno, dal punto di vista pratico, trovato ampia conferma nella complessiva istruttoria dibattimentale.

Non v'è dubbio, infatti che il tratto di strada oggetto della contestazione crei un evidente situazione di pericolo per la sicurezza stradale non solo per chi dalla strada comunale si immette sulla Provinciale, ma anche dalla strada Provinciale debba effettuare una manovra di svolta verso destra in direzione della strada comunale, anche in considerazione del dislivello verso l'alto, che rende ancora più difficile la manovra.

La situazione di pericolosità ha, peraltro, trovato conferma nelle dettagliate relazioni a firma dei consulenti, ing. Faraone e geom. Spallone e nelle deposizioni rese da tutti i testi escussi.

Il teste Faraone (CTU) ha ribadito la pericolosità sia per i veicoli in uscita che per quelli in entrata provenienti da Benevento, anche in considerazione del dislivello tra la strada Provinciale e quella Comunale, dovendo il conducente del veicolo cercare di allargarsi per accedere al fondo di proprietà del Paradiso, spostandosi verso la sinistra della mezzeria.

Negli stessi termini si è espresso il consulente di parte nel procedimento civile, geom. Spallone, il quale ha confermato la pericolosità della strada per tutti i veicoli, sia in entrata che in uscita, sussistente anche dopo i lavori di miglioramento realizzati dall'Amministrazione comunale.

Alle medesima è pervenuta, inoltre, anche l'informativa redatta dai carabinieri di Benevento il 29 aprile 2011"

"La vicenda della contestazione risulta, quindi, del tutto pacifica."

"Nessun potere decisorio in merito ad interventi straordinari risulta, infatti, ipotizzabile in capo al Maioli, trattandosi di soggetto non titolare del potere di gestione delle risorse economiche del Comune"

"In conclusione, non sussistendo l'ipotizzato rifiuto e/o omissione da parte dell'imputato, in assenza del già richiamato elemento normativo, Maioli Nicola deve essere mandato assolto dal reato a lui ascritto perchè il fatto non sussiste."
Ecco, invece, cosa scrive il Dr. Giacomo Iannella, impugnando in Corte d'Appello la sentenza della Rinaldi:

Erronea interpretazione dell'art. 328 c.p.: L'impugnata sentenza anzitutto erra nell'impostazione della motivazione prendendo le mosse dall'interpretazione della norma penale di cui all'art. 328 I c., ma definendo in realtà gli estremi del reato di omissione di cui al secondo comma dell'art 328 c.p., laddove afferma che "rifiutare significa manifestare (in qualsiasi forma) a chi ha rilasciato l'atto la volontà di non compierlo".
Infatti, la motivazione mette erroneamente in correlazione il comportamento omissivo dell'imputato e le richieste del Paradiso (parte civile) sotto il profilo del mancato compimento dell'atto richiesto da quest'ultimo. Contraddittoriamente afferma, poi, che certamente sussistevano ragioni di "sicurezza pubblica" essendo l'incrocio tra via Regina Elena del comune di Sant'Angelo a Cupolo e la strada provinciale pacificamente pericoloso per la sicurezza stradale e quindi per l'incolumità pubblica e non solo per quella del Paradiso.

Erronea valutazione delle risultanze processuali: Definito cosi il dato oggettivo sia dell'urgenza di provvedere, che delle ragioni di pubblica sicurezza, erroneamente la sentenza conclude che non si ravvisa "alcun rifiuto di atto di ufficio o condotta omissiva da parte dell'imputato" che, quale tecnico comunale, " nessuna misura specifica avrebbe potuto adottare in considerazione dell'incarico dallo stesso ricoperto". Invece il tecnico comunale (al di là della facoltà del sindaco di adottare atti contingibili e urgenti a tutela della incolumità pubblica di cui all'art. D.Lgs. 267/2000) ha la competenza specifica per la gestione tecnica  e amministrativa dell'attività relative ai lavori pubblici, la manutenzione delle strutture e infrastrutture comunali, la progettazione e la realizzazione dei lavori necessari, quantificandone anche la spesa occorrente e anche per l'elaborazione delle proposte di delibera per la giunta comunale.

Nulla di tutto ciò è stato fatto dal Maioli al fine di mettere in sicurezza via Regina Elena allo sbocco sulla strada provinciale, né per ridurre il pericolo dislivello tra le due strade e né per rendere meno pericoloso l'accesso dalla strada provinciale. A fronte di ciò, alcun rilievo possono avere le richieste e le proposte del Paradiso, ma piuttosto vale il dato oggettivo ricavabile dall'informativa CC del 29/04/2011 richiamata dalla stessa sentenza, perchè acquisita dagli atti del tribunale, dalla quale risulta che il Comune si era limitato ad installare un segnare un segnale di stop e di direzione obbligatoria a destra, del tutto inidonei ad eliminare per quanto di competenza l'estrema pericolosità dell'incrocio.

Né risulta che il Maioli si sia mai attivato in tal senso a mezzo di una "proposta" alla giunta o al sindaco, atto anche questo di sua competenza, che sarebbe valso quantomeno ad escludere una volontà omissiva di fronte al pericolo conclamato.

P T M

Questo PM chiede che la Corte di Appello dichiarasi Maioli Nicola responsabile del reato ascrittogli, condannandolo a congrua spesa.

giovedì 14 maggio 2020

Risultanze trattativa col sindaco di Sant'Angelo a Cupolo


Al Sig. PREFETTO di BENEVENTO

Corre l'obbligo di ringraziarla per avermi concesso l'agio di colloquiare col Sindaco del paese e per aver delegato la Dr.ssa De Feo e la Dr.ssa Cerrata, che hanno gentilmente ascoltato e redatto un sintetico, ma impeccabile verbale, senza interferire e senza aver avuto la possibilità di smussare l'irremovibile sindaco, almeno per indurlo a non insistere con i soliti allucinogeni ed avanzare una reale, sbrigativa e concreta controproposta, per togliere le sue castagne dal fuoco e facilitare anche le azioni amministrative della S.V.
Il verbale parla chiaro e non occorre aggiungere alcunché di quello che s'è detto, se non il documentario filmato, che voglio sperare abbia già visto attraverso l'informativa del 11 maggio u.s., ove Le ho inviato anche le mie segnalazioni in ordine al ricorso al Consiglio di Stato.
Tuttavia, qualora volesse ascoltare l'intero colloquio, non mancherò di accontentarla domani mattina alle 9.00, prima di intraprendere un percorso a senso unico, senza corsia di ritorno.
Inutile ribadire che da 23 anni non godo gli stessi diritti dei santangiolesi e nemmeno dei cittadini che si sono trasferiti da Benevento, i quali, quantunque siano venuti ad abitare a Pastene parecchi anni dopo di me, in palazzine distanti poche decine di metri dalla mia, ma non costruite su suoli edificatori come il mio,  in pochi mesi anno hanno avuto i servizi gratuiti e le vie secondarie di campagna asfaltate, forse per la posizione di prestigio che occupano negli uffici dello Stato e nella Procura della Repubblica di Benevento.
Adesso tocca a Lei decidere se ho diritto a circolare su 80 metri di strada comunale occupata dalla vegetazione, dai cantieri, dai relitti, dai ratti, dalle recinzioni e dagli alberi abusivi, oppure devo cessare le rivendicazioni civili coi manifesti, non assumere più propellenti per tenere accesa la pompa di iniezione e venire a digiunare in Prefettura o in Tribunale, in accorato silenzio.
Domani è già tardi. Arrivederci, buon prosieguo di vita e mille grazie.
Benevento, 14 maggio 2020


Sequestro, denunzia e richiesta di riesame.
IL FATTO:
(Clicca sulla foto per ingrandire e leggere il contenuto)

Premesso che il PM ha convalidato il sequestro dei manifesti operato dalla DIGOS, ho così impugnato il provvedimento:

"
Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore (….) indagato nel procedimento contraddistinto in oggetto e proprietario del pannello di multistrato con due manifesti attaccati su entrambi i lati, con la presente impugno il Verbale e il Decreto di convalida del sequestro  e denunzio le seguenti irregolarità, anomalie comportamentali e illegalità.

Quella del 5.3.2020 non è la prima, ma è una delle numerose volte che gli agenti della Digos - con le buone maniere o con quelle non consentite dalla Legge e dal Codice Etico Europeo per la Polizia -  limitano l'esercizio del diritto di espressione, mi tolgono i manifesti e mi portano in caserma, pur conoscendomi e sapendo che non disturbo la quiete pubblica, sono rispettoso dei diritti e della libertà di tutti e non sono mai stato minaccioso con i magistrati, gli impiegati pubblici e i poliziotti, nemmeno quando quelli più irrequieti allungano le mani sul mio corpo, prendono a calci i manifesti, mi strappano il cellulare o la telecamera protettiva dalle mani, mi afferrano e mi trascinano in questura come un terrorista, al cospetto di centinaia di spettatori, autorità e giornalisti divertiti e ammutoliti, danneggiando irreversibilmente il mio decoro e facendo intendere che io stia facendo azioni proibite dalla legge.

E' offensivo rinfacciare l'operato di funzionari della Digos e dello Stato col seguente manifesto?
(Clicca sull'immagine per ingrandire e leggere il contenuto)

Non domandate a me, perchè sarebbe inutile e piuttosto scontata la risposta. Ma, tanto per acquisire quella degli agenti, chiedete agli Ispettori Lollo, Porreca e alla Dr.ssa Giovanna Salerno da chi avevano ricevuto gli ordini e quali ragioni avevano per strapparmi due poster dal collo, afferrarmi per le braccia, trascinarmi per oltre 20 m. come un sacco di spazzatura e portarmi in Questura con autoambulanza al seguito, per sequestrare me e i manifesti, fino a quando l'ex Ministro di Giustizia Orlando andava via dall'Hotel President e da BN.
Per quali ragioni la Dr.ssa Salerno non impedì che i suoi sottoposti mi trattassero come un criminale? Per quali ragioni il 5 u.s. la Vicaria del Questore ha sequestrato solo 2 manifesti, ma non ha voluto sequestrare quelli che incollo al seguito e quello innanzi riprodotto, dove compare lei e gli agenti più gradassi della Digos?
Prende decisioni da sola, esegue ordini conferiti dal Questore, dal Prefetto o dal palazzo di Giustizia?

Nel manifesto incriminato, in quello riprodotto nella pagina precedente e in quelli che incollo al seguito, che non ha portato via, ho sintetizzato le cause delle mie contestazioni, non solo per i reati che addebito ai Prefetti, ma soprattutto per i comportamenti abnormi del Procuratore Generale della Repubblica di NA, del Presidente del Tribunale, del Dr. Aldo Policastro e del Procuratore Aggiunto di Benevento.

Se sono offensivi i volti anonimi di 2 Prefetti inerti, che rifiutano atti d'ufficio e non assumono decisioni come Ponzio Pilato, perchè non sono offensivi i volti di 4 autorevoli Magistrati che fanno stagionare le mie querele nei due palazzi di giustizia, che decidono la mia sorte in camera oscura e mi infliggono una misura restrittiva, senza  nemmeno notificarmi il provvedimento, come invece ha immediatamente fatto il PM che ha convalidato il sequestro?

E poi, se i manifesti sono offensivi, chi giudica e mi deve querelare: un poliziotto o le persone offese?

Patisce più una persona afferrata, trascinata e arrestata dai poliziotti o fa più danni  un pezzo di carta?
(Clicca sule immagini per ingrandire e leggere il contenuto)



Sono offensive, minacciose e pericolose una sedia pieghevole e le parole scritte nei manifesti? Per contestare l'operato del Sindaco, del  Prefetto e dei Magistrati occorre chiedere il consenso al CSM, alla Giunta per l'Autorizzazione a Procedere o ai Dirigenti dello Stato che contesto?

Gli agenti ritengono che i nostri padri costituenti hanno concesso la facoltà di esprimerci liberamente o in misura restrittiva, per prendere in giro il popolo, per reprimere le parole contrarie di Erri De Luca, le sferzate di Crozza,  le narrazioni storiche di Pino Aprile e perchè le vignette sataniche di Forattini fossero represse dal più ricco, dal più votato, da chi governa su nostro mandato o da chi ha il potere di decidere sulla sorte e sulla libertà dell'imputato?

Dopo aver compreso le vicissitudini umane dei poliziotti rispettosi e scrupolosi, dopo aver tollerato ed altresì perdonato decine e decine volte gli agenti che, per evitare di incorrere nel reato di cui all'art. 328 c.p., sono stati costretti a subire comandi che non avrebbero desiderato eseguire, il 22/8/2018 ho denunziato i fatti al Prefetto e alla Procura di BN, allorquando sono stato costretto a subire ulteriori provocazioni da una donna, mentre consultavo un fascicolo in Procura ed evidenziavo che erano spariti tutti i DVD (vai al video).

Il procedimento penale n. 5596/18 fu affidato al PM Sansobrino e dopo 19 mesi non risulta ancora concluso, contrariamente alle numerose querele di rimbalzo che dal 2009 mi hanno visto imputato da funzionari statali avvezzi alle panzane, tra le quali quelle sporte lo scorso anno dal Dr. Policastro, di cui due sono state archiviate per infondatezza dei reati denunciati, mentre quella descritta a pag. 2 ha rapidamente concluso l'istruttoria 2 mesi fa, con l'avviso di conclusioni indagini e la notifica di una nuova imputazione. Tanto, a dimostrare che alcuni magistrati e poliziotti valutano i fatti con lucidità, mentre altri "giudicano" con astio e spregiudicatezza.

Prima di completare le indagini per il reato che la Questura e la Procura mi contestano,

Ø  chiedete al Questore Bellassai perchè non adottò alcun provvedimento, magari per utilizzare in altri compiti gli agenti incompetenti (v. poster pag. 1), quando il 7 luglio 2017 gli recapitai le memorie difensive contro la querela e le false accuse concertate tra la Dr.ssa Salerno e i suoi sottoposti;

Ø  indagate e scoprite perchè l'ordinanza restrittiva della mia libertà, firmata dal Procuratore Generale l'8/8/2019, è sparita dal fascicolo istruito dal  Procuratore Capo, dagli Uffici del Presidente del Tribunale e persino dalle scrivanie degli agenti della Cosmopol, mentre al suo posto è magicamente comparsa un'ordinanza diversa, con la data del 2/10/2019 e con un testo vistosamente modificato rispetto a quella precedente. E poi, perchè la prima ordinanza (controfirmata per notifica dalla Dr.ssa Tillo) è stata staccata dalle indagini trasmesse dai Carabinieri, prima ancora che le pagine fossero numerate e scannerizzate? Quale delle due è artefatta per coprire una falla o qualche macchia?

Ø  chiedete al Procuratore Generale per quali ragioni non ha trasmesso la misura restrittiva del 8 agosto, nemmeno a seguito di richiesta stragiudiziale del 27/8/2019 e successivo esposto-denuncia;

Ø  chiedete, infine, al Presidente del Tribunale per quali ragioni non mi ha dato la medesima ordinanza, quando gliel'ho chiesta con istanza d'accesso ai sensi della L. 241/90, ben prima che scadessero i termini per difendermi dalle accuse del Procuratore Capo e del Procuratore Aggiunto. Tale inadempienza comporterà la contestazione del reato di cui all'art. 328 del c.p.? Oppure verrà prescritta, come quasi tutte le 39 denunzie-querele che ho sporto dal 2009 ad oggi?

Ø  interrogatemi, se credete, e cerchiamo alla luce del sole, al tavolo del dialogo e della riconciliazione una soluzione economica, per la collettività e per l'immagine dello Stato,  e risolutiva per tutti.

Per quanto il Prefetto fosse stato capace di muovere il primo passo con l'Ordine di sgombro, dispiace che il Dr. Cappetta non abbia poi ripristinato la legalità e la circolazione sulla via comunale ostruita da 23 anni da alberi e costruzioni abusive, che abbia ripetutamente rifiutato il dialogo e che non si sia speso per chiedere almeno il supporto dell'On.le Salvini o del Ministro Lamorgese, al fine di permetterci di lavorare in un fabbricato di 3.600 mc, regolarmente costruito a norma su suolo edificabile, ma non raggiungibile con i mezzi di lavoro.

E dispiace ancora di più aver constatato che gli ordini di limitarmi l'accesso nei palazzi di giustizia, di farmi sparire dalla strada e dalla vista dei rari curiosi non sono germogliati in Questura, ma nel palazzo di Giustizia.

Se avessimo dialogato, avrei liberato la via comunale a mie spese ed avrei ringraziato tutti con un manifesto gigantesco, anziché scomodare le Autorità di Governo ed espormi alle intemperie dei poliziotti, di essere bollato come un pazzo e di essere crocefisso dal Procuratore per un manifesto, veritiero, ponderato e giusto.





Se qualcuno volesse a tutti i costi cercare un capro espiatorio per reprimere la libertà di chi comunica e si esprime con lo scritto, come fecero gli amici di Erri De Luca quando subì un processo per una "parola contraria", non offensiva, non minacciosa e tantomeno sovversiva, oppure come gli avvocati penalisti hanno fatto nella camera penale di Milano, per contestare a torto o a ragione il Dr. Davigo,  occorrerebbe promuovere una massiccia propaganda per abrogare l'Art. 21 della Costituzione, che però difficilmente raccoglierebbe i consensi del Presidente Mattarella, del Parlamento e tantomeno degli artisti, dei vignettisti e dei giornalisti, che pubblicano sul WEB e sui giornali nazionali anche a costo di rischiare processi a raffica.

Per completezza, copio e incollo la restante parte dei manifesti non sequestrati:


Se, invece, qualcuno cerca un pretesto per processare la verità e smacchiare l'inerzia, le malefatte e le responsabilità penali dei 6 volti anonimi da me imputati con querele e tantissimi manifesti, gli sono grato, perchè forse meriterò un aumento della pena per i peccati da scontare sulla terra, prima che mi venga cucita la bocca, mi venga tolta la cittadinanza italiana e venga ritirato il permesso di soggiorno pure alla mia famiglia.

Perciò, se volete, consegno tutti i poster che ho stampato, i filmati e le 30.000 pagine che nei decorsi anni ho scritto ai Funzionari dello Stato e ai Magistrati, prima per persuaderli cristianamente ad assumere le proprie responsabilità e fare il proprio dovere nel rispetto della Legge, poi per invitarli ad ottemperare e infine per denunziare le sparizioni, le falsificazioni, le omissioni, le azioni corruttive e i depistaggi del Prefetto Galeone, i ritardi, gli eccessi di potere, gli abusi e i molteplici reati commessi da loro stessi, oltre quelli che da 23 anni addebito agli impuniti Amministratori comunali di Sant'Angelo a Cupolo.

Non ho altro da rendere, se non quanto ho già dichiarato con il Verbale di sequestro del 5 marzo u.s.
al Dr. Antonio Feleppa, uno dei tanti commissari premurosi e cortesi che onorano la Polizia di Stato.

Serenamente attendo di sapere se costituisce reato scrivere la verità e liberamente ciò che penso e che ho già denunziato da 11 anni con 39 querele, nonché di aver dipinto un'immagine simbolica e anonima, che, pur senza parole, racchiude tutto il significato di quanto scritto accanto, proprio per non lasciare spazio ad interpretazioni infelici, utili solo a chi cerca un pretesto per condannarmi, mettermi fuori causa, colpire chi teme e trema per me ed affermare un principio contrario alla Costituzione italiana.

Vale la pena evidenziare che gli accadimenti giudiziari e i manifesti erano già stati da me trasmessi al Presidente della Repubblica e alle Autorità di Governo del Paese, attraverso la mail certificata del 2.3.2020, contenente in prima pagina un recente video messaggio registrato davanti alla Prefettura, più  un blogspot nel penultimo paragrafo.

Alla luce di quanto sin qui esposto

CHIEDO

l'annullamento del decreto impugnato e la restituzione del materiale sequestrato, anche perchè non sussistono nemmeno i presupposti del sequestro cautelativo, in quanto i manifesti sono stati fotografati dagli agenti, prima e dopo il sequestro, sicché viene meno la necessità  "di salvaguardare l'integrità della res scongiurandone il pericolo di dispersione, di modificazione o di manomissione e di alterazione di stato ...", come invece scrive il PM nel decreto di convalida del sequestro.

Il CSM, i Ministri dell'Interno e di Giustizia valuteranno le responsabilità delle persone e dei fatti che ho  riferito, per onorare un dovere civico,  per reprimere la tentazione di non denunziare più e per dare una volta tanto ragione a mia moglie e a tutti quelli rassegnati, che mi hanno sempre detto pressappoco così: "molla, ca senza soldati valorosi nun serve a niente combattere contro  somari, ascari e mulini a vento".

Benevento, 12 marzo 2020
Attilio Paradiso """





(Clicca sull'immagine per ingrandire e leggere il contenuto)

martedì 5 maggio 2020





COME UCCIDERE UNA famiglia
a benevento
Clicca qui e vai al video
La lettera scritta
Al Presidente della Repubblica

Nel mese di agosto del 1997, ultimato un fabbricato per
trasferire l'attività produttiva di famiglia, ci trasferiamo nei pressi di Benevento, per dare un futuro alle fanciulle ricevute in dono da Madre Teresa, allargare l'area espositiva e tenere in vita il negozio di arredamenti.

Cimitero di Pastene
Per coprire gli illeciti e i mancati controlli dell'Ufficio Tecnico, le recinzioni e le costruzioni abusive edificate sulla via comunale adiacente il Cimitero di Pastene, il Sindaco ostruisce lo sbocco primario di Via Vallone San Nicola con un muretto, una cabina elettrica e la spazzatura del paese, violando il Codice della Strada, la libera circolazione, i diritti dell'uomo e la libertà di lavorare nel fabbricato appositamente costruito.
Via Vallone San Nicola




                          Via Regina Elena
Tanto è accaduto, perchè gli amministratori comunali permetteranno ad amici e parenti di ostruire la via con alberi, relitti, recinzioni e di costruire addirittura una casa sulla via comunale, tanto da costringerci a cessare la onorata partita IVA, per l'oggettiva impossibilità di raggiungere il fabbricato con i mezzi di trasporto.

In realtà, il Sindaco non urbanizzò la strada, impedì l'accesso dei camion al fabbricato in difformità ad una remota Delibera di Giunta e generò una situazione di pubblica incolumità sul punto residuo di accesso, perchè
la via cala in forte pendenza al centro di una curva, molto angolata, priva di visibilità, di dossi di rallentamento, di strisce pedonali, di marciapiedi e, perciò, in difformità alle norme di sicurezza sancite dai primi 16 artt. del Codice della Strada.

Il Prefetto, il Questore e il Procuratore della Repubblica sono stati continuamente informati. Ma, dopo 23 anni e circa 40 querele contro sindaci, prefetti e magistrati, il Comune non demolisce le opere abusive, nemmeno su Sentenza del TAR, non sanzionano i reati, ma li prescrivono e li commettono a loro volta, prevaricando le leggi, i tempi processuali prescritti dal codice penale e le più elementari norme di sicurezza, allo stesso modo come tutti hanno sottovalutato il rischio di pandemia.

Anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell'Interno e di Giustizia sono stati ripetutamente informati. Ma, ancora oggi nessuna autorità ha inteso tutelare la libera circolazione, il diritto al lavoro, la nostra sicurezza, il nostro diritto al lavoro e ad equa giustizia.

Dopo 23, la nostra libertà e i nostri diritti fondamentali per vivere sono ancora ristretti, nonostante la Costituzione li garantisca al Titolo Primo, perchè il demanio pubblico è ancora occupato dalle opere abusive e lo sbocco sul cimitero è ancora ostruito, nonostante il Prefetto, con Ordinanza del 22/11/1998, abbia intimato lo sgombro e la messa in sicurezza della "strada di interesse generale", come testualmente è identificata sullo stradario comunale, sul Piano Urbanistico e sul Catasto.

Facciamo pertanto appello alla S.V.  perchè voglia tutelare i nostri diritti,  garantire la Costituzione italiana e sensibilizzare gli Organi di Governo affinché intervengano con immediatezza, prima del 4 p.v.
Sant'Angelo Cupolo, 27 aprile 2020