martedì 29 giugno 2021

 CRIMINI DI STATO. 


Una banda di collusi protetti dal Sindaco, dai Consiglieri comunali e dalla ultra ventennale permissività dell'Ufficio Tecnico di Sant'Angelo a Cupolo ostruisce una strada comunale con alberi, recinzioni e un fabbricato abusivo. Per tali motivi la Ditta Paradiso Arredamenti di Pierro Anna non può raggiungere il nuovo fabbricato con i grandi mezzi di lavoro ed è costretta a cessare l'attività produttiva e la florida Partita IVA.


Attilio Paradiso denunzierà ripetutamente gli Amministratori comunali, i Prefetti e i Magistrati, per l'inerzia, i ritardi, le numerose prescrizioni, gli errori, gli orrori, le falsificazioni, le sparizioni di atti dai fascicoli e per gli squallori processuali. Ma le autorità lo querelano 12 volte, lo sottopongono a vessazioni, arresti, limitazioni di libertà d'espressione, stalking giudiziario e lo rinviano a giudizio, anziché demolire le opere abusive, sciogliere il Consiglio comunale e punire il Sindaco, l'Assessore all'Urbanistica e il Capo dell'Ufficio Tecnico.

Operando in abuso d'ufficio, un vice questore sottopone Attilio ad Accertamento Sanitario Obbligatorio presso il Centro di Igiene Mentale di BN, descrivendolo come "anormale, farneticante, delirante, imprevedibile, aggressivo, disobbediente e riottoso ad ogni forma di regola sociale ". Attilio accetta di farsi analizzare. Cosicché, dopo 3 giorni di controlli specialistici e 350 quiz posti con domande a doppia negazione, è dichiarato razionale, equilibrato, capace di intendere, di volere e di difendere non solo i propri diritti, ma quelli di tutti. 

Il Presidente del Tribunale e il Procuratore della Repubblica di Benevento, indispettiti dalle perseveranti contestazioni di Attilio, prima scritte e poi formulate attraverso manifesti, gli fanno interdire l'accesso al Palazzo di Giustizia dal Procuratore Generale, senza però notificare la misura restrittiva di libertà, senza nominare il difensore d'ufficio e senza concedere la facoltà di visionare gli atti posti a sostegno dell'anomala misura restrittiva di libertà. Ma non finisce qui, perchè Attilio subisce 12 querele dalle autorità e molteplici processi montati sulle menzogne e sulle false testimonianze di poliziotti e funzionari dello Stato.

Si vuole evidenziare che:

1) se la magistratura e il Prefetto di Benevento proteggono la politica locale e chi viola le leggi, non solo tradiscono la Costituzione e il suo Garante (il Presidente della Repubblica), ma uccidono i diritti fondamentali di tutti i cittadini e l'economia, specie quella del Meridione d'Italia;

2) se per un ventennio qualche mascalzone smista la posta a un qualunque fannullone del Quirinale e del Viminale, anziché al Presidente Mattarella e ai Ministri dell'Interno, non solo tradisce il Garante della Costituzione italiana e la Ministra Lamorgese, ma pure il popolo che paga le loro spese.


Il 14 settembre 2021 si terrà la terza e forze ultima udienza penale davanti al Giudice monocratico, Dr. Sergio Pezza, nel Tribunale di Benevento, per due denunzie intentate dal Procuratore della Repubblica in persona contro Attilio Paradiso. Se autorizzano la ripresa, ascolterete in differita. Contrariamente, attaccatevi ... alla bontà del Paradiso.

lunedì 3 maggio 2021

Deposizione imputato Attilio Paradiso. 


Questo documento è stato adattato per la lettura attraverso lo smartphone, ma riproduce esattamente la deposizione spontanea che ho reso al Giudice nella qualità di persona incriminata dal Procuratore della Repubblica di Benevento, per aver contestato l'operato dei magistrati con un manifesto ed altri reati montati sulle falsità.




Consapevole delle responsabilità civili e penali che assumerei in caso di esibizione di documenti, filmati e dichiarazioni non aderenti al vero, rendo questa deposizione anche in cartaceo e su DVD, in formato pdf contenente 26 link, non solo per difendermi da chi denunzia e non specifica quali "offese a persone e cose" avrei commesso, ma per dimostrare che da 11 anni subisco querele temerarie,  fondate sulle falsità e sulle miserie degli uomini, e che sono stato investito da numerose aggressioni degli agenti di Polizia ed immorali vessazioni di alti funzionari dello Stato, che invece dovrebbero garantire i miei diritti, la sicurezza e la giustizia.

Questo procedimento penale e la restrizione di libertà mia e del Sig. Petriella poggiano su misere falsità e fondamenta ingannevoli,  perchè mancano le indicazioni delle cose e delle persone che avrei offeso, manca l'identità dell'autorità che hanno chiesto la misura restrittiva prima del 2 agosto 2019 e gli elementi probatori posti a sostegno dei provvedimenti decretati dal Procuratore Generale, visto che ne ha emesso 2 con lo stesso protocollo, il 2 agosto e il 2 ottobre 2019. Occorre evidenziare, altresì, che il Procuratore Generale, Dr. Luigi Riello, non mi ha permesso di prendere visione delle informazioni trasmesse da BN, nemmeno a seguito di richiesta stragiudiziale ai sensi della L. 241/90, di diffida e di successiva querela per illecito rifiuto e occultamento di atti obbligatori per legge.

Occorre, infine, che la SV conosca gli esiti improduttivi delle denunzie temerarie sporte dagli Amministratori di Sant'Angelo a C. , dal Dr. Policastro, dalla Digos e dagli Ispettori di Polizia operanti al servizio della Presidente del Tribunale, della Questura e del Procuratore della Repubblica di BN; perchè da loro ho incassato 12 querele, di cui la prima è stata affondata dalla Sentenza assolutoria della SV, perchè "il fatto non è previsto dalla legge come reato"; questa ed altre due sono in trattazione e ben 8 denunzie/querele sono state archiviate, perchè le accuse dei funzionari pubblici che mi hanno denunciato  non erano sostenibili in giudizio e le dichiarazioni dei loro testimoni non erano attendibili, come le grottesche panzane che Le vennero a raccontare i 9 mercenari reclutati dal Sindaco Viceré e le 2 querele temerarie del Capo dell'UTC Maioli, disinnescate con archiviazione del GIP Cusani e archiviazione del GIP Landolfi.

Tuttavia, se non ascolta la Sostituta del Procuratore, Dr.ssa Assunta Tillo, la S.V. non potrà verificare che c'è un forte legame tra la restrizione concepita dalla Presidente del Tribunale, le denunzie temerarie del Procuratore, dei poliziotti e un Accertamento Sanitario disposto da un sottoposto dell'ex Questore Bellassai, che, pur avendo analizzato la mia adolescenza,  i 42 anni di lavoro al servizio dell'Istruzione pubblica e le mie residue facoltà, ha lasciato che il suo vice mi sottoponesse ad accertamento sanitario coatto presso il Centro di Igiene Mentale, definendomi: "anormale, farneticante, delirante, imprevedibile, minaccioso, aggressivo e riottoso ad ogni forma di regola sociale", in plateale abuso d'Ufficio, non tanto per la pittoresca diagnosi dello sceriffo, ma perchè l'Accertamento Sanitario Obbligatorio può essere disposto solo dal sindaco, su proposta motivata dello specialista o del medico di famiglia.

Pure gli anormali come me conoscono la Legge 180/1978, ma non gli specialisti e i più servili agenti della Questura di BN, che invece diagnosticano le alienazioni, le nevrosi e le psicopatie con il passaparola, sequestrano i manifesti su commissione dei superiori, reprimono la libertà di espressione, mi catturano e mi portano in caserma a strascico, come una sardina, come fossero obbligati ad eseguire gli ordini segretamente concertati dalla Capitaneria di porto, dai dirigenti del KGB e dal Capobastone della P2, tutti presenti, sorridenti e allietati da Benevento Città Spettacolo.


Tre anni fa denunziai le intemperanze di alcuni poliziotti e del vice sceriffo, dopo umilianti aggressioni subite dinanzi alla Prefettura, al Tribunale e in Procura, alla presenza di decine di telecamere (poi oscurate), di numerosi giornalisti (poi spenti) e di silenziosi sostenitori dell'allora Ministro di Giustizia. Ma la mia querela invecchia da 3 anni sulla scrivania del giovane Dr. Sansobrino, come sono invecchiate tutte le mie querele in Procura, fino alla prescrizione per superati limiti di stagionatura, mentre quelle contro di me corrono sulle auto di Stato e sono regolarmente assistite dal personale armato. Infatti, il 18 ottobre andrò a giudizio per un'ennesima congiura orchestrata da 3 ispettori di Polizia Giudiziaria alle dipendenze del Procuratore della Repubblica di Benevento.

Con l'arrivo del Dr. Policastro lo stalking giudiziario, le molestie e le terapie vessatorie della Questura, della Presidente Rinaldi e del Procuratore si sono moltiplicate. Infatti, dopo aver fallito l'esito di numerosi procedimenti penali contro di me ed aver reso inefficaci le indagini concluse dal Procuratore Aggiunto, facendo ricominciare il lavoro prima alla Dr.ssa Palumbo e poi alla Dr.ssa Tillo, che infine ha archiviato tutti i reati denunziati da me e magistralmente individuati dal Dr. Conzo, la Presidente Rinaldi chiede la misura restrittiva, il Dr. Policastro mi denunzia per la 4a e la 5a volta e mi rinvia a giudizio per disobbedienze e  violazioni penali immaginarie, perchè:

1.          "non osservava un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragioni di sicurezza pubblica e di ordine pubblico";

2.          "non osservava il provvedimento di interdizione all'accesso al Palazzo di Giustizia".

Ma le due imputazioni sono anche pretestuose, ingannevoli e non veritiere, sia perchè le autorità preposte a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico (ossia Prefetto, Questore e Sindaco) non hanno mai decretato misure punitive nei miei confronti, né ho dato loro motivi per sanzionarmi, sia perché nessun magistrato mi ha contestato, con regolare avviso di garanzia o con un decreto limitativo della libertà di circolazione, azioni pericolose per l'ordine pubblico o "condotte offensive di persone e cose", come invece recita la richiesta avanzata il 28 agosto 2019 dalla Presidente del Tribunale, allorquando il Procuratore Generale, secondo quanto scrive la Dr.ssa Tillo, aveva già emesso il provvedimento 26 giorni prima. Pacco Napoletano, stregoneria beneventana o l'uno e l'altra?

Infatti, con messaggio e protocollo certificato n° 8.175/U del 8 agosto 2019, la Dr.ssa Tillo comunica a tutte le forze dell'ordine, alla Cosmopol e alla Presidente del Tribunale, Dr.ssa Marilisa Rinaldi, che il Procuratore Generale ha emesso il provvedimento con prot. n° 196/Ris del 2 agosto. Quindi: 1) quale autorità ha chiesto la restrizione mia e del Sig. Petriella prima del 2 agosto? 2)  perchè è stato trattato in riservato un provvedimento pubblico che ha prodotto gli stessi effetti di una Sentenza? 3) pare possibile che la Procura Generale di Napoli abbia registrato solo 196 protocolli contro gli 8.175 registrati a Benevento alla data del 8 agosto?

Mi domando come abbiano fatto a commettere le stesse fesserie della Prefettura di BN, se pure un vecchio bidone come me sa che i protocolli cartacei sono stati aboliti e che le procedure informatiche pubbliche generano un codice a barre e un numero progressivo seguito da lettere che distinguono solo la tipologia del documento protocollato: U in uscita; E in entrata, R per protocollo riservato.

Sta di fatto che ho sempre esercitato le azioni di contestazione in compostezza e nell'ambito dei diritti protetti dall'Art. 21 della Costituzione, come risulta da questo video e dai numerosi episodi filmati e allegati alla denuncia che stagiona sulla scrivania del Dr. Sansobrino da 3 anni, senza temere gli addebiti che il Dirigente non contesta ai suoi gregari per l'eccessiva dilatazione delle indagini.

E, contrariamente a quanto dichiara il Dr. Policastro, non sono mai entrato in Tribunale senza chiedere l'assistenza delle scorte armate, quantunque l'atipica "condanna" fosse lesiva dei diritti dell'imputato e fosse viziata da svariate cause di nullità, che peraltro ho immediatamente eccepito con istanza stragiudiziale ai sensi della L. 241/90, trasmessa il 27 agosto 2019 al Procuratore Generale e al Ministro Bonafede, senza ottenere risposta da Napoli, né da Roma, manco a seguito di diffida e successiva querela per le violazioni del Dr. Riello. Tanto a dire che non solo Italia Viva, il PD, l'ex Ministro Salvini, tutto il Senato e Ponzio Pilato, ma nemmeno un Ministro pentastellato avverte il dovere di onorare il giuramento al Capo dello Stato e di rispondere all'elettorato.

E' normale che il Procuratore Generale non sia stato ancora rinviato a giudizio e manco l'ex Ministro Salvini per analoghe violazioni?

La Legge è uguale per tutti o l'azione penale corre speditamente solo per chi lamenta un suo diritto con un manifesto?


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Perciò, varrebbe la pena di sapere dal Dr. Riello perchè non mi ha notificato la misura restrittiva e perchè non mi ha permesso di vedere gli atti, né di conoscere l'identità delle persone che avrei minacciato nei Uffici di Giustizia e che hanno denunciato un mio comportamento illecito  o "condotte offensive a persone e cose" - come ha scritto la Tillo l' 8 agosto - oppure  lo sfondamento di una porta, una testata, la rottura di una mascella e quali ferite sono state contestate a me e al Sig. Petriella.

Se non ascoltiamo la PM che ha scritto le parole innanzi dette e riprodotte in grassetto, non solo mi sarà negato il diritto di difesa, ma non potremo sapere perchè la Dr.ssa Tillo ha recapitato la sola relata di notifica a tutte le forze dell'ordine, alla Cosmopol e alla Dr.ssa Rinaldi, senza allegare il provvedimento n° 196 del 2 agosto. Perciò, non sarà facile dimostrare che i reati contestati dal Capo e dal Procuratore Aggiunto nascono da un complotto architettato tra la Presidente del Tribunale e il denunziante Dr. Policastro, perchè la relata di notifica firmata dalla Dr.ssa Tillo è stata fatta sparire dal fascicolo processuale, dalle scrivanie della Cosmopol e dalle indagini trasmesse dai Carabinieri in Procura. E perchè nel fascicolo maneggiato dal Dr. Policastro è stato introdotto un secondo provvedimento, del tutto simile al primo, che però reca la data del 2 ottobre e lo stesso protocollo riservato n° 196/Ris, che il Dr. Riello avrebbe firmato 2 mesi prima.  Ho detto avrebbe, perchè nel fascicolo non c'è, perchè il n° 19 è troppo piccolo, perchè, nessuno ha ricevuto il primo provvedimento e perchè nemmeno la scrupolosa Sostituta sa che fine ha fatto. Infatti, il 20 settembre 2019 chiesi una copia dell'atto e Lei mi rispose così:  "io non ho nulla, ho firmato in sostituzione per il periodo feriale". E io certamente le credo.

Si pone in evidenza che l'8 agosto la Dr.ssa Tillo scrive alle autorità addette alla pubblica sicurezza e dice: "Si comunica che, a seguito di condotte offensive di persone e cose, il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli, con nota n. 196/Riservata del 2.8.2019, pervenuta in data ieri, 7.8.2019, ha disposto la interdizione all'accesso al Palazzo di Giustizia di ...".

Esattamente 2 mesi dopo, il Procuratore Generale scrive invece così: "in riferimento alla nota del Presidente del Tribunale n. 2352 U del 28 agosto, considerato gli atteggiamenti minacciosi e di protesta tenuti all'interno del palazzo di Giustizia di BN dal Sig, ...".

Ma l'affermazione scritta il 2 ottobre dal Procuratore Generale non quadra con quanto ha scritto la Dr.ssa Tillo l' 8 agosto, ossia ben prima della "nota del Presidente del Tribunale n. 2352 U del 28 agosto", perchè non può essere che il Procuratore Generale mi ha impedito l'accesso al Palazzo di Giustizia prima che qualcuno ne facesse richiesta scritta e protocollata a Benevento.

Ciò dimostra che il primo provvedimento è stato concepito, impastato a 4 mani e taroccato a BN, tra i due dirigenti, perchè la Dr.ssa Rinaldi non ha denunziato i fatti prima del 2 agosto, ma il giorno successivo alla mia istanza stragiudiziale del 27 agosto 2019, ossia quando chiesi al Dr. Riello che mi notificasse il decreto, mi facesse sapere quali autorità avevano denunziato le mie "condotte offensive di persone e cose"  e mi facesse visionare gli atti posti a sostegno della misura restrittiva.

A chi dobbiamo credere:  al Dr. Riello, alla Dr.ssa Rinaldi, al Dr. Policastro o alla raggirata Dr.ssa Tillo?



La verità, Sig. Giudice, è come l'aria trattenuta nella pancia del pesce palla:  torna sempre a galla, appena il pesciolino apre la bocca o sgancia l'aria viziata dall'intestino.

Con la deposizione della Dr.ssa Tillo e/o del Procuratore Generale potrò dimostrare che la restrizione è stata concepita e taroccata dalla Presidente Rinaldi e dal Procuratore Policastro, in quanto 2 provvedimenti simili sono irragionevoli, inconciliabili, puzzano di falsità e di accecanti irregolarità, non solo perchè recano lo stesso protocollo e due date diverse, ma perché è illogico che il Procuratore Generale abbia firmato un provvedimento uguale al primo. Ecco perchè la relata di notifica della Dr.ssa Tillo e il primo provvedimento sono scomparsi  e perchè i due provvedimenti non sono stati notificati alle forze dell'Ordine, a me e al Sig. Petriella.

In ogni caso i due provvedimenti sono nulli e inefficaci, perchè sono carenti di tutte le garanzie previste dal Cpp e perchè non è possibile credere che magistrati d'alto rango non sappiano che una misura restrittiva della libertà individuale va notificata alla persona che la subisce, che va nominato il difensore d'ufficio e va concessa la facoltà di visionare gli atti che hanno dato luogo alla restrizione, che peraltro non può essere inflitta a tempo indefinito, ma per un periodo di tempo stabilito nel provvedimento, per motivi sanitari o di sicurezza dello Stato, come recita l'Art. 16 della Costituzione; oppure con una sentenza del Giudice, dopo un regolare processo.

Visto che i 370 quiz e gli esami sostenuti presso il Centro di Igiene Mentale hanno dato segnali confortanti in ordine alla lucidità, alla disponibilità al colloquio, alla razionalità e all'equilibrio della mia residua mescolanza cerebrale, non vedo quali ragioni di Stato hanno avuto i magistrati e la Questura per espropriare i poteri alle autorità sanitarie, al Sindaco e violare dolosamente il Cpp,  i diritti fondamentali dell'uomo e ripetutamente l' Art. 16  e  l'Art.  21 della Costituzione: Diritto di circolazione e Diritto di espressione.

Appare ovvio dedurre che il secondo provvedimento, essendo sostanzialmente uguale al precedente, sia stato confezionato per rattoppare le falsità e le irregolarità di quello datato 2 agosto, verosimilmente non focalizzate dalla Dr.ssa Tillo, che suppongo abbia redatto in buona fede solo la relata di notifica per conto del Dirigente e l'ha trasmessa ai destinatari, senza però allegare copia del decreto, forse perchè le hanno suggerito di fare così, forse perchè l'atto del 2 agosto non esiste o forse perchè quello che ha visto era stato artefatto con un protocollo a vanvera, aveva dei difetti d'origine e perciò è stato fatto sparire. Da chi, se non dal pasticciere che ha messo le mani nell'impasto e si è sporcato di uova e di farina?

Con istanza del 5/2/2020 chiesi una copia del provvedimento alla Dr.ssa Rinaldi e con una seconda istanza del 17/2/2020 chiesi pure ai Carabinieri, ma me la rifiutarono, nonostante avessi prodotto motivate richieste ai sensi della L. 241/90, con carattere d'urgenza per motivi giudiziari, e non vi fossero motivi per rifiutare il provvedimento, atteso che restavano pochi giorni per difendermi dalle accuse firmate dal Procuratore Aggiunto e dal Dr. Policastro con l' avviso di conclusione indagini.

La risposta della Dr.ssa Tillo "io non ho nulla, ho firmato in sostituzione per il periodo feriale" spiega pure la ragione per la quale avrà eseguito scrupolosamente gli ordini d'autorità, senza verificare se l'atto fosse stato trasmesso agli imputati, sicché in buona fede, vedendo un protocollo riservato, non ha notificato l'atto nemmeno a me e al Sig. Petriella.

Il rifiuto della Dr.ssa Rinaldi alla mia istanza del 5/2/2020 e l'omessa risposta del Dr. Policastro alla  mail certificata del Comando Carabinieri BN, invece, accende gli abbaglianti sulle colpevolezze della Presidente Rinaldi e del Procuratore Capo, perchè nessuno dei due ha autorizzato, con consapevolezza e dolo,  la visione dell'atto.

Nei decorsi anni ho avuto modo di constatare che la Dr.ssa Tillo nutre smisurata fiducia delle autorità superiori, degli agenti di PG a cui affida le indagini, dei consulenti tecnici e dei Funzionari di Polizia Stradale che l'hanno ingannata, in questa e ancora peggio in altre circostanze, come quando le hanno fatto credere che la strada che porta a casa mia da un lato non esiste e dall'altro  non è pericolosa, e per questi motivi ha archiviato una marea di reati e di querele contro gli Amministratori del mio paese, la Prefetta Paola Galeone, il Comandante di Polizia Stradale Renato Alfano e un suo sottoposto, che, certificando tali falsità, hanno raggirato la Dr.ssa Tillo, hanno scagionato la Prefetta, hanno depistato i PM, hanno bendato i GIP Cusani, Melone e il Giudice Landolfi, che ha creduto al Dr. Alfano, al Dr. Sansobrino, alla Dr.ssa Tillo, agli agenti di PG, ai provetti impostori di Sant'Angelo a Cupolo e per ultimo ha spento la luce sulla verità.

Tuttavia, credo nella buona fede della Dr.ssa Tillo, perchè è una persona corretta, accogliente, laboriosa e signorile, anche se ha archiviato 3 querele corredate di 20 attestazioni pubbliche sull'esistenza e la pericolosità della via e recentemente mi ha rinviato a giudizio per un'ennesima denuncia-querela, orchestrata da un'ispettrice, da 2 ispettori di PG e da testimoni governati dal Procuratore della Repubblica (prima udienza 18/10/2021, dinanzi alla Giudice monocratica Dr.ssa Simonetta Rotili).

Menomale che ho avuto l'accortezza di salvare le scene della paventata aggressione  su YouTube, sennò qualunque giudice, maschio o femmina che fosse, crederebbe che un pericoloso deficiente - ripeto le sue parole - "ha minacciato, ha urlato, ha bestemmiato e si è buttato addosso" a un'ispettrice di Polizia Giudiziaria, in Procura, in presenza di altri due ispettori ed altre spettatrici inorridite dalle offese alla Madonna, dai tentativi di aggressione, dalle provocazioni e dalle urla non dell'aggredita, ma dell'aggressore?

Se però mi accusano sulla base di notizie di reato concertate trai dirigenti e pompate da testimoni selezionati tra sacrestani, militari e dipendenti pubblici addestrati e timorosi dei dirigenti stessi, come ad esempio il Capo dell'UTC, i suoi dipendenti e i suoi falsi testimoni, (veda archiviazione del GIP Landolfi del 14/4/2021) devo poter dimostrare che le accuse muovono per purificare i reati e le bolle d'aria sganciate dagli Ispettori di Polizia, dai vice questori e dalle autorità che hanno denunziato reati inesistenti, per disinnescare le mie querele e per coprire i soprusi di poliziotti mal governati, pressati ed ovviamente protetti dai loro superiori.


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Le denunzie hanno lo scopo, altresì, di coprire le manipolazioni dei fascicoli processuali, di mettere una toppa alle contraddittorie sentenze della Presidente Rinaldi e di altri Collegi giudicanti, di bendare le incresciose archiviazioni dei PM, dei GIP e del Dr. Policastro, che pure ha chiesto di archiviare la denuncia contro il trasferito Prefetto Cappetta perchè la via non esiste e non è pericolosa, aggrappandosi alle stesse motivazioni del Comandante Alfano, dei Gip, della Dr.ssa Tillo e del Dr. Sansobrino. Perchè una menzogna ripetuta da tali e tante autorità diventa verità, se in tutti i procedimenti penali archiviati non avessi prodotto ben  20 attestazioni pubbliche sull'esistenza e la pericolosità della via, se un CTP e due geometri dell'Ufficio Tecnico Comunale non avessero picchettato la strada palmo a palmo, se l'intero tratto di via comunale non fosse visibile su 3 licenze edilizie concesse dallo stesso Capo dell'UTC, che insieme a 3 sindaci venne a testimoniare vanamente il falso alla SV e, infine, se il Prefetto non avesse ordinato di sgombrare la via dalle opere abusive, di metterla in sicurezza e di renderla percorribile, con Ordinanza del 22/11/2018, non ancora eseguita dal più esperto progettista e costruttore di ville abusive, né dal migliore concessionario di licenze a costruire su terreni non edificabili: il Sindaco geometra Fabrizio D'Orta e il capotecnico Nicola Maioli.

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     Egr. Sig. Giudice, se l'ex Prefetto di Benevento non avesse accertato che la via comunale esiste da sempre sul Catasto, come esiste la via Francigena e il Regio Tratturo, ed è tuttora impervia, ostruita da alberi, da una recinzione dozzinale, da un fabbricato abusivo e invasivo della strada e da un muro eretto in difformità a una Delibera di Giunta, sarebbe stato così sprovveduto da emettere un'Ordinanza per imporre a un Sindaco del PD di liberarla dalle opere abusive e di metterla in sicurezza? Ed io sarei stato così strampalato da denunziare il Dr. Cappetta perchè non ha fatto osservare l'Ordinanza ai sensi dell'Art. 54 del TUEL, dell'Art. 16 della Costituzione e dell'Art. 1 del D.Lgs. 25/92, che recita: "La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato".

Pare mai possibile che, tranne i Giudici Amministrativi (veda Sentenza TAR Campania), tanti magistrati e vincitori di concorsi pubblici si siano fatti imbrigliare da una banda di geometri, faccendieri e falsari addestrati a raccontare le balle? Ma, tanto è accaduto, così sono state archiviate tutte le mie querele e così hanno insabbiato la verità parecchi magistrati di Benevento, della Corte di Appello Penale di Napoli, il Dr. Policastro ... e la Dr.ssa Rinaldi, al preciso scopo di demolire ogni mio impianto accusatorio, per mettere un freno alle mie denunzie, per impedirmi di esprimere persino un malcontento attraverso i manifesti, per infangare la mia reputazione, per insozzare la mia fedina penale, per fiaccare la mia tenuta fisica, economica e mentale e farmi passare per un pericoloso psicopatico.

Ove non ritenesse di ascoltare la Dr.ssa Tillo, occorrerà sentire il Procuratore Generale in quest'aula penale, in quanto solo attraverso le loro testimonianze la SV potrà scagionarmi dalle accuse e incriminare i responsabili delle denunce temerarie e dell'anomala duplicazione di un sospetto protocollo non conforme al Codice di Amministrazione Digitale su due provvedimenti identici, ma recanti una data diversa di 2 mesi, perchè la persona colpevole di aver fatto sparire il primo provvedimento e pure la relata di notifica della Dr.ssa Tillo dalle scrivanie della Cosmopol e dal fascicolo processuale possa dar conto ad altri Giudici, al CSM, alla Ministra Cartabia e alle Commissioni per la tutela dei Diritti dell'Uomo operanti presso il Senato e la Corte di Strasburgo, per aver commesso abusi e atti illeciti, mirati a vessare, a reprimere diritti inviolabili protetti dai trattati internazionali, dagli Artt. 16 e 21 della Costituzione e a delegittimarmi, con l'aggravante dell'esercizio improprio dei pubblici poteri.


Occorre altresì capire se nel Centro e nel Nord Italia è consentita la libera circolazione dei manifesti e degli avvocati che contestano i magistrati, se è ammessa la libera espressione alle sole autorità che siedono in Parlamento, ai giornalisti che riempiono i vuoti pubblicitari delle TV o se nell'Europa del Sud fosse stato reintrodotto il Codice Rocco, limitatamente a un cittadino che protegge i diritti delle persone alle quali non è stata insegnata la Legge delle leggi e che, tutelando anche i diritti suoi, contesta l'operato dei funzionari dello Stato da solo, pacificamente, perlopiù cioncato su una sedia, senza mandare in frantumi le vetrine, senza paralizzare le strade, senza infastidire i passanti e senza ledere il diritto di circolazione dei viandanti, solo con un temutissimo, ma non pericoloso mezzo di videoregistrazione e un manifesto di media dimensione, visto che nessuno osa proiettare i miei affreschi  nelle TV di Stato e men che meno in quelle della Curia e del beneventano sovvenzionato dallo Stato e dal privato.

E devo sapere se mi si può negare la facoltà di esprimere un'insofferenza nei confronti delle autorità statali che non danno risposte ai cittadini, nei confronti del Dr. Policastro e dei magistrati che archiviano i reati dopo 10 anni o che archiviano decine di procedimenti penali perchè "la via non esiste e non è pericolosa" (veda istanza di revisione archiviazione trasmessa al PM e al GIP Landolfi).






Tanto deve sapere pure la SV, perchè lo stalking giudiziario ha preso maggiore vigore dopo l'esposto del 17 gennaio 2019, quando denunziai al Dr. Policastro, ai Ministri di Giustizia, dell'Interno e della F.P.  le falsificazioni di protocolli informatici in Prefettura, reati di falso e asportazione di documenti in Procura, corruzione, depistaggio e abuso di Ufficio a carico di funzionari pubblici e di magistrati, le sparizioni di DVD dai fascicoli processuali, le intollerabili lungaggini e gli interminabili errori di notifica dei PM, le contraddittorie sentenze dei Collegi presieduti dalla Rinaldi e dalla Dr.ssa Fallarino e le cause del mio disappunto nei confronti di quanti violano le norme, il Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici e il Codice Etico per la Polizia, senza dare conto ai regolamenti di disciplina e agli ammonimenti di Papa Francesco.

Aspetto quindi di sapere se a Benevento, per circolare su una strada conforme alle norme di sicurezza, sgombra da recinzioni abusive pubbliche e private, da palizzate, frutteti e fabbricati illecitamente autorizzati, finanziati e protetti dall'assolto Capo dell'UTC e dagli assolti  Sindaci di Sant'Angelo a Cupolo, e per avere diritto ad equa giustizia non bastano 24 anni; mentre per reclamare il diritto di mostrare un pacifico manifesto in luogo pubblico occorrerebbe chiedere l'autorizzazione alle autorità che vietano il diritto di espressione, abusano dei loro poteri e mi rinviano a giudizio sulla base di vergognose insinuazioni, perchè sarei "anormale, delirante, disobbediente, minaccioso, aggressivo ... e pericoloso" per la Questura, per la Digos, per la Cosmopol,  per il Procuratore Aldo Policastro e persino per gli ispettori di Polizia Giudiziaria operanti ai comandi suoi e della Presidente Marilisa Rinaldi?



"Per farsi dei nemici non occorre dichiarare guerra, ma basta dire quel che si pensa", diceva Martin Luther King.

Per essere deriso, mobbiżżato e combattuto dal potentato basta denunciare la verità, uno sceriffo dello Stato o un Magistrato, aggiungo io, ricordando Falcone, Dalla Chiesa, Borsellino, Mandela, Martin Luther King, Don Peppino Diana, Don Pino Puglisi e le premonitrici parole di Gandhi: "prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci", perchè c'è sempre una persona non violenta, un Fabrizio Quattrocchi  o qualche magistrato che non cede al capobastone e al carnefice di Stato.

In queste pagine ho riprodotto il manifesto incriminato: leggetelo e se lo trovate minaccioso, offensivo e pericoloso, condannatami senza sconti e senza interrogare la Dr.ssa Tillo, il Maresciallo Papadia e i meno servili agenti di Polizia.

Benevento, 4 maggio 2021                         Attilio Paradiso

DEPOSIZIONE INTEGRATIVA del 6/5/2021  

Stimato Sig. Giudice,

ringrazio per aver acquisito al fascicolo processuale la mia deposizione in ordine al processo intentato dal Procuratore della Repubblica di Benevento contro la mia persona.

Pochi minuti prima dell'udienza di martedì scorso, l'Avvocato Rossi mi ha sorpreso e mi ha fatto vedere il provvedimento restrittivo non firmato dal Procuratore Generale, come si evince nella relata di notifica della Dr.ssa Tillo, ma un illegittimo provvedimento firmato dall'Avvocato Generale Antonio Gialanella, che suppongo sia un normale funzionario in servizio presso la Procura Generale di Napoli.

L'Avv. Gialanella, seppure avesse firmato nella qualità di vicario del Procuratore Generale, ha emesso un provvedimento restrittivo senza averne titolo, senza notificare l'atto ai due condannati e senza osservare l'iter procedimentale prescritto dal Cpp, perchè l'atto ha già prodotto un processo, una punizione, un danno erariale, un danno economico e biologico a mio carico e, quindi, gli stessi effetti di una sentenza redatta da un giudice, che in caso di assenza non può essere sostituito dal suo cancelliere, né dal vicario.

E non solo, perchè l'Avv. Gialanella:

1) non ha notificato il provvedimento alle vittime;

2) non ha protocollato il provvedimento, perchè l'atto non riporta il numero progressivo del protocollo informatico in uscita, né il codice a barre della Procura Generale, ma solo quello di entrata della Procura di Benevento, che pure un bambino saprebbe riprodurre e mistificare;

3) non ha nemmeno chiesto al Procuratore Policastro che notificasse la misura restrittiva a me e al martoriato sig. Petriella, come se l'alto funzionario della Procura Generale non sapesse che una misura restrittiva della libertà individuale va notificata alla persona che la subisce, pena la nullità del provvedimento, e come se non sapesse che non può assumere tutti i poteri del Procuratore Generale, ma solo ridotte funzioni vicarie;

4) infine, l'Avv. Gialanella ha falsamente scritto che mi sarei "reso responsabile di numerosi accessi all'interno del Palazzo di Giustizia di Benevento finalizzati a porre in essere una serie di atteggiamenti di protesta" e che avrei "dimostrato di avere comportamenti offensivi nei confronti di persone e cose e che ", senza indicare quali cose avrei danneggiato e quali persone avrei offeso o minacciato, come invece ha fatto per il Sig. Petriella, ritenuto "responsabile di un grave episodio di minaccia nei confronti della Dr.ssa Daniela Fallarino".

Anche se non ha ascoltato la Dr.ssa Tillo, l'altro ieri ha preso contezza - attraverso i testi di controparte - che non minaccio, non offendo, non do fastidio a nessuno e non sono mai entrato all'interno del Palazzo di Giustizia senza aver chiesto l'accompagnamento delle forze dell'ordine, da quando mi è stata ingiustamente inflitta la restrizione di libertà, quantunque illegittima. Seppure fosse stato l'Avv. Gialanella a confezionare il dattiloscritto con lo stesso stile, la stessa impostazione del testo e con lo stesso numero di protocollo usato dalla Dr.ssa Tillo l'8 agosto 2019 e pure dal Dr. Riello il 2 di ottobre dello stesso anno, non si spiega la ragione per la quale il Procuratore Generale e/o l'Avvocato Gialanella abbiano deciso di non rispondere alla mia istanza stragiudiziale del 27 agosto 2019, né alla diffida trasmessa 40 giorni dopo, né alla successiva querela per rifiuto d'ufficio del Luigi Riello.

L'Avv. Gialanella e/o il Procuratore Generale avrebbero risolto rapidamente ed economicamente il problema, se mi avessero trasmesso il provvedimento restrittivo per posta elettronica certificata e mi avessero congiuntamente trasmesso la scansione degli atti che ancora oggi non è dato di conoscere nemmeno a Lei:

a) la richiesta scritta, firmata e protocollata dal Dr. Policastro prima del 2 agosto;

b) l'ingiustificata, analoga ed irrazionale richiesta scritta, firmata e protocollata dalla Presidente Rinaldi, il giorno dopo la mia istanza stragiudiziale, ossia quando aveva certamente saputo che avevo chiesto al Procuratore Generale di vedere tutto l'incartamento e di avere il provvedimento restrittivo.

Mi è parso di capire che non intende ammettere a testimoniare la Dr.ssa Tillo e che pure il mio Avvocato abbia rinunciato senza il mio consenso, quantunque sapesse (per iscritto) che io avrei rinunciato a qualunque teste, tranne che ad ascoltare la Dr.ssa Tillo.

Se così fosse, Le chiedo di ripensare la decisione sulla base di quanto ho dettagliatamente formulato con la deposizione spontanea, che potrà rivisitare agevolmente attraverso questo link, perchè le prove che ho documentato attraverso i collegamenti ipertestuali porterebbero a colpevolizzare la Dr.ssa Tillo, per un imbroglio che invece è stato commesso dai suoi superiori, perchè il documento firmato dall'Avv. Gialanella è stato inviato al Procuratore Policastro e alla Presidente Rinaldi, ma nessuno dei due me lo ha voluto dare, se non quando l'accorta S.V. ha compreso che mancava un elemento fondamentale, lo ha chiesto alla PM e il Dr. Policastro ha commesso un'altra infrazione, come del resto era prevedibile che succedesse.

Le sono molto grato se potesse rispondermi, perchè devo sapere fino a quando potrò portare la croce, con dignità e onore; perchè devo decidere quale immagine di padre devo lasciare in eredità alle mie adorate figlie e perchè devo consegnare il conto consuntivo al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, a Madre Teresa e alle Missionarie della Carità, che tanti anni ce le affidarono, contando sulla lealtà di mia moglie e quella mia.

Distinti saluti.

Sant'Angelo a Cupolo, 6 giugno 2021

Attilio Paradiso




mercoledì 27 gennaio 2021

 

SECONDA LETTERA APERTA
Al Sig. Procuratore della Repubblica di Benevento

 (N.B.: questa pubblicazione riproduce esattamente la lettera trasmessa al Dr. Conzo il 25/1/2017)

Oggetto: Nota a seguito lettera aperta del 16/1/2017 e deposizione spontanea del 27.10.2016.

 Anziché ricevere giustizia, dopo 7 anni e mezzo di processo e di inoperosità del Prefetto, sono ancora costretto a subire gli stessi e numerosi altri reati da parte degli amministratori comunali di Sant'Angelo a Cupolo, dalla Prefettura di BN, da alcuni  Magistrati e persino le provocazioni e le intemperanze delle forze dell'Ordine, mentre compostamente esercito il diritto alla parola dinanzi alla Prefettura e al Tribunale di Benevento (video).


In breve sintesi evidenzio che, se il Sindaco e il Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Sant'Angelo a Cupolo continuano indisciplinatamente a delinquere e a disonorare i loro pubblici doveri, non è tollerabile che la Dirigente preposta dal Ministero dell'Interno, Dr.ssa Paola Galeone, non effettui l'azione di controllo sull'Ente locale e non assuma i poteri sostitutivi di cui all'art. 54 del D.Lgs. 267/2000, in base a sua arbitraria, accecante interpretazione della legge, peraltro supportata dal PM e dal GIP, Dr. Flavio Cusani, il quale, sulla base di analoga interpretazione, ha disposto l'archiviazione della mia prima querela contro il Prefetto, l'ex suo Capo di Gabinetto e l'ex Comandante della Polizia Stradale di Benevento.

Evidenzio che per un reato molto meno grave di quelli denunziati dallo scrivente nel corso degli ultimi 7 anni e mezzo, in pochi mesi i Magistrati del TAR, con Sentenza n. 4280/2015, non solo hanno condannato il Comune di Sant'Antimo, per non aver collocato i dissuasori di parcheggio nei pressi dell'abitazione del ricorrente, ma hanno obbligato il Prefetto di Napoli ad assumere i poteri sustitutivi, proprio in virtù dell'art. 54 del D.Lgs. 267/2000.  Tale Sentenza, pertanto, rende chiaro, palese e indifferibile l'obbligo di rimuovere con urgenza le condizioni di pericolosità dalle strade urbane, gli ostacoli, le ostruzioni e le recinzioni abusive, le case e gli alberi che impediscono alla mia famiglia da 20 anni l'esercizio di diritti tutelati dalla Costituzione, dal D.Lgs. 267/200, dallo Statuto dell'Ente e dal Codice della Strada.

Se I Magistrati del TAR, per ragioni di sicurezza pubblica, agiscono rapidamente in virtù delle Leggi, non appare giusto, né tollerabile che a Napoli leggono e traducono la legge in modo, mentre in Tribunale, in Prefettura e nella Procura di Benevento la legge viene interpretata e tradotta con lo sciacquone o con lo spazzolino da denti.

Tanto predetto, Le chiedo di agire in tempi rapidi e di punire chi ha operato ed ancora opera contro legge.

Distinti saluti.

Sant'Angelo a Cupolo, 25 gennaio 2017



lunedì 28 settembre 2020

 lettera accorata al PREFETTO di BN

Mi rincresce importunare le persone ed essere causa di superflui interventi degli agenti della Digos. Ma, ma se Lei non risponde, posticipa o elude il problema e non libera 100 m. di strada comunale, non dalla casa costruita parzialmente sulla via, ma da un muretto e da una quindicina di alberelli abusivi, non mi darò pace e non darò pace nemmeno ai Magistrati, al Questore e al Ministro dell'Interno, perchè non intendo restare il problema alle mie figlie, in quanto nemmeno loro potranno utilizzare il fabbricato per curare i pazienti, che allo stato sono costretti a riabilitare in locali presi in affitto a Benevento, quando ho loro donato un fabbricato di 3.600 mc. per lo più inutilizzati e inutilizzabili.

Sono certo che lei farebbe la stessa cosa, se avesse un moglie e due figlie che aspettano di vedere il padre che non muoia senza aver visto il frutto di 23 anni di sacrifici.

Non so cosa succederà domani, ma la invito caldamente ad operare nel rispetto della legge e farsi guidare dal buon senso, senza ulteriore indugio, se desidera mettere un freno alle azioni legali, non desidera affaticare la mia famiglia, costringermi a prendere un malanno davanti al suo portone e ad arredare il corso con decine e decine di manifestini come questo.

Grazie di cuore.

BN, 28/09/2020 - Attilio Paradiso





mercoledì 16 settembre 2020

 Terza mail a 318 Senatori.



Copio integralmente il testo della terza mail trasmessa a 318 Senatori, sperando che qualcuno legga, risponda e non mi costringano a cambiare linguaggio. 


"""Cari Onorevoli a 5 Stelle, cari Senatori,

se amate il vostro lavoro e la vostra libertà, avete l'obbligo di difendere anche  le mie libertà, di rispettare chi cambia partito o chi decide di non votare più, semplicemente perché non sa più chi scartare.

Nessun vi ha imposto la scelta di sedere in Parlamento per rappresentare i nostri diritti, per tutelare o limitare le nostre libertà. Perciò, avete l'obbligo di rispondere ai cittadini che vi scrivono, altrimenti non siete degni di rappresentarci, né di prelevare lo stipendio dai nostri risparmi.

Se non volete essere seppelliti di mail e di maledizioni, ascoltate questa mezz'ora di cronaca dalla città di Benevento e decidete se chiedere una Commissione Parlamentare d'inchiesta o se venire a manifestare davanti al Tribunale di Benevento, come fecero i parlamentari di Forza Italia in quel di Milano.

Che lo Spirito Santo vi assista."""



martedì 4 agosto 2020

Esposto in lettera multimediale aperta.

al Presidente del Consiglio dei Ministri,

ai Ministri dell'Interno e di Giustizia e al CSM

Le numerose archiviazioni ordinate dai Giudici per le Indagini Preliminari negli anni remoti, ma anche quelle recentemente proposte dai  Sostituti Procuratori e accolte dal Dr. Landolfi, si aggrappano sugli specchi della strega cattiva del Tribunale e scivolano sulle indagini taroccate degli agenti di Polizia Giudiziaria e di un Comandante di Polizia Stradale, sapientemente pilotati dalle persone querelate, ossia dalla Prefetta inquisita a Cosenza e dal Sindaco di Sant'Angelo a Cupolo. Infatti, la Dr.ssa Paola Galeone scivolò e picchiò contro la mia telecamera, quando sbadatamente confessò davanti al Consiglio Provinciale per la Sicurezza che la relazione del Comandante "era stata anche rifatta", come potrete ascoltare in questo VIDEO, dal VI all'VIII minuto.

Le Consulenze, perciò, sono state sapientemente suggerite per confondere i PM ed annebbiare la verità, per oscurare le prove esibite con le querele e per disorientare i magistrati inquirenti con centinaia di pagine, ripetute fino al punto di far credere ai PM, ai GIP, al Procuratore Aggiunto e persino al Procuratore Capo della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro, che le pittoresche falsità dei Sindaci e dei funzionari tecnici di Sant'Angelo a Cupolo siano certezze, ossia:

A.      che il primo incrocio tra la Strada Provinciale 18 e Via Vallone San Nicola non esiste e che non è mai di fatto esistito nei pressi del cimitero di Pastene;

B.      che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso ed è pertanto conforme all'Art. 1 del D.Lgs. 285/92 e alle norme di sicurezza statuite dagli artt. 13÷34 della stessa Legge, meglio conosciuta come Codice della Strada.

Se l'Art. 1 recita che "La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato", secondo i Consulenti e tutti i magistrati operanti a Benevento la famiglia Paradiso non rientra tra gli aventi diritto alla sicurezza stradale, forse perchè di colore promiscuo o forse perchè il papà ha perduto non solo la libertà di entrare negli Uffici Giudiziari e la libertà di manifestare un malcontento con le parole stampate sui manifesti. Infatti, tanto è stato deciso dal Presidente del Tribunale e convertito in legge dal Procuratore Policastro.

Infatti, secondo i vertici del Palazzo di Giustizia di BN, l'Art. 21 della Costituzione non contempla "il diritto di manifestare liberamente in proprio pensiero ...", perchè chi reclama un diritto con un manifesto in luogo pubblico commette insubordinazione penalmente rilevante, tale da costituire restrizione di libertà e ipotesi di reato. Sicché anche il Dr. Davigo sbagliò a non rinviare a giudizio gli avvocati che gli mostrarono un manifestino nell'aula magna del Tribunale di Torino.

Tanto è stato decretato dai vertici della Procura beneventana, cosicché il 15 dicembre 2020 io imputato Attilio Paradiso, nato a Casalbore il 18 di febbraio di 69 anni fa, dovrò comparire dinanzi al Giudice monocratico con un qualunque avvocato nominato d'ufficio, per il seguente reato ed altri similari, non dato per scontato che intenda sottoscrivere un patto di quota lite:


Ma l'ex diPartita IVA e l'ex dattilografo del MIUR hanno perduto anche i diritti a reclamare che la giustizia sia assicurata in tempi ragionevoli e a non essere discriminati dagli altri ed alti Funzionari dello Stato, in quanto non rientrano tra le persone degne come la Presidente del Tribunale di Benevento, il Questore, il Procuratore e la Prefetta portatrice di mazzetta in borsetta, che invece possono vantare il potere di allontanare le persone non gradite dagli spazi pubblici e possono vantare il diritto di transitare su vie pulite, sicure e persino sulle ZTL, con auto privata, con motrice di servizio e rimorchiatori al seguito.


Un esempio "bestiale" per spiegare meglio le incoerenze: se un vecchio scimmione in pensione reclama i diritti e compostamente si siede nei pressi del Tribunale, della Prefettura o del Viminale, solo a Benevento accade che arrivano immediatamente gli sceriffi per effettuare il fermo dell'animale itinerante, per spogliarlo dei manifesti e per convincerlo a sloggiare, con le buone maniere o trascinandolo di prepotenza in caserma per le zampe.

Se invece il mite scimmione chiede di sgombrare la via di casa dalle opere invasive, come nella fattispecie, per liberare la sua prigione dalle sporcizie e dalle occupazioni abusive di animali diversi dalla sua specie, sempre e solo a Benevento succede che arrivano i tiratori scelti della Questura, le querele di rimbalzo del Dr. Policastro, gli avvisi di garanzia alle incolpevoli scimmiette di casa e, per completare il lavoro di nettezza urbana, un Accertamento Sanitario Obbligatorio disposto da un polliziotto, anziché dal medico di famiglia, dallo specialista, dal primo corsaro e primo cazzarorosso del mio paese.

La prova che evidenzia quantomeno la superficialità, se non la dolosa responsabilità dei magistrati, è costituita dal fatto che persino il Procuratore della Repubblica e quello Aggiunto così scrivono nella richiesta di archiviazione: "dal verbale di sopralluogo dalla Sezione di Polizia Stradale è emerso, come innanzi ribadito, che non sono sussistenti profili di pericolosità per sicurezza stradale" ( pag. 3, III prg)


Cosicché non occorre il traduttore per dedurre che, non essendo "sussistenti profili di pericolosità", per il Comandante Alfano, per i PM, per i GIP, per il Procuratore e pure quello Aggiunto la ex Ditta Paradiso Arredamenti di Pierro Anna non ha diritto al carico/scarico dei mobili nei suoi magazzini, né a contribuire allo sviluppo del suo Stato, né a circolare su una via comunale sicura e percorribile con i grandi automezzi di lavoro, perchè la via che in piena curva incrocia la SP18 è impedita al transito simultaneo di due utilitarie, è invasa da alberi, muri, case, recinzioni abusive e relitti di ogni genere; il fabbricato Paradiso è pertanto irraggiungibile dai TIR, in quanto la via comunale sbocca in forte pendenza e in piena curva su un'altra strada urbana stretta, carente di strisce pedonali, priva di dossi di rallentamento, di segnali luminosi, di marciapiedi e con scarsa visibilità da entrambi i lati, ma protetta solo da 4 triangoli col punto esclamativo, indicanti un pericolo generico e dotati di pannello integrativo recante la scritta "incrocio pericoloso".

 

Tutti fattori di rischio, quelli appena elencati in grassetto, che non sono mai stati eliminati dal Comune, né dai Prefetti che si sono succeduti dal 17 agosto '97, quando ci spostammo a Pastene per trasferire l'attività produttiva di famiglia, dopo 50 anni di costante crescita, di estesi apprezzamenti e di illibato servizio.

Tanto hanno scritto e sentenziato i Magistrati, che non hanno messo a confronto la "rifatta" e taroccata perizia del Comandante di PS(pag. 2, ultimo prg) con la CTU dell'Ing. Faraone, la CTP Geom. Spallone e la sintetica, ma chiarissima perizia degli ingegneri del Servizio Viabilità della Provincia di Benevento, che il 30/4/2014 così scrivevano al Sindaco D'Orta:

 


Le poco accorte affermazioni dei GIP, dei PM e del Procuratore della Repubblica di Benevento si scontrano e si sfasciano sui 4 segnali di pericolo, che invece attestano l'esatto contrario dell'ex Comandante di Polizia Stradale di BN e degli agenti di PG che hanno taroccato le indagini.


Se mi permettessero di entrare nel palazzo di giustizia, sia pure accompagnato dalle guardie armate, chiederei ai magistrati: credete che gli ex legislatori abbiano scritto l'Art. 1 del codice della Strada per tappare i nostri sfiati e per prendere il popolo italiano per i fondelli, senza pagare i danni prodotti sul retrotreno del nostro abitacolo?  E ancora: Vi pare che bastano i triangoli ad evitare che gli incroci pericolosi facciano feriti e vittime innocenti? Quando il Codice della Strada nel caso di specie prevede esattamente quali dispositivi occorre collocare a monte e a valle dell'incrocio, almeno per abbassare la soglia di rischio nei centri urbani: dossi di rallentamento, strisce pedonali, lampeggianti, semafori, marciapiedi, dissuasori di parcheggio, etc.

Un ultimo quesito: secondo le SSLL i magistrati hanno letto le carte multimediali come queste?  oppure si sono aggrappati l'uno all'altro per rinforzare la catena e salvare le autorità da un processo a porte aperte, per non contrariare il capobastone del Palazzo di Giustizia e fare un salto di carriera?

Mi auguro che le SSLL siano informate dal Funzionario al quale sarà consegnato questo file e non perdano di vista, come i Magistrati che militano a Benevento, le incoerenze poste in evidenza nel presente esposto; così come mi auguro che l'On.le Presidente del Consiglio dei Ministri voglia onorare l'impegno e difendere un cittadino respinto dallo Stato e dagli avvocati, forse perchè colpito da una doppia querela della Procura,  o perchè colpito da una prima ordinanza restrittiva atipica, poi sparita da tutte le scrivanie della Cosmopol, e infine ricomparsa in veste diversa nel fascicolo processuale gestito dal Procuratore, con una seconda ordinanza ambigua, anche perchè reca un protocollo posticipato di 2 mesi rispetto alla prima.

Tanto, ad alimentare i sospetti che non solo sotto le noci, la Prefettura e gli uffici pubblici di BN bazzicano le streghe, ma che pure nei palazzi di giustizia le vecchie megere fanno sparire le carte sporche a loro piacere.

(documento trasmesso ai destinatari il 2 agosto 2020)