6 minuti di notizie per il TG24BENEVENTO
Avendo denunziato parecchi reati a carico
dei funzionari comunali di Sant’Angelo a Cupolo, della Prefettura, della
Questura e della Procura della Repubblica, sono diventato la persona più
processata e più controllata di Benevento, dopo Michele Petriella.
Per tali denunzie e per una lettera trasmessa al
Procuratore Policastro, ho subito 7 deportazioni in Questura, 18 citazioni in giudizio, innumerevoli
sequestri di manifesti e 4 multe della Polizia Municipale di BN. Tuttavia, le
multe sono state annullate dal Giudice, i manifesti sono stati restituiti dai
vigili urbani e in tutti i processi sono stato assolto limpidamente e
irrevocabilmente, tranne un paio di processi che non sono ancora terminati.
Ho altresì subito un accertamento
sanitario obbligatorio della salute mentale ed ho patito un’odiosa interdizione di
circolare liberamente negli uffici di giustizia, voluta
dal Procuratore Policastro, disposta dal Procuratore Generale di NA e invalidata
con Sentenza del Giudice ritenuto più laborioso, più competente e più onesto di
Benevento: il Dr. Sergio Pezza.
Va precisato che non ho violato la
restrizione di libertà, per quanto fosse nulla, perché i magistrati non mi
hanno notificato il provvedimento restrittivo, nemmeno dopo il mio esposto-denuncia, sebbene gli atti interdittivi della libertà personale vanno notificati entro le
48 ore, sennò sono carta straccia, anche per la Costituzione.
Ho pertanto querelato l’ex Procuratore di
BN, il Procuratore Generale e l’Avvocato Generale della Corte Penale di Appello
di Napoli per questi motivi:
1. i tre magistrati mi
hanno impedito il libero accesso negli uffici di giustizia e mi hanno condannato
ad essere scortato dai poliziotti per circa 3 anni, senza processo e senza darmi
la possibilità di difendermi dalle loro false accuse;
2. il decreto del
Procuratore Generale di NA non esiste agli atti processuali. Forse è sparito. Boh?;
3. i decreti dei due
magistrati napoletani recano eclatanti contraddizioni, portano lo stesso numero
di protocollo e non sono stati mai trasmessi ai Carabinieri, né alla Questura,
né alla Polizia privata, né a me, né al martellato Michele Petriella;
Infatti, sono stato assolto con queste motivazioni:
“Va rilevato che il Paradiso
non è mai entrato nel Palazzo di Giustizia in dispregio del provvedimento emesso
dal Sig. Procuratore Generale in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad
esporre i suoi cartelli di protesta nell’area antistante il Palazzo di
Giustizia, rimanendo seduto nei pressi. Tanto hanno riferito tutti i testi
escussi. Pare quindi evidente che il Paradiso debba essere assolto perché il
fatto non sussiste” (F.to, il Dr. Sergio Pezza)
Infine, il Responsabile dell’UTC di Sant’Angelo
a Cupolo ha recentemente ordinato la demolizione del mio fabbricato, anziché
quello costruito sulla sede stradale, dinanzi casa mia, né le decine di
fabbricati costruiti senza licenza edilizia, su terreni agricoli o vincolati,
oppure in difformità ai grafici di progetto e alle disposizioni del Piano Regolatore
Generale.
Per tenere al riparo il nuovo Sindaco e i nuovi
consiglieri, ho loro chiesto di annullare l’ordinanza in autotutela, perché essa
fonda su notizie false, ambigue, offensive e calunniose, esattamente come le querele
che un defunto sindaco e 2 funzionari hanno sporto contro di me. Querele che mi
hanno visto sempre assolto con formula piena e irrevocabile.
Se i nuovi eletti accetteranno il mio suggerimento,
non dovranno temere le reazioni dei cittadini. Se invece daranno ragione al
Responsabile del Provvedimento demolitorio, dovranno traslocare le mie cucine,
le camere da letto, le camerette, i salotti, i soggiorni, i tavoli, le sedie, i
tendaggi, la falegnameria e i nostri effetti personali in un capannone
industriale. Dopodiché, dovranno abbattere il nostro fabbricato con i soldi dei
cittadini e dare conto alla Corte dei Conti, al Tribunale penale e dovranno
dare conto dei danni che i nuovi eletti arrecheranno alla mia famiglia, allo
Stato e ai santangiolesi.
Attilio Paradiso