Ø Al PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ø Al Ministro dell'Interno - Sue
proprie mani
Ø Al Procuratore della Repubblica
Ø Al PM, Dr.ssa
DONATELLA PALUMBO, presso
la Procura della Repubblica di BENEVENTO
Oggetto: Lettera
aperta al Ministro e Informazioni aggiuntive parte offesa - Proc. penale n. 4015/17, comprendente vari procedimenti
iscritti al RGNR, a partire dal 2015.
Premesso
CHE da 9 anni denunzio
alla Procura di Benevento svariati reati a carico di funzionari operanti nel
Comune di Sant'Angelo a Cupolo, informo e
chiedo infruttuosamente al
Prefetto di effettuare le necessarie azioni di controllo sulle attività penalmente
rilevanti dell'Ente e di adottare i posteri sostitutivi;
CHE per ultimo, con istanza del 23.2.2018 trasmessa pure via PEC al Ministro
dell'Interno, ho chiesto che il Prefetto adottasse l'azione sostitutiva con
immediatezza, alla luce delle chiare indagini effettuate dal Dr. Giovanni Conzo, Procuratore Aggiunto della Repubblica di
Benevento;
CHE a seguito di
accesso agli atti eseguito nella tarda mattinata di ieri, ma preceduto da numerose insistenze operate per
4 giorni consecutivi sotto la neve, ho estratto copia della nota Prefettizia n. 7480 del 1.3.2018, evidentemente redatta mentre stavo
fuori a prendere altro freddo;
NEL MERITO OSSERVO
che, per l'ennesima volta in 4 anni
consecutivi, la Dr.ssa Paola Galeone dimostra platealmente che ha le mani
legate e che non vuole commissariare il Comune di Sant'Angelo a Cupolo, specie
durante le campagne elettorali, come se fosse condizionata dall'alto o da chi,
più verosimilmente a livello locale, opprime e condiziona il suo agire e la sua
autonomia. Infatti, anche questa volta non ha inteso operare ai sensi dell'Art. 54 del D.Lgs 267/2000, nonostante sia stata informata dal 2016, quando le ho
trasmesso il ricorso in cui segnalavo le numerose irregolarità riscontrate
sull'elaborazione del PUC, prima ancora della denuncia del 14.3.2017, poi gestita
dal Dr. Conzo, così come non ha inteso
diffidare quantomeno il Sindaco o emettere un'ordinanza di ottemperanza, come
la norma impone e il buon senso suggerirebbe.
Alla luce delle indagini effettuate dalla
Procura sin dallo scorso anno, la Prefetta si è limitata a scrivere una comune lettera
interlocutoria al Sindaco, esattamente
come ha fatto in passato e giusto per
dimostrare che ha fatto qualcosa, come se pretendesse che il primo cittadino
confessasse all'autorità governativa, anziché ai magistrati, la mancata
demolizione della sua confiscata villa di campagna, le menzogne vergate e raccontate
ai Lei e ai Giudici, gli abusi e le omissioni in atti di pubblico ufficio, gli
omessi controlli sul territorio e, tanto per finire la lunga lista, l'alterazione
del Piano Urbanistico Comunale, operato congiuntamente all'Assessora Responsabile del Piano
Urbanistico, dove, tra tanti impavidi "virtuosismi", il Sindaco
geometra, l'Assessora, il Progettista, il Responsabile dell'Ufficio Tecnico ed
altri sono stati capaci di rimpicciolire
il fabbricato eretto sul pubblico demanio, anch'esso confiscato e non
ancora demolito, e
di cancellare dalla mappa 50 m. di strada, tuttora occupata da una recinzione abusiva, dal medesimo fabbricato e da un muretto ostruttivo, realizzato dallo stesso Comune in difformità a una delibera di giunta.
di cancellare dalla mappa 50 m. di strada, tuttora occupata da una recinzione abusiva, dal medesimo fabbricato e da un muretto ostruttivo, realizzato dallo stesso Comune in difformità a una delibera di giunta.
Vale la pena evidenziare che il Comune è tenuto
ad abbattere i manufatti abusivi ed ostruttivi della strada (v. rinvio a
giudizio Sindaco di Bagheria), atteso che i responsabili delle violazioni non
hanno dato seguito all'Ordinanza di ottemperanza, e che i Sindaco Fabrizio D'Orta
e/o il rinviato a giudizio Nicola Maioli (Funzionario Responsabile dell'UTC) hanno l'obbligo di ripristinare
"immediatamente" lo stato dei luoghi e la libera circolazione (Art.
120 della Costituzione).
Ma, non sono bastate 28 querele, né 21 anni
di costante attività letteraria e di pubblici appelli, né centinaia e centinaia
di fogli dattiloscritti per indurre la Prefettura ad assumere le proprie
responsabilità.
Come già ribadito nelle precedenti missive, la circostanza che
gli abusi sono stati realizzati su suolo demaniale determina non solo
l'osservanza dell' art. 16 del Codice della Strada, ma l’applicazione dell' art. 35 del DPR n. 380/01, che, secondo
consolidata giurisprudenza, in tale ipotesi prevede la demolizione
immediata a spese del responsabile o, se
questi non ottempera, a cura dell'Ente, che immobilizza i beni dei
contravventori e poi si rivale su di essi, esattamente come si opera per reati
di stampo mafioso.
Sta di fatto che nessuno organo deputato del Comune di
Sant'Angelo a Cupolo si è adoperato per ripristinare la libera circolazione e nemmeno
il Prefetto, che non solo ha facoltà di segnalare i fatti criminosi alla
Procura della Repubblica, di ordinare indagini al Questore o ad altre forze
dell'Ordine, ma ha il potere esclusivo di commissariare l'Ente ai sensi dell'art. 54, D.Lgs. 267/2000 (§ 6 ÷ 8), laddove, come nella fattispecie, le indagini sono state
eseguite numerose volte e per ultimo dal Dr. Giovanni Conzo.
Alla luce di quanto detto sin qui, C H I E D O
1)
CHE il Ministro valuti l'esigenza di sostituire
immediatamente il Prefetto e di nominare gli ispettori al fine di verificare le
reiterate omissioni e i più gravi reati che ho addebitato alla Dr.ssa Galeone e
ai Prefetti che hanno preceduto il suo incarico.
2)
CHE il Procuratore della Repubblica informi il
Ministro dell'Interno, sia sulle indagini effettuate dal Dr. Conzo, sia su
quelle contenute nel fascicoli delegati alla Dr.ssa Saccone, ultima destinataria
di 3 querele riunite in un solo fascicolo e "palleggiato" per 7 anni
e 7 mesi da 3 PM e 3 GIP.
3)
che la Dr.ssa Palumbo
acquisisca il presente documento al Procedimento contraddistinto in oggetto, al
fine di valutare le ulteriori responsabilità, derivanti dalla inconsistente
operatività del Prefetto, specie per il ripetuto reato di rifiuto ed omissione
di pubblico ufficio.
Dichiarazione di responsabilità
Consapevole
delle responsabilità civili e penali cui vado in contro in caso di
dichiarazioni mendaci e di esibizione di documenti non corrispondenti al vero, dichiaro che quanto innanzi esposto e
tutti i documenti digitali collegati al testo sottoforma di link sono l'esatta
copia degli originali.
Allego: nota Prefettizia n. 7480 del 1.3.2018,
per doverosa ragione di garbo e per consentirne la visione senza l'ausilio di
un PC.
Benevento,
2 marzo 2018
Attilio
Paradiso
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