venerdì 4 ottobre 2019


Alla salute dei compari Pisciotto, Susy, Teresina e Pippotto Quaranta

A distanza di circa 9 anni dalla produzione di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, 18 pagine ipertestuali tese ad invalidare una procedura concorsuale interna,  pregna di gravi irregolarità e di palesi illeciti amministrativi, il Ministero dell’Istruzione stesso comunica l’esito al ricorrente, Attilio Paradiso, congiuntamente al parere espresso dal Consiglio di Stato, secondo il quale il ricorso “è in parte respinto e in parte inammissibile”.


Se il responso palesemente ambiguo del Consiglio di Stato fa “in parte” capire che il ricorso doveva necessariamente morire, da un’altra angolazione, letteralmente più logica e matematicamente più compiuta, non dà modo di comprendere quale e quanto peso avrebbe avuto la rimanente parte del ricorso che, essendo ammissibile e congrua, avrebbe consentito l’annullamento del concorso e la condanna dei funzionari responsabili del procedimento al pagamento di tutte le spese sostenute dallo Stato, sia per le prove scritte che per quelle orali (svariati milioni di €).


Il Presidente della Repubblica, che verosimilmente non ha letto neanche un rigo del ricorso, firma, convalida il parere del Consiglia di Stato e condanna a morte la verità, la giustizia amministrativa e i cittadini, onesti e meritevoli servitori dello Stato.

A distanza di 9 anni, Papa Francesco nomina l'ex Procuratore Giuseppe Pignatone, che invece ammazzò la querela contro il MIUR, senza darmi nemmeno la possibibilità di vedere il fascicolo processuale ed impugnare l'archiviazione.

Caro Ciccio 'o Vaticano, hai sicuramente dormito a testa in giù piegata, sei caduto, hai preso una testata ed hai investito la Pignata!

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