domenica 17 agosto 2025

Patane, melanzane e panzane aerostatiche.
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In 3 minuti leggerete una storia inedita di vera ingiustizia e di vera follia, che vi farà piangere, ridere e ... così sia.

Ultimato un casermone allo scopo di trasferire il nostro negozio di arredamenti, il 17 agosto di 28 anni fa emigrammo da Casalbore e con due fanciulle dotate di doppia cittadinanza, di dolcezza e di santa benedizione andammo a vivere in un comodo, spazioso e tranquillo casermone di 3.500 metri cubi, posto a 88 metri dal piccolissimo, ma silenziosissimo camposanto di Pastene.

Ecco la panoramica dall'alto

Anziché urbanizzare ed asfaltare la via che tuttora porta ai nostri defunti magazzini espositivi, l'allora Sindaco Viceré, l’Assessore all’Urbanistica Bosco e i funzionari tecnici comunali consentirono che l’ENEL ostruisse il tratto iniziale di Via Vallone San Nicola, con un muro ed una cabina elettrica, mentre con la qui visionabile Delibera del 1995 avevano ordinato all'ENEL di incollare la cabina al cimitero.
Ma le cose non andarono come prescriva la Delibera, perchè due anni dopo l'ENEL ancorò la cabina sulla sede stradale e li è rimasta per altri 14 anni, insieme a tutte le fioriere mobili di Pastene.


Dopo innumerevoli fuochi innaturali, preghiere, diffide e querele, il Sindaco eletto nel 2011, geometra Fabrizio D’Orta, e il Funzionario Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ingegnere Nicola Maioli, ordinarono di spostare la cabina elettrica nei pressi del cimitero, allo scopo di sgombrare la via comunale occupata abusivamente dall’ENEL.

Non sopportando la vista
dei morti, della strada cadaverica e dei pastenesi moribondi, l’ingegnere Maioli fece picchettare la via comunale da ben 3 geometri: uno capace di usare il tacheometro, l'altro capace di tenere la mazza del primo geometra e il terzo capace di inchiodare i picchetti nella terra. I 3 geometri non solo picchettarono i bordi della via comunale, dal camposanto al secondo incrocio, peraltro già periziato dal CTU e dai Carabinieri con 2 pericoli di morte, ma segnalarono che la via era stata occupata da frutteti, da oliveti, da recinzioni dozzinali, da cagate maschili e femminili e da un dispettoso fabbricato, edificato scherzosamente sulla sede stradale per rendere più ardimentoso l'accesso ai nostri magazzini.

clicca se vuoi sentire i protagonisti del breve video
Cosicché, dopo innumerevoli, ostinate omissioni, incendi, esalazioni di diossina ed omessi controlli, l’ingegnere Maioli firmò la qui linkabile "Ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi per interventi abusivi su suolo pubblico".


Sfortunatamente accadde che l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono rinviati a giudizio e processati per non aver messo in sicurezza la strada comunale, mentre io
subivo il primo processo per calunnia e diffamazione a mezzo stampa di volantini ed esposizione permanente di grandi manifesti, per aver accusato il Viceré di Pastene, l'ingegnere Maioli e il Re Bosco di Perrillo di aver permesso la chiusura abusiva dell'imbocco primario della via comunale, con le fioriere mobili e con una schifosa cabina senza ruote.

Ricordando cosa aveva scritto e protocollato nel 2005, RE Bosco si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre l’ingegnere Maioli, i suoi testimoni e il successore del RE giurarono che nei pressi del cimitero di Pastene la via comunale “non è mai esistita”.

Allo stesso modo giurò davanti a me il miglior geometra, ma il peggior pallista pastenese, poi eletto erede di RE Bosco, quantunque nel 2011 avesse scritto insieme al Maioli l’esatto contrario di quanto avevano giurato all'infallibile Dr. Sergio Pezza, con queste precise parole: “I rappresentanti del Comune fanno presente che la cabina insiste sull’imbocco di una vecchia strada comunale in disuso e che il Comune prevede di riaprire la stessa per soddisfare le richieste avanzate dai proprietari dei fondi limitrofi”.

So che non mi crederete, ma io fui assolto con formula piena dal Dr. Sergio Pezza, perché avevo diffuso la verità attraverso Facebook, YouTube e centinaia di manifesti. Tuttavia, altri magistrati mi hanno fatto tribolare il calore e le pene dell'inferno, per altri 17 anni.
So che non mi crederete, nemmeno se giurassi davanti a Padre Pio, ma pure l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono assolti con formula piena, non dal Giudice Unico, ma da 4 giudici speciali e 2 presidenti specialisti, sebbene i pallisti avessero riempito di panzane, di balle e melanzane la Prefettura e tutto il Palazzo di Giustizia, dal piano terra, al quinto e fino al Quirinale.

MORALE DELLA FAVOLA VERA
a) Chi giura la verità va all'inferno, viene pesato dal farmacista e paga solo l'avvocato e gli specialisti per l'accompagnamento.
b) Chi invece vende balle a profusione, vince non solo i processi, ma acchiappa le benedizioni e vince pure le elezioni.


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Pastene, 17 agosto 2025
Attilio Paradiso




martedì 22 luglio 2025

 

 Opposizione alla proposta di archiviazione.  



Io sottoscritto Paradiso Attilio, nella qualità di parte offesa nel pp n. xyz.24.44, ho constatato che il sistema di archiviazione digitale della Procura di BN non è conforme alle direttive europee, né al Codice di Amministrazione Digitale italiano, perché la scansione del fascicolo non consente di visualizzare gli atti scritti in ipertesto, perchè le pagine costituenti il fascicolo  non sono funzionali alla visione dei link, che invece costituiscono le fondamenta, i muri portanti della denuncia e sono atti probatori indispensabili per accertare i reati.

Ho constatato, altresì, che il PM e il Procuratore aggiunto hanno forse commesso l’errore di leggere la mia denuncia-querela del 13/11/2024 sulla copia cartacea, anziché sul DVD. Forse non hanno cliccato sui collegamenti ipertestuali, perciò non hanno visto i 13 elementi probatori posti a sostegno della denuncia. Infatti, 2 mesi dopo la registrazione della querela al RGNR, il PM delegava le indagini alla P.G. e chiedeva di “acquisire dal denunciante copia dei documenti menzionati in denuncia, su supporto informatico. In buona sostanza, il PM ha chiesto di acquisire gli stessi documenti che avrebbe potuto vedere sul suo computer 2 mesi prima, con un semplice click, se solo avesse letto il primo paragrafo della querela.

Appare altresì presumibile che il PM non abbia visto le querele precedenti, né le integrazioni successive alla denuncia del 2024, ove contesto non solo lo stesso reato omissivo, ma, con ogni dovizia di prova, reati molto più gravi a carico dell’imputato NM, di altri funzionari comunali e del dr. MLM, che, essendosi rifiutato di ordinare la rimozione delle opere abusive e la messa in sicurezza della via comunale antistante casa mia, è diventato complice e responsabile di omissione, come il NM.


Ho infine constatato che la richiesta di archiviazione del PM e del suo Capo riguarda solo il reato omissivo di NM, anziché i molteplici reati contestati allo stesso e ad altri funzionari comunali. Reati che invece spaziano dal falso ideologico al falso materiale in atti di pubblico ufficio, falsa testimonianza ai Magistrati e alla Polizia Giudiziaria, rifiuto di accesso agli atti e rifiuto d’ufficio, mistificazione di atti amministrativi concernenti il Piano Urbanistico Comunale, falsificazione di delibera di giunta, stalking giudiziario, depistaggio, mistificazione di cartografie, atti ed aerofotogrammetrie non conformi alle mappe catastali e alla realtà dei luoghi visti dal basso,

Nelle 3 pagine poste a sostegno della richiesta di archiviazione, i Magistrati non hanno messo in evidenza alcun documento da me prodotto attraverso i link, per sostenere tutti i reati commessi da NM e dalle altre persone. Infatti, i due Magistrati scrivono esattamente così: “Orbene, all’esito dell’attività investigativa espletata, l’analisi della documentazione agli atti impone di affermare l’insussistenza di ipotesi di reato. Ed invero, dall’esame degli atti investigativi, emerge, ed appare necessario ribadirlo, che nessun abuso edilizio era mai stato accertato e sanzionato”.

Ciò dimostra chiaramente che i due magistrati non hanno visto l’ordinanza di demolizione dell'ing. NM, né la successiva Sentenza del TAR, né l’Ordinanza sottoscritta dal Prefetto Cappetta, né hanno parlato degli altri reati commessi dal NM e dagli Amministratori a lui vicini.

Giacché i reati sono veramente tanti, attraverso i seguenti ritagli ripropongo solo quelli più appariscenti, finalizzati ad accertare quantomeno le responsabilità omissive di NM, nonché dei quattro Sindaci ed assessori che hanno retto il Comune, dal 1997 ad oggi:

ANNO 2005


ANNO 2011

 

ANNO 2016


 

ANNO 2018


 

ANNO 2025

 

La richiesta di archiviazione non tiene conto dei numerosi reati contestati all’ing. NM, al Commissario prefettizio, alla Segretaria comunale e alla sig.ra B. Ma il PM chiede di archiviare anche il reato che il Responsabile dell’UTC sta reiterando dal 1997 ad oggi, visto che tuttora la strada è chiusa da un muretto abusivo, da alberi, da una recinzione abusiva e da un fabbricato costruito per 2 metri sulla sede stradale, mentre il secondo imbocco della strada comunale è stato dichiarato tuttora pericoloso dal Dirigente e dal Responsabile del Servizio Viabilità della Provincia di Benevento

Se i due Magistrati avessero voluto, potevano recarsi sul posto e controllare la strada comunale, le opere abusive e la pericolosità dell’unica via d’accesso al nostro fabbricato.

Alternativamente, nella terza ed ultima pagina della denuncia-querela, avrebbero potuto cliccare e ascoltare questo breve video di soli 3 minuti, per vedere le opere abusive sulla strada comunale e per capire perché e chi ha seppellito l’imbocco primario di Via Vallone San Nicola con questo filmato ripreso dal vivo, mentre 3 geometri picchettano per la seconda volta la strada comunale, dal cimitero di Pastene al secondo incrocio, alla presenza di tutti i confinanti e altri tecnici di loro fiducia.

Se non avessero voluto disinnescare pure la trentesima denuncia contro l’ing. NM, i due magistrati avrebbero delegato la P.G. o i Carabinieri del RIS, per verificare lo stato dei luoghi, per analizzare la delibera mistificata dal Maioli e per controllare se la Delibera di Giunta Comunale del 1992 era stata stampata con una laser, con una inkjet, con una Olivetti anni 70 e se recava firme attendibili e se l’allora Sindaco, l’allora Segretario comunale e i componenti della Giunta sono vivi o sono morti.

 

P.Q.M.   chiedo

l’imputazione coatta di NM, in quanto Responsabile dal 1997 ad oggi dei reati descritti al seguito, con piena consapevolezza, dolo e smaliziata cattiveria:

  1. illecita concessione di concessione edilizia ai Proprietari della casa abusiva;
  2. omessa azione di controllo sull’opera edilizia beneficiaria di contributi statali post sisma;
  3. omessa urbanizzazione e messa a norma di una via comunale costeggiante aree edificabili;
  4. violazioni delle norme di sicurezza sancite dal Codice della Strada;
  5. ritardata denuncia di abusi su via comunale;
  6. omessa azione di tutela del pubblico demanio;
  7. omessa tutela della sicurezza pubblica sulle strade urbane;
  8. causa di danni all'erario per aver sprecato soldi per commissionare 2 volte lo stesso accertamento tecnico sulla via Vallone San Nicola;
  9. complicità con amministratori comunali e comuni cittadini che hanno certificato il falso ed hanno commesso reato di falsa testimonianza dinanzi ai magistrati e agli Agenti di P.G.;
  10. depistaggio e stalking giudiziario attraverso l'uso delle menzogne e la mistificazione degli atti;
  11. Violazione della trasparenza, del diritto di accesso agli atti non soggetti a privacy e delle norme di comportamento dei pubblici impiegati;
  12. stalking giudiziario per aver sporto 2 denunzie-querele contro di me, sostenute da menzogne e da testi corrotti. Infatti, in entrambi i processi sono stato 2 assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, perché il Maioli aveva corrotto i testimoni e perché i fatti descritti nelle querele erano falsi.

 

NON CHIEDO l’imputazione coatta per tutti gli altri imputati menzionati nella denuncia-querela e nelle successive integrazioni, perché non sono stati oggetto di alcuna verifica investigativa dei Magistrati e della Polizia Giudiziaria, ma anche perché i colpevoli potrebbero essere cascati nelle innumerevoli falsità dell’ing. NM, come ad esempio la Delibera di Giunta del 1992, inspiegabilmente trascurata dal giovane PM e persino dal più esperto capo della lavanderia.

Alternativamente, al fine di evitare il rischio di prescrizione, chiedo che il procedimento penale sia restituito alla Procura della Repubblica ed assegnato a qualunque PM, più volenteroso e più capace di trattare le denunce digitali con competenza, lealtà e diligenza.

Vogliate cortesemente comunicare a mezzo PEC le generalità del GIP e la data che il Magistrato fisserà per l’udienza camerale.


Attilio Paradiso


 



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tempo di lettura 3 minuti + 3 di video-scopate

Esposto al Prefetto di BN ed altre autrità.  

Il 17 aprile 2025 avete ricevuto l’esposto  sopra linkabile ed avete immediatamente informato il dr. Mario La Montagna, che, pur conoscendomi, non mi ha chiesto spiegazioni in ordine alle indegne accuse sottoscritte da 8 persone, con la stessa mano e la stessa calligrafia. Né il Commissario La Montagna ha domandato agli impiegati dell’Ufficio Anagrafe di Sant'Angelo a Cupolo chi sono e dove abitano i cittadini che hanno invitato “le Autorità preposte, affinché non venga eliminato il parcheggio nei pressi del Cimitero di Pastene (…), nonché venga accertata la legittimità dell’immobile del Sig. Paradiso”.

 

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Appare strano o quantomeno incredibile che l’esperto, intelligente Commissario napoletano non si sia insospettito, non solo perché gli 8 presunti pastenesi firmano l’esposto con la stessa calligrafia, ma perché sa benissimo – a meno che non abbia preso un colpo - che non desidero affatto eliminare il parcheggio , per quanto inguardabile.

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Invece, voglio renderlo sicuro, degno e usufruibile, dopo 33 anni di indecente abbandono e di innumerevoli, vane denunzie trasmesse ai Prefetti, ai Procuratori della Repubblica, ai Capi di Governo, a Matteo Salvini e a Matteo Piantedosi.

Al fine di palesare la mia buona, piena volontà di risolvere un serio problema di viabilità e di pericolo per la circolazione stradale, allego copia della lettera certificata del 24.9.2024, che per l’appunto inviai lo scorso anno al Commissario La Montagna e successivamente al Prefetto Moscarella, con la qui linkabile PEC del 20 ottobre 2024.

Ecco il progetto trasmesso al Commissario e al Prefetto per mettere a norma il parcheggio e l’imbocco di Via Vallone San Nicola:

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Appare altresì strano e miserevole che la Procura non si sia svegliata e non abbia allertato i Carabinieri del RIS, al fine di scoprire ciò che ho scritto con denuncia-querela pp 6028/24/44, a proposito della falsa delibera del 1992.

Se desiderate la pace, dovete cercare di ottenerla non attraverso le demolizioni e i bombardamenti dell’ingegnoso capotecnico Nicola Maioli, ma con il dialogo costruttivo e con le buone azioni. E non dovete sciupare questa opportunità, perché il Padreterno perdona tutti i peccati, ma non dimentica quelli già fatti.

Sant’Angelo a Cupolo, 21 luglio 2025

Attilio Paradiso
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martedì 8 luglio 2025

6 minuti di notizie per il TG24BENEVENTO

Avendo denunziato parecchi reati a carico dei funzionari comunali di Sant’Angelo a Cupolo, della Prefettura, della Questura e della Procura della Repubblica, sono diventato la persona più processata e più controllata di BN, dopo Michele Petriella.

Per tali denunzie e per una lettera trasmessa al Procuratore Policastro, ho subito 7 deportazioni in Questura, 18 citazioni in giudizio, innumerevoli sequestri di manifesti e 4 multe della Polizia Municipale di BN. Tuttavia, le multe sono state annullate dal Giudice, i manifesti sono stati restituiti dai vigili urbani e in tutti i processi sono stato assolto limpidamente e irrevocabilmente, tranne un paio di processi che non sono ancora terminati.

Ho altresì subito un accertamento sanitario obbligatorio della salute mentale ed ho patito un’odiosa interdizione di circolare liberamente negli uffici di giustizia, voluta dal Procuratore Policastro, disposta dal Procuratore Generale di Napoli e invalidata con Sentenza del Giudice ritenuto più laborioso, più competente e più onesto di Benevento: il Dr. Sergio Pezza.

Va precisato che non ho violato la restrizione di libertà, per quanto fosse nulla, perché i magistrati non mi hanno notificato il provvedimento restrittivo, nemmeno dopo il mio esposto-denuncia, sebbene gli atti interdittivi della libertà personale vanno notificati entro le 48 ore, sennò sono carta straccia, anche per la Costituzione.

Ho pertanto querelato il dr. Policastro, il Procuratore e l’Avvocato Generale della C.P. di Appello di NA per questi motivi:

1.    i tre magistrati mi hanno impedito il libero accesso negli uffici di giustizia e mi hanno condannato ad essere scortato dai poliziotti per circa 3 anni, senza processo e senza darmi la possibilità di difendermi dalle loro false accuse;

2.    il decreto del Procuratore Generale di NA non esiste agli atti processuali. Chi lo sa, forse è sparito. Boh?;

3.    i decreti dei due magistrati napoletani recano eclatanti contraddizioni, portano lo stesso numero di protocollo e non sono stati mai trasmessi ai Carabinieri, né alla Questura, né alla Polizia privata, né a me, né a Michele Petriella;

Infatti, sono stato assolto con queste motivazioni: “Va rilevato che il Paradiso non è mai entrato nel Palazzo di Giustizia in dispregio del provvedimento emesso dal Sig. Procuratore Generale in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad esporre i suoi cartelli di protesta nell’area antistante il Palazzo di Giustizia, rimanendo seduto nei pressi. Tanto hanno riferito tutti i testi escussi. Pare quindi evidente che il Paradiso debba essere assolto perché il fatto non sussiste” (F.to Dr. Sergio Pezza)

Infine, il Responsabile dell’UTC di Sant’Angelo a Cupolo ha recentemente ordinato la demolizione del mio fabbricato, anziché quello costruito sulla sede stradale, dinanzi casa mia, né le decine di fabbricati costruiti senza licenza edilizia, su terreni agricoli o vincolati, oppure in difformità ai grafici di progetto e alle disposizioni del Piano Regolatore Gen.

Per tenere al riparo il nuovo Sindaco e i nuovi consiglieri, ho loro chiesto di annullare l’ordinanza in autotutela, perché essa fonda su notizie false, ambigue, offensive e calunniose, esattamente come le querele che un defunto sindaco e 2 funzionari hanno sporto contro di me. Querele che mi hanno visto sempre assolto con formula limpida e irrevocabile.

Se i nuovi eletti accetteranno il mio suggerimento, non dovranno temere le reazioni dei cittadini. Se invece daranno ragione al Responsabile del Provvedimento demolitorio, dovranno traslocare le mie cucine, le camere da letto, le camerette, i salotti, i soggiorni, i tavoli, le sedie, i tendaggi, la falegnameria e i nostri effetti personali in un capannone industriale. Dopodiché, dovranno abbattere il nostro fabbricato con i soldi dei cittadini e dare conto alla Corte dei Conti, al Tribunale penale e dovranno dare conto dei danni che i nuovi eletti arrecheranno alla mia famiglia, allo Stato e ai santangiolesi.

Attilio Paradiso, 08 luglio 2025





domenica 25 maggio 2025

 Memorie di Attilio Paradiso


Tribunale di Roma

Procedimento penale n. 20130/21


Sono stato processato per calunnia da due magistrati sconosciuti, ma colpevoli di avermi ridotto la libertà di circolare negli uffici di giustizia di Benevento per comportamenti illeciti non commessi, avendomi altresì privato del diritto di difesa, perché non mi hanno notificato l’ordinanza interdittiva. Tanto è accaduto perché, nel corso di un processo dove sono stato accusato di aver violato l’ordinanza dei due magistrati, ho prodotto due memorie difensive ipertestuali, con le quali ho dimostrato al Giudice che i capi di imputazione fondavano su tre misure restrittive sostenute con notizie di reato infondate, taroccate con gli stessi protocolli informatici e subdolamente concepite dal Procuratore della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro.

Ovviamente, non ripeto le memorie difensive che scrissi con la controquerela del 18.12.2021, ma dimostrerò che i miei accusatori hanno agito con consapevolezza e dolo, in quanto hanno fondato le loro accuse sulla base di una ennesima azione vessatoria concepita dal Dr. Policastro, che ha travisato le memorie difensive: la prima prodotta su DVD, in udienza, e la seconda trasmessa il giorno successivo al Giudice Monocratico con una mail.

Con le memorie difensive spiegai che il Dr. Policastro aveva condotto svariate azioni vessatorie a mio danno. Terminato il processo, il Giudice consegnò le memorie difensive in Procura, in quanto contenevano notizie di reato a carico del Dr. Policastro e dei magistrati napoletani. Cosicché, il Dr. Policastro iscrisse il mio nome sul RGNR per calunnie contro i suoi colleghi di Napoli e trasferì il fascicolo a Roma.

Dalla richiesta di interdizione, poi rinvenuta nel fascicolo della Procura di Roma, emerge nitidamente che il provvedimento è stato concepito dal Dr. Policastro sulla base di fatti non veritieri e mai accaduti, perchè Il Giudice mi ha infatti assolto perché il fatto non sussiste” e perché tutti gli agenti di Polizia interrogati dal Giudice hanno riferito che contesto le autorità sempre da solo, in maniera disciplinata e rispettosa dei diritti di tutti.

Pongo in evidenza che sono stato rinviato a giudizio e processato per fatti insussistenti 16 volte e 16 volte sono stato assolto con formula piena. Inoltre, giova evidenziare che tutte le sentenze assolutorie sono irrevocabili e che questo è il 17mo supplizio che subisco sulla base di denunzie non veritiere, di indagini malsane, di capi d’accusa infondati e di narrazioni sostenute con infantili, puerili menzogne.

Ciò premesso, riassumo in 3 paragrafi 15 anni di stalking giudiziario e di vessazioni condotte dalla Procura di BN e da altri funzionari dello Stato, perché solamente in tal modo potrò spiegare come e perché il Dr. Policastro condiziona i suoi Sostituti e prova a fiaccarmi con l’uso spregiudicato dei suoi poteri.

Avendo denunziato reati abusivi di suolo demaniale e reati molto più gravi a carico della Procura e della Prefettura di BN, con manifesti e con l’ausilio di documentari filmati incontrovertibili, sono diventato bersaglio dei funzionari comunali del mio paese, della Prefettura, della Polizia e del Dr. Aldo Policastro, perché ho dimostrato che la Procura di BN ha permesso l’archiviazione di tutte le querele sporte contro gli amministratori comunali, contro i Prefetti, il Ministro dell’Interno, il Ministro dei Trasporti e contro due comandanti della Polizia Stradale corrotti dai Prefetti.

Per tali denunzie e per una lettera aperta trasmessa al Dr. Policastro e al CSM, ho subito 7 deportazioni in questura, 17 rinvii a giudizio, aggressioni della Digos e svariate multe della Polizia Municipale di BN, poi tutte annullate con Sentenza del Giudice di Pace. Ho subito un processo a seguito della denuncia di un’ispettrice di PG operante al servizio del Dr. Policastro, un ricovero al pronto soccorso, svariati sequestri di manifesti, sedie pieghevoli, cellulare e persino di un ombrello. Ho altresì subito un accertamento sanitario abusivo ad opera di un vice questore, anziché dall’autorità preposta dalla legge, e un’odiosa interdizione della libertà personale, ordinata dal Dr. Policastro e sterilizzata con la Sentenza assolutoria emessa dal Presidente della Camera Penale di BN, Dr. Sergio Pezza.

Non ho mai violato la restrizione di libertà commissionata dal Dr. Policastro ed inflitta dai suoi colleghi di Napoli, per quanto fosse nulla, in quanto il Procuratore Generale Luigi Riello e l’Avvocato Generale Antonio Gialanella non mi hanno notificato l’atto restrittivo, nemmeno a seguito di istanza ex L.241/90, né a seguito di mio esposto-denuncia.

Né il PM di Roma ha ritenuto di archiviare il procedimento penale dopo aver ricevuto le mie memorie difensive con contestuale querela del 18.12.2021, pur avendo bene evidenziato che La Costituzione italiana prescrive che l’atto interdittivo della libertà personale va notificato entro le 48 ore.

Ho spiegato, con ogni dovizia di prova, che l’interdizione è stata concepita dal Dr. Policastro e poi è stata consegnata alla sua Sostituta, Dr.ssa Assunta Tillo, che ha eseguito l’ordine del Capo ed ha perciò informato I Carabinieri, la Questura e il Tribunale, ma non ha informato me, perché dal fascicolo della Procura di BN è sparita l’informativa diramata dalla Tillo e pure l’ordinanza che, secondo la Tillo, il Procuratore Generale avrebbe firmato il 2.8.2019.

Ho pertanto querelato il Procuratore Policastro, il Procuratore Riello e l’Avvocato Gialanella, per questi motivi:

  1. perché mi hanno inflitto la stessa restrizione, con lo stesso protocollo, la stessa data e la stessa motivazione;
  2. perchè il decreto del Dr. Riello del 2/8/2019 non esiste agli atti processuali della Procura e del Tribunale di BN, infatti non è stato prodotto in processo, nemmeno su esplicita richiesta del Giudice, che infatti mi ha assolto perché il fatto non sussiste e perché il PM ha esibito il provvedimento dell’Avv. Gialanella, anziché quello del Dr. Riello;
  3. perché il Provvedimento del Procuratore Generale rinvenuto nel fascicolo della Procura non reca la data del 2 agosto 2019, come scrive il Dr. Sergio Pezza nella Sentenza e come scrive la Dr.ssa Tillo nell’informativa diramata ai Carabinieri, ma è datato 2 ottobre 2019 (clicca qui e controlla la data);
  4. perchè nessun Magistrato mi ha notificato l’atto, nemmeno la Sostituta che ha informato le autorità di Polizia;
  5. perchè i decreti del Dr. Riello e del Dr. Gialanella sono sostanzialmente simili, ma hanno lo stesso numero e la stessa data del protocollo e recano eclatanti contraddizioni, in quanto agli atti manca quello indicato nell’informativa diramata dalla dr.ssa Assunta Tillo per conto del Capo che le ha passato le carte.
  6. perché le autorità della Procura Generale di Napoli e il Procuratore di BN mi hanno condannato ad essere scortato dai poliziotti come un ergastolano, senza concedermi la possibilità di difendermi dai loro provvedimenti, come invece prescrive l’Art. 13 della Costituzione.

Sono stato infatti assolto dalle accuse del Dr. Policastro e dei suoi colleghi di Napoli con Sentenza irrevocabile n. 989/2021, recante le seguenti motivazioni: “Va rilevato che il Paradiso non è mai entrato nel Palazzo di Giustizia in dispregio del provvedimento emesso dal Sig. Procuratore Generale in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad esporre i suoi cartelli di protesta nell’area antistante il Palazzo di Giustizia, rimanendo seduto nei pressi. Tanto hanno riferito tutti i testi escussi. Pare quindi evidente che il Paradiso debba essere assolto. P.Q.M. il Tribunale, letto l’art. 543 del c.p.p., assolve Paradiso Attilio dai reati a lui ascritti perché il fatto non sussiste

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Semmai fossi chiamato a confessare prima del 24 ottobre, lascio questa testimonianza ai miei figli e a chi, da Roma Quirinale e Tribunale, giudicherà questa schifosa storia all’italiana.

Belluno, 25 maggio 2025



giovedì 22 maggio 2025

 INFORMATIVA 

del Comune di Sant’Angelo a Cupolo.

Dopo aver letto il procedimento linkabile in oggetto, comprenderete che è stato concepito dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ma non potrete intuire che l’azione vessatoria di rivalsa è stata concertata in Municipio con giuristi e con volponi, per presunti” illeciti edilizi, né potrete sapere i motivi per i quali non sono state chiarite le cause del trentennale disinteresse dei danneggiati dai miei “presunti” illeciti, perché il danneggiato denuncia il fatto subito, non dopo 30 anni. Tuttavia, se leggete attentamente, capirete alla fine.

Essendo stato obbligato a traslare un fabbricato per rispettare i 4 confini fissati dal defunto geom. Giovanni D’Agostino e le pretese di tutti i confinanti, domandate all’ing. Nicola Maioli: chi è il danneggiato?

Giacché posso rientrare tra un mese, non mancherò di interrogare il Responsabile del Procedimento in Municipio, ma con due Agenti di PG scelti dal PM e armati di telecamere e registratori vocali, in quanto non vorrei finire in Tribunale per presunte minacce contro l’ing. Nicola Maioli e i suoi congiunti, oppure per presunte calunnie e intimidazioni ad altri funzionari o per presunte interruzioni del servizio pubblico, come realmente è accaduto, dal mio primo esposto del 2009 fino al 3/10/2023, quando il Presidente del Consiglio Comunale, per una brevissima domanda, mi denunciò e mi fece rinviare a giudizio immediato sulla base di notizie di reato pompate con aria malsana, che tuttavia ho sgonfiato in processo, come ho sgonfiato tutte le querele  velenose gonfiate dal Maioli e dal defunto Sindaco Vicerè, con assoluzioni limpide e irrevocabili.

Non appare vano ricordare alle SS.LL. che l’ing. Nicola Maioli, diversi funzionari comunali e tutti i sindaci sono stati già segnalati alla Procura per numerosi illeciti penali, depistaggio, reiterate omissioni in atti obbligatori di pubblico ufficio e per falsità materiali, ideologiche e deposizioni non veritiere ai magistrati.

In merito al procedimento in oggetto, forse le SS.LL. non sanno che il Maioli ha controllato i grafici di progetto e le volumetrie del mio fabbricato in ogni minimo dettaglio, comprese le pozzette della rete fognaria, non il mese scorso, ma 32 anni fa, nel 1993. Perciò, non avrebbe dovuto concedere l’autorizzazione a costruire, se l’area fosse stata inedificabile o avesse avuto vincoli diversi da quelli riportati nel Piano Regolatore e nel Regolamento Urbanistico di zona. Infatti, a più breve distanza dal cimitero di Pastene, esistono altre unità abitative, edificate in tempi recenti e remoti, come in quasi tutte le frazioni del paese.

L’ing. Maioli contesta anomalie che, se ci fossero state, andavano controllate prima di farmi costruire, prima di farmi pagare gli oneri di urbanizzazione per una strada che non è stata mai urbanizzata, o quando nel 1997 ho chiesto, con regolare progetto, di recintare il fabbricato e di accertare i confini con la strada comunale, dalla quale mi sono allontanato ben oltre i 60 cm. suggeriti dal tecnico accertatore (Arch. Papa). Infatti, l’ing. Maioli sa, perché li ha misurati, che ho donato circa 90 m2 alla via comunale ed altro terreno ai confinanti dei fondi viciniori, pur di allargare la strada comunale da 5 a 8 metri, di generare un parcheggio esterno al fabbricato, di consentire il transito dei TIR dal cimitero a casa e di non accendere conflitti con gli indigeni, né con gli usurpatori di suoli pubblici e privati, che invece il capotecnico protegge da 30 anni.

L’ing. Maioli sa che l’edificio è conforme ai grafici di progetto e della Concessione Edilizia.

L’ing. Maioli sa che il fabbricato è stato accatastato dal geom. Fabrizio D’Orta, regolarmente abilitato all’esercizio della professione di Assessore, Sindaco, Specialista e Pallonaro. E sa pure che ho denunziato svariate volte gli Amministratori comunali, anche perché il geom. Fabrizio D’Orta, al tempo Assessore all’Urbanistica, fece l’errore colposo, o forse doloso, di accatastare il fabbricato in difformità alla Concessione Edilizia, che invece ben conosceva insieme ai grafici di progetto; così come ha visto e misurato tutti gli ambienti interni ed esterni. Fabrizio ben sapeva, come Maioli, i Sindaci Egidio Bosco e Michele Viceré, che la “Ditta Paradiso Arredamenti di Pierro Anna” aveva cessato di esistere nel 1997, per l’oggettiva impossibilità di esercitare l’attività produttiva in magazzini non raggiungibili con gli autoarticolati, né con i camion di grande volume di carico, perché da entrambi i versi la via comunale è stata occupata e rubata, come in foto:

(clicca sulla foto per ingrandirla)

Visto che il Responsabile dell’UTC sa tutto di tutti, perché rompe a casa mia anziché in quella sua?

Avendo già pagato il geom. D’Orta con due assegni non trasferibili, gli ho vanamente chiesto di rettificare l’errore svariate volte, pure attraverso esposti, diffide e querele, anche quando iniziò a raccontare agli Agenti di P.G., ai Magistrati e al Prefetto le stesse panzane che l’ing. Maioli aveva già dichiarato alle medesime autorità, fino a quando disonorò la sua firma e quella del suo obbediente dipendente. (vedasi intesa sottoscritta e tradita dal Sindaco e dal Maioli e la pinocchiesca registrazione del Sindaco in Municipio).

Infatti, anziché riaprire la “vecchia strada comunale in disuso”, giorni fa è stata messa una  sul canale adiacente l’imbocco in disuso, otturato e usurpato di Via Vallone San Nicola.




L’Ing. Maioli farebbe bene a suggerire al collega Fabrizio di rett ificare l’accatastamento. Oppure potrebbe lasciar decidere ai nuovi amministratori quale destinazione d’uso volessero concedere all’immobile, perché noi non sappiamo più cosa farne di un casermone, che, invece di produrre benessere come avremmo voluto, dal 1997 produce solo reddito per gli stipendi comunali, per il PNRR e pesanti costi di gestione per una sola famiglia vessata, indesiderata, dimezzata e parzialmente emigrata nel Nord-Est.

Il Maioli dovrebbe sapere che nemmeno il PM può bastonare un pubblico ufficiale che rifiuta di fare il suo dovere, ma lo può rinviare a giudizio subito, come 17 Sostituti Procuratori hanno già fatto con me, quantunque non ho minacciato uno scassone, né un caprone col bastone, nemmeno quando il capotecnico ha falsificato una delibera di Giunta più remota della Concessione Edilizia, al fine di intorbidire le acque e per compiacere il Commissario e il nuovo Prefetto, perché pure il Commissario e l’ex Prefetto Torlontano hanno rifiutato di liberare una via ostruita da alberi, seminterrati, palizzate e recinzioni abusive.

Se vuole pacificare gli animi, limitare i danni e spegnere il fuoco, l’ing. Maioli farebbe bene a cessare l’attività omissiva, a cessare la perseverante attitudine a mistificare la verità, a riaprire il tratto iniziale di via Vallone San Nicola e a patteggiare la pena, perché solo così chiuderò la bocca, spegnerò i brutti ricordi, finirò di tormentare la Procura e porterò un manifesto con la sola parola F I N E dinanzi alla Prefettura.

Prima di andare…, il Commissario potrebbe togliere la P  , perché fa  P  iangere e ridere pure i morti.

Trasmetto la presente informativa, perché le SSLL assumano le responsabilità che la legge prescrive per la prevenzione dei rischi alle persone e alle cose, come ho già riferito al PM titolare del pp. 6028/2024/RGNR.

Belluno, 22 maggio 2025

Attilio Paradiso

attilio.paradiso@pec.it