martedì 5 giugno 2018


Lettera aperta al Ministro dell'Interno
On.le MATTEO SALVINI

    
Con  istanza del 2 marzo 2018 e successiva integrazione del 23/4, entrambe corredate di link ad evidenze probatorie di fattura pubblica, ho informato il Ministro Minniti ed ho chiesto che assumesse azioni di controllo sull'operato criminoso del Prefetto di Benevento.
     In mancanza di rassicurante risposta, sia da parte del Ministro che dell'Ufficio di Gabinetto e del "Responsabile del Procedimento", il 27 aprile scorso sono stato costretto a venire al Ministero, solo al fine di individuare il funzionario affidatario del Procedimento. Cosicché, grazie all'accurata mediazione del Capo del Servizio di Sicurezza, alle 13.30 ho dialogato telefonicamente con la Dr.ssa Rombolà, sia pure dalle gradinate antistanti il Viminale, senza però ricevere rassicurazioni in ordine all'avvenuta consegna delle due lettere al Ministro.
     In risposta alla successiva istanza del 28 maggio la Dr.ssa Rombolà mi ha fatto sapere di aver restituito la pratica all'Ufficio di Gabinetto, facendomi così comprendere che ha fatto stagionare l'insaccato per 90 gg senza agire con immediatezza e garbo, in violazione della Legge 241/90 e del Codice di comportamento del dipendenti pubblici.
      Da ex dipendente del MIUR e, quindi, da esperto conoscitore dei costumi della dirigenza pubblica,  presumo che l'incartamento non sia stato recapitato al Ministro, oppure che sia stato "palleggiato" dai funzionari ministeriali, visto che nemmeno il Gabinetto ha fornito notizie alla IV istanza/diffida del I giugno u.s.
     Vale la pena evidenziare che l'accaduto è già stato oggetto di una querela del 2012, che risulta essere regredita allo stato d'indagine, dopo 6 anni e 8 mesi di  contestati scambi di palla tra la Procura di Benevento e 3 GIP.
     Tanto premesso, prego di leggere accuratamente le informative, di farsi interprete di chi annaspa fuori dai Palazzi, di mettere ordine e di operare come intende fare per i clandestini, "per rendere ancora più efficaci le politiche di controllo, di allontanamento e di espulsione", atteso che le Leggi Comunitarie, al pari di quelle italiane, non prevedono che il cittadino sia sballottato come una pallina da pingpong, per poi essere schiacciato dalla Pubblica Amministrazione, dagli Enti locali o dalla Giustizia italiana.
      La saluto cordialmente e Le auguro buon prosieguo di vita e di lavoro.

Sant'Angelo a Cupolo, 6 giugno 2018


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