martedì 14 aprile 2020

DICHIARAZIONE SPONTANEA AL MINISTRO DI GIUSTIZIA.


(per ingrandire, cliccare sulla foto dell'imputato)


Dopo essermi difeso da parecchie querele di rimbalzo, poi crollate in giudizio o archiviate dai GIP per infondatezza dei reati denunziati dall'ex Sindaco Michele Vicerè, dal Funzionario Capo dell'UTC di S. Angelo a Cupolo e da alcuni agenti di Polizia, gli ultimi reati contestati dal Procuratore della Repubblica di Benevento rappresentano l'ennesimo tentativo posto in essere dal Dr. Policastro per sterilizzare le mie querele contro alcuni magistrati, contro le autorità di governo locali e nazionali e per sopprimere il diritto di espressione con l'esercizio improprio dei pubblici poteri. Il reato che invece mi contesta ancora una volta l'Avvocato del pluriquerelato capo dell'UTC, poggia sulle menzogne e sulle false testimonianze di soggetti inattendibili, perchè già querelati per falsità, depistaggi, omissioni, per occupazioni di suolo pubblico e per accertati abusi edilizi.
Le "minacce e le intimidazioni" che mi addebitano sono perciò accuse infondate, reazioni temerarie e piuttosto miserabili al confronto delle pratiche illegali che da due decenni addebito ad amministratori pubblici ed alti funzionari dello Stato, trai quali anche la Presidente del Tribunale e il Procuratore della Repubblica di Benevento:  la Dr.ssa Rinaldi, perchè non sopporta i manifesti, non accetta il contradditorio del PM e tantomeno tollera che le sue sentenze siano strapazzate dal Dr. Giacomo Iannella, o forse perchè non ha gradito l' esposto-denuncia che 3 anni fa ho trasmesso al CSM e alla Procura Generale di Roma; il Dr. Policastro, perchè non ha forse gradito le contestazioni di addebito che il 17 gennaio 2019 ho inviato a Lui stesso e ai Ministri di Giustizia, dell'Interno e della Funzione Pubblica, tanto è vero che ha optato per la facoltà di non rispondere ad alcuna domanda.
Se nel corso di questi anni avessi denunziato e pubblicato frottole, anche attraverso i network, ed avessi addebitato responsabilità penalmente rilevanti a Sindaci, Prefetti, Comandanti delle forze dell'Ordine, agenti della DIGOS, all'ex Ministro dell'Interno e al suo capo di Gabinetto, senza esibire adeguate prove a sostegno degli innumerevoli esposti, diffide e denunce-querele, sarei già stato punito e trasferito in una casa di rieducazione mentale o in una cella di riabilitazione penale. Ma, si da il caso che pure gli specialisti del Centro di Igiene Mentale di Benevento hanno attestato che non sto fuori di senno.
Tutte le mie querele vengono trasferite da un PM all'altro e fatte invecchiare in Procura, anche per 10 anni, per poi essere decapitate per superati limiti di stagionatura dei reati, mentre quelle sporte dal Sindaco Vicerè, dalla Questura e dal Dr. Policastro hanno viaggiato su binari ad alta velocità.
Contrariamente ad altri soggetti meno audaci, ma sicuramente più scaltri di me, io sono sempre presente in aula, da incriminato e come parte offesa, e non m'avvalgo della facoltà di non rispondere come il Dr. Aldo Policastro. Sarei presente anche se davvero fossi la persona colpevole di aver trasgredito un'ordinanza restrittiva della libertà e di aver "minacciato"  le autorità con un manifesto e una sedia pieghevole.
Non sono uno scrittore profondo e telegrafico come Erri De Luca, né un giornalista e nemmeno l'aiuto vignettista di Giorgio Forattini, ma mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura. Sono incriminato per aver fatto uso di eloquenti immagini, della parola scritta e di aver trasgredito un provvedimento restrittivo, taroccato e nullo.
Taroccato, perchè è stato riscritto, protocollato in altra data e poi fatto sparire dal fascicolo processuale, dalla segreteria della dr.ssa Rinaldi e dai cassetti degli agenti della Cosmopol, sia in Procura che in Tribunale.  
Nullo, perchè non mi è stato notificato, manco a seguito di istanza stragiudiziale ai sensi della L. 241/90, come se il Procuratore Generale di NA e i Magistrati di BN fossero esonerati dal rispetto degli Artt. 111, 27 e 24 della Costituzione.

Rendo questa dichiarazione spontanea al Ministro Bonafede, non perchè ho dato due volte mandato di fiducia al M5S, ma per sapere se il capo di accusa avrà il potere di abrogare l’Art. 21 della Costituzione e per essere punito severamente per i reati che mi sono stati contestati, sempreché non fossero sostenuti da artificiose ricostruzioni e da puerili stregonerie, tipiche degli Uffici pubblici di Benevento, ove spariscono DVD e interi faldoni, vengono taroccati documenti, indagini e fogli di carta, prima ancora di numerarli e acquisirli al sistema informativo (v. "Giudici di casa nostra", di Domenico Longo, Edizione L'Altra voce).

Non ho chiesto l'interrogatorio, perchè i magistrati sembrano in apparente conflitto di interesse e con se stessi. Ma, risponderò a tutte le domande che il Ministro, i Commissari e le controparti vorranno pormi.
Le immagini contenute nel manifesto incriminato parlano da sole e trattano di diritti preclusi di libera circolazione. Ma, mostro le parole scritte nel poster ritenuto minaccioso dal Procuratore, ossia quello che ho esposto fuori dalla Procura, 2 mesi prima che la Presidente Rinaldi facesse fissare sul cancello del Tribunale il divieto di manifestare sullo spazio pubblico antistante i palazzi di Giustizia. Ripeto: 2 mesi prima del divieto, perchè la violazione che mi è stata contestata dal Procuratore è accaduta il 14.5.2019,  prima che fosse affisso il divieto sul cancello, quando il 3 di settembre ho registrato questo video .
(cliccare sul manifesto per ingrandire) 


Non appare vano domandarsi per quali motivi il divieto non è stato disposto per Napoli, per altri Tribunali e per gli avvocati penalisti che hanno contestato il Dr. Piercamillo Davigo, non fuori, ma nella Camera Penale del Tribunale di Milano. Ma questa è un'altra storia, che comunque riguarda non solo il diritto di espressione che viene negato a Benevento, ma l'azione discriminante di un provvedimento chiesto da Benevento e valido solo per il Tribunale e la Procura di una mite città periferica, peraltro tranquilla, fin troppo pacifica, servile e silenziosa.
Il Dr. Davigo ha lasciato che i penalisti manifestassero liberamente e, seppure si fosse indispettito, non ha reagito d'impulso, né poi ha chiesto l'imputazione dei dimostranti.

Sono incriminato per avere esternato con un manifesto ed una leggerissima sedia di tela, peraltro nemmeno idonea a provocare un leggero mal di testa, un risentimento nei confronti di funzionari dello Stato che delinquono e restano impuniti. Funzionari che non osservano le leggi, i regolamenti, il Codice Etico Europeo della Polizia e non assicurano la giustizia in tempi ragionevoli, senza frantumare vetrine, disturbare i passanti, senza arrecare disagi ad alcuno, senza limitare in alcun modo i diritti degli altri cittadini, né interrompere il servizio dei pubblici Dirigenti dello Stato.
Considero la libera espressione come esercitata da Gandhi, Martin Luther King, Mandela, Matteotti un diritto nobile e imprescindibile, per un paese che voglia definirsi civile e democratico. Rifarei perciò tutto ciò che ho fatto altre 100 volte, anche a costo di scontare 100 volte la pena per difendere i diritti fondamentali dell'uomo, la libera espressione e la Costituzione. Sono pertanto disposto a subire condanna penale per l'impiego di un manifesto, se ritenuto minaccioso, ma non a farmi censurare o ridurre lo spazio di libertà che i nostri padri costituenti hanno inteso proteggere con l'Art. 21.
Non c’è assoluzione che possa risarcire diritti universali negati dallo Stato, se non la sentenza del Giudice che condanna in modo esemplare coloro che hanno ridotto la mia libertà, per intimorirmi e sovraccaricarmi di oneri e di spese legali, chi ha eseguito e chi ha dato l'ordine di togliermi i manifesti e di trascinarmi in caserma come un sacco di spazzatura, coloro che mi hanno sottoposto ad accertamento sanitario obbligatorio senza averne titolo e che hanno limitato i diritti protetti dalla Costituzione e dalla CEDU, solo per servire e non contrariare il superiore.
Perciò, serenamente attendo di sapere dal Ministro di Giustizia se intende nominare i commissari e se costituisce reato l'aver scritto ciò che penso.
Benevento, 14 aprile 2020

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