martedì 5 maggio 2020





COME UCCIDERE UNA famiglia
a benevento
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La lettera scritta
Al Presidente della Repubblica

Nel mese di agosto del 1997, ultimato un fabbricato per
trasferire l'attività produttiva di famiglia, ci trasferiamo nei pressi di Benevento, per dare un futuro alle fanciulle ricevute in dono da Madre Teresa, allargare l'area espositiva e tenere in vita il negozio di arredamenti.

Cimitero di Pastene
Per coprire gli illeciti e i mancati controlli dell'Ufficio Tecnico, le recinzioni e le costruzioni abusive edificate sulla via comunale adiacente il Cimitero di Pastene, il Sindaco ostruisce lo sbocco primario di Via Vallone San Nicola con un muretto, una cabina elettrica e la spazzatura del paese, violando il Codice della Strada, la libera circolazione, i diritti dell'uomo e la libertà di lavorare nel fabbricato appositamente costruito.
Via Vallone San Nicola




                          Via Regina Elena
Tanto è accaduto, perchè gli amministratori comunali permetteranno ad amici e parenti di ostruire la via con alberi, relitti, recinzioni e di costruire addirittura una casa sulla via comunale, tanto da costringerci a cessare la onorata partita IVA, per l'oggettiva impossibilità di raggiungere il fabbricato con i mezzi di trasporto.

In realtà, il Sindaco non urbanizzò la strada, impedì l'accesso dei camion al fabbricato in difformità ad una remota Delibera di Giunta e generò una situazione di pubblica incolumità sul punto residuo di accesso, perchè
la via cala in forte pendenza al centro di una curva, molto angolata, priva di visibilità, di dossi di rallentamento, di strisce pedonali, di marciapiedi e, perciò, in difformità alle norme di sicurezza sancite dai primi 16 artt. del Codice della Strada.

Il Prefetto, il Questore e il Procuratore della Repubblica sono stati continuamente informati. Ma, dopo 23 anni e circa 40 querele contro sindaci, prefetti e magistrati, il Comune non demolisce le opere abusive, nemmeno su Sentenza del TAR, non sanzionano i reati, ma li prescrivono e li commettono a loro volta, prevaricando le leggi, i tempi processuali prescritti dal codice penale e le più elementari norme di sicurezza, allo stesso modo come tutti hanno sottovalutato il rischio di pandemia.

Anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell'Interno e di Giustizia sono stati ripetutamente informati. Ma, ancora oggi nessuna autorità ha inteso tutelare la libera circolazione, il diritto al lavoro, la nostra sicurezza, il nostro diritto al lavoro e ad equa giustizia.

Dopo 23, la nostra libertà e i nostri diritti fondamentali per vivere sono ancora ristretti, nonostante la Costituzione li garantisca al Titolo Primo, perchè il demanio pubblico è ancora occupato dalle opere abusive e lo sbocco sul cimitero è ancora ostruito, nonostante il Prefetto, con Ordinanza del 22/11/1998, abbia intimato lo sgombro e la messa in sicurezza della "strada di interesse generale", come testualmente è identificata sullo stradario comunale, sul Piano Urbanistico e sul Catasto.

Facciamo pertanto appello alla S.V.  perchè voglia tutelare i nostri diritti,  garantire la Costituzione italiana e sensibilizzare gli Organi di Governo affinché intervengano con immediatezza, prima del 4 p.v.
Sant'Angelo Cupolo, 27 aprile 2020

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