martedì 14 aprile 2020

DICHIARAZIONE SPONTANEA AL MINISTRO DI GIUSTIZIA.


(per ingrandire, cliccare sulla foto dell'imputato)


Dopo essermi difeso da parecchie querele di rimbalzo, poi crollate in giudizio o archiviate dai GIP per infondatezza dei reati denunziati dall'ex Sindaco Michele Vicerè, dal Funzionario Capo dell'UTC di S. Angelo a Cupolo e da alcuni agenti di Polizia, gli ultimi reati contestati dal Procuratore della Repubblica di Benevento rappresentano l'ennesimo tentativo posto in essere dal Dr. Policastro per sterilizzare le mie querele contro alcuni magistrati, contro le autorità di governo locali e nazionali e per sopprimere il diritto di espressione con l'esercizio improprio dei pubblici poteri. Il reato che invece mi contesta ancora una volta l'Avvocato del pluriquerelato capo dell'UTC, poggia sulle menzogne e sulle false testimonianze di soggetti inattendibili, perchè già querelati per falsità, depistaggi, omissioni, per occupazioni di suolo pubblico e per accertati abusi edilizi.
Le "minacce e le intimidazioni" che mi addebitano sono perciò accuse infondate, reazioni temerarie e piuttosto miserabili al confronto delle pratiche illegali che da due decenni addebito ad amministratori pubblici ed alti funzionari dello Stato, trai quali anche la Presidente del Tribunale e il Procuratore della Repubblica di Benevento:  la Dr.ssa Rinaldi, perchè non sopporta i manifesti, non accetta il contradditorio del PM e tantomeno tollera che le sue sentenze siano strapazzate dal Dr. Giacomo Iannella, o forse perchè non ha gradito l' esposto-denuncia che 3 anni fa ho trasmesso al CSM e alla Procura Generale di Roma; il Dr. Policastro, perchè non ha forse gradito le contestazioni di addebito che il 17 gennaio 2019 ho inviato a Lui stesso e ai Ministri di Giustizia, dell'Interno e della Funzione Pubblica, tanto è vero che ha optato per la facoltà di non rispondere ad alcuna domanda.
Se nel corso di questi anni avessi denunziato e pubblicato frottole, anche attraverso i network, ed avessi addebitato responsabilità penalmente rilevanti a Sindaci, Prefetti, Comandanti delle forze dell'Ordine, agenti della DIGOS, all'ex Ministro dell'Interno e al suo capo di Gabinetto, senza esibire adeguate prove a sostegno degli innumerevoli esposti, diffide e denunce-querele, sarei già stato punito e trasferito in una casa di rieducazione mentale o in una cella di riabilitazione penale. Ma, si da il caso che pure gli specialisti del Centro di Igiene Mentale di Benevento hanno attestato che non sto fuori di senno.
Tutte le mie querele vengono trasferite da un PM all'altro e fatte invecchiare in Procura, anche per 10 anni, per poi essere decapitate per superati limiti di stagionatura dei reati, mentre quelle sporte dal Sindaco Vicerè, dalla Questura e dal Dr. Policastro hanno viaggiato su binari ad alta velocità.
Contrariamente ad altri soggetti meno audaci, ma sicuramente più scaltri di me, io sono sempre presente in aula, da incriminato e come parte offesa, e non m'avvalgo della facoltà di non rispondere come il Dr. Aldo Policastro. Sarei presente anche se davvero fossi la persona colpevole di aver trasgredito un'ordinanza restrittiva della libertà e di aver "minacciato"  le autorità con un manifesto e una sedia pieghevole.
Non sono uno scrittore profondo e telegrafico come Erri De Luca, né un giornalista e nemmeno l'aiuto vignettista di Giorgio Forattini, ma mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura. Sono incriminato per aver fatto uso di eloquenti immagini, della parola scritta e di aver trasgredito un provvedimento restrittivo, taroccato e nullo.
Taroccato, perchè è stato riscritto, protocollato in altra data e poi fatto sparire dal fascicolo processuale, dalla segreteria della dr.ssa Rinaldi e dai cassetti degli agenti della Cosmopol, sia in Procura che in Tribunale.  
Nullo, perchè non mi è stato notificato, manco a seguito di istanza stragiudiziale ai sensi della L. 241/90, come se il Procuratore Generale di NA e i Magistrati di BN fossero esonerati dal rispetto degli Artt. 111, 27 e 24 della Costituzione.

Rendo questa dichiarazione spontanea al Ministro Bonafede, non perchè ho dato due volte mandato di fiducia al M5S, ma per sapere se il capo di accusa avrà il potere di abrogare l’Art. 21 della Costituzione e per essere punito severamente per i reati che mi sono stati contestati, sempreché non fossero sostenuti da artificiose ricostruzioni e da puerili stregonerie, tipiche degli Uffici pubblici di Benevento, ove spariscono DVD e interi faldoni, vengono taroccati documenti, indagini e fogli di carta, prima ancora di numerarli e acquisirli al sistema informativo (v. "Giudici di casa nostra", di Domenico Longo, Edizione L'Altra voce).

Non ho chiesto l'interrogatorio, perchè i magistrati sembrano in apparente conflitto di interesse e con se stessi. Ma, risponderò a tutte le domande che il Ministro, i Commissari e le controparti vorranno pormi.
Le immagini contenute nel manifesto incriminato parlano da sole e trattano di diritti preclusi di libera circolazione. Ma, mostro le parole scritte nel poster ritenuto minaccioso dal Procuratore, ossia quello che ho esposto fuori dalla Procura, 2 mesi prima che la Presidente Rinaldi facesse fissare sul cancello del Tribunale il divieto di manifestare sullo spazio pubblico antistante i palazzi di Giustizia. Ripeto: 2 mesi prima del divieto, perchè la violazione che mi è stata contestata dal Procuratore è accaduta il 14.5.2019,  prima che fosse affisso il divieto sul cancello, quando il 3 di settembre ho registrato questo video .
(cliccare sul manifesto per ingrandire) 


Non appare vano domandarsi per quali motivi il divieto non è stato disposto per Napoli, per altri Tribunali e per gli avvocati penalisti che hanno contestato il Dr. Piercamillo Davigo, non fuori, ma nella Camera Penale del Tribunale di Milano. Ma questa è un'altra storia, che comunque riguarda non solo il diritto di espressione che viene negato a Benevento, ma l'azione discriminante di un provvedimento chiesto da Benevento e valido solo per il Tribunale e la Procura di una mite città periferica, peraltro tranquilla, fin troppo pacifica, servile e silenziosa.
Il Dr. Davigo ha lasciato che i penalisti manifestassero liberamente e, seppure si fosse indispettito, non ha reagito d'impulso, né poi ha chiesto l'imputazione dei dimostranti.

Sono incriminato per avere esternato con un manifesto ed una leggerissima sedia di tela, peraltro nemmeno idonea a provocare un leggero mal di testa, un risentimento nei confronti di funzionari dello Stato che delinquono e restano impuniti. Funzionari che non osservano le leggi, i regolamenti, il Codice Etico Europeo della Polizia e non assicurano la giustizia in tempi ragionevoli, senza frantumare vetrine, disturbare i passanti, senza arrecare disagi ad alcuno, senza limitare in alcun modo i diritti degli altri cittadini, né interrompere il servizio dei pubblici Dirigenti dello Stato.
Considero la libera espressione come esercitata da Gandhi, Martin Luther King, Mandela, Matteotti un diritto nobile e imprescindibile, per un paese che voglia definirsi civile e democratico. Rifarei perciò tutto ciò che ho fatto altre 100 volte, anche a costo di scontare 100 volte la pena per difendere i diritti fondamentali dell'uomo, la libera espressione e la Costituzione. Sono pertanto disposto a subire condanna penale per l'impiego di un manifesto, se ritenuto minaccioso, ma non a farmi censurare o ridurre lo spazio di libertà che i nostri padri costituenti hanno inteso proteggere con l'Art. 21.
Non c’è assoluzione che possa risarcire diritti universali negati dallo Stato, se non la sentenza del Giudice che condanna in modo esemplare coloro che hanno ridotto la mia libertà, per intimorirmi e sovraccaricarmi di oneri e di spese legali, chi ha eseguito e chi ha dato l'ordine di togliermi i manifesti e di trascinarmi in caserma come un sacco di spazzatura, coloro che mi hanno sottoposto ad accertamento sanitario obbligatorio senza averne titolo e che hanno limitato i diritti protetti dalla Costituzione e dalla CEDU, solo per servire e non contrariare il superiore.
Perciò, serenamente attendo di sapere dal Ministro di Giustizia se intende nominare i commissari e se costituisce reato l'aver scritto ciò che penso.
Benevento, 14 aprile 2020

giovedì 9 aprile 2020


Nota a seguito esposto/denuncia del 2 marzo 2020.
Ognuno arrangia o arranca come può, se non dà più garanzia l'Europa e tantomeno lo Stato italiano. Perciò, non ci meravigliamo più se crollano i ponti, se ci scambiano tutti per mafiosi, se la Magistratura perde acqua dai piani alti e se il corale scarico di responsabilità abbia contagiato tutti, fino al punto che nessun vertice preposto avverte più il dovere di dare una risposta al sottoposto, perchè in Italia vige il menefreghismo, l'indifferenza, l'omertà, l'egoismo, l'impunità, lo scarica barile, il ruba ruba, il tradimento e l'anarchia.



Perciò, chi si adegua a tali "codici" comportamentali progredisce e si arricchisce. Chi invece si ispira ad altri valori è perdente, perchè o soccombe o viene trattato come fosse un delinquente. Chi si ribella e reclama diritti costituzionalmente protetti con lettere e manifesti, oppure denunzia crimini a carico delle autorità statali, viene completamente ignorato. Se insiste, rischia di essere messo alla gogna dalle Forze dell'Ordine e dalla Magistratura, fino a quando perde pure la fiducia nelle persone di buona volontà e ricorre al fai da te.

Nel corso degli ultimi 3 anni, al Viminale e a Palazzo Chigi abbiamo visto alternarsi 3 ministri e 3 governi di diverso sesso e di diverso colore. Ma, non ho visto una mutazione epocale, nemmeno nella sanità, nella magistratura, nelle scuole di ogni ordine e grado, nei due Palazzi di Giustizia e nella Prefettura di Benevento. Dopo 11 anni di grande impegno epistolare, ho visto mistificare, palleggiare e stagionare decine di fascicoli penali in Procura, anche per 9 anni consecutivi; ho visto cadere in prescrizione gravissimi reati e non ho visto celebrare decine di processi, nemmeno a Napoli, in Corte d'Appello. Né è stato possibile acquistare una sola mascherina in farmacia, a distanza di 2 mesi dalla decretazione dello stato d'emergenza, dopo un mese di incertezze e 18mila decessi.

Io scrivo, domando, diffido e denunzio, ma nessuno risponde.

Se il Sindaco di Messina non fosse diventato uno e trino ed avesse assunto le responsabilità del Prefetto, del Governatore della Sicilia e del Ministro dell'Interno, nei decorsi giorni avremmo probabilmente visto transitare flotte di vacanzieri, di emigrati e di giocolieri, con e senza mascherina, né più, né meno di come, in TV, abbiamo visto 40mila tifosi infettarsi a squarciagola nello stadio, migliaia di lavoratori scappare verso il Sud ed altre decine di migliaia timbrare il cartellino nell'epicentro della zona infetta, mentre la conta delle bare aumentava a dismisura.

Domando a voi tutti: vi pare giusto che da 23 anni la mia famiglia sia privata del diritto alla circolazione, alla sicurezza, al lavoro e nessuno ha inteso ripristinare la legalità e liberare uno straccio di via pubblica dalle recinzioni e dalle costruzioni abusive? Nemmeno quando ho ampiamente dimostrato, ai vari Prefetti e ai vari Ministri, che gli Amministratori comunali non demoliranno mai le opere abusive, perchè sono stati loro stessi a falsificare i carteggi, a realizzare la prima ostruzione della via in difformità a una delibera di giunta, a permettere le occupazioni di suolo pubblico, ad elargire contributi statali e concedere autorizzazioni edilizie in difformità ai piani urbanistici. Quali motivi avrebbero avuto di favorire i compaesani, se non per trarre profitti e condizionare per sempre i loro voti?

Domando al Ministro di Giustizia, all'On.le Maglione e alle On.li colleghe cui ho dato mandato di rappresentanza: vi pare normale che durante tutto questo tempo nessuno di voi abbia trovato un minuto per rispondere ai miei incessanti appelli? Nemmeno il Sottosegretario di Stato Carlo Sibilia o un qualunque portaborse dell'Interno?

E ancora: vi pare normale che debba subire un processo il Sindaco di Messina, per aver fatto più del suo dovere ed aver anticipato le autorità preposte a controllare gli sbarchi e la sicurezza dei siciliani? Quantunque atipico, non sarebbe stato più efficace se i Sindaci di Annone Brianza, Genova ed Aulla avessero chiuso il traffico sui ponti, anziché supplicare l'iniziativa dei preposti e piangere le vittime dei crolli?

E infine, vi pare azione di un paese civile, che io debba subire le misure restrittive a tempo indeterminato, senza notifica dell'atto, senza possibilità di difesa e senza processo, per aver rappresentato i miei diritti davanti al Palazzo di Giustizia, in silenzio e in diligente compostezza, per la causa di libertà che riassumo nel seguente video?

Contando sul corale slancio d'orgoglio e sul cristiano recupero delle occasioni mancate, saluto e ringrazio.

https://www.youtube.com/watch?v=fb4d9fP8RTk&fbclid=IwAR1Y5KE1_v2qjWjZVm6C4RDK4LpSVSKdyd9ewL2KN1oPKDwoXLjVRQXOz7M
Benevento, 9 aprile 2020
Attilio Paradiso

giovedì 26 marzo 2020

Ruberie, donazioni e lasciti.

Non sono un ragioniere e tantomeno un economista, però sin da giovane sono sempre stato molto bravo a fare la sommatoria tra le entrate e le uscite, dal mio portafoglio e da quello che gli italiani mettono in mano ai ministri e alla Pubblica Amministrazione.

Dopo il diploma, cominciai a camminare subito con le mie gambe. Ma, dopo un periodo di lavoro all'estero, in Italia con mio padre e come operaio alle dipendenze di una ditta di impianti telefonici, iniziai a pedalare con una 500 usata e a spingerla, quando sulla SS 90 bis non passava nemmeno un camionista per farmi rimorchiare.

Stanco, spossato e distrutto dagli sforzi e dalle spese di aggiustaggio, piazzai il coccio a metà prezzo e acquistai, naturalmente a rate, una R4 nuova e un portapacchi lunghissimo, collaudato per superare la salita di Arpaia e portare 3 colonne frigo, 2 reti e 2 materassi matrimoniali per 100 Km, da Napoli a Casalbore.

Appena misi da parte un po' di soldi, mi sposai, perdemmo la prima biondina, ne guadagnammo due abbronzatissime e finalmente permutai la R4 con un Ducato grande volume, con il quale non solo alleggerimmo il nostro lavoro e incrementammo le vendite, ma abbiamo risparmiato tanti soldi per le spese di trasporto, per la pubblicità e per le vacanze domenicali con gli amici.


Più avanti, spesi tutti i miei risparmi, più 20 milioni di vecchie lire prese naturalmente a debito, per costruire una casa e un modesto magazzino, che ho adibito per tenere dignitosamente in vita l'attività produttiva di mio padre e per non pagare più fitti.

Dopo 14 anni di doppio, triplo lavoro, nonché di calli alle mani e di marroni al culo, ho finito per costruirne una seconda casa molto più grossa della prima, senza prendere nemmeno una lira in prestito dalle banche.

Detto questo, penso che uno Stato, dopo 30 anni di spese sproporzionate, di assunzioni pazze e di privatizzazioni vuoto e contenuti a perdere, non può più pagare con i nostri risparmi postali i debiti accesi dal 1990 ad oggi, tartassando di tasse e di imposte chi produce reddito, lavorando anche di notte per pagare le tasse sui magazzini, sui capannoni e sui fabbricati, derubati pure di una via d'a cesso per sotterrare le partite IVA al camposanto.

Uno Stato previdente dovrebbe alleggerire la pressione fiscale, incentivare chi demolisce il vecchio e ricostruisce, chi investe e rischia di tasca sua. Uno Stato giusto dovrebbe semplificare, sburocratizzare, eliminare le spese improduttive, sopprimere un ramo del parlamento senza ridurre il numero dei parlamentari, ridurre drasticamente le regioni e il numero dei consiglieri, far funzionare la giustizia penale, civile e amministrativa, eliminare le province e distribuire il ricavato ai comuni. Inoltre, in un lasso di tempo massimo di 15 anni, dovrebbe togliere le concessioni per le autostrade, l'energia, l'acqua, la mobilità e la spazzatura. 

Infine, andrebbero inasprite le sofferenze per tutti i dipendenti dello Stato che rubano e sperperano danaro pubblico, ad esempio con la decapitazione delle dita.

Tutti i politici, i magistrati, i dipendenti statali e gli amministratori locali  avvezzi alle menzogne, alle panzane e al gioco delle balle andrebbero invece puniti con l'estrazione graduale dei canini, degli incisivi o, se recidivi, con la cucitura della lingua sul palato.

Tanto dovevo dire, ho svaporato e che Dio sia Laudato.
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mercoledì 26 febbraio 2020


Perchè i gerarchi temono la libertà di espressione e i manifesti?

 (clicca sulle immagini per ingrandire)

Non tutti, ma molti amici si sono posti la domanda incollata nel titolo di questo articolo. Tuttavia, pur conoscendo i fatti che da 2 lustri racconto su Facebook, forse solo qualcuno è riuscito a comprendere per quale ragione i Magistrati di Benevento, i poliziotti ed altri soggetti pubblici si siano accaniti come un branco di leoni feriti per strapparmi le telecamere, la penna, lo smartphone, la pelle e qualche osso da dosso.

Tutto nasce da un mio esposto/denuncia del 2009, che, dopo 4 anni di ritardi causati da un PM giocherellone, avvezzo ai ritardi, a commettere troppi errori di notifica e cause di nullità, diede luogo ad un doppio processo dinanzi a due collegi giudicanti: il primo presieduto dalla Dr.ssa Rinandi, poi promossa alla Presidenza del Tribunale, e il secondo presieduto dalla Dr.ssa Fallarino.

Entrambi i processi finirono con l'assoluzione degli imputati, nonostante i 6 giudici avessero accertato che i reati omissivi di atti obbligatori posti a tutela della pubblica incolumità fossero stati ampiamente provati e gli Amministratori del Comune di Sant'Angelo a Cupolo fossero evidentemente responsabili del rifiuto e delle omissioni ai sensi degli artt. 110 e 328 del c.p.p.

Ma, ciò che appare logico per i somari spesso è del tutto illogico per certi giudici italiani. Non fosse altro perchè, se è stata accertata la commissione di un reato, ci deve essere necessariamente una persona che l'ha commesso! In tal caso, perciò, forse il reato è stato commesso da Nessuno, o da qualcuno che ha trafitto l'occhio del Giudice Ciclope.

Infatti, nel 2016 fu assolto prima il Sindaco, a due passi dalla prescrizione dei reati, e più avanti la Presidente Rinaldi assolse anche il Capo dell'Ufficio Tecnico, ossia la persona che per un ventennio non aveva allestito un progetto, né un piano di spesa per eliminare i pericoli da un incrocio stradale e rendere transitabile una via comunale, che ancora oggi è interclusa da alberi da frutta, recinzioni abusive e da un fabbricato invasivo della strada comunale.

Insomma, due sentenze che facevano a pugni l'una con l'altra e che indispettirono non solo il mio avvocato, che mollò il mandato e le redini del mio somaro, ma soprattutto il Pubblico Ministero, Dr. Giacomo Iannella, che invece impugnò immediatamente la sentenza, due giorni prima di essere sfrattato dalla Procura di Benevento.
La cosa non fece imbestialire più di tanto il mio ronzino, perchè il somarello, non io, aveva già capito quale carrozzone politico e quale capo carrozza aveva manovrato in sacrestia perchè gli imputati fossero assolti, fino al punto di ridicolizzare entrambe le sentenze, per la contraddittorietà delle motivazioni esposte dai magistrati, per il travisamento del Testo Unico degli Enti Locali e per l'aberrante interpretazione degli artt. 110 e 328 del c.p. (clicca qui, se vuoi leggere l'impugnazione del PM)

Ecco perchè la mattina successiva piazzai un manifesto di fronte al cancello del tribunale, non enorme, ma abbastanza grande da essere visto da parecchi passanti e dalla Dr.ssa Rinaldi, che verosimilmente si imbestialì con i carabinieri, con gli agenti al suo servizio e con la DIGOS. La cosa non fu digerita da gran parte dei magistrati, evidentemente non abituati ad essere contestati in tal modo, specie dai beneventani, dai giornalisti locali, dagli avvocati e da TV7.


Da allora la Presidente del Tribunale ha fatto di tutto per farmi sloggiare da sotto i portici del Tribunale e dalla strada. Ma non c'è mai riuscita, nemmeno quando sono stato brutalmente portato in questura, Infatti, dopo ogni fermo identificativo (limitazione di libertà), sono sempre ritornato a combattere contro i mulini a vento, con i manifesti e con l'inoffensiva sedia di tela.


Probabilmente la Rinaldi avrà pressato più di una volta anche il dirigenti della Procura, cosicché lo scorso anno ha chiesto al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli che mi fosse impedito l'accesso nei palazzi di giustizia di Benevento. Cosa che il Procuratore Riello fece immediatamente l'8 di agosto del 2019, senza informarmi e  senza concedermi almeno qualche giorno per depositare memorie a difesa, almeno per la mia incolpevole sedia e per il mio laborioso somaro.

Difatti, il 27 di agosto fui informato dagli agenti della Cosmopol, i quali, dopo varie insistenze mi fecero dare uno sguardo all'ordinanza restrittiva firmata dal Dr. Riello e controfirmata per notifica dalla Dr.ssa Tillo.

Senza perdere tempo, la sera stessa scrissi un'istanza al Procuratore Generale, con la quale chiedevo ai sensi della L. 241/90 di avere la copia del documento, di sapere quale o quali autorità lo avevano chiesto e di conoscere gli atti probatori prodotti dalla Rinaldi e/o dal Procuratore Policastro a sostegno della misura restrittiva.

La risposta non solo non è mai arrivata, ma nel mese di febbraio 2020 ho preso atto che il Dr. Aldo Policastro e il Procuratore Aggiunto della Repubblica di Benevento mi contestano di aver violato gli ordini restrittivi, mi ritengono responsabile di aver violato l'art. 650 del c.p. e di aver minacciato le autorità con una sedia pieghevole e con questo manifesto:
(clicca sulle immagini per ingrandire)

Affranto, costernato, ma elettrizzato e ricaricato per la straordinaria notizia di reato, prendo subito visione del fascicolo processuale e scopro che il Policastro si è aggrappato allo specchio e sta scivolando all'inferno su se stesso, perchè:
  1. la misura restrittiva del 2 ottobre 2019 non è la stessa, ma è diversa da quella che mi fecero vedere gli agenti della Cosmopol 2 mesi prima, perchè in quel documento non c'era alcuna indicazione sulla persona che aveva chiesto la restrizione e il riferimento alla data di protocollo dell'ufficio richiedente era diverso;
  2. l'ordinanza del Procuratore Generale era sicuramente datata 8 agosto 2019 (clicca, ascolta il filmato e vedi la data del mio manifesto), mentre quella rinvenuta nel fascicolo processuale reca la data del 2 ottobre 2019 ed un riferimento ad un altro numero di protocollo con regolare codice a barre.

Dopo aver preso buona memoria di tutte le indagini, scendo al piano terra e chiedo agli agenti della Cosmopol di farmi rivedere il documento custodito nel cassetto delle scrivanie. Ma, tanto l'agente operante in procura che quello in servizio in tribunale mi diranno, in maniera piuttosto goffa e impacciata, che il documento datato 8 agosto 2019 e controfirmato dalla Dr.ssa Tillo è scomparso dai loro cassetti.

Ovviamente capisco che il Procuratore Policastro e la Dr.ssa Rinaldi stanno giocando a nascondino con i polli, coi pulcini e con un vecchio somaro a caccia del tartufo, perchè devono nascondere più di un misfatto e perchè il documento è stato staccato pure dalle indagini trasmesse dai Carabinieri di Benevento.

A seguito di mie distinte, sollecite e incessanti istanze ai sensi della Legge 241/90, trasmesse ai Carabinieri e depositate presso la segreteria della Rinaldi, il documento del 8 agosto 2019 non mi sarà trasmesso, né dai Carabinieri e tantomeno dalla Rinaldi, che ovviamente avrà subito avvisato il collega Policastro, caduto per la terza volta come un salame in un pericoloso incastro.

Inutile raccontare che in questi ultimi 10 anni  ho subito 5 arresti, un Accertamento Sanitario Obbligatorio presso il Centro di Igiene Mentale e ben 7 querele di rimbalzo montate sulle balle, non solo dal Procuratore della Repubblica di Benevento, ma dal Capotecnico del Comune di Sant'Angelo a Cupolo, dall'ex Sindaco e dai funzionari della Questura, della Polizia Municipale e della Digos.

(Clicca sulle immagini per ingrandire)

Fino a questo momento è andata bene, ma non assicuro di uscirne vivo, indenne, senza peccati e di portare almeno in salvo il somarello.
La domanda sorge spontanea e la faccio a tutti coloro che tifano per la libertà di espressione:
tocca minacciare i Carabinieri coi manifesti, devo assediare il CSM e Piercamillo Davigo con la mia sedia da spiaggia o tocca imboccare la Salerno/Reggio Calabria insieme a voi tutti, per chiedere giustizia a Nicola Gratteri?

Vi saluto affettuosamente dal camposanto di Pastene, a du passi non ancora praticabili per lo Patateno e per lo paradiso eterno.


giovedì 20 febbraio 2020


Segnalazioni al Ministro dell'Interno


Con lettera qui linkabile trasmessa in PEC il 26 settembre 2019, Le ho già rappresentato che il Prefetto di Benevento non intende adottare i poteri sostitutivi nei confronti degli Amministratori comunali di Sant'Angelo a Cupolo, nonostante 2 anni fa abbia  emesso un' Ordinanza di sgombro di opere abusive da una strada comunale nei confronti del Sindaco, che con banali, ma funzionali astuzie rifiuta di recidere una ventina di alberelli e di demolire un muretto eretto in difformità alla Delibera di Giunta n. 69/1995.

So che Lei è particolarmente esperta di occupazioni abusive, perciò sa che una via pubblica può cambiare destinazione d'uso e può essere dismessa, se non arreca danni ai cittadini, ma non può essere chiusa arbitrariamente dal Sindaco, se non per motivi di sicurezza pubblica, che comunque devono essere disposti  con una Delibera di Giunta, da pubblicare sul sito WEB,  con manifesti e comunicati stampa.

Lei  certamente sa che la variazione, la dismissione, il cambio di destinazione e la sdemanializzazione di una via devono passare per un avviso pubblico e per la notifica ai cittadini che potrebbero subire danni o limitazioni, ai sensi del Codice Civile e del Codice della Strada. Poi, trascorsi i termini per eventuali reclami e ricorsi al TAR, la dismissione (o la chiusura di una strada di "interesse generale" come nella fattispecie)  deve passare per una delibera di giunta, per la successiva approvazione del Consiglio comunale, quella della Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Regione: atti che il  Comune non ha mai prodotto e che pertanto non può esibire a sua discolpa  e per le irregolarità commesse dai suoi predecessori.

Ecco perchè questi fatti ed altri misfatti ancora più gravi sono stati da me ripetutamente  denunziati all'Autorità Giudiziaria. Ma, dopo 11 anni e numerosissime querele, non solo sono ancora in attesa degli accertamenti della Procura di Benevento, ma pure che il Prefetto decida come intende adoperarsi.

Perciò, le dichiarazioni rese dal Sindaco D'Orta sono frutto di astute scappatoie, di impavide, ma efficaci menzogne di un esperto geometra, avvezzo a falsificare atti di qualunque natura, di confondere i magistrati e di corrompere i suoi dipendenti, fino al punto di essere stato destinatario di numerose ordinanze di abbattimento, come tecnico e come proprietario esecutore di un fabbricato non conforme al progetto,  nonché capace di mistificare il Piano Urbanistico Comunale.  Infatti, ha fatto sparire il tratto di strada ostruita dal muretto dall'aerofotogrammetria allegata al PUC, con la complicità dell'Avvocato Assessore all'Urbanistica, Responsabile del PUC, e dei tecnici pagati con 24.000 € di danaro pubblico, per un progetto poi finito in pattumiera a seguito di innumerevoli reclami dei cittadini, di mio ricorso e di mia successiva querela, ancora in corso di definizione, ma per la quale il Procuratore Aggiunto della Repubblica aveva già concluso le indagini preliminari  3 anni fa.

L'atto che attesta il vero è la Delibera di Giunta n. 69 del 9/3/1995, di cui più avanti mostro un ritaglio e la mappa.

Con tale deliberazione, infatti,  la Giunta comunale non autorizza l'ENEL a spianare la strada, a realizzare un piazzale per parcheggiare la spazzatura del paese, a ostruire la via comunale con un muretto, né a collocare la cabina elettrica sulla sede stradale, ma autorizza l'ENEL a collocare la cabina nei 12 m2 della particella n. 362, accanto al cimitero di Pastene, ove non avrebbe ostacolato il transito degli automezzi.
 per ingrandire clicca sulle immagini



Mi auguro che la S.V. si adoperi perchè il muretto sia demolito, prima di eventuali avvisi di garanzia per i reati di corruzione, falso e depistaggio che ho contestato al Prefetto Galeone, in modo che il mio fabbricato possa essere raggiunto con i mezzi da lavoro e perchè i miei figli lo possano utilizzare per attività produttiva, ovvero per lo scopo principale per il quale era stato da me progettato e costruito in conformità alla C.E., per la quale pagai gli oneri di urbanizzazione, non certo per regalare la strada ai confinanti, per dare la facoltà ai Sindaci di fare ciò che la Legge vieta e di guadagnare voti in cambio di gratuiti favori.
Benevento, 14 gennaio 2020

sabato 8 febbraio 2020

Caro Pippo Gervaso che non sei altro, mentre tu, Peppino Conte e Giggino di Maio pensate di fare, facessero o farebbiro le riforme per rallentare la giustizia ingiusta, io remotamente già avevo faciuto una querela secca a grappolo, contro lo Procuratore Riello e tutti quelli che contro zia Wuallera stanno rompendo e facendo un casino di bordello.
Raccogli il seguente cestello, leggi, statti zitto e non scassare il mio secchiello:

domenica 27 ottobre 2019


Mail recapitata ai parlamentari pentastellati
campani + domanda + quesito agli elettori. 
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Nel trasmettere questa foto e questo video di soli 3 minuti, con i quali racconto, sintetizzo e mostro una vicenda giudiziaria che dopo 22 anni e 39 querele non è giunta ancora a fine, rendo noto che per le medesime ragioni ho scritto a "TUTTI" i parlamentari della scorsa legislazione, ricevendo risposta solamente dall'ex deputato Massimiliano Bernini.
Non appare vano evidenziare che ho ripetutamente scritto e inutilmente chiesto una risposta ai sensi della Legge 241/90 a Luigi Di Maio, al Ministro Bonafede, all'ex Ministro Salvini e al Presidente Conte.
Al di là del fatto che ho convintamente votato e fatto votare per il M5S, rendo noto che la mancanza di risposta di un qualsiasi dipendente dello Stato e, quindi, anche di un deputato e un senatore, non solo si qualifica al pari di una qualunque carenza educativa o come  becero menefreghismo, ma per la legge italiana è un reato penalmente perseguibile ai sensi degli artt. 110 e 328 del c.p.
Se l'anno scorso ho sporto querela contro Salvini e il suo Capo di Gabinetto, non vorrei querelare i parlamentari campani a 5S che fino a ieri non hanno inteso rispondermi, nemmeno attraverso Messenger, specie in un momento delicato, quando occorrerebbe ad ogni costo tamponare l'inarrestabile emorragia.
Questa mail non raggiungerà, come noterete, alcuni deputati e senatori, semplicemente perchè non meritano più alcuna considerazione.
Sperando in un cortese cenno di riscontro, comunico che nella mattinata di martedì prossimo, 29/10/2019, sarò al Ministero dell'Interno e, se non mi lasceranno entrare e parlare col Ministro o con uno dei due sottosegretari, terrò 2 comizi: il primo al Viminale e l'altro a Palazzo Chigi. 

Chi volesse, potrà sostenere i miei diritti venendo a manifestare la propria vicinanza al Ministero dell'Interno. Chi non può, chieda almeno a Carlo Sibilia, a Luigi Di Maio, a Gigi Maraia e ai 4 parlamentari di Benevento per quali ragioni non hanno presentato una semplice interrogazione parlamentare.
Distinti saluti e buon lavoro.

DOMANDA: Se hai rappresentato un tuo problema a un parlamentare e glielo hai pure scritto, lui o lei te lo ha risolto o almeno ti ha risposto?
QUESITO: osserva la seguente foto, cerca le differenza e descrivi se e quante ne hai trovate.