MEMORIE PER SEQUESTRO MANIFESTI
Al Tribunale del Riesame di Benevento
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Io
sottoscritto Paradiso Attilio, nato a
Casalbore (AV) il 18.2.1951 e residente a Sant'Angelo a Cupolo (BN) in Via
Vallone San Nicola 2, indagato nel procedimento contraddistinto in oggetto e
proprietario del pannello di multistrato con due manifesti attaccati su
entrambi i lati, con la presente impugno
il Verbale e il Decreto di
convalida del sequestro e denunzio
le seguenti irregolarità, anomalie comportamentali e illegalità.
Quella del 5.3.2020 non è la prima, ma è una delle
numerose volte che gli agenti della Digos - con le buone maniere o con quelle
non consentite dalla Legge e dal Codice Etico Europeo per la Polizia - limitano l'esercizio del diritto di
espressione, mi tolgono i manifesti e mi portano in caserma, pur conoscendomi e
sapendo che non disturbo la quiete pubblica, sono rispettoso dei diritti e
della libertà di tutti e non sono mai stato minaccioso con i magistrati, gli
impiegati pubblici e i poliziotti, nemmeno quando quelli più irrequieti allungano
le mani sul mio corpo, prendono a calci i manifesti, mi strappano il cellulare
o la telecamera protettiva dalle mani, mi afferrano e mi trascinano in questura
come un terrorista, al cospetto di centinaia di spettatori, autorità e giornalisti
diverti e ammutoliti, danneggiando irreversibilmente il mio decoro e facendo
intendere che io stia facendo azioni proibite dalla legge.
E' offensivo
rinfacciare l'operato di funzionari della Digos e dello Stato col seguente
manifesto?
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Non domandate
a me, perchè sarebbe inutile e piuttosto scontata la risposta. Ma, tanto per acquisire
quella degli agenti, chiedete agli Ispettori Lollo, Porreca e alla Dr.ssa Giovanna
Salerno da chi avevano ricevuto gli ordini e quali ragioni avevano per
strapparmi due poster dal collo, afferrarmi per le braccia, trascinarmi per
oltre 20 m. come un sacco di spazzatura e portarmi in Questura con autoambulanza
al seguito, per sequestrare me e i manifesti, fino a quando l'ex Ministro di
Giustizia Orlando andava via dall'Hotel President e da BN.
Per quali
ragioni la Dr.ssa Salerno non impedì che i suoi sottoposti mi trattassero come
un criminale? Per quali ragioni il 5 u.s. la Vicaria del Questore ha
sequestrato solo 2 manifesti, ma non ha
voluto sequestrare quelli che incollo al seguito e quello innanzi riprodotto,
dove compare lei e gli agenti più gradassi della Digos?
Prende decisioni da sola, esegue ordini conferiti dal Questore, dal Prefetto o dal
palazzo di Giustizia?
Nel manifesto
incriminato, in quello riprodotto nella pagina precedente e in quelli che
incollo al seguito, che non ha portato via, ho sintetizzato le cause delle mie
contestazioni, non solo per i reati che addebito ai Prefetti, ma soprattutto
per i comportamenti abnormi del Procuratore Generale della Repubblica di NA,
del Presidente del Tribunale, del Dr. Aldo Policastro e del Procuratore
Aggiunto di Benevento.
Se sono
offensivi i volti anonimi di 2 Prefetti inerti, che rifiutano atti d'ufficio e non
assumono decisioni come Ponzio Pilato, perchè non sono offensivi i volti di 4
autorevoli Magistrati che fanno stagionare le mie querele nei due palazzi di
giustizia, che decidono la mia sorte in camera oscura e mi infliggono una
misura restrittiva, senza nemmeno
notificarmi il provvedimento, come invece ha immediatamente fatto il PM che ha
convalidato il sequestro?
E poi, se i manifesti sono offensivi, chi giudica
e mi deve querelare: un poliziotto o le persone offese?
Patisce più una persona afferrata,
trascinata e arrestata dai poliziotti o fa più danni un pezzo di carta?
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Sono offensive,
minacciose e pericolose una sedia pieghevole e le parole scritte nei manifesti?
Per contestare l'operato del Sindaco, del Prefetto e dei Magistrati occorre chiedere il
consenso al CSM, alla Giunta per l'Autorizzazione a Procedere o ai Dirigenti
dello Stato che contesto?
Gli agenti ritengono
che i nostri padri costituenti hanno concesso la facoltà di esprimerci
liberamente o in misura restrittiva, per prendere in giro il popolo, per reprimere
le parole contrarie di Erri De Luca, le sferzate di Crozza, le narrazioni storiche di Pino Aprile e perchè
le vignette sataniche di Forattini fossero represse dal più ricco, dal più
votato, da chi governa su nostro mandato o da chi ha il potere di decidere
sulla sorte e sulla libertà dell'imputato?
Dopo aver
compreso le vicissitudini umane dei poliziotti rispettosi e scrupolosi, dopo
aver tollerato ed altresì perdonato decine e decine volte gli agenti che, per
evitare di incorrere nel reato di cui all'art. 328 c.p., sono stati costretti a
subire comandi che non avrebbero desiderato eseguire, il 22/8/2018 ho
denunziato i fatti al Prefetto e alla Procura di BN, allorquando sono stato
costretto a subire ulteriori provocazioni da una donna, mentre consultavo un
fascicolo in Procura ed evidenziavo che erano spariti tutti i DVD (vai al video).
Il
procedimento penale n. 5596/18 fu affidato al PM Sansobrino e dopo 19 mesi non
risulta ancora concluso, contrariamente alle numerose querele di rimbalzo che
dal 2009 mi hanno visto imputato da funzionari statali avvezzi alle panzane,
tra le quali quelle sporte lo scorso anno dal Dr. Policastro, di cui due sono
state archiviate per infondatezza dei
reati denunciati, mentre quella descritta a pag. 2 ha rapidamente concluso
l'istruttoria 2 mesi fa, con l'avviso di conclusioni indagini e la notifica di
una nuova imputazione. Tanto, a dimostrare che alcuni magistrati e poliziotti valutano
i fatti con lucidità, mentre altri "giudicano" con astio e spregiudicatezza.
Prima di completare le indagini per il reato
che la Questura e la Procura mi contestano,
- chiedete al
Questore Bellassai perchè non adottò alcun provvedimento, magari per utilizzare
in altri compiti gli agenti incompetenti (v. poster pag. 1), quando il 7 luglio
2017 gli recapitai le memorie
difensive contro la querela e le false accuse concertate tra la Dr.ssa Salerno
e i suoi sottoposti;
- indagate e scoprite
perchè l'ordinanza restrittiva della mia libertà, firmata dal Procuratore
Generale l'8/8/2019, è sparita dal fascicolo istruito dal Procuratore Capo, dagli Uffici del Presidente
del Tribunale e persino dalle scrivanie degli agenti della Cosmopol, mentre al
suo posto è magicamente comparsa un'ordinanza diversa, con la data del
2/10/2019 e con un testo vistosamente modificato rispetto a quella precedente. E
poi, perchè la prima ordinanza (controfirmata per notifica dalla Dr.ssa Tillo) è
stata staccata dalle indagini trasmesse dai Carabinieri, prima ancora che le
pagine fossero numerate e scannerizzate? Quale delle due è artefatta per
coprire una falla o qualche macchia?
- chiedete al
Procuratore Generale per quali ragioni non ha trasmesso la misura restrittiva
del 8 agosto, nemmeno a seguito di richiesta
stragiudiziale del 27/8/2019 e successivo esposto-denuncia;
- chiedete, infine,
al Presidente del Tribunale per quali ragioni non mi ha dato la medesima
ordinanza, quando gliel'ho chiesta con istanza
d'accesso ai sensi della L. 241/90, ben prima che scadessero i termini per
difendermi dalle accuse del Procuratore Capo e del Procuratore Aggiunto. Tale
inadempienza comporterà la contestazione del reato di cui all'art. 328 del
c.p.? Oppure verrà prescritta, come quasi tutte le 39 denunzie-querele che ho
sporto dal 2009 ad oggi?
- interrogatemi, se
credete, e cerchiamo alla luce del sole, al tavolo del dialogo e della
riconciliazione una soluzione economica, per la collettività e per l'immagine
dello Stato, e risolutiva per tutti.
Per quanto il
Prefetto fosse stato capace di muovere il primo passo con l'Ordine
di sgombro, dispiace che il Dr. Cappetta non abbia poi ripristinato la
legalità e la circolazione sulla via
comunale ostruita da 23 anni da alberi
e costruzioni abusive, che abbia ripetutamente rifiutato il dialogo e che
non si sia speso per chiedere almeno il supporto dell'On.le Salvini o del
Ministro Lamorgese, al fine di permetterci di lavorare in un fabbricato di
3.600 mc, regolarmente costruito a norma su suolo edificabile, ma non raggiungibile con i mezzi di lavoro.
E dispiace
ancora di più aver constatato che gli ordini di limitarmi l'accesso nei palazzi
di giustizia, di farmi sparire dalla strada e dalla vista dei rari curiosi non
sono germogliati in Questura, ma nel palazzo di Giustizia.
Se avessimo
dialogato, avrei liberato la via comunale a mie spese ed avrei ringraziato
tutti con un manifesto gigantesco, anziché scomodare le Autorità di Governo ed
espormi alle intemperie dei poliziotti, di essere bollato come un pazzo e di
essere crocefisso dal Procuratore per un manifesto, veritiero, ponderato e
giusto
.
(clicca sull' immagine per ingrandirla)
Se qualcuno volesse a tutti i costi cercare un capro espiatorio per
reprimere la libertà di chi comunica e si esprime con lo scritto, come fecero gli
amici di Erri De Luca quando subì un processo per una "parola contraria", non offensiva, non
minacciosa e tantomeno sovversiva, oppure come gli avvocati penalisti hanno
fatto nella camera penale di Milano, per contestare a torto o a ragione il Dr.
Davigo, occorrerebbe promuovere una
massiccia propaganda per abrogare l'Art. 21 della Costituzione, che però difficilmente
raccoglierebbe i consensi del Presidente Mattarella, del Parlamento e tantomeno
degli artisti, dei vignettisti e dei giornalisti, che pubblicano sul WEB e sui giornali
nazionali anche a costo di rischiare processi a raffica.
Per
completezza, copio e incollo la restante parte dei manifesti non sequestrati:
(clicca sulle immagine per ingrandirle)
Se, invece, qualcuno
cerca un pretesto per processare la verità e smacchiare l'inerzia, le malefatte
e le responsabilità penali dei 6 volti
anonimi da me imputati con
querele e tantissimi manifesti, gli sono grato, perchè forse meriterò un aumento
della pena per i peccati da scontare sulla terra, prima che mi venga cucita la
bocca, mi venga tolta la cittadinanza italiana e venga ritirato il permesso di
soggiorno pure alla mia famiglia.
Perciò, se
volete, consegno tutti i poster che ho stampato, i filmati e le 30.000 pagine che
nei decorsi anni ho scritto ai Funzionari dello Stato e ai Magistrati, prima
per persuaderli cristianamente ad assumere le proprie responsabilità e fare il
proprio dovere nel rispetto della Legge, poi per invitarli ad ottemperare e infine
per denunziare le sparizioni, le falsificazioni, le omissioni, le azioni corruttive
e i depistaggi del Prefetto Galeone, i ritardi, gli eccessi di potere, gli
abusi e i molteplici reati commessi da loro stessi, oltre quelli che da 23 anni
addebito agli impuniti Amministratori comunali di Sant'Angelo a Cupolo.
Non ho altro
da rendere, se non quanto ho già dichiarato con il Verbale
di sequestro del 5 marzo u.s.
al Dr. Antonio Feleppa, uno dei tanti commissari premurosi e cortesi che
onorano la Polizia di Stato.
Serenamente
attendo di sapere se costituisce reato scrivere la verità e liberamente ciò che
penso e che ho già denunziato da 11 anni con 39 querele, nonché di aver dipinto
un'immagine simbolica e anonima, che, pur senza parole, racchiude tutto il
significato di quanto scritto accanto, proprio per non lasciare spazio ad interpretazioni
infelici, utili solo a chi cerca un pretesto per condannarmi, mettermi fuori
causa, colpire chi teme e trema per me ed affermare un principio contrario alla
Costituzione italiana.
Vale
la pena evidenziare che gli accadimenti giudiziari e i manifesti erano già
stati da me trasmessi al Presidente della Repubblica e alle Autorità di Governo
del Paese, attraverso la mail certificata del 2.3.2020,
contenente in prima pagina un recente video messaggio registrato
davanti alla Prefettura, più un blogspot
nel penultimo paragrafo.
Alla
luce di quanto sin qui esposto
CHIEDO
l'annullamento
del decreto impugnato e la restituzione del materiale sequestrato, anche perchè
non sussistono nemmeno i
presupposti del sequestro cautelativo, in quanto i manifesti sono stati
fotografati dagli agenti, prima e dopo il sequestro, sicché viene meno la
necessità "di salvaguardare l'integrità della res scongiurandone il pericolo
di dispersione, di modificazione o di manomissione e di alterazione di stato
...", come invece scrive il PM nel decreto
di convalida del sequestro.
Il CSM, i Ministri dell'Interno e di
Giustizia valuteranno le responsabilità delle persone e dei fatti che ho riferito, per onorare un dovere civico, per reprimere la tentazione di non denunziare
più e per dare una volta tanto ragione a mia moglie e a tutti quelli
rassegnati, che mi hanno sempre detto pressappoco così: "molla, ca senza soldati valorosi nun
serve a niente combattere contro somari,
ascari e mulini a vento".
Benevento, 12
marzo 2020
Attilio
Paradiso