La verità non annega e non muore nel nulla, ma resuscita e torna sempre a galla.
Questo blog riproduce esattamente la deposizione che rendo al Giudice, Dr.ssa Simonetta Rotili.
Proc. n. 4001/2018/21 RGNR - 900/21 RGT
Casale Rosa contro Paradiso Attilio
MEMORIE DIFENSIVE IMPUTATO
Il 2 agosto 2018,
nel corridoio del primo piano della Procura di BN, all'Ispettrice di Polizia Giudiziaria Casale Rosa e ad
altri suoi colleghi ho contestato la sparizione dei DVD da un procedimento
penale, costituito da un fascicolo contenente 3 denunzie sporte da me nel 2010
e nel 2012, illecitamente fotocopiate, spogliate di tutti gli originali e non
più separate l'una dall'altra.
Il 22 agosto 2018 ho denunziato la sottrazione e
l'occultamento degli atti, nonché il comportamento anomalo del personale dipendente
della Procura. A tal fine ho prodotto un video
di 1h e 22', contenente vari filmati, tra i quali quello registrato in
presenza dell'ispettrice e dei suoi colleghi.
Il 29 agosto 2018 l'ispettrice Casale, anziché denunziare al
Procuratore la scompaginazione del fascicolo e l'occultamento
dei DVD, riferiva notizie false all'autorità con 27 giorni di ritardo,
accusandomi di aver effettuato un video "fraudolentemente e senza
autorizzazione" e di averla "minacciata, insultata e offesa"
alla presenza di parecchi suoi colleghi della Procura. Così facendo,
l'ispettrice di PG ha violato l'art.
361 del C.p., che recita: "Il
pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di
denunciare all'Autorità giudiziaria, o ad un'altra Autorità che a quella abbia
obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa
delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516. La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un
ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque
notizia di un reato del quale doveva fare rapporto".
Il 3 settembre 2018, per mano del Procuratore Capo, il pp n. 5769/18/44
passa al Registro persone note e prende il numero di questo processo. Al
rientro dalle ferie il Dirigente della Procura
firma la delega
delle indagini e le sollecita di suo
pugno. Così facendo, il Capo non apre un procedimento a carico dei suoi
dipendenti l'alterazione del fascicolo riunito n. 1707/16, ma mi ritiene
colpevole di aver filmato e diffuso il video attraverso i network e passa il
carteggio alla sua Sostituta, che mi rinvia a giudizio con le stesse deduzioni
del Capo. Ciò accade mentre la mia denuncia contro i dipendenti della Procura di
BN patisce ancora oggi la negligenza del Dr. Sansobrino e del Procuratore
Policastro.
La querelante ispettrice ha violato non solo l'art.
361 del cp, ma pure il Regolamento di
disciplina, l'art. 368 del Cp e l'art 374
bis del Cp, avendomi calunniato e
denunziato falsità 27 gg dopo
l'accaduto, ossia quando ha saputo che avevo sporto denuncia per le sue
insolenze, per le sue inadempienze, per l'alterazione del pp e per la "sottrazione
e l'occultamento di atti veri",
reato che invece è severamente punito dall' art. 490 del Cp, essendo stato
commesso in Procura, dal cancelliere Paduano, responsabile della tenuta del
fascicolo, collega di lavoro della
Casale e collaboratore del PM titolare del pp.
Se avessero prestato servizio altrove, l'ispettrice e il
PM che ha messo in sosta il pp 5596/18 avrebbero subito un
provvedimento disciplinare. Ma il Procuratore di BN, anziché punire le
violazioni, i ritardi e le falsità dei suoi dipendenti, ha castigato me con
svariate denunce, fondate su notizie di reato inesistenti e prive di
fondamento, avendo ritenuto illeciti i miei filmati, il dovere
civico di denunziare un reato e il diritto di difendermi dalle provocazioni della
Casale, non avendo forse tollerato il video contenente l'alterazione del
fascicolo massacrato in Procura, la sparizione dei DVD e la lettera
aperta trasmessa ai Ministri dell'Interno, di Giustizia e della Funzione
Pubblica.
Con la più recente denuncia-querela
del 18/12/2021 ho informato la Procura Generale di Roma che il Procuratore
Policastro, alcuni agenti di PG ed alcuni magistrati hanno spento tutte le mie
querele e stanno tentando di spegnere anche me con molteplici denunzie montate
sulle falsità, con una restrizione
di libertà motivata per fatti non accaduti, con rinvii a giudizio non sorretti
da prove certe e persino con un accertamento
sanitario abusivo, disposto da un militare della Questura di BN, privo di
certificazioni mediche da cui si potesse dubitare sulla mia salute mentale.
Tanto accade
dal 2010 al 2022, ogni volta che denunzio funzionari dello Stato e pubblico la verità sui network (vedasi
denunzia del 3/8/2010).
Qui potrei terminare, ma corre l'obbligo di sostenere il
presente esposto con informazioni più particolareggiate.
In querela e in udienza la Casale ha messo a bollire
una cesta di frottole, peraltro vistosamente contraddittorie, in quanto non è
vero che ho "tentato di aggredirla"
e che ho "fotografato il fascicolo",
perchè in Procura sono stato sempre seduto, tranne per 7 secondi ben visibili
nel video. Inoltre, il Brig. Cimmino non ha
avuto l'esigenza di sedare me, ma ha tentato di rabbonire l'impeto della
collega trattenendola per il braccio.
per calmare la collega, il brigadiere Cimmino la trattiene per il braccio
Quindi, non c'è spiegazione che possa giustificare il
Procuratore Capo, che per primo ha ritenuto penalmente perseguibile il
mio comportamento, anziché quello della Casale. E nemmeno appare giustificabile
la PM, che, pur avendo letto le mie memorie
difensive del 19/10/2020, mi ha citato in giudizio con le stesse parole e gli
stessi addebiti formulati dal suo Capo Ufficio, perchè nessuno dei due si è
reso conto che in 7 secondi è impossibile "aggredire, offendere, insultare" una donna e congiuntamente fotografare atti posti ad altezza proibitiva per una persona seduta.
Infatti, quella
mattina registrai solo due brevi filmati:
il primo, quando mi accorsi che le 3 querele riunite nel fascicolo non erano
più separate l'una dall'altra, che il fascicolo era stato interamente fotocopiato
e che mancavano i DVD. Poi, ho spento la telecamera, perchè il breve filmato di
2 minuti sarebbe bastato a provare che il fascicolo era stato manipolato dal
cancelliere Paduano, era stato danneggiato per l'ennesima volta e che erano
stati sottratti tutti gli elementi di prova copiati sui dischetti, allo scopo
di portare in prescrizione, come poi è accaduto, 3 querele palleggiate da 7
magistrati per 8 anni. Poi, quando la Casale mi riaccusava "di urlare, di averla minacciata e di essermi
buttato addosso a lei", ho riacceso la telecamera ed ho registrato
pure le sue menzogne, come ho fatto con i funzionari dello Stato denunciati il
22/8/2018. Nel video
di 1h e 22' è possibile ascoltare le disoneste provocazioni dell'Ispettrice
e le stesse provocazioni recitate mesi addietro da un'impiegata della
Prefettura e da agenti della Polizia di Stato.
L'ispettrice scrive e dichiara per ben 14 volte che "urlavo",
al subdolo scopo di farmi apparire come un cane rabbioso, aggressivo ed incapace
di controllare l'istinto. Dichiara, altresì, che l'avrei
"minacciata, ingiuriata e offesa" e che ho filmato "fraudolentemente, in assenza di
autorizzazione".". Inoltre, fa maliziosamente intendere che
avrei tagliato parte del video. E tutti i superiori le credono, senza aver confrontato
il mio video con quello registrato dalle telecamere della Procura, senza interrogare
"tutto" il personale che
aveva assistito alla sceneggiata e senza sottopormi ad interrogatorio, come avevo
chiesto alla Dr.ssa Tillo con le memorie
difensive del 19/10/2020.
Posso invece esibire i miei due filmati nella versione
originale, privi di titoli e didascalie, per dimostrare che, se avessi "minacciato, ingiuriato e offeso l'Ispettrice",
il Sovrintendente Giorgione, il Brig. Cimmino, l'Ispettore Furno e i numerosi colleghi
della Casale mi avrebbero subito immobilizzato, avrebbero prelevato il filmato della
Procura e mi avrebbero denunciato immediatamente, non come ha fatto la Casale 7
giorni dopo la mia denuncia.
Cosicché sono imputato sulla base di miserabili
falsità, per minacce, offese e reati non commessi, per ingiurie non proferite e
per condotte non vietate dalla legge e non perseguibili dal Codice penale, per 3 semplici motivi:
1. l'Ispettrice
sostiene che io l'abbia "minacciata,
ripresa fraudolentemente ed offesa sui network". Ma tali affermazioni sono inique, false e non sorrette da
prove, perchè
nel video non c'è nulla di quanto ha dichiarato l'Ispettrice al Giudice; perché
le offese, le ingiurie e le minacce non esistono e non sono state confermate
dai testi, né con i filmati della
Procura, perchè
le conversazioni postate su Facebook e le didascalie sovrapposte al video salvato
su YouTube sono linguisticamente ineccepibili e per niente offensive, anche perchè
mostrano esattamente quanto è accaduto e le attività illecite operate sui 3 procedimenti
penali massacrati in Procura.
2.
Se per il Procuratore Policastro e per la sua Sostituta
occorre il consenso della persona ritratta, l'art.
97 della Legge 633/41 recita che "Non
occorre il consenso della persona ritratta", perchè l'agente di PG svolgeva
un ruolo istituzionale in un pubblico ufficio dello Stato nel mentre io filmavo
un reato in tempo reale; perchè la ripresa filmata è giustificata dalla
necessità di denunciare - come poi ho fatto - l'alterazione di un procedimento penale,
nonché la sottrazione e l'occultamento di numerosi atti probatori dallo stesso;
perchè
volevo che fosse individuato e punito il responsabile del reato di
sottrazione e occultamento dei DVD ai sensi dell'art. 490 del cp.
3. il video non è stato registrato ad
insaputa della Casale con telecamere nascoste, né "fraudolentemente", come il Dr. Policastro e la Dr.ssa Tillo mi
contestano, ma è stato effettuato
con una visibilissima Nikon D90, in maniera limpida e trasparente, visibile
all'ispettrice, al suo Sovrintendente e a tutti i presenti. Per questi motivi
non c'è reato e non è applicabile il primo comma dell' art. 617-septies del c.p., perchè
il secondo comma recita: “La
punibilità è esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni
deriva in via diretta ed immediata dalla loro utilizzazione in un procedimento
giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa".
Chi non denuncia un reato commesso ai danni dello
Stato è punibile per omessa o ritardata
denuncia. Se il colpevole è un agente di polizia giudiziaria, l' art.
361 cp inasprisce la pena e prevede la reclusione fino a un anno.
Se non avessi registrato il video e denunziato l'accaduto
ai Carabinieri, al Prefetto e al Procuratore, avrei omesso la denuncia di un
reato dannoso per lo Stato e non mi sarei potuto difendere dalle falsità riferite
dall'ispettrice, anche se quanto la Casale ha detto pure in udienza contraddice
ciò che si vede e si sente nel video salvato su YouTube.
Ascoltando l'intero filmato,
qualunque magistrato inquirente e giudicante può accertare che non si
sentono urla e dalla mia bocca non esce una sola parola minacciosa, offensiva o
tesa ad intimidire, ad aggredire e ad offendere una donna.
Il video pone in primo piano un fascicolo fotocopiato,
disordinato, spogliato dei documenti originali e di tutti gli elementi
probatori visibili solo attraverso i DVD, tutti sottratti alla visione del PM,
Dr.ssa Scamarcio. Il video mostra, altresì, una dipendente dello Stato che
rifiuta di dare le sue generalità e falsamente mi accusa di urlare, di averla
minacciata e di essermi buttato addosso a lei, avendo peraltro affermato e iniquamente
sottoscritto in querela che avrei pure "imprecato" la Madonna, equivocando un'invocazione con una
volgare bestemmia.
Da solo, il video smentisce le false narrazioni
dell'Ispettrice e le imputazioni contestate dalla Procura, in quanto la Casale era
consapevole che non stavo filmando "fraudolentemente",
perchè
si avvicinava proprio allo scopo di impedirmi di filmare la scomparsa dei DVD; perchè
puntava il dito contro la
luce lampeggiante della telecamera e contro di me; perchè
alla richiesta delle sue
generalità lei rispondeva "non lo dico il nome perchè lo vuole
registrare" e perchè perdeva il controllo, inscenava
una farsa, allarmava pure i superiori del III piano e dinanzi a loro mi
incolpava di minacce che non ho proferito con espressioni volgari, né con gesti
irrispettosi.
l'ispettrice punta il lampeggiante della telecamera col dito
E manco l'ho sfiorata gesticolando, come hanno visto tutti
e soprattutto la disgustata collega in abito rosso e come nitidamente si vede nei soli 7
secondi in cui mi sono alzato e sono tornato subito a sedere, quando ho visto che
l'ispettrice di PG ripuntava il dito contro
di me, al fine di cercare il contatto fisico, di indispettirmi e di farmi cascare
nelle sue istigazioni.
Il filmato mostra l'operato
illecito della Procura e pone in primo piano il reato di sottrazione e occultamento
di atti veri (art. 490 cp, da 1 a 6a di reclusione). Reato che
ho denunciato al Procuratore, al Prefetto, al Ministro e al CSM. Ma, da 4 anni la
denuncia invecchia nello studio del Dr. Sansobrino, e nemmeno il IV sollecito
del 4 luglio 2022 ha stimolato un'azione di controllo del Dirigente, una
censura o almeno una risposta scritta del PM.
Per necessità di giustizia ho
denunciato il reato, l'ho documentato con un video ed ho esercitato il dovere
di denuncia e il diritto di difesa
da una dipendente dello Stato avvezza alle menzogne e alle provocazioni di scorretto
profilo comportamentale. Ho filmato un fascicolo disordinato, spogliato dei DVD
ed infine ho registrato la sceneggiata di un'agente di PG indisciplinata, che
non ha denunziato il collega responsabile di aver fotocopiato più di mille
fogli ed aver sottratto i DVD dalle 3 querele, che peraltro non sono state archiviate dalla Dr.ssa Scamarcio, PM con
cui lavorava la Casale, ma dalla Sostituta del Procuratore
che mi ha citato in giudizio, la quale, non avendo potuto vedere il contenuto dei
dischetti spariti, non si è accorta che alcuni reati di notevole gravità non
potevano essere prescritti prima di 7 anni e mezzo, in quanto erano stati da me denunziati
nel secondo semestre del 2012.
Dato per scontato che le
telecamere della Procura sono state installate per prevenire e sanzionare azioni
delittuose, gradirei sottolineare che il Procuratore e la Dr.ssa Tillo non hanno
inteso sostenere le pesanti accuse con i filmati registrati dalle loro
telecamere, ma con deduzioni spoglie di prove, argomentate solamente sulla base
delle false narrazioni dell'Ispettrice, su fatti non accaduti e su reati non
perseguibili dal codice penale.
Le
telecamere della Procura hanno ripreso le mie stesse scene, ininterrottamente e
da angolazioni privilegiate, ossia dall'alto, da
quando mi è stato consegnato il fascicolo a quando sono uscito dall'Ufficio. La
visione di quei filmati avrebbe permesso al Procuratore e al PM di provare le
falsità dichiarate dalla Casale. Ma i filmati non sono stati acquisiti dal
Dirigente, né dalla Dr.ssa Tillo, né dalla Casale e nemmeno dal Sovrintendente
di PG.
Pongo un quesito a me stesso e provo a dare la più semplice
e la più logica risposta:
D: perchè la Dr.ssa Tillo
non ha acquisito i filmati della Procura e non li ha messi a confronto con i
miei, nemmeno quando gliel'ho gentilmente chiesto con le memorie
difensive del 19/10/2020 ?
R: perchè quei filmati avrebbero
mostrato le persone presenti, le scene e i momenti non ripresi da me, e la PM avrebbe visto la verità con i suoi
occhi, anziché con quelli del Capo. Sicché, invece di sanzionare il responsabile
dei dischetti spariti e il comportamento della sua dipendente ispettrice, il Procuratore
ha pilotato le indagini, ha tratto le sue conclusioni ed ha poi delegato alla Dr.ssa
Tillo la responsabilità di citarmi in giudizio, perchè secondo il Dr.
Policastro e poi secondo la Dr.ssa Tillo il filmato è stato ripreso "fraudolentemente, in assenza di autorizzazione", quantunque la sottrazione dei
DVD e la scompaginazione del fascicolo sia stata denunziata da me.
Invece, la ripresa è
stata effettuata in virtù della Legge
633/41, sotto gli occhi di tutti i presenti, allo stesso modo come ho
registrato le conversazioni con tutti i comandanti delle forze armate riuniti dall'ex
Prefetto di BN, Dr.ssa Paola Galeone, mentre la stessa ammetteva che la perizia del
Comandante della Polizia Stradale "è stata addirittura rifatta"
e poneva in luce la correzione di una perizia del Comandante Alfano, nonché il reato
di induzione alla corruzione del Prefetto, ovvero lo stesso reato per il quale la
Galeone è stata poi posta agli arresti domiciliari dalla Procura di Cosenza. Preciso che i
filmati registrati in
Prefettura il 14/7/2015 sono visibili su YouTube e non sono stati oscurati
dal magistrato, né per esplicita richiesta delle autorità filmate durante la
conferenza di servizio di 7 anni fa (vedasi querela
del 8/9/2015 archiviata dalla Procura).
Tranne il Procuratore Capo,
la sua Sostituta, la Casale e il suo Sovrintendente di PG, tutti sanno che è
lecito filmare una persona nota, un dipendente pubblico, un consigliere
comunale o un parlamentare, specie quando commette scorrettezze, timbra il
cartellino in mutande, commette illeciti, viola i Regolamenti, corrompe,
mistifica un'indagine, una perizia o una fattura e mette il premio nella borsa
del corrotto. Perciò sono stato sempre
assolto, perchè i GIP e i Giudici monocratici di questo Tribunale hanno
sempre visto la verità attraverso i filmati salvati su YouTube.
La persona che a Genova riprese
il poliziotto mentre sparava su un manifestante del G8 non fu accusato per aver
filmato fraudolentemente un reato, ma è stato processato l'agente che violò il Codice di Disciplina
della Polizia di Stato.
La Procura di BN opera al
contrario, perchè archivia la querela
contro la Prefetta Galeone, addormenta le denunce contro la Procura stessa, archivia
tutte le mie querele contro 3 Sindaci, l'Ufficio Tecnico e gli Amministratori di
Sant'Angelo a Cupolo, non punisce gli abusi da loro permessi su una strada martoriata
da opere abusive e mi sottopone a giudizio per la dodicesima volta, per
aver filmato un reato in diretta e la plateale condotta scorretta di una
poliziotta.
Pur avendo subito 11 querele
simili a quella che ha originato questo processo, sono stato sempre assolto, come sono stato assolto lo scorso anno
dal Dr. Sergio Pezza, "perchè il fatto non sussiste", perchè
ho dimostrato che i fatti denunziati dal Dr. Policastro non erano veritieri, come
la denuncia dell'Ispettrice e come tutte
le denunzie archiviate dai GIP "per
infondatezza dei reati" dal 2010 al 2021. Non appare superfluo far
notare che la Sentenza
del Dr. Pezza non è stata impugnata dal querelante Dr. Aldo Policastro, né
dal VPO, Dr.ssa Rescigno.
clicca sull'immagine per leggerne il contenuto
Sebbene la legge punisce
chi produce denunzie temerarie e le sostiene con falsità, resta il fatto che da
12 anni subisco azioni di stalking giudiziario da una sregolata macelleria di
Stato; restano impuniti i danni legali, economici e biologici che ho pagato
insieme alla mia famiglia e resta il fatto ancora più grave che non se ne sono
curati 3 Ministri di Giustizia, la Commissione per i diritti umani del Senato, il
Garante degli italiani e men che meno il CSM.
Dopo essere stato incriminato
e scagionato 11 volte da reati aggrappati alle miserie degli uomini e a
miserabili falsità, io sono imputato e vittima di un disonesto disegno di
delegittimazione e di demolizione; la Dr.ssa Tillo non viene in udienza e fa
sostenere le sue accuse al VPO, mentre il Dr. Policastro mi ha iscritto
per la XIII volta al RGNR di BN per calunnie, anziché per reati contestati a lui e ad autorità a lui superiori. Tant'è vero che, nonostante
egli stesso sia stato da me indicato come primo imputato, non si è astenuto dal
dare giudizi ed ha inviato le sue deduzioni a Roma, ma sulla base di quanto ho
denunziato durante il processo che mi ha visto assolto dal Dr. Sergio Pezza. E per
tali motivi il 16 novembre prossimo il GUP deciderà se sottopormi per la
tredicesima volta a giudizio, mentre la mia querela per gli innumerevoli maltrattamenti
subiti dai militari di Benevento stagiona da 4 anni nelle celle di invecchiamento,
occultamento e soppressione di denunce-querele provate con incontrovertibili filmati
e con indiscutibili documenti di fattura pubblica.
Ecco perchè in Procura spariscono
i DVD, falsificano le perizie, fanno sparire pagine o paragrafi interi dalle
indagini e fanno cancellare persino le parole scomode dalle perizie tecniche
redatte correttamente dai Carabinieri, mentre in Prefettura manipolano i
protocolli informatici, falsificano le perizie, fanno sparire i verbali della conferenza di servizio del
14/7/2015 e la prima perizia del Comandante della Polizia Stradale, Dr.
Renato Alfano.
Stessa cosa sarà successa
per la querela
contro l'ex Ministro Salvini e per la querela
contro il Procuratore Generale della Corte di Appello di Napoli, forse messe
in attesa per essere incenerite a Roma, dopo la prescrizione.
Il mio video mette a nudo
la Procura e denunzia i reati di "falsità"
e di "sottrazione
e occultamento di atti veri". Per questi motivi la Procura di Benevento
colpisce chi denunzia i reati e non rinvia a giudizio chi li commette.
Per quanto innanzi esposto, CHIEDO
·
che l'Ill.ma S.V. esprima il giudizio con la massima obiettività, condanni
la querelante Ispettrice di PG Casale Rosa al pagamento delle spese processuali, al pagamento delle spese dei
miei legali rappresentanti e valuti l'esigenza di portare a conoscenza della
Procura Generale il presente esposto in formato elettronico, così come copiato
sull'allegato DVD.
Con riserva di
costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali
subiti in conseguenza delle condotte sopra descritte, resto a disposizione per
qualsiasi ulteriore chiarimento dovesse rendersi necessario.
Tutto ciò che ho detto in ordine ai riferimenti normativi è confermato da una recente Sentenza
della Corte di Cassazione, riassunta in un articolo
di studiocatadi.it.
A buona memoria di un compianto
giornalista e scrittore, faccio dono di una testimonianza analoga
alla mia, vissuta e scritta da Domenico
Longo nel libro "Giudici di casa nostra".
Benevento, 7 ottobre 2022
Attilio
Paradiso