Lettera aperta al Capo dello Stato.
Egregio Sig. Presidente,
anche quest'anno ho ascoltato il tradizionale discorso che ha rivolto
agli italiani, ai giovani e alle persone che gli italiani hanno accolto con
favore, con amore e talvolta con deplorevole collera.
Come me, Lei sostiene che le differenze legate alle svariate
diversità che caratterizzano il nostro Paese creano ingiustizie, disuguaglianze
e disagi, per il Nord e per il Meridione, perchè "feriscono il diritto all'uguaglianza".
Se la Costituzione prescrive che "la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale
che ledono i diritti e la piena realizzazione delle persone", la
Repubblica è tenuta a rimuovere gli ostacoli
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono l'effettiva
partecipazione dei lavoratori alla vita dello Stato, al benessere collettivo e
alla realizzazione di un'Europa unita e solidale.
"Rimuovere
gli ostacoli è un impegno che tutti dobbiamo condividere, perchè lo Stato siamo
noi".
Se però gli Amministratori comunali del mio
paese, il Prefetto di Benevento, il Ministro dell'Interno e persino i
magistrati non rimuovono gli ostacoli che da 25 anni impediscono il diritto ad
esercitare una libera attività produttiva, il diritto ad usufruire di una
strada comunale e il diritto-dovere a creare benessere per la mia famiglia e
per la collettività, suppongo sia compito del Presidente della Repubblica garantire
i principi fondamentali della Costituzione e il corretto funzionamento delle
Istituzioni, al fine di consentire l'iniziativa di chi fa impresa e crea
occupazione.
Riassumo in due sole immagini i diritti che mi sono negati e lo
stalking giudiziario a cui sono stato sottoposto dagli Amministratori comunali,
dalla Questura e dalle Procure di Benevento, Napoli e Roma, dal 2009 al 2
dicembre scorso, quando ho trasmesso anche a Lei la 45ma denunzia-querela.
Le sono molto
grato se potesse concedere l'attenzione che merita un cittadino italiano che ha
servito lo Stato con fedeltà, dignità e onore, senza mai commettere follie, anche
quando sono stato offeso, strapazzato, vessato e posto sotto pressione dallo
Stato.
Buon prosieguo di mandato e buon anno, Sig. Presidente!
Sant'Angelo a Cupolo, 3 gennaio 2022
Attilio Paradiso
attilio.paradiso@pec.it
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