mercoledì 30 aprile 2025

 Lettera di un falegname al Prefetto di BN
e a due Ministri



Pare che il Commissario del comune di mia residenza voglia provocarmi e farmi irritare oltre misura, utilizzando la strategica posizione di comando, consigliando in malo modo i dipendenti comunali e riferendo pericolose falsità, a Lei, al Ministro Piantedosi e al Ministro Salvini, come ha già fatto alcuni anni fa, quando gli è stato permesso di consultare il fascicolo giacente in Prefettura, contenente le prove poste a sostegno delle mie 56 denunce-querele.

Prego di CLICCARE QUI e di leggere le 27 certificazioni sull’esistenza di Via Vallone San Nicola, odierna e remota, le opere abusive che impediscono pure il traffico pedonale da uno sbocco all’altro, la pubblica sicurezza e la transitabilità del secondo incrocio con la SP18.

Viste le 27 certificazioni, le metta a confronto con le 6 pagine che il Dr. La Montagna ha fatto acquisire al protocollo n. 7428 della Prefettura, perché il Commissario conclude esattamente così:



Voglio sperare di averle fatto intendere che il Suo dipendente ha azzerato, con consapevolezza, scaltrezza e dolo, tutte le certificazioni redatte dagli stessi amministratori comunali di Sant’Angelo a Cupolo, dai Magistrati, da un CTP, da un CTU, dai Carabinieri, dalla Questura, dalla Provincia di BN … e perfino dall’ex Prefetto, Dr. Francesco Cappetta. Infatti, appare piuttosto evidente che il lungometraggio del Commissario confonderebbe chiunque, persino il Ministro Salvini e il Ministro Piantedosi.

Lei è stata già informata, perciò ha il dovere di individuare chi scrive il falso e chi certifica la verità, visto che da 16 anni avete acquisito ogni prova documentale attraverso i miei copiosi esposti-denunce.

Distinti saluti.
Sant’Angelo a Cupolo, 30 aprile 2024
Attilio Paradiso
attilio.paradiso@pec.it



lunedì 14 aprile 2025



CONFESSIONE PUBBLICA
di ATTILIO PARADISO

Non ripeto le memorie difensive che scrissi con la controquerela del 18/12/2021, ma dimostrerò che il Procuratore Generale e l’Avvocato Generale della Corte penale d’appello di Napoli, avendomi fatto rinviare a giudizio per un reato di calunnia insussistente, hanno agito con dolo e piena consapevolezza Infatti, non sono mai comparsi in processo, altrimenti avrebbero delegato i loro avvocati.

Dimostrerò che pure il diciassettesimo processo è frutto di un’ennesima vessazione posta in essere dal Dr. Policastro Aldo. L’ex Procuratore della Repubblica di BN ha infatti travisato ciò che ho riferito al Giudice Monocratico con 2 memorie difensive scritte in ipertesto: la prima prodotta in udienza con un DVD e la seconda trasmessa il giorno successivo tramite mail al Dr. Sergio Pezza.

Con entrambe le memorie difensive spiegai al Giudice che il Procuratore Policastro aveva condotto svariate azioni persecutorie a mio danno. Terminato il processo, il Dr. Sergio Pezza consegnò al Procuratore le memorie difensive ricevute da me. Cosicché, venuto a conoscenza di quanto avevo riferito al Giudice, il Procuratore Policastro iscrisse il mio nome al RGNR di BN e mi incolpò di aver calunniato i suoi colleghi di NA. Dopodiché trasferì il procedimento penale alla Procura Roma.

Dalla richiesta di interdizione scritta dal Policastro emerge nitidamente che il provvedimento interdittivo della mia libertà è stato concepito dal Procuratore di BN sulla base di fatti non veritieri, mai accaduti e perciò falsi sotto ogni aspetto. Infatti, il Giudice Monocratico mi ha assolto perchéil fatto non sussiste”.

Il Dr. Policastro mi ha fatto processare per fatti insussistenti non una sola volta, infatti sono stato rinviato a giudizio 16 volte dai PM e 16 volte sono stato assolto dai Giudici Monocratici o dai GIP del Tribunale o scagionato dai GIP.

Giova evidenziare che le sentenze assolutorie non sono state  mai impugnate dalla Procura di BN, perciò sono irrevocabili. E vale la pena evidenziare che questo è il 17mo supplizio che subisco sulla base di indagini malsane, di capi d’accusa infondati e di narrazioni sostenute con misere menzogne.

Ciò premesso, riassumo 15 anni di stalking giudiziario, di vessazioni e di azioni mobbizzanti condotte dalla Procura di BN e da altri funzionari dello Stato. In poco meno di un minuto spiegherò per quali motivi il Dr. Policastro prova a fiaccarmi attraverso lo stalking giudiziario sul piano morale, emotivo ed economico, ponendo a rischio anche i rapporti con i miei congiunti e con chi mi conosce.

Avendo denunziato reati abusivi di suolo demaniale e reati ancora più gravi commessi nella Procura e nella Prefettura di BN, con 56 denunzie-querele, con l’ausilio di documentari filmati, pubblicazioni scritte sui network e con manifesti esposti dinanzi alla Prefettura e al Tribunale di BN, sono diventato bersaglio dei funzionari comunali del mio paese di residenza, della Digos, della Polizia di Stato e del Dr. Aldo Policastro, perché ho raccolto prove incontrovertibili per dimostrare che l’ex Procuratore di BN ha permesso l’archiviazione di tutte querele sporte contro gli amministratori comunali, contro i Prefetti, contro 2 Ministri e contro 2 comandanti della Polizia Stradale, platealmente corrotti da 2 Prefetti: dr. Carlo Torlontano e dr.ssa Paola Galeone.

Per tali denunzie e per la lettera aperta trasmessa al Dr. Policastro, al CSM e ad altre autorità, ho subito 7 deportazioni in questura, 17 rinvii a giudizio, aggressioni della Digos e svariate multe della Polizia Municipale di BN, che però sono state tutte annullate con Sentenza del Giudice di Pace. Ho subito un processo a seguito della denuncia di un’ispettrice di PG operante al servizio del Dr. Policastro, un ricovero al pronto soccorso, svariati sequestri di manifesti ed oggetti personali inoffensivi. Ho altresì subito un accertamento sanitario abusivo ad opera di un vice questore e un’odiosa interdizione della libertà personale, ordinata dal Dr. Policastro e annullata con la Sentenza Assolutoria emessa dal Presidente della Camera Penale di BN, Dr. Sergio Pezza, senza aver fatto mai nulla di strano, di anormale o di non consentito dal buon costume e dalla legge.

Il Dr. Pezza mi ha infatti assolto dalle infondate accuse del Procuratore Policastro e dei suoi Sostituti, perché tutti i loro testimoni hanno riferito che contesto le istituzioni sempre da solo, in maniera pacifica, disciplinata e rispettosa dei diritti delle persone e dell’ambiente.

Ho pazientemente rispettato le restrizioni di libertà commissionate dal Dr. Policastro ed inflitte dai suoi colleghi di Napoli con provvedimenti illogici, assurdi e contradditori, in quanto il Dr. Luigi Riello e l’Avvocato Antonio Gialanella non mi hanno notificato l’atto restrittivo, nemmeno dopo l'istanza ex Legge 241/90 , né a seguito di esposto-denuncia contro il Procuratore Generale della Corte d'Appello Penale di Napoli

Né la Procura di Roma ha ritenuto di archiviare il procedimento penale dopo aver ricevuto le mie memorie difensive con contestuale denuncia-querela del 18.12.2021.

La Costituzione prescrive che l’atto interdittivo della libertà personale va notificato entro le 48 ore. Quindi, per quali ragioni nessun magistrato mi ha notificato il provvedimento? La ragione risied nel fatto che il provvedimento interdittivo della mia libertà di circolazione è stato concepito dal Dr. Policastro e consegnato al suo PM, che nemmeno me lo ha notificato, perché ha verosimilmente avuto ordini di informare solo la Polizia privata, i Carabinieri e la Questura. Ecco perché è sparito il provvedimento a firma del Procuratore Riello ed è sparita pure l’informativa diffusa dal PM a tutte le forze dell’ordine.

Ho pertanto querelato il Procuratore Policastro, il Procuratore Riello e l’Avvocato Gialanella, per questi motivi:

perché i succitati funzionari di Giustizia mi hanno inflitto il medesimo provvedimento, con lo stesso protocollo informatico, la stessa data e la stessa motivazione, come se il decreto del Dr. Luigi Riello non fosse bastato a vietarmi l’accesso nei due palazzi di giustizia di BN;

  1. perché il decreto del Dr. Riello del 2/8/2019 è stato fatto sparire da tutti gli atti processuali della Procura e del Tribunale di BN, tanto è vero che il PM non l’ha prodotto in processo, ma in sua vece ha esibito il provvedimento dell’Avv. Gialanella, recante la stessa data e lo stesso protocollo del Dr. Riello;
  2. perché il provvedimento interdittivo del Procuratore Generale trovato nel fascicolo della Procura non reca la data del 2 agosto 2019, come scrive la PM nell’informativa inviata alle forze dell'ordine, ma è datato 2 ottobre 2019 (clicca qui e vedi la data);
  3. perché nessun Magistrato mi ha notificato l’atto, nemmeno il PM che ha informato tutte le autorità di Polizia; né mi hanno fatto fotocopiare gli atti del provvedimento chiesto dal Dr. Policastro, anzi, me li hanno negati tutti, pure il PM che mi ha rinviato a giudizio;
  4. perché i due decreti presentano evidenti incongruenze, eclatanti contraddizioni e grossolane falsità dei protocolli informatici;
  5. perché le autorità della Procura Generale di Napoli e il Procuratore di BN mi hanno condannato ad essere scortato dai poliziotti come un delinquente qualunque, senza concedermi la possibilità di difendermi dai loro provvedimenti, come invece prescrive l’Art. 13 della Costituzione.

Sono stato infatti assolto dalle accuse del Dr. Policastro e dai provvedimenti dei suoi colleghi di Napoli con Sentenza irrevocabile n. 989 del 14 settembre 2021, recante le seguenti motivazioni: “va rilevato che il Paradiso non è mai entrato nel Palazzo di Giustizia in dispregio del provvedimento emesso dal Sig. Procuratore Generale in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad esporre i suoi cartelli di protesta nell’area antistante il Palazzo di Giustizia, rimanendo seduto nei pressi. Tanto hanno riferito tutti i testi escussi. Pare quindi evidente che il Paradiso debba essere assolto. P.Q.M. il Tribunale, letto l’art. 543 del c.p.p., assolve Paradiso Attilio dai reati a lui ascritti perché il fatto non sussiste

Semmai fossi chiamato a confessare i miei peccati prima del 24 ottobre, lascio questa testimonianza alla a chi verrà, ai miei figli e a chi mi giudicherà.


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giovedì 20 marzo 2025

 Saggio per magistrati ed alti funzionari dello Stato. 


L’art. 1 del Codice della Strada esordisce così: “La circolazione stradale rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”. Infatti, il Codice della Strada pone al primo posto la sicurezza e la salute delle persone, esattamente come l’Art. 32 della Costituzione.

Di contro, la seguente foto pone in mostra una via comunale rubata allo Stato ed occupata da un fabbricato, recinzioni abusive, relitti ed alberi posti a dimora sulla sede stradale.

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Il seguente video, invece, fa vedere un camioncino che ingombra la strada Provinciale in piena curva e mostra l’inaccessibilità della via comunale, perchè il primo sbocco è ostruito da un muro, mentre il secondo è pericoloso al transito dei pedoni, degli autoveicoli ed è inaccessibile al transito degli autocarri.


Dal video si comprende che il Comune e la Provincia non garantiscono la circolazione, né sul primo, né sul secondo incrocio stradale. Né garantiscono la sicurezza delle persone e le “finalità primarie di ordine sociale ed economico” prescritte dal Codice della Strada e dalla Costituzione.

La pericolosità  e l’occupazione abusiva di qualunque strada sono pertanto reati molto più gravi del furto  di un orologio o di una catenina d’oro, perché uccidono l’economia di un paese e perchè ostacolano lo sviluppo sociale ed economico dello Stato, anche quando il furto di una strada toglie il lavoro a una casalinga, a un piccolo falegname, a un elettricista o a una sola Partita IVA.

Tali reati sono infatti sanzionati con multe commisurate al tipo di inflazione e sono penalmente perseguibili con la reclusione, a querela dell’Ente proprietario della strada e/o a querela di qualunque persona, come ad esempio i proprietari del fabbricato  della Ditta Paradiso Arredamenti, che, pur avendo denunziato i reati ai Sindaci, alla Provincia, ai Prefetti, al Capo dello Stato e alla Procura della Repubblica di BN, sono stati costretti a cessare la Partita Iva per l’impossibilità di raggiungere i magazzini con gli autocarri di grandi e medie proporzioni.

è del tutto evidente, quindi, che le responsabilità gravano non solamente sugli amministratori comunali, in quanto colpevoli di non aver garantito la sicurezza e la circolazione sulla via comunale, ma gravano anche sui Tecnici della Provincia, sui prefetti, sui Magistrati che hanno archiviato 54 querele e soprattutto sui Giudici che hanno assolto i criminali denunziati da un vecchio, ma volenteroso difensore del popolo.

BN, 18 marzo 2025

attilio.paradiso@pec.it



giovedì 6 marzo 2025

 

Deduzioni ed osservazioni di Attilio Paradiso

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Ho ben letto la nota  qui linkabile ed appare subito che, ovattando le responsabilità del Commissario, del Prefetto e del Funzionario dell’Ufficio Tecnico di Sant’Angelo a Cupolo, avete eseguito la verifica sulla pericolosità di un’intersezione stradale con le bende agli occhi, state perdendo tempo e state smistando il vostro carico di responsabilità, perchè sottovalutate la pericolosità della circolazione autoveicolare sulla SP18 e sull’incrocio che porta a casa mia, perché non avete tenuto conto dei rischi che vi ho elencato e che vi ho fatto vedere con un filmato, né i pericoli che corrono i fanciulli, in entrata e in uscita dalla via comunale Vallone San Nicola, sia per andare in paese, sia nell’altra direzione, dovendo attraversare la SP18 senza un semaforo o dovendo camminare in una cunetta posta in piena curva, specie quando piove a dirotto.

Suppongo che avete perso di vista le didascalie sovrapposte alla mappa, che pertanto ripropongo alla fine di queste lagnanze.

Evidenzio che tra i due incroci di Via Vallone San Nicola con la SP18 c’è sempre stata e c’è tuttora la possibilità di costruire un marciapiede ed una decente zona di sosta su entrambe le strade, se l’Ufficio Tecnico non avesse permesso l’edificazione di una casa sulla sede stradale e non avesse fatto realizzare uno stomachevole parcheggio per sola spazzatura accanto al cimitero del paese.  Ma nessuno se ne cura dal 1997, sia del parcheggio anomalo che del marciapiede, da quando chiusero illegalmente il tratto iniziale della via e dovemmo chiudere la florida attività produttiva di mia moglie, per l’oggettiva impossibilità di raggiungere il nostro mobilificio con i camion.

Ripeto, nessuno cura la sicurezza delle strade dal 1997, né la Provincia, né il Comune di Sant’Angelo a Cupolo, né il Commissario nominato dal Prefetto, né il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad alta velocità.

Nemmeno gli specialisti della Provincia se ne curano, perché non avete informato il Prefetto, né la Procura della Repubblica, quantunque vi abbia spiegato quali norme obbligano i dipendenti pubblici, del Comune e della Provincia, a segnalare i pericoli sulle strade urbane e provinciali, visto che entrambe le strade sono quotidianamente percorse da automezzi, biciclette e da persone che possono o vogliono muovere solo i piedi.

Il fatto che fate pendere l’ago della bilancia sempre dalla parte dell’ing. Luigi Di Matteo, mette in risalto la leggerezza delle valutazioni vostre, dell’ing. Di Matteo e le responsabilità penali dell’ing. Nicola Maioli, in quanto Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale. Contrariamente, una bilancia diversa potrebbe rivelare che non conoscete le norme di sicurezza sancite dal Codice della Strada, perché non occorrono i tacheometri satellitari per misurare la larghezza di una via e mettere in chiara luce ciò che qualunque istruttore di scuola guida o qualunque conduttore di furgoncini potrebbe sottoscrivere per certificare la pericolosità dell’incrocio, senza effettuare manco le manovre in entrata e in uscita da via Vallone San Nicola.

Qualunque architetto o ingegnere fosse entrato in via Vallone San Nicola e in uscita avesse tentato di svoltare in qualunque direzione alle 7,30 del mattino, avrebbe notato che gli specchi parabolici sono appannati e che pertanto non consentono di vedere chi arriva da Benevento e tantomeno dal centro paese.

A vedere i lavori che state ultimando sul bivio di Pastene, sulla rotonda che facilita il traffico tra la SP18, la SP17, il tratto più ripido e più angusto di un’altra via comunale, nonché le strutture ospitanti le attività produttive adiacenti la rotatoria, nessuno direbbe che non sappiate progettare un’intersezione stradale per abbassare drasticamente la soglia di rischio. Infatti, avete costruito pure un marciapiede lì dove è stato possibile, avete egregiamente illuminato l’intero incrocio stradale ed avete protetto con i guardrail anche via Regina Elena, sebbene quel tratto di via comunale sia raramente praticato per salire a Perrillo, ma viene spesso utilizzato per parcheggiare le autovetture nei pressi del Mood Club e del centro polivalente realizzato, per grazia ricevuta, tra la rotatoria e la sponda di un torrente.

Chi se ne intende di licenze edilizie capirebbe immediatamente che a Sant’Angelo a Cupolo viene agevolato e favorito chi accarezza l’Ufficio Tecnico, mentre viene punito chi rispetta i regolamenti comunali, chi non paga il pizzo, chi rispetta le leggi e paga gli oneri di urbanizzazione su una via catturata dai confinanti. E paga gli oneri prima di ottenere l’autorizzazione a costruire e prima di ricevere i servizi della Legge Bucalossi.

Prego pertanto di rivedere la mappa riprodotta più avanti e di far capire alle autorità come si risolvono i problemi, per meglio qualificare le responsabilità vostre, i pericoli riscontrati da altri ingegneri e da altri esperti, privati o stipendiati dallo Stato: vedasi atto di impugnazione a firma del Dr. Giacomo Iannella.

Informo il Prefetto, il Presidente della Provincia, il Ministro Salvini e il Procuratore della Repubblica di BN, prima che il PM incaricato di esaminare le mie querele debba affidare ad altri CTU l’incarico che meglio di qualunque ingegnere privato potete fare voi.

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Distinti saluti.
Sant’Angelo a Cupolo, 7 marzo 2025
attilio.paradiso@pec.it

sabato 1 marzo 2025

 

Avviso di contestazione pubblica

 

Ø  Al Primo Garante della Costituzione, Sergio Mattarella

Ø  Al Garante di tutti i Ministri, Giorgia Meloni

Ø  Al Garante della Giustizia, Carlo Nordio

Ø  Al Garante dell’Ordine Pubblico, Matteo Piantedosi

Ø  Al Garante delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini

Ø  Al Presidente del Tribunale di Benevento

Ø  Al Procuratore Aggiunto di Benevento

 

Sono 17 anni che denunzio reati a carico di molteplici funzionari dello Stato, prefetti, comandanti di polizia e magistrati. Ma, anziché ricevere avvisi di cortesia a carico di coloro che denuncio, sono stato colpito da 17 avvisi di garanzia e condannato ad essere processato per reati montati sulla base di vergognose cattiverie e di squallide menzogne.

Vero è che sono stato sempre assolto dai giudici del Tribunale, ma i magistrati inquirenti mi hanno spennato, ripulito e mobbizzato, senza mai pagare un centesimo per i loro 15 anni di stalking. 

Comunico pertanto che contesterò l’operato del Commissario Prefettizio del paese di mia residenza, le responsabilità della Procura della Repubblica, la persistente inerzia del Prefetto di Benevento e quella non meno delittuosa dei Garanti che non garantisco la Costituzione, né la Giustizia, né la sicurezza delle infrastrutture, né l’ordine pubblico.

Come di consueto, le manifestazioni saranno itineranti, a schema libero, rispettose dei diritti dei cittadini, rispettose delle forze dell’ordine e dell’ambiente.

Sant’Angelo a Cupolo, 1 marzo 2025 
Attilio Paradiso




mercoledì 1 gennaio 2025

 

Interrogazione AL Ministro di Giustizia
di Attilio Paradiso



Ø Dati identificativi presentatore: Paradiso Attilio, nato il 18.02.1951 a Casalbore (AV), residente a Sant’Angelo a Cupolo (BN) in via Vallone San Nicola n. 2, telefono 3664375755; e-mail: attilio.paradiso@pec.it

Ø documentazione a supporto: 7 collegamenti ipertestuali ed una foto collegata a un video di 3 minuti.

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Sono diventato bersaglio di alti magistrati e dell’ex Procuratore della Repubblica di BN, Dr. Aldo Policastro, avendo incessantemente denunziato gli Amministratori comunali di Sant’Angelo a Cupolo e le illegalità protette dalla Prefettura, dalla Procura e da due Comandanti dalla Polizia Stradale, presumibilmente corrotti dai Prefetti o dai loro subalterni. Ho infatti subito 7 arresti momentanei, un ricovero al pronto soccorso, un accertamento della salute mentale, svariati sequestri di manifesti, 15 richieste di rinvio a giudizio ed una misura restrittiva della libertà, chiesta dal Dr. Policastro e disinnescata con Sentenza assolutoria irrevocabile del 2021, dopo 3 anni di illecito castigo.

(clicca sull'immagine per leggere i dettagli)


Per aver denunziato la chiusura abusiva di una via comunale e le occupazioni stradali descritte in foto, da 15 annisono sottoposto a perseverante attività di stalking giudiziario, quantunque sia stato sempre assolto con formula piena, anche quando sono stato querelato da un’ispettrice di Polizia Giudiziaria operante al servizio del Dr. Policastro, con Sentenza assolutoria irrevocabile del 2023.

Lo stalking sta diventando ancora più opprimente, perché - nel corso dei 13 procedimenti penali già conclusi - ho fatto emergere non solo le falsità di chi mi ha denunziato, ma anche le responsabilità dei magistrati che mi hanno rinviato a giudizio, attraverso la produzione di elementi probatori incontestabili e di filmati incontrovertibili.

Il Prefetto, alcuni agenti della Digos e la Polizia Municipale di BN mi hanno persino impedito il diritto di espressione con dispotici sequestri di manifesti e svariate sanzioni pecuniarie, tutte fondate su violazioni non perseguibili dal Codice della Strada, ma caparbiamente attuate in violazione degli Artt. 13, 21 e 42 della Costituzione; tant’è vero che le ingiunzioni prefettizie sono state annullate con Sentenza del Giudice La Salandra del 17.6.2024.

Sono un ex dipendente del MIUR, pensionato, incensurato, equilibrato e stimato pure dai militari. Sebbene il motore si sia inceppato più di una volta, a 74 anni sono ancora costretto a difendermi da due alti magistrati della Corte Penale di Appello di Napoli, per due congiunte querele stimolate dal Dr. Policastro, allorquando ebbe modo di leggere la mia deposizione spontanea e la chiarificazione successiva, mi iscrisse sul RGNR di BN, mi incolpò di calunnia contro i suoi colleghi di Napoli e trasferì il fascicolo alla Procura di Roma, che mi ha sottoposto a processo fulmineamente, senza tener minimamente conto delle mie memorie difensive ed annessa denuncia-querela.

Ritenendo dispotica, perseverante ed opprimente l’attività destabilizzante condotta dall’ex Procuratore della Repubblica di Benevento, chiedo che il Ministro di Giustizia ne accerti le responsabilità, anche in ordine alle manipolazioni dei fascicoli ed alle archiviazioni dei pp da me prodotti in 15 anni, al fine di punire i colpevoli degli abusi stradali, i reati corruttivi e l’inerzia dei Prefetti ed i molteplici reati commessi dagli Amministratori pubblici che hanno consentito gli abusi sulla via che tuttora è chiusa (vedasi indagini sottratte al Dr. Conzo il 21 giugno 2017 ).

Cliccare qui o sulla foto per ascoltare un video di 3 minuti


Sant'Angelo a Cupolo, 30 dicembre 2024


domenica 22 dicembre 2024


Denuncia smarrita o macellata? 

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per ingrandire i dettagli

Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore il 18.2.1951 e residente nel comune di Sant'Angelo a Cupolo (BN), in Via Vallone San Nicola n. 2,

premesso che

1)        con lettera ipertestuale del 6 giugno 2018 informavo il Ministro, On. Matteo Salvini, sulle inadempienze dell'ex Ministro, del suo Capo di Gabinetto e di altri funzionari ministeriali, nonché sui fatti concernenti una travagliata vicenda giudiziaria, iniziata con una denuncia del 24 giugno 2009, contro il Comune di Sant'Angelo a Cupolo, e poi esplosa in parecchie querele per reati decisamente più gravi, commessi non solo dagli Amministratori passati e recenti dello stesso Comune, ma da vari Prefetti e Funzionari della Prefettura di Benevento;

2)        con mail certificata del 1 luglio 2018 informavo nuovamente il Ministro, il Capo di Gabinetto e il Presidente del C.M. sulle mancate risposte e chiedevo di essere ricevuto dall'On.le Salvini, senza tuttavia ricevere riscontro, né parlato, né scritto;

3)        con istanza del 17 agosto 2018 ai sensi della L. 241/90, non solo rappresentavo al Ministro la necessità di rispondere e di comunicare almeno il nominativo del "Responsabile del Procedimento", ma recapitavo la denuncia-querela contro l'ex Prefetto di Benevento, sporta per reati di depistaggio, reiterate omissioni e falso in atti di pubblico ufficio;

4)        con diffida del 19 settembre 2018 invitavo il Ministro a rispondere ai sensi della L. 241/90 e a riferire sulle eventuali attività amministrative intraprese nel frattempo. Inoltre, mi rendevo ancora una volta disponibile per un colloquio, proprio al fine di evitare la presente querela;

5)        al fine di scongiurare la presente azione penale, il primo di ottobre scorso mi sono recato per la quinta volta al Viminale, per tentare di essere ricevuto dal Capo di Gabinetto o da un funzionario delegato. Ma dopo un'ora di vani colloqui tenuti con due gentilissime agenti, ho dovuto desistere, atteso che ogni sforzo, volto almeno a sapere se il Dr. Piantedosi avesse conferito le informative di cui sopra al Ministro, si è rivelato del tutto inutile.

TANTO PREMESSO, CHIEDO

che venga accertata la verità e individuate le colpevolezze delle persone responsabili di aver rifiutato ogni risposta entro i limiti previsti dalla L. 241/90, attraverso l'escussione del Ministro dell'Interno e del Dr. Matteo Piantedosi, nella qualità di funzionario destinatario delle mail certificate trasmesse all'On.le Ministro Matteo Salvini e al Capo di Gabinetto stesso.

Il presente documento è depositato presso codesta Procura in cartaceo e su DVD, contenente questo testo (il cui nome e lo stesso di quello indicato a pie di pagina) e due filmati, raggiungibili anche attraverso i seguenti link: VIDEO 1 (26 min), attraverso il quale mostro i fatti accaduti dinanzi al Viminale, dal 26 al 28 giugno 2018,  e  VIDEO 2 (2 min), ove mostro il video messaggio registrato prima di lasciare il Ministero.

Con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali subiti in conseguenza della condotta dei due imputati, resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e mi riservo, ove fosse necessario, di produrre ulteriori elementi probatori a sostegno della presente denuncia-querela.

Qualora fossero accertate responsabilità a carico del Ministro Salvini, chiedo che venga richiesta l'autorizzazione a procedere al Parlamento, nel più breve tempo possibile, in quanto la reiterata azione omissiva dei Ministri che si sono succeduti nel tempo preclude diritti fondamentali, tutelati dalla Costituzione Italiana, a me e alla mia famiglia. Diritti per quali ho prodotto un numero ragguardevole di querele, tuttora al vaglio di codesta Procura, di vari GIP e della Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli.

Chiedo che siano condotte le indagini nel più breve tempo possibile, anche al fine di evitare ulteriori conseguenze dei reati.

Chiedo, infine, che Il PM mi dia avviso in caso di richiesta di archiviazione al GIP.

Sant'Angelo a Cupolo, 5 ottobre 2018

Attilio  Paradiso
attilio.paradiso@pec.it