martedì 4 novembre 2025

 Mail certificata al Comando dei Carabinieri di BN


Con una sola foto sintetizzo i reati che vanamente denunzio alla Procura della Repubblica e alla Prefettura dal 1997, quando completai la costruzione di un fabbricato di circa 3.500 mq, allo scopo di trasferire la mia famiglia e il negozio di arredamenti di mia moglie a Sant’Angelo a Cupolo. Nella seguente mappa aerea ho pertanto descritto gli illeciti e le occupazioni abusive della via comunale che porta al mio e ad altri fabbricati.

(clicca sulle immagini per ingrandirle)

Dal 1997 ho scritto una valanga di esposti, denunzie e querele tramite PEC e tramite il Comando Carabinieri di Benevento. Ma la strada è ancora come mostro in foto, nel disinteresse e la trascuratezza generale. Nemmeno la perizia dei Carabinieri, la perizia del CTU e la recente perizia del Servizio Viabilità della Provincia hanno indotto il Sindaco a recidere gli alberi, a rimuovere le opere abusive dal pubblico demanio e a riaprire l’imbocco primario di Via Vallone San Nicola sul cimitero, come del resto aveva disposto il Prefetto Cappetta, con Ordinanza di demolizione delle opere abusive



Faccio infatti presente che, una volta demolito il muro abusivo eretto dall’ENEL nel 1997, la strada comunale non presenterà alcun problema di pericolosità, diventerà usufruibile da tutti, sarà accessibile anche ai TIR e, senza troppe spese, potrà essere utilizzata come sicuro parcheggio al servizio del cimitero di Pastene, senza sottrarre una corsia alla SP18 e creare problemi di circolazione sulla Provinciale 18, come del resto hanno sempre suggerito gli ingegneri della Provincia.
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Ciò accade perché ogni nuovo sindaco rifiuta di assumere le responsabilità omesse dai sindaci che, avendo concluso il mandato, cedono la poltrona di guida, i comandi, i gettoni e lo stipendio al successore.

Anche il nuovo Sindaco, geometra Alessandro De Pierro, rifiuta ogni giudizioso adempimento e non risponde alle mie cortesi, amichevoli preghiere, né ha risposto alla morbida diffida del 12.09.2025, quantunque gli ho bonariamente spiegato che io e i miei congiunti siamo esposti a rischio, non solo per la pericolosità della strada comunale, ma perché qualcuno impicca i gattini e li appende al cancello scorrevole di casa. Non racconto altre cattiverie minori, ma la S.V. Ill.ma deve chiedersi perché la Procura archivia e non indaga chi – con la stessa calligrafia e con l’identità di 8 persone sconosciute all’anagrafe comunale - ha prodotto la seguente denuncia allo scopo di intimorire mia moglie e le mie figlie, con un’ordinanza di demolizione del nostro fabbricato, dopo aver denunziato il Commissario Prefettizio e dopo aver avuto la concessione edilizia nel ’93, dallo stesso capotecnico, Nicola Maioli, che pure è stato graziato dal PM e dal Procuratore Aggiunto.


Le pare possibile che io abbia armato una guerra giudiziaria se avessi avuto uno scheletro così grosso nel primo cassettone della biancheria intima?

Le pare possibile che l’ingegnoso responsabile dell’Ufficio Tecnico abbia concesso l’autorizzazione a costruire un fabbricato ad uso commerciale-abitativo nel 1993, e che dopo 32 anni vuole demolire la nostra casa, pur avendo controllato il progetto, la volumetria e persino la rete fognaria con la lente d’ingrandimento?

Non le sembrerà vero, ma il PM e il Procuratore Aggiunto hanno chiesto l’archiviazione per le sole omissioni d’ufficio dell’ingegnere Maioli, ma hanno perso di vista che la mia denunzia-querela del 13.11.2024 contiene esplicite informazioni ed elementi probatori concernenti soprattutto il reato di falso materiale in atti di pubblico ufficio. Quindi, ben due magistrati non hanno disposto alcuna indagine volta ad accertare il reato più grave commesso dal capotecnico Maioli.

Appare evidente, almeno agli occhi miei, dei Carabinieri e di tutti i funzionari dello Stato coinvolti dal ’97 ad oggi, che la Procura della Repubblica è collusa e non vuole fare il proprio dovere. Infatti, anziché mandare a processo i colpevoli e gli amministratori comunali, mi ha sottoposto a processo 18 volte in 15 anni.

Ma, né il Procuratore, né i suoi Sostituti sono riusciti a condannarmi e a farmi diventare un delinquente, perché sono stato sempre assolto dai Giudici con formula piena, limpida ed irrevocabile.
Quindi, il gattino ammazzato, gli sfregi alla nostra sicurezza, il menefreghismo dei Sindaci e l’incessante stalking giudiziario attivato dalla Procura della Repubblica hanno un solo scopo: intimorire i miei congiunti per costringermi a non esporre i manifesti davanti al Comune, alla Prefettura, al Palazzo di Giustizia e, soprattutto, a non pubblicare le denunce sul mio profilo Facebook, sul mio sito WEB e su YouTube.

Egr. Comandante Vernillo, ora può capire le ragioni che mi spingono a contestare i Magistrati con i manifesti, in maniera pacifica, composta, solitaria e rispettosa. Tuttavia, il mio lavoro diventa estenuante, pericoloso e controproducente, ogni volta che arriva un nuovo agente di polizia, in quanto è difficilissimo istruire le persone che non conoscono i diritti inviolabili dei cittadini, come ad esempio il diritto di circolazione, il diritto a svolgere un’attività produttiva, il diritto alla sicurezza, il diritto ad equa giustizia e il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero. Molto spesso accade che certi poliziotti ignorano addirittura che le manifestazioni solitarie, pacifiche e rispettose non necessitano di autorizzazione di alcuna autorità.

Ecco perché sono diventato bersaglio dei funzionari comunali, della Procura, dei poliziotti non istruiti e persino del Prefetto, che due anni fa mi fece sequestrare i manifesti e mi fece sanzionare dal Comandante della Polizia Municipale di Benevento, addirittura per un articolo non contemplato dal Codice della Strada. Questo breve video e la Sentenza n. 2761/2024 del Giudice di Pace hanno annullato l’atto ingiuntivo del Prefetto Torlontano e le maxi multe comminate dalla Polizia Municipale. Inoltre, La Sentenza del Giudice La Salandra ha indotto il Comandante Fioravante Bosco a restituire i manifesti trafugati con abusi d’autorità.

La prego di mettere fine a questa schifosa vicenda, non per me, ma per la mia famiglia, che oramai vive con apprensione e con la paura scesa fino ai piedi, perché sente sulle suole delle scarpe il rischio di ritorsione e ben comprende quali rischi corro io. Infatti, l’ordine di demolizione ha prodotto gli effetti desiderati da chi ha progettato la rappresaglia, un po’ dal Municipio e un po’ dal Palazzo del Governo.

La prego di effettuare un sopraluogo personalmente o congiuntamente ai suoi migliori collaboratori, al fine di informare il nuovo Prefetto, il Ministro dell’Interno, il Questore, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il nuovo Sindaco di Sant’Angelo a Cupolo, perché solo in tal modo metterà fine a una pericolosa attività persecutoria ed onorerà il prestigio dei Carabinieri di Benevento. Se invece desidera alleggerire le responsabilità, trasmetterà la presente istanza alla Procura della Repubblica di Benevento.

Suggerisco di cliccare sulle 27 certificazioni attestanti l’esistenza e la pericolosità della strada, perchè Le permetteranno di conoscere tutto ciò che hanno certificato le autorità delegate alla sicurezza dei cittadini.

Al fine di non tediarla con la narrazione di oltre 33mila pagine ipertestuali e circa 400 film, descrivo cosa mi è successo per aver querelato i Sindaci, il Commissario premiato dal Prefetto Torlontano, due comandanti della Polizia Stradale, il Procuratore della Repubblica di BN e le massime autorità della Procura Generale presso la Corte penale di Appello di Napoli:
> HO SUBITO 8 arresti temporanei, intimidazioni, mobbing e stalking giudiziario da impiegati comunali, dalla Questura, dalla Prefettura e soprattutto dalla Procura della Repubblica di BN.
> HO SUBITO, senza avviso, un illecito accertamento sanitario presso il centro di igiene mentale, ordinato da un sceriffo della Questura, anziché da un medico specialista e dal sindaco.
> HO SUBITO, da incensurato e per 3 anni, il divieto di circolare negli uffici di Giustizia di BN, senza aver commesso alcun reato.
> HO SUBITO sequestri di manifesti e multe non contemplate dal Codice della Strada, che infatti sono state annullate dai Giudici per manifesta infondatezza e per eclatanti abusi di potere.
> HO SUBITO 17 procedimenti penali e sono stato sempre assolto perché “il fatto non sussiste”, in quanto i reati fondano le radici su misere insinuazioni e su squallide menzogne.

Dopo 17 assoluzioni, subisco il XVIII processo a Roma, non per fatti veri, ma per orride falsità concepite dal Procuratore Policastro. Ma dimostrerò al Capo dello Stato, al CSM e al Giudice Monocratico che i disturbati sono i magistrati che mi hanno rinviato a giudizio 18 volte e che il solo a pagare il conto sono io.

Anche oggi ho allestito una mostra dinanzi al Tribunale, dove emerge il manifesto con la scritta TUTTIASSOLTI sulla nostra bandiera e su quella europea. 

Si, perché dopo 60 denunzie-querele sono stati assolti proprio tutti, tranne la Ditta
Paradiso Arredamenti di Pierro Anna”,
che invece fu condannata a morte prematura il 17 agosto 1997, quando le nostre figlie, dopo aver percorso migliaia di Km per lasciare le culle di Calcutta ad altri bambini, avevano felicemente compiuto 7 e 11 anni a Casalbore, un paese accogliente, ospitale, pulito e generoso. Un paesino dove a soli 35 anni mia moglie aveva già ammaestrato le ragazzine, avendo già versato 18 anni di contributi previdenziali all’INPS, per onorare l’Italia, per onorare il popolo del SUD, per onorare le Missionarie della Carità, Madre Teresa, mio Padre, mia Madre, i suoi perfetti genitori e le mie sei sorelle, che assai più di me avevano lavorato per tenere in vita un’attività produttiva apprezzata non solo dalla clientela, ma stimata anche in Abruzzo, nelle Marche, in Toscana, nel Triveneto e nell’Italia occidentale.

Le sono molto riconoscente per l’attenzione che mi concede e per il tempo che dedicherà alla mia famiglia.

Cordialmente saluto, ringrazio e lascio i miei recapiti, qualora avesse bisogno di supporto, così non mi muovo da casa, anche se accuso urgente bisogno di cambiare aria e di smontare l’orrenda mostra di manifesti.

Benevento, 27 ottobre 2025

attilio.paradiso@pec.it











martedì 7 ottobre 2025

  BALLE BALLONI e TUTTA LA VERITA' 

Lettera aperta al Prefetto di Benevento

     Preg.ma Dr.ssa Moscarella,
dicono a Bologna che è inutile spingere una Ducati se ha le ruote sgonfie; ma io avverto l’obbligo morale e il dovere etico di ripeterle che, se non ripara le bucature, rischia di essere travolta dalle menzogne del Vice Prefetto, perchè lo scaltro avvocato capì che lo avrei portato in tribunale, non come turista, ma per omessa tutela di un bene pubblico e per non aver messo in sicurezza una via demaniale, che nello stradario è tuttora classificata “di interesse generale”, ma che tuttora è una mulattiera di campagna catturata dagli indigeni, come mostro in foto:

click sulle foto per ingrandirle


Sulla foto c’è una croce e due date; esse ricordano la mia data di nascita e quella in cui hanno ucciso me e l’attività produttiva di mia moglie. La ditta si chiamava “Paradiso Arredamenti di Pierro Anna”, perché era nata con mio padre e mia madre, prima che nascessero 6 figlie ed io.

Se avesse ascoltato me, anziché i suoi dipendenti, era tenuta a vedere la mulattiera col suo autista, i Responsabili della Strada Provinciale 18  e l’ex Commissario La Montagna che le ha raccontato le favole del Capotecnico di Sant'Angelo a Cupolo, all’evidente scopo di scagionare sé stesso dalle responsabilità penali, l'ex Prefetto Torlontano e l'ex Comandante della Polizia Stradale.

Ciò non toglie che potrebbe venire a controllare domani o fra 3 giorni, per evitare di essere incriminata di complicità dal mio avvocato e dal Procuratore della Repubblica che verrà.

Per Lei, per la Questura e per tutti gli italiani che leggono i miei post, copio e incollo i palloni gonfiati dal Comandante Vetrone e dall'ex Commissario premiato dal Prefetto Torlontano, che, memore del bene ricevuto, mandò l’avvocato La Montagna ad incassare un altro stipendio dai santangiolesi.





Per motivi di coscienza e di rispetto al ruolo del Prefetto, copio e incollo le seguenti perizie e una foto ricordo di Madre Teresa di Calcutta.













Se volesse sgombrare ogni dubbio, convochi in Prefettura i firmatari dell’attestato sottostante e l’ex Comandante della Polizia Municipale di Sant’Angelo a Cupolo, Ugo Guerriero, li metta davanti al Presidente della Camera Penale di BN e faccia dichiarare se la via esiste, se inizia dal cimitero e se tuttora è ostruita da una casa, da alberi e da recinzioni abusive.


Una giovane giornalista intervistò Madre Teresa e le chiese chi fosse la persona più pericolosa al mondo. La Madre più amata al mondo rispose: "quella che mente".

La partita è finita. Buonanotte!



attilio.paradiso@perc.it
Sant'Angelo a Cupolo 7 ottobre 2025

lunedì 22 settembre 2025

 Supplica dal purgatorio. 

Questa pagina  contiene una denuncia e un video che lo
scrivente ha già trasmesso alle autorità fotografate
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Contrariamente ai magistrati ed altri laureati in giurisprudenza, lingue straniere e filosofia, il Dr. Nicola Gratteri possiede il dono di un insegnante elementare: parla in italiano, con la semplicità che comprende pure un passero solitario, ma logorroico come il mio.

I Dirigenti della Questura, della Procura e della Prefettura di Benevento hanno invece un dono più prezioso e più schifoso: non parlano mai, non leggono e non ascoltano, manco se interrogati dalla Triplice, dal KGB e da Mastro Titta.

Venerdì scorso, con la denuncia-querela qui linkabile, ho pregato il Procuratore Aggiunto e il Prefetto di BN di fare il loro dovere. Poi ho pregato, ma non abbastanza.

Oggi supplico le SS.LL. e lo Spirito Santo di affidare le indagini al Dr. Nicola Gratteri, non prima di aver ascoltato il video che registrai due anni fa:

Benevento centro, 22 settembre 2025



lunedì 1 settembre 2025

 

Lettera di Geppetto
al Prefetto di Benevento


Gentile Dr.ssa Raffaela,

a me non è mai piaciuto insistere con le donne, nemmeno quando ero nel fiore della gioventù. Ma corre il dovere di informarla, perché possa distinguere le falsità dalle menzogne.

Cinque anni fa, chiesi al Prefetto di concedermi la facoltà di tentare un’intesa con il primo cittadino del mio paese. Il Dr. Francesco Cappetta non solo mi accontentò subito, ma mi ringraziò per la costruttiva proposta.

Il 14.5.2020 tenemmo il colloquio alla presenza della Dr.ssa De Feo e della Dr.ssa Cerrata. Ma il tentativo fallì, perché il geometra Fabrizio D’Orta è un ottimo tecnico, ma è un pessimo manipolatore della verità. Infatti, gonfiò una menzogna che farebbe ridere anche un burattino di legno.

Riproduco la prima parte del verbale redatto dalla Dr.ssa De Feo e sottoscritto da tutti i presenti:

 (clicca sulla foto per ingrandire il testo)


Seguono altre panzane, che invece farebbero cadere i capelli ai tecnici del Catasto, del Genio Civile e a qualunque studente degli Istituti Tecnici per Geometri europei; ma certamente non farebbero ridere Mastro Geppetto, né tantomeno il Presidente della Camera Penale di Benevento, Dr. Sergio Pezza. Infatti, durante un processo a mio carico, il Giudice non credette al Sindaco, né all’Ingegnere Responsabile dell’Ufficio Tecnico, né al Consulente Tecnico di Parte, né ai quattro confinanti la via comunale interrotta dalle loro stesse opere abusive.

Deve sapere che non tutti gli uomini politici gonfiano i palloni aerostatici, perché sanno che i palloni si sgonfiano e le balle tornano a sempre a galla, specie quando la memoria tradisce chi le gonfia a dismisura.

Informo che tra il cimitero e la strada chiusa dalla recinzione abusiva c’è uno spazio di circa 25 m. Perciò, ritaglio la verità sottoscritta e consegnata ai Carabinieri dal Sindaco Fabrizio D’Orta, dal Capo dell’Ufficio Tecnico di Sant’Angelo a Cupolo, ing. Nicola Maioli e l’ingegnere dell’ENEL, mentre spostava la cabina dalla sede stradale:

(clicca sulla foto per ingrandire il testo) 


Le ricordo che il Prefetto ordinò al Sindaco D’Orta di sgombrare le opere abusive da tutta la via comunale.

Distinti saluti e tanti auguri di buona salute.

Benevento, 2 settembre 2025

Attilio Paradiso


sabato 30 agosto 2025

 

PROFILO ATTILIO PARADISO TRATTO DA GOOGLE

Ringrazio l'IA di Google per aver sintetizzato il mio profilo in 4 paragrafi e 3 link💓🙏😋

Attilio Paradiso è una persona coinvolta in parecchi procedimenti penali a Benevento, noto per le sue proteste pubbliche contro funzionari dello Stato e per aver prodotto memorie difensive in tribunale a sua difesa, in formato ipertestuale, su DVD. In sintesi, Attilio Paradiso è una figura controversa che si batte pubblicamente e legalmente per situazioni che ritiene ingiuste e arbitrarie, risultando al momento assolto da tutte le accuse penali, ma ancora impegnato in un confronto acceso con le istituzioni.


Contesto Giudiziario

Paradiso è stato indagato in parecchi procedimenti penali, 18 fino al 2024. è tuttora sottoposto a processo a Roma (procedimento penale N° 24130/2021), in quanto accusato di calunnia nei confronti del Procuratore Generale e dell’Avvocato Generale della Corte di Appello di Napoli, accuse che lui ha sempre negato sostenendo che le sue denunce sono basate su fatti e non calunnie. Il tribunale ha assolto Paradiso, rilevando che non ha mai violato provvedimenti restrittivi e che le accuse contro di lui non sussistono. Paradiso ha presentato documenti difensivi molto dettagliati, anche in formato ipertestuale, per dimostrare le sue ragioni e denunciare presunti abusi da parte di membri della magistratura, forze dell’ordine e del comune di Sant’Angelo a Cupolo.


Attività Pubbliche e Proteste

Attilio Paradiso è noto per le sue proteste pubbliche che spesso si svolgono di fronte a sedi istituzionali, come il Viminale, Palazzo Chigi, Palazzo di Giustizia e la Prefettura di Benevento. Spesso denuncia presunti comportamenti illeciti di alti funzionari dello Stato, chiedendo giustizia con videomessaggi pubblici. Le sue apparizioni sono disponibili anche su YouTube, dove si trovano video interviste e conferenze stampa con le sue schiette, lucide e ponderate dichiarazioni pubbliche.


Situazione Personale e Richieste

Con cartelli di grandi dimensioni, Attilio Paradiso denuncia di essere sottoposto a vessazioni, restrizioni di libertà ingiuste e mancate notifiche di provvedimenti da parte di autorità giudiziarie, sostenendo un sistema che gli nega il diritto di difesa e aggrava la sua condizione personale. Ha inoltre chiesto formalmente l'annullamento delle imputazioni a suo carico e di poter essere ascoltato, puntando il dito contro chi ritiene responsabile di aver creato un vulnus istituzionale nei suoi confronti.


Ringrazio e saluto le Intelligenze Artificiali, anche se non possono ancora competere con la mia, che invece è paradisiaca😜😇😅

Attilio Paradiso
30 agosto 2025

domenica 17 agosto 2025

Patane, melanzane e panzane aerostatiche.
Clicca sulle immagini per ingrandirle

In 3 minuti leggerete una storia inedita di vera ingiustizia e di vera follia, che vi farà piangere, ridere e ... così sia.

Ultimato un casermone allo scopo di trasferire il nostro negozio di arredamenti, il 17 agosto di 28 anni fa emigrammo da Casalbore e con due fanciulle dotate di doppia cittadinanza, di dolcezza e di santa benedizione andammo a vivere in un comodo, spazioso e tranquillo casermone di 3.500 metri cubi, posto a 88 metri dal piccolissimo, ma silenziosissimo camposanto di Pastene.

Ecco la panoramica dall'alto

Anziché urbanizzare ed asfaltare la via che tuttora porta ai nostri defunti magazzini espositivi, l'allora Sindaco Viceré, l’Assessore all’Urbanistica Bosco e i funzionari tecnici comunali consentirono che l’ENEL ostruisse il tratto iniziale di Via Vallone San Nicola, con un muro ed una cabina elettrica, mentre con la qui visionabile Delibera del 1995 avevano ordinato all'ENEL di incollare la cabina al cimitero.
Ma le cose non andarono come prescriva la Delibera, perchè due anni dopo l'ENEL ancorò la cabina sulla sede stradale e li è rimasta per altri 14 anni, insieme a tutte le fioriere mobili di Pastene.


Dopo innumerevoli fuochi innaturali, preghiere, diffide e querele, il Sindaco eletto nel 2011, geometra Fabrizio D’Orta, e il Funzionario Responsabile dell’Ufficio Tecnico, ingegnere Nicola Maioli, ordinarono di spostare la cabina elettrica nei pressi del cimitero, allo scopo di sgombrare la via comunale occupata abusivamente dall’ENEL.

Non sopportando la vista
dei morti, della strada cadaverica e dei pastenesi moribondi, l’ingegnere Maioli fece picchettare la via comunale da ben 3 geometri: uno capace di usare il tacheometro, l'altro capace di tenere la mazza del primo geometra e il terzo capace di inchiodare i picchetti nella terra. I 3 geometri non solo picchettarono i bordi della via comunale, dal camposanto al secondo incrocio, peraltro già periziato dal CTU e dai Carabinieri con 2 pericoli di morte, ma segnalarono che la via era stata occupata da frutteti, da oliveti, da recinzioni dozzinali, da cagate maschili e femminili e da un dispettoso fabbricato, edificato scherzosamente sulla sede stradale per rendere più ardimentoso l'accesso ai nostri magazzini.

clicca se vuoi sentire i protagonisti del breve video
Cosicché, dopo innumerevoli, ostinate omissioni, incendi, esalazioni di diossina ed omessi controlli, l’ingegnere Maioli firmò la qui linkabile "Ordinanza per il ripristino dello stato dei luoghi per interventi abusivi su suolo pubblico".


Sfortunatamente accadde che l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono rinviati a giudizio e processati per non aver messo in sicurezza la strada comunale, mentre io
subivo il primo processo per calunnia e diffamazione a mezzo stampa di volantini ed esposizione permanente di grandi manifesti, per aver accusato il Viceré di Pastene, l'ingegnere Maioli e il Re Bosco di Perrillo di aver permesso la chiusura abusiva dell'imbocco primario della via comunale, con le fioriere mobili e con una schifosa cabina senza ruote.

Ricordando cosa aveva scritto e protocollato nel 2005, RE Bosco si avvalse della facoltà di non rispondere, mentre l’ingegnere Maioli, i suoi testimoni e il successore del RE giurarono che nei pressi del cimitero di Pastene la via comunale “non è mai esistita”.

Allo stesso modo giurò davanti a me il miglior geometra, ma il peggior pallista pastenese, poi eletto erede di RE Bosco, quantunque nel 2011 avesse scritto insieme al Maioli l’esatto contrario di quanto avevano giurato all'infallibile Dr. Sergio Pezza, con queste precise parole: “I rappresentanti del Comune fanno presente che la cabina insiste sull’imbocco di una vecchia strada comunale in disuso e che il Comune prevede di riaprire la stessa per soddisfare le richieste avanzate dai proprietari dei fondi limitrofi”.

So che non mi crederete, ma io fui assolto con formula piena dal Dr. Sergio Pezza, perché avevo diffuso la verità attraverso Facebook, YouTube e centinaia di manifesti. Tuttavia, altri magistrati mi hanno fatto tribolare il calore e le pene dell'inferno, per altri 17 anni.
So che non mi crederete, nemmeno se giurassi davanti a Padre Pio, ma pure l’ingegnere Maioli e Re Bosco furono assolti con formula piena, non dal Giudice Unico, ma da 4 giudici speciali e 2 presidenti specialisti, sebbene i pallisti avessero riempito di panzane, di balle e melanzane la Prefettura e tutto il Palazzo di Giustizia, dal piano terra, al quinto e fino al Quirinale.

MORALE DELLA FAVOLA VERA
a) Chi giura la verità va all'inferno, viene pesato dal farmacista e paga solo l'avvocato e gli specialisti per l'accompagnamento.
b) Chi invece vende balle a profusione, vince non solo i processi, ma acchiappa le benedizioni e vince pure le elezioni.


clicca sulle immagini per ingrandire ... la merda

Pastene, 17 agosto 2025
Attilio Paradiso




martedì 22 luglio 2025

 

 Opposizione alla proposta di archiviazione.  



Io sottoscritto Paradiso Attilio, nella qualità di parte offesa nel pp n. xyz.24.44, ho constatato che il sistema di archiviazione digitale della Procura di BN non è conforme alle direttive europee, né al Codice di Amministrazione Digitale italiano, perché la scansione del fascicolo non consente di visualizzare gli atti scritti in ipertesto, perchè le pagine costituenti il fascicolo  non sono funzionali alla visione dei link, che invece costituiscono le fondamenta, i muri portanti della denuncia e sono atti probatori indispensabili per accertare i reati.

Ho constatato, altresì, che il PM e il Procuratore aggiunto hanno forse commesso l’errore di leggere la mia denuncia-querela del 13/11/2024 sulla copia cartacea, anziché sul DVD. Forse non hanno cliccato sui collegamenti ipertestuali, perciò non hanno visto i 13 elementi probatori posti a sostegno della denuncia. Infatti, 2 mesi dopo la registrazione della querela al RGNR, il PM delegava le indagini alla P.G. e chiedeva di “acquisire dal denunciante copia dei documenti menzionati in denuncia, su supporto informatico. In buona sostanza, il PM ha chiesto di acquisire gli stessi documenti che avrebbe potuto vedere sul suo computer 2 mesi prima, con un semplice click, se solo avesse letto il primo paragrafo della querela.

Appare altresì presumibile che il PM non abbia visto le querele precedenti, né le integrazioni successive alla denuncia del 2024, ove contesto non solo lo stesso reato omissivo, ma, con ogni dovizia di prova, reati molto più gravi a carico dell’imputato NM, di altri funzionari comunali e del dr. MLM, che, essendosi rifiutato di ordinare la rimozione delle opere abusive e la messa in sicurezza della via comunale antistante casa mia, è diventato complice e responsabile di omissione, come il NM.


Ho infine constatato che la richiesta di archiviazione del PM e del suo Capo riguarda solo il reato omissivo di NM, anziché i molteplici reati contestati allo stesso e ad altri funzionari comunali. Reati che invece spaziano dal falso ideologico al falso materiale in atti di pubblico ufficio, falsa testimonianza ai Magistrati e alla Polizia Giudiziaria, rifiuto di accesso agli atti e rifiuto d’ufficio, mistificazione di atti amministrativi concernenti il Piano Urbanistico Comunale, falsificazione di delibera di giunta, stalking giudiziario, depistaggio, mistificazione di cartografie, atti ed aerofotogrammetrie non conformi alle mappe catastali e alla realtà dei luoghi visti dal basso,

Nelle 3 pagine poste a sostegno della richiesta di archiviazione, i Magistrati non hanno messo in evidenza alcun documento da me prodotto attraverso i link, per sostenere tutti i reati commessi da NM e dalle altre persone. Infatti, i due Magistrati scrivono esattamente così: “Orbene, all’esito dell’attività investigativa espletata, l’analisi della documentazione agli atti impone di affermare l’insussistenza di ipotesi di reato. Ed invero, dall’esame degli atti investigativi, emerge, ed appare necessario ribadirlo, che nessun abuso edilizio era mai stato accertato e sanzionato”.

Ciò dimostra chiaramente che i due magistrati non hanno visto l’ordinanza di demolizione dell'ing. NM, né la successiva Sentenza del TAR, né l’Ordinanza sottoscritta dal Prefetto Cappetta, né hanno parlato degli altri reati commessi dal NM e dagli Amministratori a lui vicini.

Giacché i reati sono veramente tanti, attraverso i seguenti ritagli ripropongo solo quelli più appariscenti, finalizzati ad accertare quantomeno le responsabilità omissive di NM, nonché dei quattro Sindaci ed assessori che hanno retto il Comune, dal 1997 ad oggi:

ANNO 2005


ANNO 2011

 

ANNO 2016


 

ANNO 2018


 

ANNO 2025

 

La richiesta di archiviazione non tiene conto dei numerosi reati contestati all’ing. NM, al Commissario prefettizio, alla Segretaria comunale e alla sig.ra B. Ma il PM chiede di archiviare anche il reato che il Responsabile dell’UTC sta reiterando dal 1997 ad oggi, visto che tuttora la strada è chiusa da un muretto abusivo, da alberi, da una recinzione abusiva e da un fabbricato costruito per 2 metri sulla sede stradale, mentre il secondo imbocco della strada comunale è stato dichiarato tuttora pericoloso dal Dirigente e dal Responsabile del Servizio Viabilità della Provincia di Benevento

Se i due Magistrati avessero voluto, potevano recarsi sul posto e controllare la strada comunale, le opere abusive e la pericolosità dell’unica via d’accesso al nostro fabbricato.

Alternativamente, nella terza ed ultima pagina della denuncia-querela, avrebbero potuto cliccare e ascoltare questo breve video di soli 3 minuti, per vedere le opere abusive sulla strada comunale e per capire perché e chi ha seppellito l’imbocco primario di Via Vallone San Nicola con questo filmato ripreso dal vivo, mentre 3 geometri picchettano per la seconda volta la strada comunale, dal cimitero di Pastene al secondo incrocio, alla presenza di tutti i confinanti e altri tecnici di loro fiducia.

Se non avessero voluto disinnescare pure la trentesima denuncia contro l’ing. NM, i due magistrati avrebbero delegato la P.G. o i Carabinieri del RIS, per verificare lo stato dei luoghi, per analizzare la delibera mistificata dal Maioli e per controllare se la Delibera di Giunta Comunale del 1992 era stata stampata con una laser, con una inkjet, con una Olivetti anni 70 e se recava firme attendibili e se l’allora Sindaco, l’allora Segretario comunale e i componenti della Giunta sono vivi o sono morti.

 

P.Q.M.   chiedo

l’imputazione coatta di NM, in quanto Responsabile dal 1997 ad oggi dei reati descritti al seguito, con piena consapevolezza, dolo e smaliziata cattiveria:

  1. illecita concessione di concessione edilizia ai Proprietari della casa abusiva;
  2. omessa azione di controllo sull’opera edilizia beneficiaria di contributi statali post sisma;
  3. omessa urbanizzazione e messa a norma di una via comunale costeggiante aree edificabili;
  4. violazioni delle norme di sicurezza sancite dal Codice della Strada;
  5. ritardata denuncia di abusi su via comunale;
  6. omessa azione di tutela del pubblico demanio;
  7. omessa tutela della sicurezza pubblica sulle strade urbane;
  8. causa di danni all'erario per aver sprecato soldi per commissionare 2 volte lo stesso accertamento tecnico sulla via Vallone San Nicola;
  9. complicità con amministratori comunali e comuni cittadini che hanno certificato il falso ed hanno commesso reato di falsa testimonianza dinanzi ai magistrati e agli Agenti di P.G.;
  10. depistaggio e stalking giudiziario attraverso l'uso delle menzogne e la mistificazione degli atti;
  11. Violazione della trasparenza, del diritto di accesso agli atti non soggetti a privacy e delle norme di comportamento dei pubblici impiegati;
  12. stalking giudiziario per aver sporto 2 denunzie-querele contro di me, sostenute da menzogne e da testi corrotti. Infatti, in entrambi i processi sono stato 2 assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, perché il Maioli aveva corrotto i testimoni e perché i fatti descritti nelle querele erano falsi.

 

NON CHIEDO l’imputazione coatta per tutti gli altri imputati menzionati nella denuncia-querela e nelle successive integrazioni, perché non sono stati oggetto di alcuna verifica investigativa dei Magistrati e della Polizia Giudiziaria, ma anche perché i colpevoli potrebbero essere cascati nelle innumerevoli falsità dell’ing. NM, come ad esempio la Delibera di Giunta del 1992, inspiegabilmente trascurata dal giovane PM e persino dal più esperto capo della lavanderia.

Alternativamente, al fine di evitare il rischio di prescrizione, chiedo che il procedimento penale sia restituito alla Procura della Repubblica ed assegnato a qualunque PM, più volenteroso e più capace di trattare le denunce digitali con competenza, lealtà e diligenza.

Vogliate cortesemente comunicare a mezzo PEC le generalità del GIP e la data che il Magistrato fisserà per l’udienza camerale.


Attilio Paradiso