lunedì 17 dicembre 2018

giovedì 22 novembre 2018


Lettera aperta al Presidente della Repubblica e del CSM, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro di Giustizia - 
Il 12 novembre scorso, per difetto di notifica, la Procura presso la Corte di Appello di Napoli ha rinviato per terza volta l'udienza, come se la lunga stagionatura del processo n. 3561/2009/21 RGNR e le 4 cause di nullità, generate dalla Procura di Benevento prima della fase dibattimentale, non fossero bastate a colmare la misura, oltre che a favorire la prescrizione dei reati addebitati al Funzionario Capo dell'Ufficio Tecnico e all'ex Sindaco del Comune di Sant'Angelo a Cupolo.

E ancora: il 16 gennaio prossimo, presso il Tribunale di Benevento, si terrà la VIa udienza in Camera di Consiglio, dopo 8 anni e 6 mesi di gioco a squadre, dove al tavolo da pingpong si sono alternati 3 PM e 3 GIP, che per ben 6 volte hanno fatto regredire il "pallino" in Procura.

On.li Ministri dello Stato, di questo passo tutti i giocolieri vivranno felicemente più a lungo, il migliore di tutti vincerà il primo premio e salirà sul podio più alto, mentre il mio pallino, a furia di essere schiacciato da un campo all'altro, non vivrà tanto a lungo da provare almeno il  "piacere" di vedere la fine del  lungometraggio, chi vince la medaglia e chi perde la coppa di paglia, la testa e la famiglia.
Rientrate in campo e riprendete subito in mano la partita, prima che la CEDU e l'Europa Unita squalifichi l'Italia per l'intera vita!

Benevento, 22 novembre 2018

Attilio Paradiso

attilio.paradiso@pec.it


mercoledì 21 novembre 2018


Lettera aperta al PREFETTO di BENEVENTO 

Come immagino Le abbia riferito la Dr.ssa De Feo, ho preso visione ed estratto copia della nota n. 8946, che il Sindaco del Comune di Sant'Angelo a Cupolo Le ha trasmesso il 25.10.2018.

Da tale nota prendo atto che il Sindaco ritiene, dopo 18 anni di inerzia, di aver messo in sicurezza l'incrocio tra le due strade comunali "in modo da eliminare qualsiasi situazione di pericolosità per il transito veicolare e pedonale", quando entrambe le strade sono notevolmente al di sotto delle misure regolamentari, si incrociano in una doppia curva e sono prive di marciapiedi, come invece prescrive l'art. 2, comma 2, lettera E, del D.Lgs. n. 285/1992 (meglio conosciuto come "Codice della Strada", perciò sono di fatto pericolose sia per il transito veicolare che pedonale. Senza contare il fatto che il Sindaco nulla riferisce in ordine alle condizioni di Via San Nicola, che ancora oggi è impercorribile, in quanto ostruita da opere abusive, dall'incrocio al cimitero di Pastene.


Se il Sindaco trova rifugio e supporto nella Consulenza Tecnica d'Ufficio redatta dall'Ing. Luigi Di Matteo, è perché quella consulenza non contiene le informazioni relative alle occupazioni abusive su via Vallone San Nicola, né alla transitabilità e all'impercorribilità di tale strada, né alla carenza di marciapiedi, né, infine, contiene indicazioni sulla pendenza e sulla ridotta visibilità in uscita da Via San Nicola, ogni volta che piove o che cala la nebbia. Ed ancora, il Consulente nulla dice sulla larghezza della SP 18 (cd. Via Regina Elena), che nel punto di intersezione risulta di 70 cm più stretta della sua reale dimensione, perché quei 70 cm risultano integrati nella proprietà dei confinanti, ovvero le stesse persone che non hanno demolito il fabbricato, né la recinzione abusiva, né hanno restituito al demanio il terreno occupato sulle due strade.

Egr. Sig. Prefetto, io non le ho chiesto di essere creduto, ma le ho esibito tutte le prove documentali per eseguire un accertamento oculato e sbrigativo. Perciò Le ho chiesto di venire sul posto, di rendersi conto di persona e di stare in guardia da chi mistifica la verità e insaporisce la pasta scotta nel sugo di pomodori.

Se la S.V. "ritiene che il Comune di Sant'Angelo a Cupolo abbia già adottato tutti gli opportuni provvedimenti di propria competenza necessari a garantire le prescritte condizioni di sicurezza per il transito in prossimità dello sbocco della strada comunale denominata Via Vallone San Nicola sulla Strada Provinciale n. 18 (c.d. Via Regina Elena), dovendosi pertanto escludere che sussistano attualmente condizioni di pericolosità per il transito e per la pubblica e privata incolumità in prossimità di tale incrocio", non deve fare più niente, perché resta a me il compito di dimostrare che non ha operato nel giusto e che non si è avvalso della consulenza di tecnici più affidabili, né delle indagini svolte dalla Procura della Repubblica (Proc. Unificato n. 3849/18/21, Dr.ssa Assunta Tillo, ex Proc. n. 4015/17 Dr. Giovanni Conzo).

Distintamente saluto e ringrazio per la cortese attenzione.

Benevento, 19 novembre 2018

Attilio Paradiso

mercoledì 7 novembre 2018

Mail certificata al Ministro di Giustizia, On.le Alfonso Bonafede.


     Egr. Sig. Ministro,

apprezzo l'impegno da Lei profuso per velocizzare i procedimenti giudiziari, limitare la prescrizione ed assicurare la giustizia nel rispetto dell' Art. 111 della Costituzione, non solamente nei confronti dell'imputato, ma per tutelare i diritti di coloro che subiscono reati ed accusano danni, talvolta irreversibili come per il defunto Stefano Cucchi, specie quando gli imputati svolgono mansioni pubbliche alle dipendenze dello Stato.

Nei decorsi 9 anni ho sporto ben 35 denunce-querele, tutte contro amministratori locali e pubblici funzionari dello Stato. Ma, per nessuna di esse l'azione obbligatoria della Procura è stata conclusa nei termini del C.p.p.

Laddove è successo, i fascicoli sono passati da un PM all'altro, addirittura tre volte, come per le tre querele sporte dal 2010 al 2012 (che in 8 anni hanno visto regredire i fascicoli 6 volte in Procura, da 3 GIP a 3 PM, e come  ad esempio sta succedendo per la denuncia del 14.3.2017, che in soli 18 mesi ha già cambiato 3 volte il PM.

Nel corso di 21 anni, ovvero da quando la mia famiglia è limitata nell'esercizio di diritti fondamentali dell'uomo, riconosciuti dalla CEDU e dalla Costituzione italiana, non ho mancato di informare la Presidenza della Repubblica, il CSM, la Procura Generale e i vari Ministri che hanno preceduto il Suo Mandato. Ma lo Stato non risponde, e nemmeno il Ministro Salvini (v. diffida, poi trasmessa anche al PCM, Prof. Conte).

Nel 2015 ho adito anche la Corte Europea, ma il ricorso è stato dichiarato "inammissibile", perché devono finire prima i processi in Italia. Giacché i reati denunziati il 24 giugno 2009 saranno verosimilmente prescritti in appello, il 12 p.v. presso la Procura di Napoli, non resta che ritentare la sorte con un altro ricorso alla CEDU ed aspettare altri 2 anni e 7 mesi.

L'allegata foto riassume, in breve sintesi e per quanto possibile, la vicenda che ha originato le 35 querele.

Se volesse concedermi l'ascolto nella settimana successiva alla prossima, Le sarei molto grato.

Distinti saluti,
Attilio Paradiso

domenica 21 ottobre 2018



Lettera aperta al nuovo Prefetto di Benevento.
 
 Al Sig. PREFETTO di BENEVENTO
e per conoscenza:
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al MINISTRO DELL'INTERNO
AL MINISTRO di GIUSTIZIA


Ringrazio per la sollecita risposta, con la quale mi pare di aver compreso che avrei tradotto in diversi termini il significato delle Sue parole. Se avessi malinteso, Le chiedo scusa.

Contrariamente a quanto è accaduto con i Dirigenti che da 5 lustri hanno preceduto il Suo mandato, sono soddisfatto per aver attenzionato il Sindaco in ordine alla situazione legata alla pubblica e privata incolumità, anche se non mi è stata conferita la missiva n. 34521 del 15.10.2018, che, ove Le paresse conveniente, cortesemente chiedo di farmi pervenire in copia.

Qualora avesse convocato pure me, sono piuttosto certo che, nell'interesse della comunità, insieme alla S.V. e al Sindaco D'Orta avremmo risolto pacificamente non solo il problema dell'incrocio pericoloso, mettendo la parola fine ad una corposa, penalizzante ed onerosa lite giudiziaria, ma avremmo disimpegnato le Autorità di Governo del Paese e avremmo già risolto i problemi legati all'intransitabilità di Via Vallone San Nicola, sia sotto i profili tecnici e della sicurezza pubblica, che sotto gli aspetti economici più vantaggiosi, per l'Ente e per i cittadini. Se volesse, sono onorato di aderire all'invito.

Mi pare doveroso evidenziare, infine, che non Le ho chiesto di adottare poteri sanzionatori, perché so che non rientrano trai Suoi compiti di istituto, ma solamente di esercitare l'azione sostitutiva, laddove il Sindaco, la Giunta, i Funzionari Responsabili della Sicurezza e dell'Ufficio Tecnico Comunale rifiutassero per l'ennesima volta di operare secondo Giudizio, Legge e Coscienza.

Colgo l'opportunità per mostrare un brevissimo reportage del 2012, che probabilmente non ha visto, e farle ascoltare il commento di un giovanissimo ed impeccabile cronista: Emilio Spiniello.

Ringrazio e saluto cordialmente. 
Benevento, 20 ottobre 2018
Attilio Paradiso


domenica 14 ottobre 2018




Denunzia/querela contro Matteo Piantedosi e Ministro Salvini

Ill.mo PROCURATORE della Repubblica
presso il TRIBUNALE di BENEVENTO


Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore il 18.2.1951 e residente nel comune di Sant'Angelo a Cupolo (BN), in Via Vallone San Nicola n. 2,

premesso che

1.         con lettera ipertestuale del 6 giugno 2018 informavo il Ministro, On. Matteo Salvini, sulle inadempienze dell'ex Ministro, del suo Capo di Gabinetto e di altri funzionari ministeriali, nonché sui fatti concernenti una travagliata vicenda giudiziaria, iniziata con una denuncia del 24 giugno 2009, contro il Comune di Sant'Angelo a Cupolo, e poi esplosa in parecchie querele per reati decisamente più gravi, commessi non solo dagli Amministratori passati e recenti dello stesso Comune, ma da vari Prefetti e Funzionari della Prefettura di Benevento;

2.      con mail certificata del 1 luglio 2018 informavo nuovamente il Ministro, il Capo di Gabinetto e il Presidente del C.M. sulle mancate risposte e chiedevo di essere ricevuto dall'On.le Salvini, senza tuttavia ricevere riscontro, né parlato, né scritto;

3.      con istanza del 17 agosto 2018 ai sensi della L. 241/90, non solo rappresentavo al Ministro la necessità di rispondere e di comunicare almeno il nominativo del "Responsabile del Procedimento", ma recapitavo la denuncia-querela contro l'ex Prefetto di Benevento, sporta per reati di depistaggio, reiterate omissioni e falso in atti di pubblico ufficio;

4.      con diffida del 19 settembre 2018 invitavo il Ministro a rispondere ai sensi della L. 241/90 e a riferire sulle eventuali attività amministrative intraprese nel frattempo. Inoltre, mi rendevo ancora una volta disponibile per un colloquio, proprio al fine di evitare la presente querela;

5.      al fine di scongiurare la presente azione penale, il primo di ottobre scorso mi sono recato per la quinta volta al Viminale, per tentare di essere ricevuto dal Capo di Gabinetto o da un funzionario delegato. Ma dopo un'ora di vani colloqui tenuti con due gentilissime agenti, ho dovuto desistere, atteso che ogni sforzo, volto almeno a sapere se il Dr. Piantedosi avesse conferito le informative di cui sopra al Ministro, si è rivelato del tutto inutile.

TANTO PREMESSO, CHIEDO

che venga accertata la verità e individuate le colpevolezze delle persone responsabili di aver rifiutato ogni risposta entro i limiti previsti dalla L. 241/90, attraverso l'escussione del Ministro dell'Interno e del Dr. Matteo Piantedosi, nella qualità di funzionario destinatario delle mail certificate trasmesse all'On.le Ministro Matteo Salvini e al Capo di Gabinetto stesso.

Il presente documento è depositato presso codesta Procura in cartaceo e su DVD, contenente questo testo (il cui nome e lo stesso di quello indicato a pie di pagina) e due filmati, raggiungibili anche attraverso i seguenti link: VIDEO 1 (26 min), attraverso il quale mostro i fatti accaduti dinanzi al Viminale, dal 26 al 28 giugno 2018,  e  VIDEO 2 (2 min), ove mostro il video messaggio registrato prima di lasciare il Ministero.

Con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali subiti in conseguenza della condotta dei due imputati, resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e mi riservo, ove fosse necessario, di produrre ulteriori elementi probatori a sostegno della presente denuncia-querela.

Qualora fossero accertate responsabilità a carico del Ministro Salvini, chiedo che venga richiesta l'autorizzazione a procedere al Parlamento, nel più breve tempo possibile, in quanto la reiterata azione omissiva dei Ministri che si sono succeduti nel tempo preclude diritti fondamentali, tutelati dalla Costituzione Italiana, a me e alla mia famiglia. Diritti per quali ho prodotto un numero ragguardevole di querele, tuttora al vaglio di codesta Procura, di vari GIP e della Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli.

Chiedo che siano condotte le indagini nel più breve tempo possibile, anche al fine di evitare ulteriori conseguenze dei reati.

Chiedo, infine, che Il PM mi dia avviso in caso di richiesta di archiviazione al GIP.

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Nota tecnica: ai sensi del Codice di Amministrazione Digitale e della disciplina europea, il presente testo è depositato in cartaceo con allegato DVD, contenente 2 filmati e solo questo file, atto a permettere la visualizzazione dei prodotti multimediali attraverso un PC collegato a Internet, tramite l'attivazione dei collegamenti ipertestuali (link) contenuti in questo documento.
Dichiarazione di responsabilità: consapevole delle responsabilità civili e penali che assumerei in caso di esibizione di documenti, foto e filmati non corrispondenti al vero, dichiaro che tutti i prodotti linkabili corrispondono esattamente agli originali.
Sant'Angelo a Cupolo, 5 ottobre 2018
Attilio  Paradiso
attilio.paradiso@pec.it

venerdì 7 settembre 2018



Buon pomeriggio, gran figlio di Mark Zuckembergo!


Di buon'ora, questa mattina discutevo con fra' Pippo  da Montescassone del Museo Lombroso di Torino e della rimozione dei teschi dei meridionali, ossia quelli che i savoiardi chiamavano indistintamente briganti, oppure terun.


Poi, Pippone mi ha suggerito di denunziare il fatto in Procura, ai sensi dell'art. 410 del C.p.p.(1), senza però valutare che ciò comporterebbe confrontarsi con la Procura torinese, comporterebbe andare e tornare numerose volte da Torino e, infine,  toccherebbe accendere un mutuo trentennale a 67 anni, per pagare un altro malandrino.

Caro gran figlio di Fesbucco, questi catorci che abbiamo fatto accomodare in Parlamento, in Regione, a Bruxelles e nei tribunali non hanno rispetto per i vivi, né per i moribondi, figuriamoci per i meridionali decapitati 158 anni fa!

Ricordo, a chi avesse perso la memoria o l'intera capocchia, che 34 querele e poco meno di 28.000 pagine non sono bastate perché er sindaco de Sant'Angelo a Cupolo, er prefetto e i taglia teste di Benevento disponessero la rimozione di un minuscolo muretto e di un piccolo frutteto da una strada pubblica, per consentire ar figlio di Dio, vostro immondo fratelo, di annare a depositare le ceneri ar camposanto.


Dal 16 al 28 agosto scorso ho sporto 3 querele:

1) contro l'ex affittacamere prefettizia, per omissioni, falso ideologico, falso in atti di pubblico ufficio, corruzione delle forze dell'Ordine e depistaggio;

2) contro il nuovo segretario e un geometra picchetto der mio paese, per omissioni d'azione di controllo, per falso in atti di pubblico ufficio e depistaggio;

3) contro er vice questore e una cinquina di pistoleros in abito civile, per abuso d'ufficio, eccesso di potere, aggressione, violenza aggravata e violazione al Codice Etico per la Polizia.

Tanto succintamente premesso, accoratamente e sfessatamente

C H I E D O

che cavolo scrivo a fa, se nemmeno gli amici fesbucchiani, er Priore di Montescassone, er parroco di Pontelandolfo, er Prefetto Cappetta, er Ministro Bonafede, Sarvini, er  Presidente Mattarella, Conte, Ciccio 'o Vaticano e i parenti più vicini leggono i miei corti libricini?



(1)  Chiunque commette atti di vilipendio sopra un cadavere o sulle sue ceneri è punito con la reclusione da uno a tre anni. Se il colpevole deturpa o mutila il cadavere, o commette, comunque, su questo atti di brutalità o di oscenità, è punito con la reclusione da tre a sei anni


domenica 24 giugno 2018

APPELLO a cuore aperto al Ministro Salvini.
    
Con istanza del 2 marzo scorso e con successiva nota integrativa del 23.4.2018 ho informato il Ministro Minniti ed ho chiesto che assumesse azioni di controllo sull'operato ambiguo, pinocchiesco e criminoso del Prefetto di Benevento.

In assenza di risposta dell'On.le Minniti e dei Funzionari ministeriali, pure alle successive missive, ho trasmesso via PEC un'ultima diffida, più una lettera aperta  alla S.V. in formato blogspot, che ho peraltro diffuso attraverso i network.

Avendo appurato che verosimilmente l'Ufficio di Gabinetto non ha informato né Lei, né l'ex Ministro, anticipo il seguente appello, che mi auguro di favorire a breve, dalla mia alla Sua mano destra, visto che le Sinistre sembrano paralizzate.
On.le Ministro, le dipartite IVA chiedono di cessare la pulizia dei poveri, di richiamare all'ordine i ricchi stipendiati dai poveri e dalle piccole partite IVA, di menare la scopa e di cominciare a fare un po' di polizia dentro casa Sua e casa mia.

sabato 23 giugno 2018


SEGNALAZIONI E ADDEBITI a viso aperto


     Ill.mo Dr. Policastro

alla luce delle doglianze che Le ho rappresentato un anno fa e il mese scorso, emerge che alcuni Magistrati non concludono le indagini in tempi ragionevoli, come di contro è accaduto in Procura e in Tribunale, quando si è trattato di decidere in ordine a 4 querele sporte contro di me, dalla Questura, da un ex Sindaco e da un funzionario del Comune di Sant'Angelo a Cupolo.

Sono a conoscenza, altresì, che la Dr.ssa Palumbo è stata trasferita in altra sede e che le indagini, sebbene già trattate dal Dr. Conzo, non sono state concluse.

Atteso che il trasferimento del PM potrebbe comportare l'ulteriore proroga dei termini per la conclusione delle indagini e che i reati già individuati dal Procuratore Aggiunto sono gravi e gravano su autorevoli dipendenti dello Stato,

chiedo

di valutare l'esigenza di affidare il fascicolo riunito 4015/17 al Procuratore Aggiunto, perché a giugno dello scorso anno concluse  le indagini preliminari in soli due mesi, perché conosce la vicenda giudiziaria in ogni dettaglio e perché le persone indiziate di omissione, rifiuto, abuso d'ufficio, falso ed altri reati siano messe in condizioni di non continuare a delinquere, di non reiterare i reati e di non arrecare più danni allo Stato e alla mia famiglia, che invece da 21 anni sconta la pena, a differenza del Prefetto di BN, resosi colpevole pure di falso e depistaggio, come da denunzia integrativa qui linkabile, trasmessa al PM il 20.4.2018.

Tanto si chiede, nella qualità di parte soccombente, in applicazione dell'Art. 6 della CEDU, dall'Art. 111 della Costituzione Italiana, del Cpp e della Legge Pinto, e  perché non si abbiano a verificare le stesse cause di nullità e la stessa sorte toccata alla prima denunzia del 24 giugno 2009, tuttora in attesa di giudizio (prescrizione) presso la Corte di Appello di Napoli, nonché al fascicolo riunito n. 1707/17, che dal 2010 ad oggi ha già scontato 5 Camere di Consiglio con 3 diversi GIP ed altrettante regressioni in Procura, dopo che le tre diverse querele costituenti il fascicolo sono state infruttuosamente custodite per 3 anni dal Dr. Clemente, per quasi 4 anni dal Dr. Iannella ed infine dalla Dr.ssa Scamarcio.

Benevento, 20 giugno 2018

Attilio Paradiso

martedì 5 giugno 2018


Lettera aperta al Ministro dell'Interno
On.le MATTEO SALVINI

    
Con  istanza del 2 marzo 2018 e successiva integrazione del 23/4, entrambe corredate di link ad evidenze probatorie di fattura pubblica, ho informato il Ministro Minniti ed ho chiesto che assumesse azioni di controllo sull'operato criminoso del Prefetto di Benevento.
     In mancanza di rassicurante risposta, sia da parte del Ministro che dell'Ufficio di Gabinetto e del "Responsabile del Procedimento", il 27 aprile scorso sono stato costretto a venire al Ministero, solo al fine di individuare il funzionario affidatario del Procedimento. Cosicché, grazie all'accurata mediazione del Capo del Servizio di Sicurezza, alle 13.30 ho dialogato telefonicamente con la Dr.ssa Rombolà, sia pure dalle gradinate antistanti il Viminale, senza però ricevere rassicurazioni in ordine all'avvenuta consegna delle due lettere al Ministro.
     In risposta alla successiva istanza del 28 maggio la Dr.ssa Rombolà mi ha fatto sapere di aver restituito la pratica all'Ufficio di Gabinetto, facendomi così comprendere che ha fatto stagionare l'insaccato per 90 gg senza agire con immediatezza e garbo, in violazione della Legge 241/90 e del Codice di comportamento del dipendenti pubblici.
      Da ex dipendente del MIUR e, quindi, da esperto conoscitore dei costumi della dirigenza pubblica,  presumo che l'incartamento non sia stato recapitato al Ministro, oppure che sia stato "palleggiato" dai funzionari ministeriali, visto che nemmeno il Gabinetto ha fornito notizie alla IV istanza/diffida del I giugno u.s.
     Vale la pena evidenziare che l'accaduto è già stato oggetto di una querela del 2012, che risulta essere regredita allo stato d'indagine, dopo 6 anni e 8 mesi di  contestati scambi di palla tra la Procura di Benevento e 3 GIP.
     Tanto premesso, prego di leggere accuratamente le informative, di farsi interprete di chi annaspa fuori dai Palazzi, di mettere ordine e di operare come intende fare per i clandestini, "per rendere ancora più efficaci le politiche di controllo, di allontanamento e di espulsione", atteso che le Leggi Comunitarie, al pari di quelle italiane, non prevedono che il cittadino sia sballottato come una pallina da pingpong, per poi essere schiacciato dalla Pubblica Amministrazione, dagli Enti locali o dalla Giustizia italiana.
      La saluto cordialmente e Le auguro buon prosieguo di vita e di lavoro.

Sant'Angelo a Cupolo, 6 giugno 2018


martedì 29 maggio 2018

IL VETO del Presidente Mattarella


Secondo lo scrivente, porre il veto sulla nomina di qualsiasi cittadino italiano incensurato, competente, sano di corpo e di mente e perciò libero di manifestare il proprio pensiero e quello incarnato da 17 milioni di italiani, è un atto contrario alle fondamentali regole della democrazia.

I motivi posti a base del veto appaiono peraltro vaghi, generici e piuttosto personali. Inoltre, sono sorretti da giustificazioni legittime, ma non sostenibili, se non da quelle poste in essere all'apparente scopo di sbarrare la strada  al Prof. Conte, al M5S e, forse più di tutti, alla Lega e a Matteo Salvini.

La c.d. coalizione gialloverde, infatti,  è nata da una pessima legge elettorale, ossia una mela marcia proposta da Renzi, scritta da Rosato per sostituire il Matterellun e battezzata dallo stesso Mattarella,  all'apparente fine di mettere fuori gioco il M5S e costringere gli eletti a costruire nuovi inciuci, ad elezioni avvenute. Resta però il fatto che l'alleanza gialloverde è legittima, perché ha preso vita ed è cresciuta sulla base di un forte consenso  popolare, nonché sull'esigenza di dare vita al nuovo governo, ossia quello espresso dalla maggioranza degli elettori.

In breve sintesi, il veto posto sulla nomina di un Ministro non ha sfiduciato solo il Prof. Conte e il Prof. Savona, ma l'alleanza di maggioranza, il contratto di governo e il popolo sovrano. Tutto ciò è stato fatto, peraltro, quando il Presidente  della Repubblica ben sa che Cottarelli e il Governo tecnico saranno verosimilmente battuti in Parlamento, così come ben sa che, se si tornasse subito alle urne, potrebbe accadere che Salvini vada a governare con i soli voti del centrodestra ed ovviamente col Prof. Savona, fatti salvi i veti della riabilitata ditta Renzusconi.

Allora domanderei: "perché, Sig. Presidente, ha posto il veto sul Ministro condiviso da Lega, M5S e ha deluso le legittime aspettative degli elettori ?"

Alla luce delle considerazioni su esposte, ritengo che Lei abbia operato contro le regole di buon senso e contro la nosta volontà, all'apparente fine di impedire la nascita di un governo dotato di sufficiente maggioranza, composto da persone degne e perciò rappresentative del popolo sovrano.

Non esprimo giudizi sull'opportunità di mettere sotto accusa il Presidente e svalutare oltremodo il prestigio del nostro Paese, ma valuterei saggia l'opportunità che Mattarella si dimettesse di sua spontanea volontà, al fine di permettere che il nuovo Parlamento esprima un Presidente votato dal popolo, non da chi ha sonoramente perso la fiducia degli italiani e la competizione del 4 marzo.

mercoledì 2 maggio 2018


AL MINISTRO MINNITI 

Oggetto: Chiarificazioni a seguito informazioni conferite a codesto Ministero dal Prefetto di Benevento, con nota
prot. n. 12535 del 10.4.2018.

Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore (AV) il 18.2.1951 e residente in Sant'Angelo a Cupolo (BN) alla via Vallone San Nicola 2, in riferimento all'oggetto, trasmetto questo documento in formato digitale, atto a visualizzare filmati ed altri documenti di cui ne dichiaro l'autenticità, consapevole delle responsabilità civili e penali che assumerei in caso di esibizione di atti non fedeli agli originali e alla verità.

Le presenti  informazioni sono rese al fine di mettere chiarezza su quanto riferito dal Prefetto di Benevento.

Nelle 5 pagine della lettera del 10.4.2018, trasmessa in risposta alla doppia richiesta avanzata dalle Ministero,
la Dr.ssa Paola Galeone narra una lunga telenovela in modo fuorviante, parziale e secondo le proprie necessità. Infatti, mistifica la verità sin dalla prima pagina e falsamente riferisce che
:  "Preliminarmente si evidenzia che gli elaborati progettuali agli atti del predetto Ente, la strada per raggiungere l'immobile risultava essere solo quella parte di strada comunale che dalla limitrofa strada provinciale porta al lotto dove è ubicato il fabbricato. Anche dalle aerofotogrammetrie della zona (...) si evince che la strada comunale, che conduce alla zona dove  è stato realizzato il fabbricato di proprietà del Sig. Paradiso, risulta essere esclusivamente la medesima indicata nei cennati progetti. Conseguentemente la strada comunale che dal Cimitero di Pastene avrebbe portato al Fabbricato, di cui il Paradiso lamenta la chiusura, secondo quanto riferito non è mai esistita."

In tal modo il Prefetto pone falsamente in evidenza "quanto riferito"  non dal  Sindaco D'Orta, ma 9 anni or sono dal suo predecessore e dal Funzionario Responsabile dell'UTC (entrambi in attesa di giudizio dopo l'esposto-denunzia del 24.6.2009). Cosicché la Dirigente, anziché informare il Ministro sulla base degli atti in suo possesso, nasconde la verità e pone in luce l'esatto contrario.

Infatti, gli elaborati progettuali del mio fabbricato, le mappe catastali  (storiche e recenti), le planimetrie recanti gli elaborati progettuali del mio fabbricato e quello costruito sulla strada comunale, nonché lo "stradario comunale" evidenziano che Via Vallone San Nicola inizia dal cimitero di Pastene e termina  1 Km e 650 m. più avanti
Se il Prefetto e i suoi consiglieri non sono in grado di leggere un disegno geometrico non è certo colpa della Scuola. Ma non è giustificabile che la Dirigente non abbia chiamato l'esperto o almeno un alunno dell'Istituto Tecnico per Geometri, per "decifrare" le mappe catastali e per "interpretare" il certificato di nascita e di esistenza in vita di Via Vallone San Nicola, ossia il documento giacente, o forse morto, nel faldone della Prefettura e sottoscritto dal Geom. Petrella e dal Responsabile dell'UTC Maioli, in attesa di giudizio insieme all'ex Sindaco Bosco. Eccone l'anteprima:
Da solo, il certificato svela non solo le ragioni della cancellazione della via dal Piano Urbanistico, ma brucia tutte le balle di paglia accartocciate prima dagli Amministratori e poi spente e nascoste dal Prefetto.
Infatti, le mappe, il capo di imputazione dei due Funzionari rinviati a giudizio e il certificato tratto dallo "stradario comunale" non sono bastati ad indurre il Prefetto ad assumere i poteri sostitutivi e ad agire amministrativamente contro una grande cosca di camorristi, mafiosi ed ignobili falsari, evidentemente protetti da una potente setta retta dallo Stato, non certamente stupida, ma ancora più ignobile e malavitosa, perché capace di uccidere lentamente una famiglia di persone oneste, senza un minimo di umanità e senza alcun pudore.
Non è altresì giustificabile che il Prefetto abbia pure omesso di segnalare al Ministero le risultanze dei numerosi rilievi effettuati dalle Forze dell'Ordine, dal Comandante della Polizia Municipale, da un CTU nominato dal Tribunale e nemmeno le più recenti indagini effettuate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di BN, dalle quali risulta chiaramente che le aerofotogrammetrie della zona in questione sono state vistosamente alterate dall'Assessora all'Urbanistica, dal Sindaco geometra e dai tecnici che hanno validato il PUC, non solo per intascare il premio di produttività, ma al palese scopo di bonificare gli illeciti edilizi, gli sconfinamenti, le ostruzioni abusive e di cancellare il tratto di strada dichiarato inesistente dall'ex Sindaco, da quello precedente, da quello attuale e dal Capo dell'UTC, ma tratto dichiarato "esistente solo in catasto" con abile, ma meschina destrezza dall'ex Sindaco Geom. Bosco, dal Geom. Maioli, dall'attuale Sindaco Geom. D'Orta, nonché dal Prefetto Galeone al Presidente della Repubblica, ai Magistrati e anche al Suo Ufficio di Gabinetto, come se non bastassero le balle già bruciate nei corso dei 4 anni,. Ecco la parte essenziale della DICHIARAZIONE FALSA del 25.9.2009, resa dai due funzionari dello Stato in attesa di giudizio:
In contrapposizione, mostro il ritaglio della seconda dichiarazione resa nel 2011 dallo stesso Maioli e dal nuovo Sindaco D'Orta, quando autorizzarono lo spostamento della cabina elettrica dalla strada, senza delibera e senza protocollo, mai immaginando che la sera avanti avrei chiesto l'accesso agli atti, che non avrebbero potuto retrodatare il protocollo informatico e che 4 anni più avanti avrebbero dovuto testimoniare il falso in Tribunale, per difendere se stessi e le menzogne dell'ex Sindaco Bosco e dell'ex mio collega d'Ufficio, Michele Guglielmo Viceré, primo autore responsabile del disastro e dei danni arrecati alle mie figlie e a mia moglie:
Il Prefetto, quindi, ben conosce la verità, anche in ordine alle opere abusive, all'intransitabilità e al rischio di pubblica incolumità che grava sulla strada comunale, ma equivocamente e dolosamente ha riferito a codesto Ministero notizie false, parziali e tendenziose, facendo maliziosamente intendere che le notizie sono pervenute dal Sindaco che non è stato ancora rinviato a giudizio, quando nel pesante faldone intestato a mio nome brilla tutta la verità.
La Dirigente conosce i fatti, ha visto i documenti, i filmati e l'ultima verifica dell'UTC in data 11.9.2015 ove "resuscita" il tratto di strada cancellato dal PUC ed emergono le menzogne e tutti gli abusi. La Dirigente conosce la verità, perciò è dolosamente colpevole, perché ha conosciuto la vicenda a viva voce e attraverso gli atti contenuti nel faldone, sin dal primo giorno di servizio a Benevento, ma anche perché convocò il Consiglio Provinciale per la Sicurezza, pur di liberarsi di un incomodo, della mia presenza e dei video messaggi dinanzi al suo portone.

Dei fatti esposti in quel contesto non fu però redatto verbale (come il Prefetto aveva detto in Consiglio, tra il 6° e il 7° minuto del seguente VIDEO 3. Ma, più verosimilmente il verbale fu cancellato dopo la mia successiva richiesta di accesso. Tuttavia, ciò che fu detto e mostrato in quella occasione fu ripreso dalla mia videocamera (con la massima chiarezza e trasparenza) e poi pubblicato sui network, così come sovente faccio per le querele, diffide ed altri accadimenti, contrariamente all'indecoroso modo di agire del Prefetto, quando ad esempio mi costringe a sollecitare Lei e suoi i funzionari, prima per iscritto e poi dalla strada, sotto la neve o sotto il sole, non dopo 30, ma dopo 40 giorni di vane, pacifiche, solitarie e sacrificanti attese.
Del che mostro solo 3 filmati, che la S.V. potrà vedere cliccando su   VIDEO 1  -  video 2  -  video 3.

Se la Dr.ssa Galeone non avesse avuto troppi peccati da nascondere o l'esigenza di coprire la vistosa opera di corruttela, anche nei confronti dell'Ex Comandante dei Carabinieri, Col. Vasaturo, avrebbe risposto in poche righe. Di contro, ha consumato 5 pagine per dipingere le mie azioni di legittima protesta a suo piacimento, secondo i suoi bisogni e il suo libero arbitrio, non solamente per farmi apparire come le aggrada, ma soprattutto al fine di trovare riparo dalla mia 28ma pubblica denuncia del 14.3.2017, che il Prefetto ben conosce e che ha dato luogo alle celeri indagini del Procuratore Aggiunto di BN, il quale ha dato corso a un "ulteriore" procedimento penale per omissione, abuso e falso in atti di pubblico Ufficio.

Ma, come dipendente dello Stato il Prefetto non può scrivere menzogne, giustificare la reiterata inerzia con giochi di parole e narrazioni artificiose, mezze veritiere o interamente false, come la perizia redatta dall'ex Dirigente della Polizia Stradale di BN, Dr. Renato Alfano, che per conto del Prefetto ha certificato (dopo la pubblica diffida trasmessa pure al Ministero) che "l'incrocio è sicuro al 100% perché c'è stato solo un incidente", senza aver controllato di persona la carenza di apparati idonei a limitare quantomeno il rischio (strisce pedonali, dossi di rallentamento, segnali luminosi, marciapiedi, etc.), senza aver visto l'incrocio, né la strada ostruita che unisce l'incrocio al cimitero di Pastene e senza rendersi conto che il rischio di pubblica incolumità, l'esistenza e l'intransitabilità della strada sono stati certificati dal suo predecessore, dai Carabinieri, da un CTU nominato dal Tribunale, dal Comandante dei VVUU e 3 volte dall'Ufficio Viabilità della Provincia di BN.


Infatti, il Comandante Alfano allungò il collo per avvicinare gli occhi al monitor del mio PC e sbiancò, quando feci vedere ai convenuti un filmato, ove mostravo i rischi per il transito pedonale, quello delle normali autovetture e dei piccoli mezzi da trasporto a pianale basso, come un furgone o un minibus.
Tanto vale a dire che, se il Comandante avesse visto con i suoi occhi o fosse stato informato dal Capo Gabinetto p.t.  e/o dal Dirigente, prima di ricevere l'incarico di effettuare la perizia, difficilmente si sarebbe prestato a relazionare ciò che faceva comodo al Prefetto, alla Dr.ssa Maturi, al Comune e a chi prende voti dal Comune per sedere in Parlamento e nel Ministero dei Trasporti, dove qualche anno fa 3 agenti non mi hanno permesso di entrare, dopo aver preventivamente scritto al Ministro ed essere stato autorizzato dal funzionario dell'URP (tutto documentabile).
Pur tenendo a disposizione la suddetta certificazione nell'ordinatissimo faldone gestito dalla Dr.ssa Feo, nuova Responsabile di Gabinetto, il Prefetto nemmeno ha inteso tenere in debita considerazione le indagini preliminari condotte dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di Benevento, dove nitidamente appaiono gli illeciti degli Amministratori comunali, specie nella parte afferente l'ostruzione della strada e le falsificazioni del PUC.

Se avesse avuto dei dubbi, il Prefetto avrebbe potuto chiedere ragguagli al Procuratore Aggiunto o al Procuratore Policastro, perchè entrambi conoscono in ogni dettaglio la vertenza giudiziaria. Ma così non ha inteso fare. Il Dirigente è libero di agire come le pare. Ma, al pari del Comandante Alfano, del Comandante Vasaturo e al sottoscritto, ha giurato fedeltà allo Stato; perciò risponde alla Legge e ai principi di fedeltà e di onestà, anche nei confronti degli Organi superiori, al pari di un qualsiasi funzionario statale di basso profilo e basso rango.

On.le Sig. Ministro, mi perdoni se oso proporle il seguente quesito: se sua moglie avesse allevato due figlie adottive, ed avesse avuto un marito con un cervello laborioso o per altri cervellotico come il mio, si sarebbe dovuta rassegnare? oppure avrebbe giudiziosamente cercato riparo in una casetta più sicura di città e scappare via dal casermone circondariale e dai custodi dell'illegalità?
Se individuo reati non posso farmi giustizia da solo, ma li denunzio e non chino la testa, anche a costo di essere etichettato come un rompiballe o come fossi affetto da monomania, perché non solo ho il dovere di tutelare i diritti della mia famiglia, ma anche l'obbligo di agire secondo quando sancito dalla Costituzione e dalle leggi italiane. Perciò, se due mesi fa Le avevo chiesto di mandare gli ispettori, credo di averne avuto diritto, obbligo e ragione.
La ringrazio e non aggiungo altro, perché è tutto scritto e ben rappresentato nell'ultimo esposto-denuncia del 2017 e perché confido ancora nelle rare persone di buona volontà, che militano dappertutto, anche nella Magistratura.
Benevento, 23 aprile 2018


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