sabato 27 giugno 2020



Richiesta di revisione procedimento penale n. 3973/18
ed invito ad agire in autotutela.
Al PM, Dr. Francesco Sansobrino

Al GIP, Dr. Vincenzo Landolfi 


In tal modo ha scagionato da tutti i reati sia il Prefetto Galeone che il CTU Di Matteo, il Comandante di PS Alfano, il Sindaco D'Orta, il Geom. Maioli, il Geom. Iannazzone, il CTP Forgione e i 3 confinanti che hanno di fatto annesso alle loro proprietà la via comunale, perchè ha "condiviso integralmente le ragioni esposte dal PM" e conclude con 3 affermazioni che né voi, né tutti quelli che vi hanno raggirato e riempito di falsità, potrete in alcun modo sostenere davanti ad altri Magistrati, al Ministro di Giustizia e al CSM. Ovvero:
1)      che il primo incrocio tra la SP18 e Via Vallone San Nicola non sia mai di fatto esistito;
2)      che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso per la circolazione stradale e che sia conforme, per ovvia deduzione, ai primi 20 artt. del Codice della Strada;
3)      che il GIP, avendo condiviso integralmente le deduzioni del PM, ha ritenuto attendibile la perizia redatta dall'ex Comandante della PS, per scagionare dalla prima querela e dalle responsabilità penali il superiore Prefetto. Infatti, il PM, forse dimenticando che ha visto 16 perizie totalmente opposte, un solo ferito e purtroppo nessun morto, prende per buona la perizia del Comandante e replica le sue stesse parole: "... che nonostante la peculiare conformazione critica dell'intersezione viaria oggetto della valutazione, non si ritengono sussistenti profili di pericolosità per la circolazione stradale tali da indurre l'adozione di provvedimenti straordinari ed urgenti"  (cliccare sul testo e leggere a pag. 3, ultime 4 righe).

Circa l'esistenza del primo incrocio
Se le certificazioni catastali storiche e recenti, le planimetrie del Piano Regolatore Generale, la certificazione dell'Ufficio Tecnico Comunale tratta dal pubblico stradario e le 3 planimetrie allegate alle 3 concessioni edilizie autorizzate dal Comune lungo i primi 150 m. di via Vallone San Nicola, dal 1990 al 2004, non sono bastate a farvi comprendere che la strada è sparita perchè è stata rubata, occupata e integrata dai trasgressori alla loro proprietà; se non sono bastate la Consulenza Tecnica d'Ufficio redatta nel 2011 dall'Ing. Faraone e nemmeno le testimonianze di tre periti e dell'ex Comandante dei VVUU di Sant'Angelo a Cupolo, vuol dire che non avete voluto spalancare gli occhi, oppure che siete stati artificiosamente bendati e imbottigliati da una banda di spregiudicati, contrariamente ad altri vostri colleghi, che invece hanno acceso il microscopio e il cannocchiale, come Antonio Clemente, Giacomo Iannella, Sergio Pezza, etc. etc.

Circa la pericolosità del secondo incrocio
e l'inaccessibilità della via comunale
Senza stare a ripetere e a mostrarvi i 16 certificati attestanti la pericolosità del secondo incrocio tra la SP18 e la via comunale, mi limito a richiamare solo 3 elementi probatori che avete già visto, atti a dimostrare che la Galeone è responsabile non solo di falsità, corruzione e depistaggio (essendo riuscita ad ingannare anche le SS.LL.), ma ancor più per aver rifiutato di emettere ordinanze contingibili e urgenti ai sensi dell'art. 328 cp e dell'art. 54 del TUEL, in quanto:

A.    


per 4 lunghi anni la Galeone non ha voluto emettere ordinanze contingibili e urgenti, come il 22.11.2018 ha invece fatto il suo successore, Dr.  Cappetta, che ha ordinato al Sindaco D'Orta di rimuovere tutte le opere abusive e mettere in sicurezza la strada. (clicca qui e vali all'Ordinanza del Prefetto)
(clicca sull'immagine per ingrandire)
         .

B.     
Nel mese di aprile 2014, mentre erano in corso i due processi contro l'ex Sindaco Bosco e il Capo dell'Ufficio Tecnico Comunale, fu operato un lavoro di adeguamento dell'incrocio pericoloso alle reali dimensioni della mappa catastali. Alla fine dei lavori chiesi, ma non ottenni, il certificato di agibilità al Comandante dei VV.UU. e agli ingegneri responsabili del Servizio Viabilità della Provincia, così scrivevano:  (clicca qui e vedi documento intero

Forse a voi è sfuggito, ma se i due ingegneri della Provincia, al fine di eliminare "completamente i rischi dell'intersezione in curva", consigliano di spostare l'incrocio "in zona di maggiore visibilità a vantaggio anche della circolazione", significa non solo che l'incrocio è ancora pericoloso, non è conforme al C.d.S. e che perciò rifiutano di concedere l'agibilità, ma significa che sanno benissimo che sul cimitero c'è il primo sbocco, che è ostruito da un illecito muretto e che, se fosse riaperto dal Comune, eliminerebbe ogni pericolo, ogni disagio e ogni intralcio alla circolazione stradale.
Può succedere a tutti, specie quando ci sono troppi documenti discordanti da analizzare, mettere a confronto e ricordare; ma appare un po' difficile supporre che entrambi avete perso di vista due elementi così importanti. che attestano la pericolosità, le opere abusive e le condizioni pietose della via comunale. Condizioni per le quali, pochi mesi dopo il trasferimento della Galeone, il nuovo Prefetto di Benevento si è tutelato ed ha fatto ciò che nessuno ha voluto fare prima.
Tanto ed altre 14 certificazioni che avreste dovuto vedere sui DVD non sono bastate a non farvi abbagliare dalla Galeone, dal Sindaco D'Orta, dal Comandante Alfano e da tutta la banda dei corrotti, per spiegare che l'incrocio è tuttora pericoloso?,  che la strada comunale è inagibile?, che essa e l'incrocio non sono conformi alle norme di sicurezza statuite dal Codice della Strada?, che Via Vallone San Nicola è impercorribile al transito simultaneo di due utilitarie?, sebbene sia larga 8 m. lungo la recinzione di casa mia, più di 10 metri sugli incroci ed è inaccessibile ai TIR, non perchè "di fatto non è mai esistita", ma perchè di fatto è stata abbandonata, rubata, coperta da alberi, opere abusive e fatta sparire da 3 delinquenti protetti dagli amministratori comunali.
Vi pare giusto che, pur avendo pagato gli oneri di urbanizzazione 27 anni fa, pur avendo realizzato un fabbricato nel rispetto di tutte le leggi, pur avendo civilmente ceduto 150 mq di terreno edificabile alla via comunale per renderla più larga e più sicura, pur continuando a pagare le tasse, le imposte e 2.200 € di IMU annue al Comune, pur avendo perduto una florida attività produttiva e 23 anni di lavoro, noi dovremmo pagare e tollerare gli sconfinamenti, le prepotenze e i soprusi degli indigeni, lo stipendio e gli abusi edilizi del Sindaco, le corruttele del Prefetto, degli Amministratori dello Stato e dei loro adepti, le omissioni e le falsità di spregiudicati delinquenti, mentre i loro delitti vengono sistematicamente prescritti, archiviati e restano impuniti per colpa dei magistrati?
Immagino che sappiate che ho studiato molteplici discipline, ma non per esercitare il vostro mestiere.  Perciò, non so se a voi giudici é permesso di sbagliare ed eventualmente correggere i vostri errori. Ma so che l'istituto dell'autotutela e del ravvedimento è valido, tollerato e vivamente suggerito in tutte le amministrazioni pubbliche, nel privato, nei confessionali delle chiese e persino incentivato dallo Stato, per chi rischia il 41/bis o per chi ammette le sue colpe al fine di avere l'assoluzione o la riduzione della pena, perchè, in qualunque nazione civile, democratica e garantista, chi sbaglia e persino chi ha dolosamente ammazzato suo padre deve avere la possibilità di rimediare al proprio errore, alla svista, alla colpevole o non colpevole distrazione, altrimenti chiunque rimane accecato dalle balle o dai fari abbaglianti degli altri conducenti della strada, perde il controllo del proprio mezzo ed esce fuori strada, ammazzando però un'incolpevole padre di famiglia che staziona ai bordi di una via dissestata, dovrebbe essere condannato a morte, o quantomeno alla segregazione eterna, al pari di chi aveva l'obbligo di mettere in sicurezza la via, adeguarla ai criteri dettati dal Codice della Strada e non ha fatto il suo dovere, non per 30 gg, ma per 4 anni.
Detto questo, vi invito a riesaminare il fascicolo e a rivalutare serenamente le vostre deduzioni entro 20 gg, non uno di più, perchè non mi darò pace, finché la Giustizia accenderà i riflettori su tutte le falsità, non solo quelle della Galeone, del Comandante Alfano e dei loro sottoposti.
Distintamente saluto, ringrazio e resto in attesa di cortese risposta, verbale o scritta.
Sant'Angelo a Cupolo, 25 giugno 2020

domenica 14 giugno 2020


L'EX PREFETTA di BENEVENTO  
NON E' COLPEVOLE.
(clicca sulle immagini per ingrandire)

LA DECISIONE DEL GIUDICE 
PER LE INDAGINI PRELIMINARI

Il dr. Vincenzo Landolfi, 
Letti gli atti del procedimento penale contro l'ex Prefetto di Benevento, Galeone Paola;
Letta
la richiesta di archiviazione del PM, Dr. Sansobrino;
Letta
l'opposizione di Paradiso Attilio;

dispone

"l'archiviazione del procedimento penale per infondatezza della notizia del reato, avendo ritenuto che gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l'accusa in giudizio nei confronti dell'indagata Galeone Paola, ex Prefetto di Benevento, per le ragioni analiticamente esposte dal P.M. nella richiesta di archiviazione, che meritano di essere integralmente condivise. Pertanto ha ritenuto che le indagini suppletive indicate da parte opponente sono superflue."

 I FATTI, LE PROVE E I REATI DENUNZIATI

Il 16 agosto 2018 querelai l'ex Prefetta di Benevento, perchè mistificava la verità e falsamente riferiva al Ministro dell'Interno "che agli atti del Comune la strada per raggiungere l'immobile dei coniugi Paradiso risultava essere solo quella parte di strada comunale che dalla limitrofa strada provinciale porta al lotto dove è ubicato il fabbricato Paradiso", quando invece i rimanenti 120 metri sono tuttora invasi da alberi, relitti, rovi, da una recinzione e un fabbricato abusivo, integralmente invasivi della via comunale, colpiti da ordine di abbattimento,  ma non demoliti dal trasgressore, né dal Comune (clicca qui ed apri la querela).
Inoltre, chiedevo l'imputazione coatta e l'adozione di misure restrittive nei confronti del Prefetto, in quanto la Galeone rifiutava di ordinare al Comune di sgombrare la strada, di renderla transitabile nei due sensi di marcia e di metterla in sicurezza a norma del Codice della Strada, come invece ha poi fatto il Prefetto Cappetta, che il 22 novembre successivo ordinò lo sgombro e la messa in sicurezza della via al Sindaco D'Orta, che non ha disposto nemmeno la rimozione degli alberi e della rudimentale recinzione (clicca qui e leggi l'Ordinanza).
Infine, querelavo la Galeone per i reati di depistaggio, occultamento di verbali pubblici, diniego di accesso agli atti e per aver corrotto l'ex Comandante di Polizia Stradale, Dr. Renato Alfano, convincendolo a formulare una perizia vergognosamente e spudoratamente falsa, ove il militare attestava che la strada comunale Via Vallone San Nicola fosse sicura al 100%, quando agli atti processuali sono presenti 16 certificazioni redatte dallo stesso Comune di Sant'Angelo a Cupolo, dal servizio Viabilità della Provincia di BN, dal Comandante della Polizia Municipale, dai Carabinieri ... e persino dal Presidente del Tribunale, Dr.ssa Marilisa Rinaldi, e dal Sostituto Procuratore, Dr. Giacomo Iannella, ove risulta che la via è pericolosa, non rispetta le norme di sicurezza del Codice della Strada, non è accessibile con i TIR, è invasa da opere abusive, non è stata mai dismessa e non consente la doppia circolazione dal cimitero all'incrocio pericoloso
Avevo chiesto che il PM interrogasse: a) Geom. Claudio Petrella (responsabile del demanio in servizio presso l'Ufficio Tecnico di Sant'Angelo; b) Ing. Ernesto Faraone (Consulente Tecnico del Tribunale), c) il Maresciallo Ugo Guerriero (comandante della Pulizia Municipale), ma il P.M. Sansobrino non ha ascoltato nessuno dei tre, con buona pace del giudice Landolfi, il quale ritiene che le indagini suppletive chieste dallo scrivente sono superflue.
Tanto basta per comprendere la contradditoria decisione del GIP e per ribadire l'antico proverbio secondo il quale: "non c'è peggior sordo chi non vuol sentire", oppure: "Il sordo peggiore di chi non vuol sentire è quello che non ti fa manco aprire bocca, perchè è convinto di sapere già tutto e di stare nel giusto".
In tal modo il Giudice Landolfi fa intendere che la verità deve essere sepolta in archivio e che i reati dei militari e della Prefetta non devono venire alla luce perchè, qualora i testi fossero stati ascoltati dal PM, avrebbero rischiato di scoperchiare il vaso di Pandora, avrebbero sputtanato il suo collega, Flavio Cusani, che aveva già ingiustamente graziato la Paoletta, ed avrebbero fatto si che fossero rinviati a giudizio il Comandante Alfano, il suo luogotenente, gli agenti di Polizia Giudiziaria e la Prefetta imperfetta, poi beccata a Cosenza con una mazzetta di 700 € nella borsetta.
(Clicca sulle immagini per ingrandire il testo)
Attilio Paradiso

lunedì 8 giugno 2020


Informazioni a seguito denuncia del 2/3/2020.


Al PRESIDENTE della  REPUBBLICA
Al MINISTRO di  GIUSTIZIA
Al CONSIGLIO SUPERIORE della  MAGISTRATURA

Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore (AV) il 18/2/1951 e residente in Sant'Angelo a Cupolo BN) in Via Vallone San Nicola n. 2,  attilio.paradiso@pec.it, rappresento quanto segue.

Con l'esposto-denuncia del 2/3/2020 ho già rappresentato le molteplici limitazioni di libertà subite dalle forze dell'ordine e le querele temerarie di rimbalzo sporte dai funzionari del Comune di Sant'Angelo a Cupolo, dai funzionari della Questura, da alcuni poliziotti e dal Procuratore della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro, sulla base di notizie artefatte e testimonianze abilmente condizionate.

In particolare, al punto elenco n. 7,  evidenziavo che il Dr. Policastro, non paco di una denuncia archiviata per infondatezza del reato, ancora una volta e mi accusava di aver violato l'art. 650 del c.p.p., poggiando le prove sulla base di notizie false e fatti non corrispondenti a quelli realmente accaduti.

Cosicché, a fronte dei procedimenti penali n. 3110/19/21 e n. 4391/19/21, il Dr. Policastro e il Procuratore Aggiunto della Repubblica mi hanno recentemente notificato il decreto di imputazione diretta e l'avviso a comparire in giudizio il 15 dicembre p.v.

Ancora una volta, quindi, sarò costretto a sopportare oneri, a fronteggiare le prepotenze e a sopportare le cattiverie delle autorità statali, per difendermi da accuse infondate e da reati che non ho commesso, perchè non ho mai opposto resistenza alle forze dell'ordine, se non quando mi rifiuto, pacificamente ed educatamente, di obbedire agli ordini illegittimi dei poliziotti e/o dei vigilanti privati, consistenti nella privazione di diritti consentiti dall'Art. 21 della Costituzione italiana: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".

Ma le azioni che denuncio non terminano qua, perchè il Dr. Policastro e il Procuratore Aggiunto mi hanno notificato pure la proposta di archiviazione di una mia remota denuncia contro il Prefetto di Benevento, contro la quale il 22 maggio scorso ho depositato opposizione alla richiesta di archiviazione, con una dettagliata istanza ipertestuale che prego di leggere su un PC connesso ad Internet, congiuntamente ai 12 link in essa contenuti, altrimenti non sarà possibile valutare l'operato dei due Dirigenti, che con la presente chiedo di censurare e allontanare da Benevento.

Chiedo pertanto che le SSLL accertino la verità e le responsabilità del Dr. Aldo Policastro, del Dr. Giovanni Conzo, anche previo mia escussione, non solo per le azioni intimidatorie e persecutorie esercitate nei miei confronti, ma per le pressioni operate nei confronti degli operatori di Polizia e dei funzionari dipendenti, che trovano puntuale conferma nelle testimonianze addomesticate, nei vistosi ritardi dell'azione penale, nelle irrazionali richieste di archiviazione dei PM, nelle incoerenti archiviazioni dei GIP e nella sentenza assolutoria n. 1918/2016 emessa dalla Dr.ssa Marilisa Rinaldi, poi promossa a Presidente del Tribunale.

Sant'Angelo a Cupolo, 30 maggio 2020