mercoledì 14 marzo 2018


Al Capo Gabinetto e al Prefetto di Benevento

Preg.ma Dr.ssa De Feo,
innanzitutto ringrazio per la pazienza e per la cortese accoglienza, anche se l'attesa è stata più lunga, più ventilata e più gelida del previsto.

Dalla lettura delle lettere che ieri ho ricevuto a seguito di accesso agli atti (prot. n. 8941 e n. 8944 del 12.3.2017),  non comprendo le ragioni che inducono il Prefetto a convocare la Riunione Tecnica di Coordinamento, atteso che non deve accogliere un altro Pontefice e che già 3 anni fa, dinanzi al Comitato Provinciale per la Sicurezza, esposi e documentai con l'ausilio del PC le inadempienze del Sindaco D'Orta, nonché dell'ex Sindaco Bosco e del Responsabile dell'Ufficio Tecnico, entrambi imputati in un processo che, dopo circa 9 anni di "sosta abusiva", è  tuttora parcheggiato presso la corte di Appello di Napoli.

A seguito di quell'incontro, rivisitabile attraverso due filmati - PARTE 1 e PARTE 2 - nessuna decisione è mai stata adottata dal Prefetto e dal Comitato (infatti non fu redatto nemmeno il verbale della seduta), nonostante ne avevo fatto richiesta ed avessi fatto vedere vari documentari sul monitor del mio scribacchino, mappe e documenti redatti da pubblici funzionari, che palesemente mettevano a fuoco le attività illecite dell'Ente, le omissioni, gli abusi edilizi e le menzogne degli Amministratori, scritte e raccontate persino dinanzi ai Magistrati e alla mia telecamera, come ripreso nel BREVE VIDEO sul picchettamento della via e sulle balle  del Sindaco D'Orta.

https://www.youtube.com/watch?v=ljDFKXpD-2Q


Qualora il Prefetto non avesse visto, né ascoltato, oppure avesse dimenticato la registrazione del Consiglio Comunale Aperto, trasmessa dallo scrivente in Prefettura e in Procura, prego partecipare al Prefetto l'esigenza di approfondire, per verificare che - con la compiacenza di tutti i consiglieri di maggioranza - il primo cittadino e l'Assessora Genito rifiutarono di dare risposta alle mie 3 brevi domande, ma pure a quelle formulate da altri cittadini e dal capogruppo di minoranza. Tant'è che il Dr. Giuseppe Petrella, esperto Cancelliere presso Giudice di Pace,  ha poi denunciato i fatti alla Corte dei Conti e alla Procura di BN. Infatti, forse proprio per questa ragione il Piano Urbanistico Comunale è stato paralizzato, con evidenti danni all'Erario e alla comunità.


Mi pare altresì lecito far notare che, con la convocazione del Sindaco burlone, la Dr.ssa Galeone sembra voglia delegare al Comitato Tecnico i poteri della Magistratura, anziché assumere decisioni secondo le attività investigative già rese note dai Carabinieri e  dalla Procura della Repubblica di Benevento, tutte presenti nei 6 kg di elementi probatori giacenti nel  faldone intestato a mio nome.


Semmai dovesse rispondere dopo il sollecito, il Sindaco D'Orta continuerà presumibilmente a mentire, a intorbidire la brodaglia e a ubriacare il Prefetto  di fantasiose chiacchiere bollite,  prive di zucchero e di sale. Se, invece, comparirà dinanzi al Comitato, verosimilmente si avvarrà della facoltà di non rispondere, come 2 anni fa fece per le domande proposte dallo scrivente, né più né meno di come fece pure il suo predecessore,  ma nella qualità di imputato, dinanzi al Giudice monocratico, Dr. Sergio Pezza, che tuttavia non cadde nei tranelli concepiti da 8 furfantelli.


Grato per l'attenzione e per la sopportazione, attenderò la risposta del Sindaco, al freddo o al sole, e non  mancherò di memorizzare le sue confessioni, semmai dovesse comparire dinanzi al Prefetto e alla giuria costituita in seno Comitato Tecnico.

Distinti saluti.
Attilio Paradiso

venerdì 2 marzo 2018



Ø Al PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ø Al Ministro dell'Interno - Sue proprie mani
Ø Al Procuratore della Repubblica
Ø Al PM, Dr.ssa DONATELLA PALUMBO, presso
 la Procura della Repubblica di BENEVENTO

 Oggetto:   Lettera aperta al Ministro e Informazioni aggiuntive parte offesa - Proc. penale n. 4015/17, comprendente vari procedimenti iscritti al RGNR, a partire dal 2015.

Premesso

CHE da 9 anni denunzio alla Procura di Benevento svariati reati a carico di funzionari operanti nel Comune di Sant'Angelo a Cupolo, informo e  chiedo  infruttuosamente al Prefetto di effettuare le necessarie azioni di controllo sulle attività penalmente rilevanti dell'Ente e di adottare i posteri sostitutivi;

CHE per ultimo, con istanza del 23.2.2018 trasmessa pure via PEC al Ministro dell'Interno, ho chiesto che il Prefetto adottasse l'azione sostitutiva con immediatezza, alla luce delle chiare indagini effettuate dal Dr. Giovanni Conzo,  Procuratore Aggiunto della Repubblica di Benevento;

CHE a seguito di accesso agli atti eseguito nella tarda mattinata di ieri,  ma preceduto da numerose insistenze operate per 4 giorni consecutivi sotto la neve, ho estratto copia della nota Prefettizia n. 7480 del 1.3.2018, evidentemente redatta mentre stavo fuori a prendere altro freddo;

NEL MERITO OSSERVO

che, per l'ennesima volta in 4 anni consecutivi, la Dr.ssa Paola Galeone dimostra platealmente che ha le mani legate e che non vuole commissariare il Comune di Sant'Angelo a Cupolo, specie durante le campagne elettorali, come se fosse condizionata dall'alto o da chi, più verosimilmente a livello locale, opprime e condiziona il suo agire e la sua autonomia. Infatti, anche questa volta non ha inteso operare ai sensi dell'Art. 54 del D.Lgs 267/2000, nonostante sia stata informata dal 2016, quando le ho trasmesso il ricorso in cui segnalavo le numerose irregolarità riscontrate sull'elaborazione del PUC, prima ancora della denuncia del 14.3.2017, poi gestita dal Dr. Conzo, così come non ha inteso diffidare quantomeno il Sindaco o emettere un'ordinanza di ottemperanza, come la norma impone e il buon senso suggerirebbe.

Alla luce delle indagini effettuate dalla Procura sin dallo scorso anno, la Prefetta si è limitata a scrivere una comune lettera interlocutoria al Sindaco,  esattamente come ha fatto  in passato e giusto per dimostrare che ha fatto qualcosa, come se pretendesse che il primo cittadino confessasse all'autorità governativa, anziché ai magistrati, la mancata demolizione della sua confiscata villa di campagna, le menzogne vergate e raccontate ai Lei e ai Giudici, gli abusi e le omissioni in atti di pubblico ufficio, gli omessi controlli sul territorio e, tanto per finire la lunga lista, l'alterazione del Piano Urbanistico Comunale, operato congiuntamente  all'Assessora Responsabile del Piano Urbanistico, dove, tra tanti impavidi "virtuosismi", il Sindaco geometra, l'Assessora, il Progettista, il Responsabile dell'Ufficio Tecnico ed altri sono stati capaci di rimpicciolire il fabbricato eretto sul pubblico demanio, anch'esso confiscato e non ancora demolito, e
di cancellare dalla mappa 50 m. di strada, tuttora occupata da una recinzione abusiva, dal medesimo fabbricato e da un muretto ostruttivo, realizzato dallo stesso Comune in difformità a una delibera di giunta.

Vale la pena evidenziare che il Comune è tenuto ad abbattere i manufatti abusivi ed ostruttivi della strada (v. rinvio a giudizio Sindaco di Bagheria), atteso che i responsabili delle violazioni non hanno dato seguito all'Ordinanza di ottemperanza, e che i Sindaco Fabrizio D'Orta e/o il rinviato a giudizio Nicola Maioli (Funzionario Responsabile dell'UTC)  hanno l'obbligo di ripristinare "immediatamente" lo stato dei luoghi e la libera circolazione (Art. 120 della Costituzione).

Ma, non sono bastate 28 querele, né 21 anni di costante attività letteraria e di pubblici appelli, né centinaia e centinaia di fogli dattiloscritti per indurre la Prefettura ad assumere le proprie responsabilità.

Come già ribadito nelle precedenti missive, la circostanza che gli abusi sono stati realizzati su suolo demaniale determina non solo l'osservanza dell' art. 16 del Codice della Strada, ma l’applicazione dell' art. 35 del DPR n. 380/01, che, secondo consolidata giurisprudenza, in tale ipotesi prevede la demolizione immediata  a spese del responsabile o, se questi non ottempera, a cura dell'Ente, che immobilizza i beni dei contravventori e poi si rivale su di essi, esattamente come si opera per reati di stampo mafioso.

Sta di fatto che nessuno organo deputato del Comune di Sant'Angelo a Cupolo si è adoperato per ripristinare la libera circolazione e nemmeno il Prefetto, che non solo ha facoltà di segnalare i fatti criminosi alla Procura della Repubblica, di ordinare indagini al Questore o ad altre forze dell'Ordine, ma ha il potere esclusivo di commissariare l'Ente ai sensi dell'art. 54, D.Lgs. 267/2000 (§ 6 ÷ 8), laddove, come nella fattispecie, le indagini sono state eseguite numerose volte e per ultimo dal Dr. Giovanni Conzo.

Alla luce di quanto detto sin qui,  C H I E D O

1)       CHE  il Ministro valuti l'esigenza di sostituire immediatamente il Prefetto e di nominare gli ispettori al fine di verificare le reiterate omissioni e i più gravi reati che ho addebitato alla Dr.ssa Galeone e ai Prefetti che hanno preceduto il suo incarico.

2)       CHE  il Procuratore della Repubblica informi il Ministro dell'Interno, sia sulle indagini effettuate dal Dr. Conzo, sia su quelle contenute nel fascicoli delegati alla Dr.ssa Saccone, ultima destinataria di 3 querele riunite in un solo fascicolo e "palleggiato" per 7 anni e 7 mesi da 3 PM e 3 GIP.

3)       che la Dr.ssa Palumbo acquisisca il presente documento al Procedimento contraddistinto in oggetto, al fine di valutare le ulteriori responsabilità, derivanti dalla inconsistente operatività del Prefetto, specie per il ripetuto reato di rifiuto ed omissione di pubblico ufficio.

Dichiarazione di responsabilità
Consapevole delle responsabilità civili e penali cui vado in contro in caso di dichiarazioni mendaci e di esibizione di documenti non corrispondenti al vero, dichiaro che quanto innanzi esposto e tutti i documenti digitali collegati al testo sottoforma di link sono l'esatta copia degli originali.

Allego: nota Prefettizia n. 7480 del 1.3.2018, per doverosa ragione di garbo e per consentirne la visione senza l'ausilio di un PC.
Benevento, 2 marzo 2018
Attilio Paradiso