lunedì 28 settembre 2020

 lettera accorata al PREFETTO di BN

Mi rincresce importunare le persone ed essere causa di superflui interventi degli agenti della Digos. Ma, ma se Lei non risponde, posticipa o elude il problema e non libera 100 m. di strada comunale, non dalla casa costruita parzialmente sulla via, ma da un muretto e da una quindicina di alberelli abusivi, non mi darò pace e non darò pace nemmeno ai Magistrati, al Questore e al Ministro dell'Interno, perchè non intendo restare il problema alle mie figlie, in quanto nemmeno loro potranno utilizzare il fabbricato per curare i pazienti, che allo stato sono costretti a riabilitare in locali presi in affitto a Benevento, quando ho loro donato un fabbricato di 3.600 mc. per lo più inutilizzati e inutilizzabili.

Sono certo che lei farebbe la stessa cosa, se avesse un moglie e due figlie che aspettano di vedere il padre che non muoia senza aver visto il frutto di 23 anni di sacrifici.

Non so cosa succederà domani, ma la invito caldamente ad operare nel rispetto della legge e farsi guidare dal buon senso, senza ulteriore indugio, se desidera mettere un freno alle azioni legali, non desidera affaticare la mia famiglia, costringermi a prendere un malanno davanti al suo portone e ad arredare il corso con decine e decine di manifestini come questo.

Grazie di cuore.

BN, 28/09/2020 - Attilio Paradiso





mercoledì 16 settembre 2020

 Terza mail a 318 Senatori.



Copio integralmente il testo della terza mail trasmessa a 318 Senatori, sperando che qualcuno legga, risponda e non mi costringano a cambiare linguaggio. 


"""Cari Onorevoli a 5 Stelle, cari Senatori,

se amate il vostro lavoro e la vostra libertà, avete l'obbligo di difendere anche  le mie libertà, di rispettare chi cambia partito o chi decide di non votare più, semplicemente perché non sa più chi scartare.

Nessun vi ha imposto la scelta di sedere in Parlamento per rappresentare i nostri diritti, per tutelare o limitare le nostre libertà. Perciò, avete l'obbligo di rispondere ai cittadini che vi scrivono, altrimenti non siete degni di rappresentarci, né di prelevare lo stipendio dai nostri risparmi.

Se non volete essere seppelliti di mail e di maledizioni, ascoltate questa mezz'ora di cronaca dalla città di Benevento e decidete se chiedere una Commissione Parlamentare d'inchiesta o se venire a manifestare davanti al Tribunale di Benevento, come fecero i parlamentari di Forza Italia in quel di Milano.

Che lo Spirito Santo vi assista."""



martedì 4 agosto 2020

Esposto in lettera multimediale aperta.

al Presidente del Consiglio dei Ministri,

ai Ministri dell'Interno e di Giustizia e al CSM

Le numerose archiviazioni ordinate dai Giudici per le Indagini Preliminari negli anni remoti, ma anche quelle recentemente proposte dai  Sostituti Procuratori e accolte dal Dr. Landolfi, si aggrappano sugli specchi della strega cattiva del Tribunale e scivolano sulle indagini taroccate degli agenti di Polizia Giudiziaria e di un Comandante di Polizia Stradale, sapientemente pilotati dalle persone querelate, ossia dalla Prefetta inquisita a Cosenza e dal Sindaco di Sant'Angelo a Cupolo. Infatti, la Dr.ssa Paola Galeone scivolò e picchiò contro la mia telecamera, quando sbadatamente confessò davanti al Consiglio Provinciale per la Sicurezza che la relazione del Comandante "era stata anche rifatta", come potrete ascoltare in questo VIDEO, dal VI all'VIII minuto.

Le Consulenze, perciò, sono state sapientemente suggerite per confondere i PM ed annebbiare la verità, per oscurare le prove esibite con le querele e per disorientare i magistrati inquirenti con centinaia di pagine, ripetute fino al punto di far credere ai PM, ai GIP, al Procuratore Aggiunto e persino al Procuratore Capo della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro, che le pittoresche falsità dei Sindaci e dei funzionari tecnici di Sant'Angelo a Cupolo siano certezze, ossia:

A.      che il primo incrocio tra la Strada Provinciale 18 e Via Vallone San Nicola non esiste e che non è mai di fatto esistito nei pressi del cimitero di Pastene;

B.      che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso ed è pertanto conforme all'Art. 1 del D.Lgs. 285/92 e alle norme di sicurezza statuite dagli artt. 13÷34 della stessa Legge, meglio conosciuta come Codice della Strada.

Se l'Art. 1 recita che "La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato", secondo i Consulenti e tutti i magistrati operanti a Benevento la famiglia Paradiso non rientra tra gli aventi diritto alla sicurezza stradale, forse perchè di colore promiscuo o forse perchè il papà ha perduto non solo la libertà di entrare negli Uffici Giudiziari e la libertà di manifestare un malcontento con le parole stampate sui manifesti. Infatti, tanto è stato deciso dal Presidente del Tribunale e convertito in legge dal Procuratore Policastro.

Infatti, secondo i vertici del Palazzo di Giustizia di BN, l'Art. 21 della Costituzione non contempla "il diritto di manifestare liberamente in proprio pensiero ...", perchè chi reclama un diritto con un manifesto in luogo pubblico commette insubordinazione penalmente rilevante, tale da costituire restrizione di libertà e ipotesi di reato. Sicché anche il Dr. Davigo sbagliò a non rinviare a giudizio gli avvocati che gli mostrarono un manifestino nell'aula magna del Tribunale di Torino.

Tanto è stato decretato dai vertici della Procura beneventana, cosicché il 15 dicembre 2020 io imputato Attilio Paradiso, nato a Casalbore il 18 di febbraio di 69 anni fa, dovrò comparire dinanzi al Giudice monocratico con un qualunque avvocato nominato d'ufficio, per il seguente reato ed altri similari, non dato per scontato che intenda sottoscrivere un patto di quota lite:


Ma l'ex diPartita IVA e l'ex dattilografo del MIUR hanno perduto anche i diritti a reclamare che la giustizia sia assicurata in tempi ragionevoli e a non essere discriminati dagli altri ed alti Funzionari dello Stato, in quanto non rientrano tra le persone degne come la Presidente del Tribunale di Benevento, il Questore, il Procuratore e la Prefetta portatrice di mazzetta in borsetta, che invece possono vantare il potere di allontanare le persone non gradite dagli spazi pubblici e possono vantare il diritto di transitare su vie pulite, sicure e persino sulle ZTL, con auto privata, con motrice di servizio e rimorchiatori al seguito.


Un esempio "bestiale" per spiegare meglio le incoerenze: se un vecchio scimmione in pensione reclama i diritti e compostamente si siede nei pressi del Tribunale, della Prefettura o del Viminale, solo a Benevento accade che arrivano immediatamente gli sceriffi per effettuare il fermo dell'animale itinerante, per spogliarlo dei manifesti e per convincerlo a sloggiare, con le buone maniere o trascinandolo di prepotenza in caserma per le zampe.

Se invece il mite scimmione chiede di sgombrare la via di casa dalle opere invasive, come nella fattispecie, per liberare la sua prigione dalle sporcizie e dalle occupazioni abusive di animali diversi dalla sua specie, sempre e solo a Benevento succede che arrivano i tiratori scelti della Questura, le querele di rimbalzo del Dr. Policastro, gli avvisi di garanzia alle incolpevoli scimmiette di casa e, per completare il lavoro di nettezza urbana, un Accertamento Sanitario Obbligatorio disposto da un polliziotto, anziché dal medico di famiglia, dallo specialista, dal primo corsaro e primo cazzarorosso del mio paese.

La prova che evidenzia quantomeno la superficialità, se non la dolosa responsabilità dei magistrati, è costituita dal fatto che persino il Procuratore della Repubblica e quello Aggiunto così scrivono nella richiesta di archiviazione: "dal verbale di sopralluogo dalla Sezione di Polizia Stradale è emerso, come innanzi ribadito, che non sono sussistenti profili di pericolosità per sicurezza stradale" ( pag. 3, III prg)


Cosicché non occorre il traduttore per dedurre che, non essendo "sussistenti profili di pericolosità", per il Comandante Alfano, per i PM, per i GIP, per il Procuratore e pure quello Aggiunto la ex Ditta Paradiso Arredamenti di Pierro Anna non ha diritto al carico/scarico dei mobili nei suoi magazzini, né a contribuire allo sviluppo del suo Stato, né a circolare su una via comunale sicura e percorribile con i grandi automezzi di lavoro, perchè la via che in piena curva incrocia la SP18 è impedita al transito simultaneo di due utilitarie, è invasa da alberi, muri, case, recinzioni abusive e relitti di ogni genere; il fabbricato Paradiso è pertanto irraggiungibile dai TIR, in quanto la via comunale sbocca in forte pendenza e in piena curva su un'altra strada urbana stretta, carente di strisce pedonali, priva di dossi di rallentamento, di segnali luminosi, di marciapiedi e con scarsa visibilità da entrambi i lati, ma protetta solo da 4 triangoli col punto esclamativo, indicanti un pericolo generico e dotati di pannello integrativo recante la scritta "incrocio pericoloso".

 

Tutti fattori di rischio, quelli appena elencati in grassetto, che non sono mai stati eliminati dal Comune, né dai Prefetti che si sono succeduti dal 17 agosto '97, quando ci spostammo a Pastene per trasferire l'attività produttiva di famiglia, dopo 50 anni di costante crescita, di estesi apprezzamenti e di illibato servizio.

Tanto hanno scritto e sentenziato i Magistrati, che non hanno messo a confronto la "rifatta" e taroccata perizia del Comandante di PS(pag. 2, ultimo prg) con la CTU dell'Ing. Faraone, la CTP Geom. Spallone e la sintetica, ma chiarissima perizia degli ingegneri del Servizio Viabilità della Provincia di Benevento, che il 30/4/2014 così scrivevano al Sindaco D'Orta:

 


Le poco accorte affermazioni dei GIP, dei PM e del Procuratore della Repubblica di Benevento si scontrano e si sfasciano sui 4 segnali di pericolo, che invece attestano l'esatto contrario dell'ex Comandante di Polizia Stradale di BN e degli agenti di PG che hanno taroccato le indagini.


Se mi permettessero di entrare nel palazzo di giustizia, sia pure accompagnato dalle guardie armate, chiederei ai magistrati: credete che gli ex legislatori abbiano scritto l'Art. 1 del codice della Strada per tappare i nostri sfiati e per prendere il popolo italiano per i fondelli, senza pagare i danni prodotti sul retrotreno del nostro abitacolo?  E ancora: Vi pare che bastano i triangoli ad evitare che gli incroci pericolosi facciano feriti e vittime innocenti? Quando il Codice della Strada nel caso di specie prevede esattamente quali dispositivi occorre collocare a monte e a valle dell'incrocio, almeno per abbassare la soglia di rischio nei centri urbani: dossi di rallentamento, strisce pedonali, lampeggianti, semafori, marciapiedi, dissuasori di parcheggio, etc.

Un ultimo quesito: secondo le SSLL i magistrati hanno letto le carte multimediali come queste?  oppure si sono aggrappati l'uno all'altro per rinforzare la catena e salvare le autorità da un processo a porte aperte, per non contrariare il capobastone del Palazzo di Giustizia e fare un salto di carriera?

Mi auguro che le SSLL siano informate dal Funzionario al quale sarà consegnato questo file e non perdano di vista, come i Magistrati che militano a Benevento, le incoerenze poste in evidenza nel presente esposto; così come mi auguro che l'On.le Presidente del Consiglio dei Ministri voglia onorare l'impegno e difendere un cittadino respinto dallo Stato e dagli avvocati, forse perchè colpito da una doppia querela della Procura,  o perchè colpito da una prima ordinanza restrittiva atipica, poi sparita da tutte le scrivanie della Cosmopol, e infine ricomparsa in veste diversa nel fascicolo processuale gestito dal Procuratore, con una seconda ordinanza ambigua, anche perchè reca un protocollo posticipato di 2 mesi rispetto alla prima.

Tanto, ad alimentare i sospetti che non solo sotto le noci, la Prefettura e gli uffici pubblici di BN bazzicano le streghe, ma che pure nei palazzi di giustizia le vecchie megere fanno sparire le carte sporche a loro piacere.

(documento trasmesso ai destinatari il 2 agosto 2020)


venerdì 31 luglio 2020


Procedimenti penali contro Governanti ...
e velocisti principianti.
 

Le numerose archiviazioni ordinate dai Giudici per le Indagini Preliminari negli anni remoti, ma anche quelle recentemente proposte dai  Sostituti Procuratori e accolte dal Dr, Landolfi, si aggrappano sugli specchi della Strega cattiva del Tribunale e scivolano sulle indagini taroccate da Consulenti, sapientemente pilotati dalle persone querelate, ossia la Prefetta inquisita a Cosenza e il Sindaco di Sant'Angelo a Cupolo.

Le Consulenze, perciò, sono state sapientemente suggerite per confondere ed annebbiare la verità, per oscurare le prove esibite con le querele e per 
disorientare i magistrati inquirenti con centinaia di pagine, ripetute fino al punto di far credere ai PM, ai GIP, al Procuratore Aggiunto e persino al Procuratore Capo della Repubblica di Benevento, Dr. Aldo Policastro, che le pittoresche falsità dei Sindaci e dei funzionari tecnici di Sant'Angelo a Cupolo siano certezze, ossia:
A.      che il primo incrocio tra la Strada Provinciale 18 e Via Vallone San Nicola non esiste e che non è mai di fatto esistito nei pressi del cimitero di Pastene;
B.       che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso ed è pertanto conforme all' Art. 1  del D.Lgs.  285/1992 e alle norme di sicurezza statuite dal Titolo II, artt. 13÷34 della stessa Legge, meglio conosciuta come Codice della Strada.

Se l'Art. 1  recita che "La sicurezza delle persone, nella circolazione stradale, rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato", secondo i Consulenti e tutti i magistrati operanti a Benevento la famiglia Paradiso, forse perchè di colore promiscuo,  non rientra tra gli aventi diritto alla sicurezza stradale, perchè il papà ha perduto non solo la libertà di entrare negli Uffici Giudiziari e la libertà di manifestare un malcontento con le parole stampate sui manifesti. Infatti, tanto è stato deciso dal Presidente del Tribunale e convertito in legge dal Procuratore.

Infatti, secondo i vertici della Procura di BN, tali diritti non rientrano tra quelli  tutelati dall'Art. 21 della Costituzione (libertà di manifestare ...), ma costituiscono insubordinazioni penalmente rilevanti a carico del protestante Attilio Paradiso, tali da costituire restrizioni di libertà e ipotesi di reato.

Tanto è stato decretato dai vertici della Procura beneventana, cosicché il 15 dicembre 2020 l'imputato Attilio Paradiso, nato a Casalbore 69 anni fa, dovrà difendersi in Tribunale, dinanzi al Giudice monocratico, per il seguente reato ed altri analoghi:


(clicca sull'immagine per ingrandire il testo)


Ma il Cavaliere in pensione ha perduto anche i diritti a reclamare giustizia in tempi ragionevoli e a non essere discriminato dagli altri cavalieri deviati dello Stato, in quanto non rientra tra le persone degne come la Prefetta mangiatrice di mazzette, il Questore, il Procuratore e il Presidente del Tribunale, che invece possono vantare il potere di allontanare le persone non gradite dagli spazi pubblici e possono vantare il diritto di transitare su vie pulite, sicure, asfaltate e persino infiorate, come sulle Zone a Transito Limitato, con auto privata, con auto di servizio e con i codazzi.




Un esempio fanciullesco per spiegare meglio il caso:   se un vecchio scimmione in pensione reclama i suoi diritti e si siede nei pressi del Tribunale o della Prefettura sulla sua sedia, solo a Benevento succede che arrivano immediatamente gli sceriffi della DIGOS per arrestare l'animale itinerante, per sequestrare i manifesti e per convincerlo a sloggiare, con le buone maniere o trascinandolo di prepotenza in caserma per le zampe.
Se invece la mite scimmia chiede di sgombrare la via di casa, come nella fattispecie, per liberare la sua gabbia dalle sporcizie e dalle occupazioni abusive di animali diversi dalla sua specie, sempre e solo a Benevento succede che arrivano le bombe a grappolo della Questura, le querele a iosa e gli avvisi di garanzia alle innocenti scimmiette di casa Paradiso.

La prova evidente è costituita dal fatto che tutti i Magistrati minori e persino il Procuratore maggiore così scrivono nella richiesta di archiviazione:

"dal verbale di sopralluogo dalla Sezione di Polizia Stradale è emerso, come innanzi ribadito, che non sono sussistenti profili di pericolosità per sicurezza stradale"
Cosicché non occorre il traduttore per dedurre che, non essendo " sussistenti profili di pericolosità", anche per il Procuratore Capo la defunta Paradiso Arredamenti non ha diritto al carico/scarico dei mobili nei magazzini e nemmeno a circolare su una strada comunale decorosa e sicura, quantunque la via comunale che incrocia la SP18  sia impedita al transito simultaneo di due utilitarie, sia invasa da alberi, muri, case, recinzioni abusive e relitti di ogni genere, sebbene il grande fabbricato Paradiso sia irraggiungibile dai TIR, perchè la via comunale sbocca in forte pendenza e in piena doppia curva su un'altra strada urbana carente di strisce pedonali, priva di dossi di rallentamento, di segnali luminosi, di marciapiedi e con scarsa visibilità da entrambi i lati, ma protetta solo dai diavoli rossi col punto esclamativo.
Tutti fattori di rischio, quelli appena elencati in grassetto, che non sono mai stati eliminati dal Comune, né dai Prefetti che si sono succeduti dal 17 agosto 1997, quando la Paradiso Arredamenti si spostò a Pastene per trasferire la residenza e l'attività produttiva di famiglia, dopo 50 anni di costante crescita e di illibato servizio.


Tanto hanno detto e sentenziato tutti i Magistrati, che non hanno messo a confronto la taroccata  perizia dell'ex Comandante di Polizia Stradale, Dr. Renato Alfano, con la CTP del Geom. Spallone,  la  CTU dell'Ing. Faraone e la chiarissima perizia degli ingegneri del Servizio Viabilità della Provincia di BN, che sin dal 30/4/2014  così scrivevano al Sindaco D'Orta:
(Clicca sull'immagine per ingrandire il testo)

Una semplice domanda:
Vi pare normale che ben 8 magistrati dichiarino che l'incrocio non presenta profili di pericolosità, quando due esperti ingegneri ordinarono di raddoppiare la segnaletica di pericolo sulla Provinciale 18, già 6 anni fa,  proprio per ridurre, nel limite del loro esiguo spazio di intervento, l'elevato rischio per la pubblica incolumità su un incrocio ricadente in pieno centro urbano, perciò di competenza del Comune?

Forse la CTU>Faraone, la CTP>Spallone e persino la breve perizia redatta dagli ingegneri della Provincia sono sfuggite a tutti i magistrati, perchè  "nessuno"  ha dedotto (o ha voluto dedurre) che, se due esperti in sicurezza stradale consigliano di spostare l'incrocio "in zona di maggiore visibilità a vantaggio anche della circolazione  al fine di eliminare  completamente i rischi dell'intersezione in curva", attestano inequivocabilmente che l'incrocio è pericoloso, perchè dalla loro ispezione del 30/4/2014 tutte le limitazioni di transito ai mezzi pesanti e tutti i problemi legati alla sicurezza delle persone sono rimasti esattamente come allora.

Le poco accorte affermazioni dei GIP, dei PM e del Procuratore della Repubblica di Benevento cascano pertanto  nelle contraddizioni dei 4 segnali di avviso di pericolo, che i Tecnici della Provincia collocarono prima e dopo la curva e che ho ben colorito ed ironicamente esaltato nel seguente manifesto, con il quale ho riassunto tutte le parole scritte sin qui e che ancor meglio ho rinfacciato ai "disattenti" magistrati di Benevento.

Chiederei agli 8 magistrati: "veramente voi credete che i nostri padri costituenti abbiano scritto l'Art. 1  per tappare il nostro tubo di sfiato e per tamponare il retrotreno del nostro delicato  abitacolo?


Un ultimo quesito:
Secondo voi i magistrati che ho elencato leggono attentamente le carte, oppure studiano come salvare le autorità governative del paese per ottenere uno scatto di stipendio e un salto di carriera?
Un caro abbraccio e un bacione a tutte le persone di buona volontà.
attilio.paradiso@libero.it


sabato 27 giugno 2020



Richiesta di revisione procedimento penale n. 3973/18
ed invito ad agire in autotutela.
Al PM, Dr. Francesco Sansobrino

Al GIP, Dr. Vincenzo Landolfi 


In tal modo ha scagionato da tutti i reati sia il Prefetto Galeone che il CTU Di Matteo, il Comandante di PS Alfano, il Sindaco D'Orta, il Geom. Maioli, il Geom. Iannazzone, il CTP Forgione e i 3 confinanti che hanno di fatto annesso alle loro proprietà la via comunale, perchè ha "condiviso integralmente le ragioni esposte dal PM" e conclude con 3 affermazioni che né voi, né tutti quelli che vi hanno raggirato e riempito di falsità, potrete in alcun modo sostenere davanti ad altri Magistrati, al Ministro di Giustizia e al CSM. Ovvero:
1)      che il primo incrocio tra la SP18 e Via Vallone San Nicola non sia mai di fatto esistito;
2)      che il secondo incrocio tra le due stesse strade non è pericoloso per la circolazione stradale e che sia conforme, per ovvia deduzione, ai primi 20 artt. del Codice della Strada;
3)      che il GIP, avendo condiviso integralmente le deduzioni del PM, ha ritenuto attendibile la perizia redatta dall'ex Comandante della PS, per scagionare dalla prima querela e dalle responsabilità penali il superiore Prefetto. Infatti, il PM, forse dimenticando che ha visto 16 perizie totalmente opposte, un solo ferito e purtroppo nessun morto, prende per buona la perizia del Comandante e replica le sue stesse parole: "... che nonostante la peculiare conformazione critica dell'intersezione viaria oggetto della valutazione, non si ritengono sussistenti profili di pericolosità per la circolazione stradale tali da indurre l'adozione di provvedimenti straordinari ed urgenti"  (cliccare sul testo e leggere a pag. 3, ultime 4 righe).

Circa l'esistenza del primo incrocio
Se le certificazioni catastali storiche e recenti, le planimetrie del Piano Regolatore Generale, la certificazione dell'Ufficio Tecnico Comunale tratta dal pubblico stradario e le 3 planimetrie allegate alle 3 concessioni edilizie autorizzate dal Comune lungo i primi 150 m. di via Vallone San Nicola, dal 1990 al 2004, non sono bastate a farvi comprendere che la strada è sparita perchè è stata rubata, occupata e integrata dai trasgressori alla loro proprietà; se non sono bastate la Consulenza Tecnica d'Ufficio redatta nel 2011 dall'Ing. Faraone e nemmeno le testimonianze di tre periti e dell'ex Comandante dei VVUU di Sant'Angelo a Cupolo, vuol dire che non avete voluto spalancare gli occhi, oppure che siete stati artificiosamente bendati e imbottigliati da una banda di spregiudicati, contrariamente ad altri vostri colleghi, che invece hanno acceso il microscopio e il cannocchiale, come Antonio Clemente, Giacomo Iannella, Sergio Pezza, etc. etc.

Circa la pericolosità del secondo incrocio
e l'inaccessibilità della via comunale
Senza stare a ripetere e a mostrarvi i 16 certificati attestanti la pericolosità del secondo incrocio tra la SP18 e la via comunale, mi limito a richiamare solo 3 elementi probatori che avete già visto, atti a dimostrare che la Galeone è responsabile non solo di falsità, corruzione e depistaggio (essendo riuscita ad ingannare anche le SS.LL.), ma ancor più per aver rifiutato di emettere ordinanze contingibili e urgenti ai sensi dell'art. 328 cp e dell'art. 54 del TUEL, in quanto:

A.    


per 4 lunghi anni la Galeone non ha voluto emettere ordinanze contingibili e urgenti, come il 22.11.2018 ha invece fatto il suo successore, Dr.  Cappetta, che ha ordinato al Sindaco D'Orta di rimuovere tutte le opere abusive e mettere in sicurezza la strada. (clicca qui e vali all'Ordinanza del Prefetto)
(clicca sull'immagine per ingrandire)
         .

B.     
Nel mese di aprile 2014, mentre erano in corso i due processi contro l'ex Sindaco Bosco e il Capo dell'Ufficio Tecnico Comunale, fu operato un lavoro di adeguamento dell'incrocio pericoloso alle reali dimensioni della mappa catastali. Alla fine dei lavori chiesi, ma non ottenni, il certificato di agibilità al Comandante dei VV.UU. e agli ingegneri responsabili del Servizio Viabilità della Provincia, così scrivevano:  (clicca qui e vedi documento intero

Forse a voi è sfuggito, ma se i due ingegneri della Provincia, al fine di eliminare "completamente i rischi dell'intersezione in curva", consigliano di spostare l'incrocio "in zona di maggiore visibilità a vantaggio anche della circolazione", significa non solo che l'incrocio è ancora pericoloso, non è conforme al C.d.S. e che perciò rifiutano di concedere l'agibilità, ma significa che sanno benissimo che sul cimitero c'è il primo sbocco, che è ostruito da un illecito muretto e che, se fosse riaperto dal Comune, eliminerebbe ogni pericolo, ogni disagio e ogni intralcio alla circolazione stradale.
Può succedere a tutti, specie quando ci sono troppi documenti discordanti da analizzare, mettere a confronto e ricordare; ma appare un po' difficile supporre che entrambi avete perso di vista due elementi così importanti. che attestano la pericolosità, le opere abusive e le condizioni pietose della via comunale. Condizioni per le quali, pochi mesi dopo il trasferimento della Galeone, il nuovo Prefetto di Benevento si è tutelato ed ha fatto ciò che nessuno ha voluto fare prima.
Tanto ed altre 14 certificazioni che avreste dovuto vedere sui DVD non sono bastate a non farvi abbagliare dalla Galeone, dal Sindaco D'Orta, dal Comandante Alfano e da tutta la banda dei corrotti, per spiegare che l'incrocio è tuttora pericoloso?,  che la strada comunale è inagibile?, che essa e l'incrocio non sono conformi alle norme di sicurezza statuite dal Codice della Strada?, che Via Vallone San Nicola è impercorribile al transito simultaneo di due utilitarie?, sebbene sia larga 8 m. lungo la recinzione di casa mia, più di 10 metri sugli incroci ed è inaccessibile ai TIR, non perchè "di fatto non è mai esistita", ma perchè di fatto è stata abbandonata, rubata, coperta da alberi, opere abusive e fatta sparire da 3 delinquenti protetti dagli amministratori comunali.
Vi pare giusto che, pur avendo pagato gli oneri di urbanizzazione 27 anni fa, pur avendo realizzato un fabbricato nel rispetto di tutte le leggi, pur avendo civilmente ceduto 150 mq di terreno edificabile alla via comunale per renderla più larga e più sicura, pur continuando a pagare le tasse, le imposte e 2.200 € di IMU annue al Comune, pur avendo perduto una florida attività produttiva e 23 anni di lavoro, noi dovremmo pagare e tollerare gli sconfinamenti, le prepotenze e i soprusi degli indigeni, lo stipendio e gli abusi edilizi del Sindaco, le corruttele del Prefetto, degli Amministratori dello Stato e dei loro adepti, le omissioni e le falsità di spregiudicati delinquenti, mentre i loro delitti vengono sistematicamente prescritti, archiviati e restano impuniti per colpa dei magistrati?
Immagino che sappiate che ho studiato molteplici discipline, ma non per esercitare il vostro mestiere.  Perciò, non so se a voi giudici é permesso di sbagliare ed eventualmente correggere i vostri errori. Ma so che l'istituto dell'autotutela e del ravvedimento è valido, tollerato e vivamente suggerito in tutte le amministrazioni pubbliche, nel privato, nei confessionali delle chiese e persino incentivato dallo Stato, per chi rischia il 41/bis o per chi ammette le sue colpe al fine di avere l'assoluzione o la riduzione della pena, perchè, in qualunque nazione civile, democratica e garantista, chi sbaglia e persino chi ha dolosamente ammazzato suo padre deve avere la possibilità di rimediare al proprio errore, alla svista, alla colpevole o non colpevole distrazione, altrimenti chiunque rimane accecato dalle balle o dai fari abbaglianti degli altri conducenti della strada, perde il controllo del proprio mezzo ed esce fuori strada, ammazzando però un'incolpevole padre di famiglia che staziona ai bordi di una via dissestata, dovrebbe essere condannato a morte, o quantomeno alla segregazione eterna, al pari di chi aveva l'obbligo di mettere in sicurezza la via, adeguarla ai criteri dettati dal Codice della Strada e non ha fatto il suo dovere, non per 30 gg, ma per 4 anni.
Detto questo, vi invito a riesaminare il fascicolo e a rivalutare serenamente le vostre deduzioni entro 20 gg, non uno di più, perchè non mi darò pace, finché la Giustizia accenderà i riflettori su tutte le falsità, non solo quelle della Galeone, del Comandante Alfano e dei loro sottoposti.
Distintamente saluto, ringrazio e resto in attesa di cortese risposta, verbale o scritta.
Sant'Angelo a Cupolo, 25 giugno 2020