Alla luce dei primi 4 Articoli della Costituzione Italiana, fedelmente riprodotti al seguito, il cittadino ha diritto ad avere un giusto processo, nei limiti temporali previsti dal Codice Penale.
Se il magistrato ritarda ingiustificatamente l'azione penale e non conclude le indagini nei limiti previsti dal c.p., va punito dal CSM, come ogni altro dipendente dello Stato, perchè ai sensi dell'Art. 3 della Costituzione davanti alla legge il giudice è uguale ad ogni altro altro cittadino.
Il Ministro della giustizia ha facoltà di promuovere l'azione disciplinare.
Il Presidente della Repubblica è il garante della Costituzione.
Se nessuno degli Organi deputati garantisce e tutela il diritto a giusto processo, i colpevoli del ritardo e/o del rifiuto d'ufficio vanno processati, come ogni altro cittadino.
Detto ciò, si domanda: come può il cittadino avere giustizia e ristoro se il Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministro di Giustizia e il Presidente della Repubblica non tutelano i diritti del cittadino?
I diritti inviolabili dell'uomo vanno perciò difesi da tutti, perchè il popolo è sovrano.
Se il popolo non sostiene le cause per i diritti universali dell'uomo attraverso la petizione, la protesta civile e la condivisione della singola persona calpestata, il popolo vale meno di un pezzo di carta stracciata, perchè ha disonorato, sul piano etico, morale e penale, così come quando una persona non soccorre un uomo o un animale ferito.
Se non ti va, lascia stare, chiudi gli occhi, tappa le orecchie e tira a campare.
Se inceve vuoi fare il tuo dovere, devi leggere questo
esposto-denuncia, sostenere, informare e confividere, senza scendere in piazza, come lo scrivente sta facendo da 8 anni pure per te.
Attilio Paradiso
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La Costituzione della Repubblica Italiana
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti
i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni
cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la
propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della società.