lunedì 24 ottobre 2022

 MEMORIE DIFENSIVE BREVI 

Procedimento penale 4001/16/RGNR - 921/RGT
Casale Rosa contro Paradiso Attilio
Udienza del 7 novembre 2022
Giudice Monocratico Dr.ssa Simonetta Rotili

Ill.mo Giudice, se in Procura mi fossi "buttato addosso" all'ispettrice di PG e l'avessi "minacciata, ingiuriata e offesa", il Brigadiere Cimmino, l'Ispettore Furno, l'Ispettore Clemente, il Sovrintendente Giorgione, Lei e i suoi colleghi di lavoro mi avrebbero immobilizzato immediatamente, avrebbero prelevato i filmati dalle loro telecamere interne e sarebbero stati  tenuti a denunciarmi al Sostituto Procuratore, "senza ritardo", come tassativamente prescrive l'art. 361 del codice penale, non come ha fatto la Casale dopo aver visto la mia denuncia, 27 giorni dopo l'accaduto.

Cosicché, per la XII volta la Procura di BN mi ritiene colpevole di reati non commessi, orchestrati sulla base di calunnie e miserabili falsità, per minacce, per offese ed insulti inesistenti, per ingiurie non proferite, per condotte non vietate dalla legge e per fatti non perseguibili dal Codice penale, per 3 semplici motivi:

1.  l'Ispettrice sostiene che io l'abbia "minacciata, ripresa fraudolentemente ed offesa sui network". Ma tali affermazioni sono false, disoneste e non sorrette da uno straccio di prova, perchè nel video che ho salvato su YouTube non c'è nulla di quanto ha dichiarato l'Ispettrice, in querela e in udienza; perché le offese, le ingiurie e le minacce non esistono e non sono state confermate dai testi citati dalla Casale, né la Casale ha esibito, come controprova, i filmati registrati dalle telecamere interne della Procura;  perchè le conversazioni postate su Facebook e le didascalie sovrapposte al video salvato su YouTube sono linguisticamente ineccepibili e per niente offensive, anche perchè raccontano e mostrano esattamente quanto è accaduto e le attività illecite operate su 3 procedimenti penali, sporti da me nel 2010 e nel 2012, illecitamente riuniti in un solo fascicolo, palleggiati per 8 anni da 7 magistrati e ripetutamente manipolati e massacrati in Procura.

2.  il Procuratore Capo e la sua Sostituta sostengono che occorre il consenso della persona ritratta per caricare un video su YouTube, ma si sbagliano clamorosamente, in quanto l'art. 97 della Legge 633/41 recita che "non occorre il consenso della persona ritratta"; perchè la querelante Rosa Casale è un'agente di Polizia Giudiziaria e  perchè l'ispettrice all'epoca dei fatti era in attività di servizio, collaborava con la PM affidataria del fascicolo scompaginato e svolgeva un ruolo istituzionale in un pubblico ufficio dello Stato;  perchè in tempo reale io filmavo lecitamente la sottrazione e l´occultamento di atti veri - reato punito dall'art. 490 del codice penale con la reclusione fino a 6 anni;  perchè la Casale mi accusa falsamente di urlare, di essermi buttato addosso a lei, di averla minacciata e di averla offesa alla presenza dei suoi colleghi di lavoro, che invece non hanno confermato le sue accuse in udienza, perchè la ripresa filmata è giustificata dalla necessità di denunciare - come poi ho fatto - l'alterazione di un procedimento penale, la sottrazione di numerosi atti probatori dallo stesso fascicolo e dalla necessità di difendermi dalle false accuse dell'ispettrice. Ed infine perchè  volevo che fosse individuato e finalmente punito il cancelliere che aveva fotocopiato l'intero fascicolo, aveva miscelato i tre procedimenti penali, aveva sottratto tutti i documenti originali ed aveva fatto sparire tutti i DVD.

3.  il video non è stato registrato ad insaputa della Casale con telecamere nascoste, né "fraudolentemente", come mi contestano il Dr. Policastro e la Dr.ssa Tillo, ma è stato effettuato con una visibilissima Nikon D90, in maniera limpida e trasparente, visibile all'ispettrice, al suo Sovrintendente e a tutti i presenti. Infatti, la Casale si avvicinava proprio per impedirmi di filmare il fascicolo scompaginato, fotocopiato e spogliato dei DVD, con il dito puntava la spia lampeggiante della telecamera e, alla richiesta delle sue generalità, mi rispondeva: "non lo dico il nome perchè lo vuole registrare". Tutto ciò si vede e si sente benissimo nel video che prudentemente salvai su YouTube. Per questi motivi non c'è reato e non è applicabile il primo comma dell'art. 617-septies del codice penale, ossia il reato contestato dal Procuratore e dalla sua Sostituta,  perchè il secondo comma recita esattamente così:  “La punibilità è esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni deriva in via diretta ed immediata dalla loro utilizzazione in un procedimento giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa".

Senza dilungarmi in altre puntualizzazioni, che invece ho analiticamente esposto con le memorie difensive recapitate al PM e alla S.V. Ill.ma, evidenzio che la persona che "omette o ritarda" la denuncia di un reato commesso ai danni dello Stato è punito con un'ammenda. "Se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria", l'art. 361 del codice penale inasprisce la pena e prevede la reclusione fino a un anno.

L'Ispettrice, i suoi colleghi di PG e gli altri dipendenti della Procura  erano pertanto tenuti a denunziare non solo me, se avessi minacciato, ingiuriato e offeso la Casale! Ma, a norma dell'art. 361 del codice penale, erano tenuti a denunziare la scompaginazione di un procedimento penale, la sottrazione dei DVD e di tutti i documenti originali dal fascicolo, la mattina stessa del 2 agosto 2018.

Mi chiedo chi dovrà pagare il conto:  io o chi, avendo visto il video, non ha distinto o forse non ha voluto distinguere la verità dalle menzogne?

Attilio Paradiso
Benevento, 7 novembre 2022




mercoledì 19 ottobre 2022

 

Diffida ad ADEMPIERE OBBLIGHI di LEGGE


nei confronti di:

 

·      Torlontano  Carlo, Prefetto di BN;

·      Maioli Nicola, Responsabile UTC di Sant'Angelo a C.;

·      Cataffo Diego, Sindaco del comune di Sant'Angelo a C;

·      Tornusciolo Antonio, Assessore all'Urbanistica e alla viabilità di Sant'Angelo a C.;

·      Biele Donato, Assessore al Decoro Urbano, al Demanio e al Patrimonio comunale.

 

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Io sottoscritto Paradiso Attilio, nato a Casalbore il 18.2.1951 e residente nel comune di Sant'Angelo a Cupolo in Via Vallone San Nicola n. 2,

premeTTO che

ho inutilmente chiesto alle SS.LL., ai Sindaci e ai Prefetti che si sono succeduti nei decorsi anni di mettere in sicurezza la via comunale Vallone San Nicola, di conformarla al Codice della Strada e di sgombrala dalle opere ostruttive realizzate sulla sede stradale stessa, anche perchè la via, pur conducendo dal cimitero di Pastene e a due aree fabbricabili, non è stata urbanizzata ai sensi della Legge n.10/1977 (Legge Bucalossi), non è transitabile con gli automezzi lunghi, o a pianale basso, ed è stata causa di ingenti danni per la chiusura della nostra attività produttiva.

Pure gli ex Consiglieri comunali di minoranza sono stati informati, tant'è che prima il  Geom. Felice Zampetti e poi l'Ing. Donato Biele hanno sollecitato i sindaci, gli assessori e gli ex consiglieri di maggioranza con apposite interpellanze scritte, poi discusse in Consiglio comunale.

Sicché, pur avendo pagato gli oneri di urbanizzazione per usufruire di una via conforme al Codice della Strada e ai Regolamenti Urbanistici locali, ancora oggi sono costretto a correre pericoli, a causare rischi per la pubblica incolumità e a transitare su una pericolosa mulattiera, illecitamente sottratta al pubblico demanio, abbandonata, ridotta a un vicolo ceco e privata dello sbocco sul cimitero. Infatti, per quanto la strada è classificata sullo stradario comunale come "via di interesse generale", non è percorribile dal cimitero verso il centro di Pastene e viceversa, cosicché l'unico punto di accesso al  mio  fabbricato  "risulta essere esremamente peicoloso a casua della scarsa visibilità, della forte differenza di quota esistente all'imbocco tra la strada comunale e quella provinciale, nonchè dalla scarsa larghezza dell'imbocco stesso. Per quanto sopra lo scrivente (clicca qui e leggi l'intera nota dell'ex Sindaco Egizio Bosco), anche al fine di prevenire eventuali pericoli per la pubblica e privata incolumità, invita codesta spettabile Amministrazione Provinciale a voler effettuare un sopraluogo, congiuntamente all'UTC, al fine di verificare la gravità del pericolo segnalato, nonchè ricercare la migliore soluzione per prevenire lo stesso."

(per ingrandire clicca sull'immagine)

Sta di fatto che l'ex Sindaco Bosco, dopo innumerevoli promesse verbali, disonorate pure dal successore, e dopo aver fatto eseguire un effimero intervento di allargamento dello sbocco dall'Ing. Maioli, non ha voluto tener conto della perizia effettuata dai tecnici della Provincia, secondo i quali "l'intersezione stradale è ancora pericolosa, perchè ubicata in curva" e pertanto i due ingegneri suggerivano "di programmare un intervento atto ad eliminare i rischi, spostando l'incrocio in zona di maggiore visibilità, a vantaggio anche dell'intralcio alla circolazione". In breve, suggerivano di far transitare gli autoveicoli attraverso l'imbocco adiacente il cimitero di Pastene.

Per le reiterate inadempienze, l'ex Sindaco Bosco e l'Ing. Nicola Maioli furono sottoposti a processo. Tuttavia, sono stati irragionevolmente assolti,  tanto è vero che la sentenza assolutoria fu magistralmente impugnata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Dr. Giacomo Iannella,  con atto di impugnazione n. 599/2016.

Ma l'impeccabile impugnazione del PM non è stata discussa nel merito, perchè i reati contestati dal Dr. Iannella sono stati miseramente archiviati per prescrizione, dopo svariate cause di nullità occorse nel giudizio di primo grado ed architettati ritardi del processo in Corte d'Appello.

Alla luce di quanto ho brevemente narrato sin qui, va fatto rilevare che il Capotecnico Maioli, essendo stato informato degli sconfinamenti e non avendo sanzionato i colpevoli, si è reso responsabile dei mancati controlli, perciò è complice degli abusi commessi sulla via comunale, anche perchè non ha difeso il pubblico demanio dalle appropriazioni indebite operate dagli indigeni, né quelle commesse dall'ENEL, quando ostruì lo sbocco viario sul cimitero con un muretto e una cabina di trasformazione collocata sulla via comunale, anziché in zona viciniore al cimitero, com'era stato disposto con Delibera di Giunta n. 65/1995.



Clicca sull'immagine per ascoltare un documentario del tratto di strada comunale


La magistratura terrà conto che nemmeno il nuovo Sindaco, Rag. Diego Cataffo, e nemmeno i più freschi assessori, Ing. Antonio Tornusciolo ed Ing. Donato Biele, hanno tutelato il demanio pubblico e riaperto lo sbocco sul cimitero, ove i rischi per la pubblica incolumità e per la libera circolazione sarebbero del tutto eliminati, peraltro con una modica spesa, come sapientemente suggerivano i tecnici del Servizio Viabilità della Provincia di BN.

Come i vecchi Amministratori, anche quelli eletti lo scorso anno si trincerano in promesse verbali che non si sostanziano in azioni rapide, semplici e risolutive, tanto è vero che, pur avendo scritto numerose volte a loro e al Capotecnico Maioli, non ho ricevuto una sola risposta scritta, nemmeno alle istanze di accesso agli atti formulate ai sensi della L. 241/90.

Per stroncare lo scarica barile e lo spregiudicato rimbalzo di responsabilità tra gli organi politici e il Responsabile dell'UTC, il 4 ottobre 2022  ho registrato l'intero colloquio intrattenuto con l'Ing. Maioli, non solo per esibire una prova ai Magistrati, ma soprattutto per informare il Prefetto di BN, Dr. Carlo Torlontano, ed evitare un'ennesima denuncia nei confronti degli Amministratori comunali e nei confronti del Prefetto stesso, perchè la massima autorità di governo delegata alla sicurezza pubblica, alla legalità e al buon funzionamento della Pubblica Amministrazione dichiara che non può assumere i poteri sostitutivi, come se l'art. 54 del D.Lgs. 267/2000 escludesse l'obbligo di sostituire il Sindaco in caso di conclamata inadempienza ad eliminare le ostruzioni invasive dalla strada comunale, a sanzionare i responsabili degli abusi, a tutelare il demanio pubblico e ad eliminare i rischi di pubblica incolumità, che sono stati certificati con una dozzina di perizie di fattura pubblica tra le quali metto in evidenza quella effettuata dal  Consulente Tecnico d'Ufficio nominato dal Tribunale.

 

TANTO PREMESSO, DIFFIDO LE SS. VV. E chiedo

Ø  che il Sindaco e gli Assessori destinatari della presente redigano una Delibera di somma urgenza, al fine di sgombrare il pubblico demanio dalle opere abusive con immediatezza ed asfaltare la strada comunale in parola, dal primo imbocco sul cimitero di Pastene fino al secondo sbocco  sulla SP18;

Ø  che il Sindaco conferisca al Responsabile dell'UTC l'incarico di sanzionare i responsabili delle opere abusive, come previsto dal Codice della Strada e dal D.P.R. n. 380/2001, e di redigere un progetto per mettere a norma via Vallone San Nicola dalle due zone abitate fino al cimitero di Pastene, al fine di eliminare definitivamente ogni rischio per la pubblica incolumità;

Ø  CHE il Prefetto Torlontano si faccia interprete delle mie legittime richieste, vigili sull'operato degli Amministratori comunali e nomini un commissario, qualora il Sindaco non adempia tempestivamente ai suoi doveri entro la fine di questo mese.

Con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni subiti e subenti in conseguenza della condotta dei responsabili, mi riservo di produrre ulteriori elementi probatori a sostegno di un'eventuale azione giudiziaria, ove fosse necessario in caso di mancato adempimento.

Sant'Angelo a Cupolo, 17 ottobre 2022

Attilio  Paradiso



giovedì 6 ottobre 2022

La verità non annega e non muore nel nulla, ma resuscita e torna sempre a galla.



Questo blog riproduce esattamente la deposizione che rendo al Giudice, Dr.ssa Simonetta Rotili.

 Proc. n. 4001/2018/21 RGNR - 900/21 RGT

Casale Rosa contro Paradiso Attilio

MEMORIE DIFENSIVE IMPUTATO


Il 2 agosto 2018, nel corridoio del primo piano della Procura di BN, all'Ispettrice di Polizia Giudiziaria Casale Rosa e ad altri suoi colleghi ho contestato la sparizione dei DVD da un procedimento penale, costituito da un fascicolo contenente 3 denunzie sporte da me nel 2010 e nel 2012, illecitamente fotocopiate, spogliate di tutti gli originali e non più separate l'una dall'altra.

Il 22 agosto 2018 ho denunziato la sottrazione e l'occultamento degli atti, nonché il comportamento anomalo del personale dipendente della Procura. A tal fine ho prodotto un video di 1h e 22', contenente vari filmati, tra i quali quello registrato in presenza dell'ispettrice e dei suoi colleghi. 

Il 29 agosto 2018 l'ispettrice Casale, anziché denunziare al Procuratore la scompaginazione del fascicolo e l'occultamento dei DVD, riferiva notizie false all'autorità con 27 giorni di ritardo, accusandomi di aver effettuato un video "fraudolentemente e senza autorizzazione" e di averla "minacciata, insultata e offesa" alla presenza di parecchi suoi colleghi della Procura. Così facendo, l'ispettrice di PG ha violato l'art. 361 del C.p., che recita: "Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all'Autorità giudiziaria, o ad un'altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell'esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.  La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto".

 Il 3 settembre 2018, per mano del Procuratore Capo, il pp n. 5769/18/44 passa al Registro persone note e prende il numero di questo processo. Al rientro dalle ferie il Dirigente della Procura  firma la delega delle indagini  e le sollecita di suo pugno. Così facendo, il Capo non apre un procedimento a carico dei suoi dipendenti l'alterazione del fascicolo riunito n. 1707/16, ma mi ritiene colpevole di aver filmato e diffuso il video attraverso i network e passa il carteggio alla sua Sostituta, che mi rinvia a giudizio con le stesse deduzioni del Capo. Ciò accade mentre la mia denuncia contro i dipendenti della Procura di BN patisce ancora oggi la negligenza del Dr. Sansobrino e del Procuratore Policastro.

La querelante ispettrice ha violato non solo l'art. 361 del cp, ma pure il Regolamento di disciplinal'art. 368 del Cp e l'art 374 bis del Cp, avendomi calunniato e denunziato falsità 27 gg dopo l'accaduto, ossia quando ha saputo che avevo sporto denuncia per le sue insolenze, per le sue inadempienze, per l'alterazione del pp e per la  "sottrazione e l'occultamento di atti veri", reato che invece è severamente punito dall' art. 490 del Cp, essendo stato commesso in Procura, dal cancelliere Paduano, responsabile della tenuta del fascicolo,  collega di lavoro della Casale e collaboratore del PM titolare del pp.

Se avessero prestato servizio altrove, l'ispettrice e il PM che ha messo in sosta il pp 5596/18 avrebbero subito un provvedimento disciplinare. Ma il Procuratore di BN, anziché punire le violazioni, i ritardi e le falsità dei suoi dipendenti, ha castigato me con svariate denunce, fondate su notizie di reato inesistenti e prive di fondamento, avendo ritenuto illeciti i miei filmati, il dovere civico di denunziare un reato e il diritto di difendermi dalle provocazioni della Casale, non avendo forse tollerato il video contenente l'alterazione del fascicolo massacrato in Procura, la sparizione dei DVD e la lettera aperta trasmessa ai Ministri dell'Interno, di Giustizia e della Funzione Pubblica.

Con la più recente denuncia-querela del 18/12/2021 ho informato la Procura Generale di Roma che il Procuratore Policastro, alcuni agenti di PG ed alcuni magistrati hanno spento tutte le mie querele e stanno tentando di spegnere anche me con molteplici denunzie montate sulle falsità, con una restrizione di libertà motivata per fatti non accaduti, con rinvii a giudizio non sorretti da prove certe e persino con un accertamento sanitario abusivo, disposto da un militare della Questura di BN, privo di certificazioni mediche da cui si potesse dubitare sulla mia salute mentale.

Tanto accade dal 2010 al 2022, ogni volta che denunzio funzionari dello Stato e pubblico la verità sui network (vedasi  denunzia del 3/8/2010).

Qui potrei terminare, ma corre l'obbligo di sostenere il presente esposto con informazioni più particolareggiate.

In querela e in udienza la Casale ha messo a bollire una cesta di frottole, peraltro vistosamente contraddittorie, in quanto non è vero che ho "tentato di aggredirla" e che ho "fotografato il fascicolo", perchè in Procura sono stato sempre seduto, tranne per 7 secondi ben visibili nel video. Inoltre, il Brig. Cimmino non ha avuto l'esigenza di sedare me, ma ha tentato di rabbonire l'impeto della collega trattenendola per il braccio

per calmare la collega, il brigadiere Cimmino la trattiene per il braccio 


Quindi, non c'è spiegazione che possa giustificare il Procuratore Capo, che per primo ha ritenuto penalmente perseguibile il mio comportamento, anziché quello della Casale. E nemmeno appare giustificabile la PM, che, pur avendo letto le mie memorie difensive del 19/10/2020, mi ha citato in giudizio con le stesse parole e gli stessi addebiti formulati dal suo Capo Ufficio, perchè nessuno dei due si è reso conto che in 7 secondi è impossibile "aggredire, offendere, insultare" una donna e congiuntamente fotografare atti posti ad altezza proibitiva per una persona seduta.

Infatti, quella mattina registrai solo due brevi filmati: il primo, quando mi accorsi che le 3 querele riunite nel fascicolo non erano più separate l'una dall'altra, che il fascicolo era stato interamente fotocopiato e che mancavano i DVD. Poi, ho spento la telecamera, perchè il breve filmato di 2 minuti sarebbe bastato a provare che il fascicolo era stato manipolato dal cancelliere Paduano, era stato danneggiato per l'ennesima volta e che erano stati sottratti tutti gli elementi di prova copiati sui dischetti, allo scopo di portare in prescrizione, come poi è accaduto, 3 querele palleggiate da 7 magistrati per 8 anni. Poi, quando la Casale mi riaccusava "di urlare, di averla minacciata e di essermi buttato addosso a lei", ho riacceso la telecamera ed ho registrato pure le sue menzogne, come ho fatto con i funzionari dello Stato denunciati il 22/8/2018. Nel video di 1h e 22' è possibile ascoltare le disoneste provocazioni dell'Ispettrice e le stesse provocazioni recitate mesi addietro da un'impiegata della Prefettura e da agenti della Polizia di Stato.

L'ispettrice scrive e dichiara per ben 14 volte che "urlavo", al subdolo scopo di farmi apparire come un cane rabbioso, aggressivo ed incapace di controllare l'istinto. Dichiara, altresì, che l'avrei "minacciata, ingiuriata e offesa" e che ho filmato "fraudolentemente, in assenza di autorizzazione".". Inoltre, fa maliziosamente intendere che avrei tagliato parte del video. E tutti i superiori le credono, senza aver confrontato il mio video con quello registrato dalle telecamere della Procura, senza interrogare "tutto" il personale che aveva assistito alla sceneggiata e senza sottopormi ad interrogatorio, come avevo chiesto alla Dr.ssa Tillo con le memorie difensive del 19/10/2020.

Posso invece esibire i miei due filmati nella versione originale, privi di titoli e didascalie, per dimostrare che, se avessi "minacciato, ingiuriato e offeso l'Ispettrice", il Sovrintendente Giorgione, il Brig. Cimmino, l'Ispettore Furno e i numerosi colleghi della Casale mi avrebbero subito immobilizzato, avrebbero prelevato il filmato della Procura e mi avrebbero denunciato immediatamente, non come ha fatto la Casale 7 giorni dopo la mia denuncia.

Cosicché sono imputato sulla base di miserabili falsità, per minacce, offese e reati non commessi, per ingiurie non proferite e per condotte non vietate dalla legge e non perseguibili dal Codice penale, per 3 semplici motivi:

1.      l'Ispettrice sostiene che io l'abbia "minacciata, ripresa fraudolentemente ed offesa sui network". Ma tali affermazioni sono inique, false e non sorrette da prove, perchè nel video non c'è nulla di quanto ha dichiarato l'Ispettrice al Giudice; perché le offese, le ingiurie e le minacce non esistono e non sono state confermate dai testi, né con i  filmati della Procura, perchè le conversazioni postate su Facebook e le didascalie sovrapposte al video salvato su YouTube sono linguisticamente ineccepibili e per niente offensive, anche perchè mostrano esattamente quanto è accaduto e le attività illecite operate sui 3 procedimenti penali massacrati in Procura.

2.      Se per il Procuratore Policastro e per la sua Sostituta occorre il consenso della persona ritratta, l'art. 97 della Legge 633/41 recita che "Non occorre il consenso della persona ritratta", perchè l'agente di PG svolgeva un ruolo istituzionale in un pubblico ufficio dello Stato nel mentre io filmavo un reato in tempo reale; perchè la ripresa filmata è giustificata dalla necessità di denunciare - come poi ho fatto - l'alterazione di un procedimento penale, nonché la sottrazione e l'occultamento di numerosi atti probatori dallo stesso; perchè volevo che fosse individuato e punito il responsabile del reato di sottrazione e occultamento dei DVD ai sensi dell'art. 490 del cp.

3.      il video non è stato registrato ad insaputa della Casale con telecamere nascoste, né "fraudolentemente", come il Dr. Policastro e la Dr.ssa Tillo mi contestano, ma è stato effettuato con una visibilissima Nikon D90, in maniera limpida e trasparente, visibile all'ispettrice, al suo Sovrintendente e a tutti i presenti. Per questi motivi non c'è reato e non è applicabile il primo comma dell' art. 617-septies del c.p., perchè il secondo comma recita:  “La punibilità è esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni deriva in via diretta ed immediata dalla loro utilizzazione in un procedimento giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa".

Chi non denuncia un reato commesso ai danni dello Stato è punibile per omessa o ritardata denuncia. Se il colpevole è un agente di polizia giudiziaria, l' art. 361 cp inasprisce la pena e prevede la reclusione fino a un anno.

Se non avessi registrato il video e denunziato l'accaduto ai Carabinieri, al Prefetto e al Procuratore, avrei omesso la denuncia di un reato dannoso per lo Stato e non mi sarei potuto difendere dalle falsità riferite dall'ispettrice, anche se quanto la Casale ha detto pure in udienza contraddice ciò che si vede e si sente nel video salvato su YouTube.

Ascoltando l'intero filmato, qualunque magistrato inquirente e giudicante può accertare che non si sentono urla e dalla mia bocca non esce una sola parola minacciosa, offensiva o tesa ad intimidire, ad aggredire e ad offendere una donna.

Il video pone in primo piano un fascicolo fotocopiato, disordinato, spogliato dei documenti originali e di tutti gli elementi probatori visibili solo attraverso i DVD, tutti sottratti alla visione del PM, Dr.ssa Scamarcio. Il video mostra, altresì, una dipendente dello Stato che rifiuta di dare le sue generalità e falsamente mi accusa di urlare, di averla minacciata e di essermi buttato addosso a lei, avendo peraltro affermato e iniquamente sottoscritto in querela che avrei pure "imprecato" la Madonna, equivocando un'invocazione con una volgare bestemmia.

Da solo, il video smentisce le false narrazioni dell'Ispettrice e le imputazioni contestate dalla Procura, in quanto la Casale era consapevole che non stavo filmando "fraudolentemente", perchè si avvicinava proprio allo scopo di impedirmi di filmare la scomparsa dei DVD; perchè puntava il dito contro la luce lampeggiante della telecamera e contro di me; perchè alla richiesta delle sue generalità lei rispondeva "non lo dico il nome perchè lo vuole registrare" e perchè perdeva il controllo, inscenava una farsa, allarmava pure i superiori del III piano e dinanzi a loro mi incolpava di minacce che non ho proferito con espressioni volgari, né con gesti irrispettosi.

l'ispettrice punta il lampeggiante della telecamera col dito

E manco l'ho sfiorata gesticolando, come hanno visto tutti e soprattutto la disgustata collega in abito rosso e come nitidamente si vede nei soli 7 secondi in cui mi sono alzato e sono tornato subito a sedere, quando ho visto che l'ispettrice di PG ripuntava il dito contro di me, al fine di cercare il contatto fisico, di indispettirmi e di farmi cascare nelle sue istigazioni.

Il filmato mostra l'operato illecito della Procura e pone in primo piano il reato di sottrazione e occultamento di atti veri (art. 490 cp, da 1 a 6a di reclusione). Reato che ho denunciato al Procuratore, al Prefetto, al Ministro e al CSM. Ma, da 4 anni la denuncia invecchia nello studio del Dr. Sansobrino, e nemmeno il IV sollecito del 4 luglio 2022 ha stimolato un'azione di controllo del Dirigente, una censura o almeno una risposta scritta del PM.

Per necessità di giustizia ho denunciato il reato, l'ho documentato con un video ed ho esercitato il dovere di denuncia e il diritto di difesa da una dipendente dello Stato avvezza alle menzogne e alle provocazioni di scorretto profilo comportamentale. Ho filmato un fascicolo disordinato, spogliato dei DVD ed infine ho registrato la sceneggiata di un'agente di PG indisciplinata, che non ha denunziato il collega responsabile di aver fotocopiato più di mille fogli ed aver sottratto i DVD dalle 3 querele, che peraltro non sono state archiviate dalla Dr.ssa Scamarcio,  PM con cui lavorava la Casale, ma dalla Sostituta del Procuratore che mi ha citato in giudizio, la quale, non avendo potuto vedere il contenuto dei dischetti spariti, non si è accorta che alcuni reati di notevole gravità non potevano essere prescritti prima di 7 anni e mezzo, in quanto erano stati da me  denunziati nel secondo semestre del 2012.

Dato per scontato che le telecamere della Procura sono state installate per prevenire e sanzionare azioni delittuose, gradirei sottolineare che il Procuratore e la Dr.ssa Tillo non hanno inteso sostenere le pesanti accuse con i filmati registrati dalle loro telecamere, ma con deduzioni spoglie di prove, argomentate solamente sulla base delle false narrazioni dell'Ispettrice, su fatti non accaduti e su reati non perseguibili dal codice penale.

Le telecamere della Procura hanno ripreso le mie stesse scene, ininterrottamente e da angolazioni privilegiate, ossia dall'alto, da quando mi è stato consegnato il fascicolo a quando sono uscito dall'Ufficio. La visione di quei filmati avrebbe permesso al Procuratore e al PM di provare le falsità dichiarate dalla Casale. Ma i filmati non sono stati acquisiti dal Dirigente, né dalla Dr.ssa Tillo, né dalla Casale e nemmeno dal Sovrintendente di PG.

Pongo un quesito a me stesso e provo a dare la più semplice e la più logica risposta:

D: perchè la Dr.ssa Tillo non ha acquisito i filmati della Procura e non li ha messi a confronto con i miei, nemmeno quando gliel'ho gentilmente chiesto con le memorie difensive del 19/10/2020 ?

R: perchè quei filmati avrebbero mostrato le persone presenti, le scene e i momenti non ripresi da me,  e la PM avrebbe visto la verità con i suoi occhi, anziché con quelli del Capo. Sicché, invece di sanzionare il responsabile dei dischetti spariti e il comportamento della sua dipendente ispettrice, il Procuratore ha pilotato le indagini, ha tratto le sue conclusioni ed ha poi delegato alla Dr.ssa Tillo la responsabilità di citarmi in giudizio, perchè secondo il Dr. Policastro e poi secondo la Dr.ssa Tillo il filmato è stato ripreso "fraudolentemente, in assenza di autorizzazione", quantunque la sottrazione dei DVD e la scompaginazione del fascicolo sia stata denunziata da me.

Invece, la ripresa è stata effettuata in virtù della Legge 633/41, sotto gli occhi di tutti i presenti, allo stesso modo come ho registrato le conversazioni con tutti i comandanti delle forze armate riuniti dall'ex Prefetto di BN, Dr.ssa Paola Galeone, mentre la stessa ammetteva che la perizia del Comandante della Polizia Stradale "è stata addirittura rifatta" e poneva in luce la correzione di una perizia del Comandante Alfano, nonché il reato di induzione alla corruzione del Prefetto, ovvero lo stesso reato per il quale la Galeone è stata poi posta agli arresti domiciliari dalla Procura di Cosenza. Preciso che i filmati registrati in Prefettura il 14/7/2015 sono visibili su YouTube e non sono stati oscurati dal magistrato, né per esplicita richiesta delle autorità filmate durante la conferenza di servizio di 7 anni fa (vedasi querela del 8/9/2015 archiviata dalla Procura).

Tranne il Procuratore Capo, la sua Sostituta, la Casale e il suo Sovrintendente di PG, tutti sanno che è lecito filmare una persona nota, un dipendente pubblico, un consigliere comunale o un parlamentare, specie quando commette scorrettezze, timbra il cartellino in mutande, commette illeciti, viola i Regolamenti, corrompe, mistifica un'indagine, una perizia o una fattura e mette il premio nella borsa del corrotto. Perciò sono stato sempre assolto, perchè i GIP e i Giudici monocratici di questo Tribunale hanno sempre visto la verità attraverso i filmati salvati su YouTube.

La persona che a Genova riprese il poliziotto mentre sparava su un manifestante del G8 non fu accusato per aver filmato fraudolentemente un reato, ma è stato processato l'agente che violò il Codice di Disciplina della Polizia di Stato.

La Procura di BN opera al contrario, perchè archivia la querela contro la Prefetta Galeone, addormenta le denunce contro la Procura stessa, archivia tutte le mie querele contro 3 Sindaci, l'Ufficio Tecnico e gli Amministratori di Sant'Angelo a Cupolo, non punisce gli abusi da loro permessi su una strada martoriata da opere abusive e mi sottopone a giudizio per la dodicesima volta, per aver filmato un reato in diretta e la plateale condotta scorretta di una poliziotta.



Pur avendo subito 11 querele simili a quella che ha originato questo processo, sono stato sempre assolto, come sono stato assolto lo scorso anno dal Dr. Sergio Pezza, "perchè il fatto non sussiste", perchè ho dimostrato che i fatti denunziati dal Dr. Policastro non erano veritieri, come la denuncia dell'Ispettrice e come tutte le denunzie archiviate dai GIP "per infondatezza dei reati" dal 2010 al 2021. Non appare superfluo far notare che la Sentenza del Dr. Pezza non è stata impugnata dal querelante Dr. Aldo Policastro, né dal VPO, Dr.ssa Rescigno.


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Sebbene la legge punisce chi produce denunzie temerarie e le sostiene con falsità, resta il fatto che da 12 anni subisco azioni di stalking giudiziario da una sregolata macelleria di Stato; restano impuniti i danni legali, economici e biologici che ho pagato insieme alla mia famiglia e resta il fatto ancora più grave che non se ne sono curati 3 Ministri di Giustizia, la Commissione per i diritti umani del Senato, il Garante degli italiani e men che meno il CSM.

Dopo essere stato incriminato e scagionato 11 volte da reati aggrappati alle miserie degli uomini e a miserabili falsità, io sono imputato e vittima di un disonesto disegno di delegittimazione e di demolizione; la Dr.ssa Tillo non viene in udienza e fa sostenere le sue accuse al VPO, mentre il Dr. Policastro mi ha iscritto per la XIII volta al RGNR di BN per calunnie, anziché per reati contestati a lui e ad autorità a lui superiori. Tant'è vero che, nonostante egli stesso sia stato da me indicato come primo imputato, non si è astenuto dal dare giudizi ed ha inviato le sue deduzioni a Roma, ma sulla base di quanto ho denunziato durante il processo che mi ha visto assolto dal Dr. Sergio Pezza. E per tali motivi il 16 novembre prossimo il GUP deciderà se sottopormi per la tredicesima volta a giudizio, mentre la mia querela per gli innumerevoli maltrattamenti subiti dai militari di Benevento stagiona da 4 anni nelle celle di invecchiamento, occultamento e soppressione di denunce-querele provate con incontrovertibili filmati e con indiscutibili documenti di fattura pubblica.

Ecco perchè in Procura spariscono i DVD, falsificano le perizie, fanno sparire pagine o paragrafi interi dalle indagini e fanno cancellare persino le parole scomode dalle perizie tecniche redatte correttamente dai Carabinieri, mentre in Prefettura manipolano i protocolli informatici, falsificano le perizie, fanno sparire i verbali della conferenza di servizio del 14/7/2015 e la prima perizia del Comandante della Polizia Stradale, Dr. Renato Alfano.

Stessa cosa sarà successa per la querela contro l'ex Ministro Salvini e per la querela contro il Procuratore Generale della Corte di Appello di Napoli, forse messe in attesa per essere incenerite a Roma, dopo la prescrizione.

Il mio video mette a nudo la Procura e denunzia i reati di "falsità" e di "sottrazione e occultamento di atti veri". Per questi motivi la Procura di Benevento colpisce chi denunzia i reati e non rinvia a giudizio chi li commette.

Per quanto innanzi esposto, CHIEDO

·      che l'Ill.ma S.V. esprima il giudizio con la massima obiettività, condanni la querelante Ispettrice di PG Casale Rosa al pagamento delle spese  processuali, al pagamento delle spese dei miei legali rappresentanti e valuti l'esigenza di portare a conoscenza della Procura Generale il presente esposto in formato elettronico, così come copiato sull'allegato DVD.

Con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento dei danni materiali e morali subiti in conseguenza delle condotte sopra descritte, resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento dovesse rendersi necessario.

Tutto ciò che ho detto in ordine ai riferimenti normativi è confermato da una recente Sentenza della Corte di Cassazione, riassunta in un articolo di studiocatadi.it.

A buona memoria di un compianto giornalista e scrittore, faccio dono di una testimonianza analoga alla mia, vissuta e scritta da Domenico Longo nel libro "Giudici di casa nostra".

Benevento, 7 ottobre 2022

Attilio Paradiso