Buon pomeriggio, gran figlio di Mark Zuckembergo!
Di buon'ora, questa mattina discutevo con fra' Pippo da Montescassone del Museo Lombroso di Torino e della rimozione dei teschi dei meridionali, ossia quelli che i savoiardi chiamavano indistintamente briganti, oppure terun.
Poi, Pippone mi ha suggerito di denunziare il fatto in Procura, ai sensi dell'art. 410 del C.p.p.(1), senza però valutare che ciò comporterebbe confrontarsi con la Procura torinese, comporterebbe andare e tornare numerose volte da Torino e, infine, toccherebbe accendere un mutuo trentennale a 67 anni, per pagare un altro malandrino.
Caro gran figlio di Fesbucco, questi catorci che abbiamo fatto accomodare in Parlamento, in Regione, a Bruxelles e nei tribunali non hanno rispetto per i vivi, né per i moribondi, figuriamoci per i meridionali decapitati 158 anni fa!
Ricordo, a chi avesse perso la memoria o l'intera capocchia, che 34 querele e poco meno di 28.000 pagine non sono bastate perché er sindaco de Sant'Angelo a Cupolo, er prefetto e i taglia teste di Benevento disponessero la rimozione di un minuscolo muretto e di un piccolo frutteto da una strada pubblica, per consentire ar figlio di Dio, vostro immondo fratelo, di annare a depositare le ceneri ar camposanto.
Dal 16 al 28 agosto scorso ho sporto 3 querele:
1) contro l'ex affittacamere prefettizia, per omissioni, falso ideologico, falso in atti di pubblico ufficio, corruzione delle forze dell'Ordine e depistaggio;
2) contro il nuovo segretario e un geometra picchetto der mio paese, per omissioni d'azione di controllo, per falso in atti di pubblico ufficio e depistaggio;
3) contro er vice questore e una cinquina di pistoleros in abito civile, per abuso d'ufficio, eccesso di potere, aggressione, violenza aggravata e violazione al Codice Etico per la Polizia.
Tanto succintamente premesso, accoratamente e sfessatamente
C H I E D O
che cavolo scrivo a fa, se nemmeno gli amici fesbucchiani, er Priore di Montescassone, er parroco di Pontelandolfo, er Prefetto Cappetta, er Ministro Bonafede, Sarvini, er Presidente Mattarella, Conte, Ciccio 'o Vaticano e i parenti più vicini leggono i miei corti libricini?
(1) Chiunque commette atti di vilipendio sopra un cadavere o sulle sue ceneri è punito con la reclusione da uno a tre anni. Se il colpevole deturpa o mutila il cadavere, o commette, comunque, su questo atti di brutalità o di oscenità, è punito con la reclusione da tre a sei anni