CONFESSIONE PUBBLICA
di ATTILIO PARADISO
Non ripeto le
memorie difensive che scrissi con la controquerela del 18/12/2021, ma dimostrerò che il Procuratore Generale e l’Avvocato
Generale della Corte penale d’appello di Napoli, avendomi fatto rinviare a
giudizio per un reato di calunnia insussistente, hanno agito con l’inganno, il
dolo e la piena consapevolezza; perciò non sono mai comparsi in processo e
forse non verranno mai a Roma, a costo di certificare impedimenti e malattie
che non hanno, altrimenti avrebbero fatto comparire i loro avvocati.
Dimostrerò che anche il diciassettesimo processo
è frutto di un’ennesima vessazione posta in essere dal Dr. Policastro Aldo. L’ex Procuratore della Repubblica di BN ha
infatti travisato ciò che ho riferito al Giudice Monocratico con 2 memorie
difensive scritte in ipertesto: la prima prodotta in udienza con un DVD e la
seconda trasmessa il giorno successivo tramite mail al Dr. Sergio Pezza.
Con entrambe le
memorie difensive spiegai al Giudice che il Procuratore Policastro aveva
condotto svariate azioni persecutorie a mio danno. Terminato il processo, il
Giudice Monocratico, Dr. Sergio Pezza, consegnò al Procuratore le memorie
difensive ricevute da me. Cosicché, venuto a conoscenza di quanto avevo
riferito al Giudice, il Procuratore Policastro iscrisse il mio nome al RGNR di
BN e mi incolpò di aver calunniato i suoi colleghi di NA. Dopodiché trasferì il
procedimento penale alla Procura Roma.
Dalla richiesta
di interdizione scritta dal Policastro emerge nitidamente che il
provvedimento interdittivo della mia libertà è stato concepito dal Procuratore
di BN sulla base di fatti non veritieri, mai accaduti e perciò falsi sotto ogni
aspetto. Infatti, il Giudice Monocratico
mi ha assolto perché “il fatto non sussiste”.
Il Dr. Policastro
mi ha fatto processare per fatti insussistenti non una sola volta, infatti sono
stato rinviato a giudizio 16 volte dai suoi sostituti e 16 volte sono stato assolto
dai Giudici del Tribunale o scagionato dai GIP, in quanto i capi di imputazione
sono costantemente risultati insussistenti, non giustificati e non sostenibili
in giudizio.
Giova evidenziare
che tutte le sentenze assolutorie non sono state impugnate dalla Procura di BN,
perciò sono irrevocabili. E vale la pena evidenziare che questo è il 17mo
supplizio che subisco sulla base di indagini malsane, di capi d’accusa
infondati e di narrazioni sostenute con misere menzogne.
Ciò premesso, riassumo
15 anni di stalking giudiziario, di vessazioni e di azioni mobbizzanti condotte
dalla Procura di BN e da altri funzionari dello Stato. In tal modo potrò spiegare
per quali motivi il Dr. Policastro prova a fiaccarmi attraverso lo stalking
giudiziario sul piano morale, emotivo ed economico, ponendo a rischio anche i
rapporti con i miei congiunti e con chi mi conosce.
Avendo denunziato
reati abusivi di suolo demaniale e reati ancora più gravi commessi nella Procura
e nella Prefettura di BN, con 56 denunzie-querele, con l’ausilio di documentari
filmati, pubblicazioni scritte sui network e con manifesti esposti dinanzi alla
Prefettura e al Tribunale di BN, sono diventato bersaglio dei funzionari
comunali del mio paese di residenza, della Digos, della Polizia di Stato e del Dr. Aldo Policastro, perché ho raccolto
prove incontrovertibili per dimostrare che l’ex Procuratore di BN ha permesso
l’archiviazione di tutte querele sporte contro gli amministratori comunali, contro
i Prefetti, il Ministro dell’Interno, il Ministro dei Trasporti e contro 2 comandanti
della Polizia Stradale, platealmente corrotti dal Prefetto Carlo Torlontano e
dalla Paola Galeone.
Per tali
denunzie e per la lettera
aperta trasmessa al Dr. Policastro, al CSM e ad altre autorità, ho subito
7 deportazioni in questura, 17 rinvii a giudizio, aggressioni della Digos e svariate
multe della Polizia Municipale di BN, che però sono state tutte annullate con Sentenza
del Giudice di Pace. Ho subito un processo a seguito della denuncia di
un’ispettrice di PG operante al servizio del Dr. Policastro, un ricovero al
pronto soccorso, svariati sequestri di manifesti ed oggetti personali
inoffensivi. Ho altresì subito un accertamento sanitario abusivo ad opera di un
vice questore e un’odiosa interdizione della libertà personale, ordinata dal
Dr. Policastro e annullata con la Sentenza Assolutoria emessa dal Presidente
della Camera Penale di BN, Dr. Sergio Pezza, senza aver fatto mai nulla di
strano, di anormale o di non consentito dal buon costume e dalla legge.
Il Dr.
Pezza mi ha infatti assolto dalle infondate accuse del Procuratore Policastro e dei suoi Sostituti, perché tutti i loro
testimoni hanno riferito che contesto le istituzioni sempre da solo, in maniera
pacifica, disciplinata e rispettosa dei diritti delle persone e dell’ambiente.
Ho pazientemente
rispettato le restrizioni di libertà commissionate dal Dr. Policastro ed
inflitte dai suoi colleghi di Napoli con provvedimenti illogici, assurdi e contradditori,
in quanto il Dr. Luigi Riello e l’Avvocato Antonio Gialanella non mi hanno
notificato l’atto restrittivo, nemmeno dopo l'istanza ex Legge 241/90 , né a seguito di esposto-denuncia contro il Procuratore Generale della Corte d'Appello Penale di Napoli
Né la
Procura di Roma ha ritenuto di archiviare il procedimento penale dopo aver ricevuto
le mie memorie
difensive con contestuale denuncia-querela del 18.12.2021.
La Costituzione
prescrive che l’atto interdittivo della libertà personale va notificato entro
le 48 ore. Quindi, per quali ragioni nessun magistrato mi ha notificato il
provvedimento? La ragione sta nel fatto che il provvedimento interdittivo della
mia libertà di circolazione è stato concepito dal Dr. Policastro e consegnato
al suo PM, che nemmeno me lo ha notificato, perché ha verosimilmente avuto ordini
di informare solo la Polizia privata, i Carabinieri e la Questura. Ecco perché
è sparito il provvedimento a firma del Procuratore Riello ed è sparita pure
l’informativa diffusa dal PM a tutte le forze dell’ordine.
Ho
pertanto querelato il Procuratore Policastro, il Procuratore Riello e l’Avvocato
Gialanella, per questi motivi:
perché i succitati
funzionari di Giustizia mi hanno inflitto il medesimo provvedimento, con lo
stesso protocollo informatico, la stessa data e la stessa motivazione, come se il
decreto del Dr. Luigi Riello non fosse bastato a vietarmi l’accesso nei due
palazzi di giustizia di BN;
- perché il decreto del Dr. Riello del 2/8/2019 è stato fatto sparire da tutti gli atti processuali della Procura e del Tribunale di BN, tanto è vero che il PM non l’ha prodotto in processo, ma in sua vece ha esibito il provvedimento dell’Avv. Gialanella, recante la stessa data e lo stesso protocollo del Dr. Riello;
- perché il provvedimento interdittivo del Procuratore Generale trovato nel fascicolo della Procura non reca la data del 2 agosto 2019, come scrive la PM nell’informativa inviata alle forze dell'ordine, ma è datato 2 ottobre 2019 (clicca qui e vedi la data);
- perché nessun Magistrato mi ha notificato l’atto, nemmeno il PM che ha informato tutte le autorità di Polizia; né mi hanno fatto fotocopiare gli atti del provvedimento chiesto dal Dr. Policastro, anzi, me li hanno negati tutti, pure il PM che mi ha rinviato a giudizio;
- perché i due decreti presentano evidenti incongruenze, eclatanti contraddizioni e grossolane falsità dei protocolli informatici;
- perché le autorità della Procura Generale di Napoli e il Procuratore di BN mi hanno condannato ad essere scortato dai poliziotti come un delinquente qualunque, senza concedermi la possibilità di difendermi dai loro provvedimenti, come invece prescrive l’Art. 13 della Costituzione.
Sono stato infatti assolto dalle
accuse del Dr. Policastro e dai provvedimenti dei suoi colleghi di Napoli con Sentenza
irrevocabile n. 989 del 14 settembre 2021, recante le seguenti
motivazioni: “va rilevato che il Paradiso non è mai entrato nel Palazzo di
Giustizia in dispregio del provvedimento emesso dal Sig. Procuratore Generale
in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad esporre i suoi cartelli di protesta
nell’area antistante il Palazzo di Giustizia, rimanendo seduto nei pressi.
Tanto hanno riferito tutti i testi escussi. Pare quindi evidente che il
Paradiso debba essere assolto. P.Q.M. il Tribunale, letto l’art. 543 del
c.p.p., assolve Paradiso Attilio dai reati a lui ascritti perché il fatto non
sussiste”
Semmai fossi chiamato a confessare i miei peccati prima del 24 ottobre, lascio questa testimonianza alla a chi verrà, ai miei figli e a chi mi giudicherà.