lunedì 14 aprile 2025

 


CONFESSIONE PUBBLICA
di ATTILIO PARADISO

Non ripeto le memorie difensive che scrissi con la controquerela del 18.12.2021, ma dimostrerò che il Procuratore Generale e l’Avvocato Generale della Corte penale d’appello di Napoli, avendomi fatto rinviare a giudizio per un reato di calunnia insussistente, hanno agito con l’inganno, il dolo e la piena consapevolezza; perciò non sono mai comparsi in processo e forse non verranno mai a Roma, a costo di certificare impedimenti e malattie che non hanno, altrimenti avrebbero fatto comparire i loro avvocati.

Dimostrerò che anche il diciassettesimo processo è frutto di un’ennesima vessazione posta in essere dal Dr. Policastro Aldo. L’ex Procuratore della Repubblica di BN ha infatti travisato ciò che ho riferito al Giudice Monocratico con 2 memorie difensive scritte in ipertesto: la prima prodotta in udienza con un DVD e la seconda trasmessa il giorno successivo tramite mail al Dr. Sergio Pezza.

Con entrambe le memorie difensive spiegai al Giudice che il Procuratore Policastro aveva condotto svariate azioni persecutorie a mio danno. Terminato il processo, il Giudice Monocratico, Dr. Sergio Pezza, consegnò al Procuratore le notizie di reato. Cosicché, venuto a conoscenza delle mie memorie difensive, il Policastro non mi accusò di averlo calunniato, ma iscrisse il mio nome al RGNR di BN e mi incolpò di aver calunniato i suoi colleghi di NA. Dopodiché li informò e trasferì il procedimento penale alla Procura Roma.

Dalla richiesta di interdizione scritta dal Policastro emerge nitidamente che il provvedimento interdittivo della mia libertà è stato concepito sulla base di fatti non veritieri, mai accaduti e perciò miseramente falsi. Infatti, il Giudice Monocratico mi ha assolto perchéil fatto non sussiste”.

Il Dr. Policastro mi ha fatto processare per fatti insussistenti, non una sola volta, perché i suoi Sostituti mi hanno rinviato a giudizio 16 volte e 16 volte sono stato scagionato dai GIP o assolto dai Giudici del Tribunale, in quanto i capi di imputazione sono sempre risultati insussistenti e non giustificati.

Giova evidenziare che tutte le sentenze assolutorie non sono state impugnate dalla Procura di BN, perciò sono irrevocabili. E vale la pena evidenziare che questo è il 17mo supplizio che subisco sulla base di indagini malsane, di capi d’accusa infondati e di narrazioni fondate su misere menzogne.

Ciò premesso, riassumo 15 anni di stalking giudiziario, di vessazioni e di azioni mobbizzanti condotte dalla Procura di BN e da altri funzionari dello Stato. In tal modo potrò spiegare per quali motivi il Dr. Policastro prova a fiaccarmi moralmente, emotivamente ed economicamente attraverso lo stalking giudiziario.

Avendo denunziato reati abusivi di suolo demaniale e reati ancora più gravi commessi nella Procura e nella Prefettura di BN, con 56 denunzie-querele, con documentari filmati, con pubblicazioni scritte sui network e con manifesti esposti dinanzi alla Prefettura e al Tribunale, sono diventato bersaglio dei funzionari comunali del mio paese di residenza, della Polizia di Stato e del Dr. Aldo Policastro, perché ho raccolto prove incontestabili per dimostrare che l’ex Procuratore di BN ha permesso l’archiviazione delle querele sporte contro gli amministratori comunali, contro i Prefetti, il Ministro dell’Interno, il Ministro dei Trasporti e contro 2 comandanti della Polizia Stradale, miseramente corrotti dal Prefetto Torlontano e dalla Galeone.

A seguito di tali denunzie ho subito 7 deportazioni in questura, 17 rinvii a giudizio, aggressioni della Digos e svariate multe della Polizia Municipale di BN, che però sono state tutte annullate con Sentenza del Giudice di Pace. Ho subito un processo a seguito della denuncia di un’ispettrice di PG operante al servizio del Dr. Policastro, un ricovero al pronto soccorso, svariati sequestri di manifesti ed oggetti personali inoffensivi. Ho altresì subito un accertamento sanitario abusivo ad opera di un vice questore e un’odiosa interdizione della libertà personale, ordinata dal Dr. Policastro e annullata con la Sentenza Assolutoria emessa dal Presidente della Camera Penale di BN, Dr. Sergio Pezza, senza aver fatto mai nulla di strano, di anormale o di non consentito dal buon costume e dalla legge.

Il Dr. Pezza mi ha infatti assolto dalle infondate accuse del Procuratore Policastro e dei suoi Sostituti, perché tutti i loro testimoni hanno riferito che contesto le istituzioni sempre da solo, in maniera pacifica, disciplinata e rispettosa dei diritti delle persone e dell’ambiente.

Ho pazientemente rispettato le restrizioni di libertà commissionate dal Dr. Policastro ed inflitte dai suoi colleghi di Napoli con provvedimenti illogici, assurdi e contradditori, in quanto il Dr. Luigi Riello e l’Avvocato Antonio Gialanella non mi hanno notificato l’atto restrittivo, nemmeno a seguito di istanza ex L.241/90, né a seguito di esposto-denuncia contro il Procuratore Generale della Corte d’Appello penale di Napoli.

Né la Procura di Roma ha ritenuto di archiviare il procedimento penale dopo aver ricevuto le mie memorie difensive con contestuale querela del 18.12.2021.

La Costituzione prescrive che l’atto interdittivo della libertà personale va notificato entro le 48 ore. Quindi, per quali ragioni nessun magistrato mi ha notificato il provvedimento? La ragione sta nel fatto che il provvedimento interdittivo della mia libertà di circolazione è stato concepito dal Dr. Policastro e consegnato al suo PM, che nemmeno me lo ha notificato, perché ha verosimilmente avuto ordini di informare solo la Polizia privata, i Carabinieri e la Questura. Ecco perché è sparito il provvedimento a firma del Procuratore Riello ed è sparita pure l’informativa diffusa dal PM a tutte le forze dell’ordine.

Ho pertanto querelato il Procuratore Aldo Policastro, il Procuratore Luigi Riello e l’Avvocato Antonio Gialanella, per questi motivi:

  1. perché i succitati funzionari di Giustizia mi hanno inflitto il medesimo provvedimento, con lo stesso protocollo informatico, la stessa data e la stessa motivazione, come se il decreto del Dr. Luigi Riello non fosse bastato a vietarmi l’accesso nei due palazzi di giustizia di BN;
  2. perché il decreto del Dr. Riello del 2/8/2019 è stato fatto sparire da tutti gli atti processuali della Procura e del Tribunale di BN, tanto è vero che il PM non l’ha prodotto in processo, ma in sua vece ha esibito il provvedimento dell’Avv. Gialanella, recante la stessa data e lo stesso protocollo del Dr. Riello;
  3. perché il Provvedimento del Procuratore Generale rinvenuto nel fascicolo della Procura non reca la data del 2 agosto 2019, come scrive il Dr. Sergio Pezza nella Sentenza e come scrive la Sostituta nell’informativa diramata ai Carabinieri, ma è datato 2 ottobre 2019 (clicca qui);
  4. perché nessun Magistrato mi ha notificato l’atto, nemmeno il PM che ha informato tutte le autorità di Polizia; né mi hanno fatto fotocopiare gli atti del provvedimento chiesto dal Dr. Policastro, anzi, me li hanno negati tutti, pure il PM che mi ha rinviato a giudizio;
  5. perchè i due decreti presentano evidenti incongruenze, eclatanti contraddizioni e grossolane falsità dei protocolli informatici;
  6. perché le autorità della Procura Generale di Napoli e il Procuratore di BN mi hanno condannato ad essere scortato dai poliziotti come un delinquente qualunque, senza concedermi la possibilità di difendermi dai loro provvedimenti, come invece prescrive l’Art. 13 della Costituzione.

Sono stato infatti assolto dalle accuse del Dr. Policastro e dai provvedimenti dei suoi colleghi di NA con Sentenza irrevocabile n. 989 del 14 settembre 2021, recante le motivazioni che testualmente ripeto: “va rilevato che il Paradiso non è mai entrato nel Palazzo di Giustizia in dispregio del provvedimento emesso dal Sig. Procuratore Generale in data 2 agosto 2019. Egli si limitava ad esporre i suoi cartelli di protesta nell’area antistante il Palazzo di Giustizia, rimanendo seduto nei pressi. Tanto hanno riferito tutti i testi escussi. Pare quindi evidente che il Paradiso debba essere assolto. P.Q.M. il Tribunale, letto l’art. 543 del c.p.p., assolve Paradiso Attilio dai reati a lui ascritti perché il fatto non sussiste”.

Semmai fossi chiamato a confessare i miei peccati prima del 24 ottobre, lascio questa testimonianza alla mia cara nipotina, a quella che verrà, ai miei figli e a chi mi giudicherà.

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