Saggio per magistrati ed alti funzionari dello Stato.
L’art. 1 del Codice della Strada esordisce così: “La circolazione stradale rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”. Infatti, il Codice della Strada pone al primo posto la sicurezza e la salute delle persone, esattamente come l’Art. 32 della Costituzione.
Di contro, la seguente foto pone
in mostra una via comunale rubata allo Stato ed occupata da un fabbricato,
recinzioni abusive, relitti ed alberi posti a dimora sulla sede stradale.
clicca sulla foto per ingrandirla
Il seguente video, invece, fa vedere un camioncino che ingombra la strada Provinciale in piena curva e mostra l’inaccessibilità della via comunale, perchè il primo sbocco è ostruito da un
muro, mentre il secondo è pericoloso al transito dei pedoni, degli autoveicoli
ed è inaccessibile al transito degli autocarri.
Dal video si comprende che il Comune
e la Provincia non garantiscono la circolazione, né sul primo, né sul secondo incrocio stradale. Né garantiscono la sicurezza delle
persone e le “finalità primarie di ordine sociale ed economico” prescritte dal
Codice della Strada e dalla
Costituzione.
La pericolosità e l’occupazione abusiva di qualunque
strada sono pertanto reati molto più gravi del furto di un orologio
o di una catenina d’oro, perché uccidono l’economia di un paese e perchè
ostacolano lo sviluppo sociale ed economico dello Stato, anche quando il
furto di una strada toglie il lavoro a una casalinga, a un piccolo falegname, a un
elettricista o a una sola Partita IVA.
Tali reati sono infatti sanzionati
con multe commisurate al tipo di inflazione e sono penalmente perseguibili con
la reclusione, a querela dell’Ente proprietario della strada e/o a
querela di qualunque persona, come ad esempio i proprietari del
fabbricato della Ditta Paradiso Arredamenti, che, pur avendo
denunziato i reati ai Sindaci, alla Provincia, ai Prefetti,
al Capo dello Stato e alla Procura della Repubblica di BN, sono stati
costretti a cessare la Partita Iva per l’impossibilità di raggiungere i magazzini
con gli autocarri di grandi e medie proporzioni.
è del tutto evidente, quindi, che le responsabilità gravano non solamente sugli amministratori comunali, in quanto colpevoli di non aver garantito la sicurezza e la circolazione sulla via comunale, ma gravano anche sui Tecnici della Provincia, sui prefetti, sui Magistrati che hanno archiviato 54 querele e soprattutto sui Giudici che hanno assolto i criminali denunziati da un vecchio, ma volenteroso difensore del popolo.
BN, 18 marzo 2025
attilio.paradiso@pec.it
Nessun commento:
Posta un commento