giovedì 20 marzo 2025

 Saggio per magistrati ed alti funzionari dello Stato. 


L’art. 1 del Codice della Strada esordisce così: “La circolazione stradale rientra tra le finalità primarie di ordine sociale ed economico perseguite dallo Stato”. Infatti, il Codice della Strada pone al primo posto la sicurezza e la salute delle persone, esattamente come l’Art. 32 della Costituzione.

Di contro, la seguente foto pone in mostra una via comunale rubata allo Stato ed occupata da un fabbricato, recinzioni abusive, relitti ed alberi posti a dimora sulla sede stradale.

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Il seguente video, invece, fa vedere un camioncino che ingombra la strada Provinciale in piena curva e mostra l’inaccessibilità della via comunale, perchè il primo sbocco è ostruito da un muro, mentre il secondo è pericoloso al transito dei pedoni, degli autoveicoli ed è inaccessibile al transito degli autocarri.


Dal video si comprende che il Comune e la Provincia non garantiscono la circolazione, né sul primo, né sul secondo incrocio stradale. Né garantiscono la sicurezza delle persone e le “finalità primarie di ordine sociale ed economico” prescritte dal Codice della Strada e dalla Costituzione.

La pericolosità  e l’occupazione abusiva di qualunque strada sono pertanto reati molto più gravi del furto  di un orologio o di una catenina d’oro, perché uccidono l’economia di un paese e perchè ostacolano lo sviluppo sociale ed economico dello Stato, anche quando il furto di una strada toglie il lavoro a una casalinga, a un piccolo falegname, a un elettricista o a una sola Partita IVA.

Tali reati sono infatti sanzionati con multe commisurate al tipo di inflazione e sono penalmente perseguibili con la reclusione, a querela dell’Ente proprietario della strada e/o a querela di qualunque persona, come ad esempio i proprietari del fabbricato  della Ditta Paradiso Arredamenti, che, pur avendo denunziato i reati ai Sindaci, alla Provincia, ai Prefetti, al Capo dello Stato e alla Procura della Repubblica di BN, sono stati costretti a cessare la Partita Iva per l’impossibilità di raggiungere i magazzini con gli autocarri di grandi e medie proporzioni.

è del tutto evidente, quindi, che le responsabilità gravano non solamente sugli amministratori comunali, in quanto colpevoli di non aver garantito la sicurezza e la circolazione sulla via comunale, ma gravano anche sui Tecnici della Provincia, sui prefetti, sui Magistrati che hanno archiviato 54 querele e soprattutto sui Giudici che hanno assolto i criminali denunziati da un vecchio, ma volenteroso difensore del popolo.

BN, 18 marzo 2025

attilio.paradiso@pec.it



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