Lettera aperta
al PROCURATORE DELLA REPUBBLICA di BENEVENTO e ai MINISTRI dell'INTERNO, di GIUSTIZIA e della FUNZIONE PUBBLICA
Egr. Dr. Policastro,
la presente muove non da
rancore, ma da profonda insoddisfazione per tutto ciò che da 10 anni è accaduto
e sta succedendo in Procura e in Tribunale, tanto a livello locale che nei
Palazzi più autorevoli della capitale.
Tuttavia, continuo a fare il
mio dovere di cittadino, costi quel che costi, perchè, se vero è che non ho mai
avuto fiducia della giustizia italiana, è altrettanto vero che credo nelle
donne e negli uomini di buona volontà, altrimenti non avrei sporto 36 querele
in poco meno di 10 anni.
Se ricorda, tempo fa, a
dichiarazioni spontanee e per iscritto, le ho rappresentato più di una volta il
mio disappunto per l'operato di alcuni magistrati, militanti nella Procura e nel
Tribunale di Benevento, non solo per l'eccessiva dilatazione delle indagini, per
gli errori, gli orrori, le alterazioni dei documenti e per il continuo via vai
dei fascicoli processuali, ma
soprattutto per il diniego di diritti protetti dal Codice di comportamento dei
dipendenti pubblici, dal Codice penale e dalla Costituzione: equa giustizia,
sicurezza, lavoro, libera espressione e libera circolazione.
Nella mattinata di ieri avrei
voluto assicurare la mia presenza presso l'Ufficio del GIP, presso la prima
sezione penale della Corte di Appello di Napoli e presso l'Istituto Superiore
di Scienze Religiose di Benevento. Ma, essendo uno e non trino, ho delegato un
giovane avvocato a rappresentarmi in giudizio a Napoli e, grazie alla gentile
posticipazione dell'Udienza fissata dal GIP, è stato possibile onorare sia l'indifferibile
impegno familiare, sia la presenza in Tribunale.
Corre il dovere di segnalare
che, dopo 28mila pagine dattiloscritte e circa 2 lustri di tempo, lavoro e
contante sprecato, il Dr. Flavio Cusani ha ritenuto di accogliere la mia settima istanza in opposizione a richiesta
di archiviazione ed ha restituito alla Dr.ssa Saccone il pesante faldone, dove
però mancano quasi tutti i DVD, contenenti le querele, le memorie aggiuntive e
le opposizioni, senza dei quali è
impossibile visionare gli elementi probatori, per l'appunto prodotti in
formato ipertestuale e in conformità al Codice di Amministrazione Digitale.
A seguito della mio primo esposto/denuncia del 24
giugno 2009, fui destinatario della prima querela di contro balzo, per calunnia
e diffamazione a mezzo stampa. Poi, ho scontato 5 fermi e altrettante
traduzioni in questura, un'ardita querela dalla DIGOS (poi finita di corsa in
archivio), un maldestro Accertamento Sanitario Obbligatorio (disposto dalla
Questura in "perfetto" abuso d'ufficio) e dovrò difendermi da altre 5
querele, di cui alcune sporte dalla S.V.
La prima querela di rimbalzo (proc. penale
5057/09/MOD. 21) fu oggetto di richiesta di archiviazione, in quanto il PM ritenne che non vi fossero "condotte palesemente rilevanti difettando
il dolo di voler diffamare la persona del Sindaco di Sant' Angelo a Cupolo
trattandosi di una protesta circa la chiusura di un svincolo risalente tra
l'altro al 1997". In breve tempo il GIP, nella persona della
Dr.ssa Maria Di Carlo, fissò l'Udienza camerale, dispose l'imputazione coatta e
mi rinviò a giudizio, mozzando la parola al mio difensore e rifiutando l'acquisizione
di un DVD, come mezzo di prova a mia discolpa.
Dopo circa anno fui assolto dall'accorto Giudice monocratico, Dr. Sergio Pezza,
nonostante 8 testimonianze false, tra le quali quelle del querelante sindaco,
dei due successori e del funzionario capo dell'ufficio tecnico di Sant'Angelo a
Cupolo, che tuttavia non hanno subito alcunché per il reato di falsa
testimonianza e per la produzione della querela temeraria.
Più avanti sono stato querelato due volte dal
funzionario capo dell'UTC.
Ne sono uscito pulito, almeno fino a questo momento, ma
ammaccato e col portafoglio ripulito.
Domando: le sembra giusta, le sembra starata o la
"bilancia" della giustizia beneventana le sembra ammanettata?
Tanto le ho scritto per
evidenziare che, nonostante lo zelo e la buona volontà a tenere informata la
S.V. e valenti magistrati, non è cambiato niente! Anzi, la situazione è
diventata pietosa per me e mortificante per chi lavora e produce, in Procura, in Tribunale e in Questura, nonché per coloro
che seguono il lungometraggio attraverso i network, più che attraverso la
stampa e le TV locali, che invece sembrano essere stati azzittiti e accucciati.
Ancora qualche domanda:
- E' lei che dirige, il suo predecessore, oppure la Procura è ammaestrata dall'Uomo Invisibile, dalle Streghe di Benevento o dagli stregoni con fissa dimora in Parlamento?
- Le pare giusto che coloro i quali menano ... a passar tempo, che sbagliano ripetutamente le notifiche (anche in Corte d'Appello), coloro i quali chiedono proroghe senza avere avviato le indagini, che steccano e sbucciano le palle a ripetizione, che giocano a pingpong col GIP come se io fossi il pallino, o i cancellieri che fanno sparire gli elementi probatori non debbano essere soggetti a controllo e ad alcuna sanzione, come i dipendenti dello Stato che timbrano in mutande?
- E' stata una libera scelta dello scrupoloso, solerte Procuratore Aggiunto, quella di delegare (9 giugno 2017) le indagini concluse in soli 2 mesi e i procedimenti penali riuniti, tuttora in fase di indagini, alle competenze di un altro PM, oppure è stata l'autorità superiore a dare disposizioni in tal senso?
- Come mai presso la Procura Generale di Roma non risultano acquisiti gli allegati prodotti dal Procuratore Aggiunto, atteso che il Dr. Conzo li ha trasmessi alla S.V. il 9 giugno 2017, prot. n. 543/INT del 23.6.2017 ?
Domattina non si guardi allo
specchio per raddrizzare la barba, ma indaghi, interroghi il superego e decida se
procedere in salita o muovere i prossimi passi in discesa. E se crede fosse
dovuto, mi risponda.
Buon lavoro e sinceri,
misericordiosi auguri per un'agevole risalita.
Sant'Angelo a Cupolo, 17
gennaio 2019
Attilio Paradiso
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